AUTOSICURA IN MONTAGNA:traversi pendoli risalite libera..

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

AUTOSICURA IN MONTAGNA:traversi pendoli risalite libera..

Messaggioda federicopiazzon » sab ago 22, 2009 17:04 pm

Oggi mi sento costruttivo :roll: , dai scriviamo un po' di roba utile, che ne dite??? :D :lol:
Visto che qua dentro c'è gente che da sola ha fatto vie con i controcazzi...

l'altro giorno sono stato a fare una via da solo, mi sono sovvenuti degli interrogativi e mi sembra che nei millemila topici riguardanti l'autosicura siano sempre stati trattati come secondari o evitati, non tanto perchè se ne ignorasse l'importanza quanto perchè molti volevano(possibilmete in 2 righe) apprendere tutto l'umanamente scibile sull'autosicura e ciò obbligava a delle scelte per non avere anime sulla coscenza! :wink:

premetto che uso il grigri modificato(achecazzo serve il forum sennò 8) ) o a volte il reversosu terreno molto facile, tengo su un asola di corda con lo shunt e prevengo il retroscorrimento con MB o dei "fiocchetti" autobloccanti fatti con un trefolo.Per prevenire strappi troppo violenti in sosta uso un dispersore da ferrata ma con metà dei giri.
La risalita la effettuo con shunt ventrale(ed eventualmente un pedale con marchend) .

La via di ieri per quanto non difficile l'ho trovata faticosa, ci ho messo decisamente più che in cordata e sopratutto ho trovato difficoltà nella risalita in corrispondenza dei traversi.

Ora nel caso di spit che si possono tironare in tutte le direzioni sbattendosene siamo agevolati, ma fr dadi e chiodi dubbi complicano notevolmente la situazione:
0) come predisporre ed effettuare la calata a corda singola, come traversare in calata?
1come gestire la risalita di un traverso a protezioni(molto)distanti, come un traverso molto impegnativo in libera?
2)come gestire lo zaino, e nel caso di possibilità di impiglio dello stesso?3)Come optare all'ultimo momento e con semplicità per un traverso in tensione? e
4)come eseguire un "pendolo da secondi"?usiamo la rimanenza della corda come spezzone ausiliario?


altro problema è che fare una lunghezza assicurati vuol dire impiegare circa il triplo, quindi se ce la si sente si può fare le più facili senza assicurarsi(....)
5) come programmare/decidere?
il sistema potrebbe essere uno dei seguenti.
a) zaino in spalla capo della corda legato dietro, corda ben disposta su terrazzino di partenza.
b) solo capo della corda legato dietro, zaino attaccato alla sosta di partenza con un fifi altro capo della corda attaccato al fifi in maniera che recuperndo la corda si tira su lo zaino.
c) zaino in spalla, corda passata doppia nella sosta(purtroppo usando cordoni già in loco o abbandonandone1) e sicura predisposta con reverso. in questo caso possiamo non rinviare e recuperare a fine tratto facile la corda o se troviamo difficoltà passare ad essere assicurati, bello ma si ha metà corda a disposizione.

6) discussione di questi sistemi pro e contro. altre soluzioni?
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Messaggioda n!z4th » sab ago 22, 2009 17:50 pm

con sta calura?



rimandato a settembre 8)
Michele
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Re: AUTOSICURA IN MONTAGNA:traversi pendoli risalite libera.

Messaggioda Roberto » sab ago 22, 2009 18:29 pm

federicopiazzon ha scritto:Oggi mi sento costruttivo :roll: , dai scriviamo un po' di roba utile, che ne dite??? :D :lol:
Visto che qua dentro c'è gente che da sola ha fatto vie con i controcazzi...

l'altro giorno sono stato a fare una via da solo, mi sono sovvenuti degli interrogativi e mi sembra che nei millemila topici riguardanti l'autosicura siano sempre stati trattati come secondari o evitati, non tanto perchè se ne ignorasse l'importanza quanto perchè molti volevano(possibilmete in 2 righe) apprendere tutto l'umanamente scibile sull'autosicura e ciò obbligava a delle scelte per non avere anime sulla coscenza! :wink:

premetto che uso il grigri modificato(achecazzo serve il forum sennò 8) ) o a volte il reversosu terreno molto facile, tengo su un asola di corda con lo shunt e prevengo il retroscorrimento con MB o dei "fiocchetti" autobloccanti fatti con un trefolo.Per prevenire strappi troppo violenti in sosta uso un dispersore da ferrata ma con metà dei giri.
La risalita la effettuo con shunt ventrale(ed eventualmente un pedale con marchend) .

Premetto che ognuno ha la sua ricetta personale (spesso data da esperienza), ma non sempre è quella giusta.
Uso il cinch e mi trovo molto meglio che con il grigri (più leggero, più piccolo, non modificato, blocca bene, meno pericoloso).
L' anello di corda a bilanciare quella che sale lo fermo con un t-block (non pesa e recuperi corda con una mano).
I frazionamenti li faccio con un semplice mezzo barcaiolo nel moschettone della protezione (faccio prima).
Non uso dissipatori, troppo tempo per mettere e togliere. Appendo lo zaino alla sosta che fa da contrappeso. Nella mia esperienza di voli (quest' anno 5, di cui due non propriamente "voletti") non ho mai avuto problemi di strappo violento.
La via di ieri per quanto non difficile l'ho trovata faticosa, ci ho messo decisamente più che in cordata e sopratutto ho trovato difficoltà nella risalita in corrispondenza dei traversi.
Ora nel caso di spit che si possono tironare in tutte le direzioni sbattendosene siamo agevolati, ma fr dadi e chiodi dubbi complicano notevolmente la situazione:
0) come predisporre ed effettuare la calata a corda singola, come traversare in calata?
1come gestire la risalita di un traverso a protezioni(molto)distanti, come un traverso molto impegnativo in libera?
2)come gestire lo zaino, e nel caso di possibilità di impiglio dello stesso?3)Come optare all'ultimo momento e con semplicità per un traverso in tensione? e
4)come eseguire un "pendolo da secondi"?usiamo la rimanenza della corda come spezzone ausiliario?

Non ho una ricetta particolare, tutte le volte è da risolvere a seconda delle condizioni. Nel caso di traversi difficili e protetti lontano, se l' avanzo della corda non basta, non resta che utilizzare il cordino da 8 mm che mi porto per le doppie (40 m). Quest' anno mi è capitato un paio di volte ed ho risolto con la corda con cui salgo.
Altra cosa è imparare a fare pendoli in stile "yosemite". Le prime volte fa un po impressione, poi ci si abitua a tutto e si volteggia con serenità per decine di metri.
altro problema è che fare una lunghezza assicurati vuol dire impiegare circa il triplo, quindi se ce la si sente si può fare le più facili senza assicurarsi(....)
5) come programmare/decidere?
il sistema potrebbe essere uno dei seguenti.
a) zaino in spalla capo della corda legato dietro, corda ben disposta su terrazzino di partenza.
b) solo capo della corda legato dietro, zaino attaccato alla sosta di partenza con un fifi altro capo della corda attaccato al fifi in maniera che recuperndo la corda si tira su lo zaino.
c) zaino in spalla, corda passata doppia nella sosta(purtroppo usando cordoni già in loco o abbandonandone1) e sicura predisposta con reverso. in questo caso possiamo non rinviare e recuperare a fine tratto facile la corda o se troviamo difficoltà passare ad essere assicurati, bello ma si ha metà corda a disposizione.

6) discussione di questi sistemi pro e contro. altre soluzioni?

Se è facile abbastanza vado slegato con la corda a trascinoni e lo zaino in spalla, se devo proteggermi, continuo con il metodo assicurato, non vedo alternative. Recuperare lo zaino è una cinquina al lotto, si incaglia quasi sempre se non sei in strapiombo o su placche liscie.

L' arrampicata solitaria assicurata è una serie di compromessi tra sicurezza e speranza che tutto vada bene,almeno nei casi di vie non corte e non facili (si intende da proteggere). Quando si scala tante cautele purtroppo vano a farsi benedire in nome del tempo, che passa velocissimo nelle solitarie, visto il numero delle manovre da fare e tutti i guai che capitano. Chi vuole essere preciso (vedi dissipatore) sa che dovrà pagare con preziosi quarti d' ora in più per la via. Alla fine ho scelto il male minore e alcune cose le "tralascio".
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Messaggioda federicopiazzon » sab ago 22, 2009 23:04 pm

Speravo Roberto rispondesse.. :smt117 8)

L' arrampicata solitaria assicurata è una serie di compromessi tra sicurezza e speranza che tutto vada bene,almeno nei casi di vie non corte e non facili (si intende da proteggere). Quando si scala tante cautele purtroppo vano a farsi benedire in nome del tempo, che passa velocissimo nelle solitarie, visto il numero delle manovre da fare e tutti i guai che capitano. Chi vuole essere preciso (vedi dissipatore) sa che dovrà pagare con preziosi quarti d' ora in più per la via. Alla fine ho scelto il male minore e alcune cose le "tralascio".

assolutamente d'accordo: la propria ricetta va elaborata con l'esperioenza e probabilmente la cosa più importante è saper un sacco di metodi esoluzioni diverse per poter scegliere a seconda della situazione, quando si è soli forse è ancora più "tutto relativo" e il rischio non è solo quello scritto sui manuali.

Uso il cinch e mi trovo molto meglio che con il grigri (più leggero, più piccolo, non modificato, blocca bene, meno pericoloso).
L' anello di corda a bilanciare quella che sale lo fermo con un t-block

Il t-block me lo devo comperare, è più leggero e probabilmente più efficace; il cinch l'ho provato ma è stata un uscita sfigata...via al limite per la solitaria e martello dimenticato= doppie dopo 3 tiri :roll:
comunque nel cinch in autosicura c'è un ruschio di cui non ho sentito parlare: se si usa un cordone troppo grosso e irrigidito(tale da impedire all'attrezzo di ruotare attorno all'asse testa piedi) per appenderselo e in traverso o obliquo può fare una leva strana che tende a non farlo bloccare..

ma l'asola come la tieni, dove attacchi il t-block?
Il rischio di trovarsi dentro è molto brutto..ma per dre l'altro giorno mi è rimasta dentro uno spuntone che mi è toccato rifare il passo all'ingiù...quante bestemmie!!!!
che consigli hai a riguardo??

frazionamenti li faccio con un semplice mezzo barcaiolo nel moschettone della protezione (faccio prima).

ma su protezioni aleatorie continui così o cambi sistema?
una volta usavo i fiocchetti poi ho letto dei MB in un tuo post e sono passato ad usare quelli perchè moolto più pratici, i fiocchetti poi sono una rotta di palle perchè si incastrano, e se li metti in tasca si appallotolano.

Zaino.. croce ma non delizia, compagno silenzioso e assai poco collaborativo!
L'altro giorno ho provato un sistema misto perchè avevo le braccia un po' stanche e lo shunt che stentava a recuperare:
1pezzi verticali/strapiombanti o duri: zaino appeso alla corda
2pezzi facili a balze. zaino in spalla
3se la situazione 1 continua per troppi metri o con ostacoli in mezzo recupero lo zaino fin dove sono e lo sospendo con il fif al ch

comunque i problemi peggiori li ho avuti in risalita su un traverso facile ma su cui penzolare significava fare un bel buco(...) non sono riuscito a proteggermelo e nemmeno ad organizzare un pendolo bene: il ch di partenza faceva un po' schifo.
cosa usi per i traversi in tensione??



PASSANDO ALLA SCALATA
la parte più difficile secondo me è dover ridiscendere, sopportare di dover tornare giù , perdere la quota così faticosamente guadagnata è davvero frustrante finchè non entri in sintonia con la cosa...io faccio veramente fatica a prendere ritmo: all'inizio sono bloccato dall'idea di essere solo, poi man mano ti sciogli ma spesso vengono pensieri strani, a volte mi sembra di fare un gioco un po' troppo assurdo, altre mi sembra che le difficoltà siano molto più serie di quello che in realtà sono.
comunque l'impegno fisico -tecnico-psichico così continuo è pesante e mi prendo delle pause(sopratutto per la mancanza di preparazione muscolare e forma arrampicatoria, ma anche per sghisare la testa).

Come riuscire a tenere il ritmo?
Bisognerebbe riuscire a "recuperare" nella fase di calata risalita, ci riesci?

Come sono i tuoi tempi da solo a confronto(spannometrico ovviamente, parlo di ordini di grandezza non dell'ora + o in -) con vie simili in cordata in cui scali solo da 1° crescono molto?
Per ora ho visto che in giornata non posso mettere più di 400/450m di medio impegno(parliamo di difficoltà classiche ovviamente) perchè diventano 900m da scalare , non ce la faccio fisicamente e come tempi ...per te è soimile la cosa, paghi così tanto il dover risalire o la maggior tecnica e i trucchi dell'esperienza ti consentono di fare +/- i m e i tempi che fai in cordata?

grazie!!!!!
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Messaggioda Roberto » dom ago 23, 2009 11:57 am

federicopiazzon ha scritto:
Uso il cinch e mi trovo molto meglio che con il grigri (più leggero, più piccolo, non modificato, blocca bene, meno pericoloso).
L' anello di corda a bilanciare quella che sale lo fermo con un t-block

Il t-block me lo devo comperare, è più leggero e probabilmente più efficace; il cinch l'ho provato ma è stata un uscita sfigata...via al limite per la solitaria e martello dimenticato= doppie dopo 3 tiri :roll:
comunque nel cinch in autosicura c'è un ruschio di cui non ho sentito parlare: se si usa un cordone troppo grosso e irrigidito(tale da impedire all'attrezzo di ruotare attorno all'asse testa piedi) per appenderselo e in traverso o obliquo può fare una leva strana che tende a non farlo bloccare..

ma l'asola come la tieni, dove attacchi il t-block?
Il rischio di trovarsi dentro è molto brutto..ma per dre l'altro giorno mi è rimasta dentro uno spuntone che mi è toccato rifare il passo all'ingiù...quante bestemmie!!!!
che consigli hai a riguardo??

Il Cinch lo metto in posizione con una fettuccia di quelle un tempo utilizzate per i ramponi, con a chiusura dentellata. Resta perpendicolare a me, con il foro dove entra la corda che viene dalla sosta in basso. Si vede nella foto.
Scorre bene è blocca in caso di volo, non mi è mai capitato che cambiasse posizione come il grigri (spesso lo trovavo messo di traverso). Occhio al tipo di moschettone. Ne uso uno piccolo (passato nella fettuccia di servizio dell' imbrago), in modo da far restar in posizione il cinch e non far aprire la leva. Comunque, semmai il cinch blocca troppo ed occorre sbloccarlo dopo un volo o un resting sostanzioso.
Immagine

frazionamenti li faccio con un semplice mezzo barcaiolo nel moschettone della protezione (faccio prima).

ma su protezioni aleatorie continui così o cambi sistema?
una volta usavo i fiocchetti poi ho letto dei MB in un tuo post e sono passato ad usare quelli perchè moolto più pratici, i fiocchetti poi sono una rotta di palle perchè si incastrano, e se li metti in tasca si appallotolano.

Ho fatto un tiro di artificiale con protezioni assolutamete precarie, lungo 50 metri, tutto strapiombante, la corda sarebbe scesa verso la sosta senza frazionamenti, che ho fatto con il mezzo barcaiolo. Un problema è quallo che poi, scendendo, a volte la corda tende ad attorcigliarsi. Ma i mezzibarcaioli li puoi fare con una sola mano, non serve altro e fai presto.

Zaino.. croce ma non delizia, compagno silenzioso e assai poco collaborativo!
L'altro giorno ho provato un sistema misto perchè avevo le braccia un po' stanche e lo shunt che stentava a recuperare:
1pezzi verticali/strapiombanti o duri: zaino appeso alla corda
2pezzi facili a balze. zaino in spalla
3se la situazione 1 continua per troppi metri o con ostacoli in mezzo recupero lo zaino fin dove sono e lo sospendo con il fif al ch

Lo zaino, a meno che non sono certo che non si incastra, lo porto sempre in spalla, anche qando pesa 30 kg, ormai ho rinunciato a recuperarlo appeso, devo continuamente scendere e sbloccarlo. In casi limite lo porto appeso all' imbrago o alle maniglie jumar. Con una mano tiro su il mio peso sulla jumar e con l' altra cerco di sollevare lo zaino appeso alla stessa jumar.
comunque i problemi peggiori li ho avuti in risalita su un traverso facile ma su cui penzolare significava fare un bel buco(...) non sono riuscito a proteggermelo e nemmeno ad organizzare un pendolo bene: il ch di partenza faceva un po' schifo.
cosa usi per i traversi in tensione??

Se rischio sul serio, come ti ho detto, non c' è altro che usare l' avanzo della corda (se c'è) o un cordino (mi porto un cordino da 7/8 mm da 40 m per eventuali doppie) da passare sulla prima protezione del traverso, in modo da prendere corda con un autobloccante (anche un prusik) e regolare il pendolo/traverso. Se invece si riesce a tenere la corda con un capo alto, alla fine del traverso (e qui conviene eliminare le protezioni che ostacolerebbero la manovra nel momento in cui si scende e non in risalita), allora si pendola, magari facendo attenzione a non sbattere alla ffine del pendolo.
PASSANDO ALLA SCALATA
la parte più difficile secondo me è dover ridiscendere, sopportare di dover tornare giù , perdere la quota così faticosamente guadagnata è davvero frustrante finchè non entri in sintonia con la cosa...io faccio veramente fatica a prendere ritmo: all'inizio sono bloccato dall'idea di essere solo, poi man mano ti sciogli ma spesso vengono pensieri strani, a volte mi sembra di fare un gioco un po' troppo assurdo, altre mi sembra che le difficoltà siano molto più serie di quello che in realtà sono.
comunque l'impegno fisico -tecnico-psichico così continuo è pesante e mi prendo delle pause(sopratutto per la mancanza di preparazione muscolare e forma arrampicatoria, ma anche per sghisare la testa).

Come riuscire a tenere il ritmo?
Bisognerebbe riuscire a "recuperare" nella fase di calata risalita, ci riesci?

Occorre entrare nella "bolla del solitario", ovvero cambiare ritmo, dimenticare il proprio e acquistare quello naturale dela salita in solitaria, fatta di tempo, fatica, problemi e rischi calcolati. Beccati questo pezzetto di racconto che uscirà tra qualche tempo sulla rivista del sito, un po è spiegato (almeno ci provo), prende spunto da un topic sulle solitarie di tempo fa:
Mi volto verso valle guardo oltre la mia attuale realtà, c? è un mondo intorno a me, sotto di me. Gente che cammina sul sentiero, uccelli che volano, nubi che passano; ho una famiglia a casa, un lavoro, degli amici; ho altre passioni oltre a questa ?. Eppure adesso il mio orizzonte non valica questi pochi metri di roccia, da scrutare, studiare, scoprire e provare. Tutto questo mi sembra patologico.
La mia impressione è che sia passata una mezz? ora, ma la solitudine in parete cambia registro al tempo. I rituali della scalata, le manovre, gli imprevisti, gli ostacoli e le paure, si svolgono ad un ritmo costante e collaudato. Non c'è fretta e neppure calma, tutto diventa "logico". Anche i problemi più rognosi vengono affrontati con un misto tra rassegnazione e determinazione. Passano le ore e si arrampica con metodo, senza parlare ma non in un vero silenzio, visto l' affollamento che c'è in testa. Tutto il ragionamento interiore è preso dai meccanismi della salita. La concentrazione raggiunge livelli inusitati, il mondo si restringe al tiro che stai salendo. Sei in una bolla [9], la "bolla del solitario?, questa ti accompagna nel tuo salire e scendere, ti protegge da interferenze che non siano la scalata. Nell? arrampicata artificiale questa sensazione si esalta, la disciplina costringe a tempi lunghi ed estrema attenzione ai dettagli; si raggiunge l' estasi dell'assoluta meditazione, il distacco dalla realtà, in pratica ti senti come drogato dalle tue azioni.
A qualcuno questo ragionamento sembrerà esagerato, chi ha praticato sul serio l? arrampicata solitaria credo mi capirà. Ciò che dico non è questione di adrenalina, emozione... non ci si butta col paracadute o a testa in giù con due elastici alle caviglie, si entra in un mondo parallelo, dove tempo e ragione sono diversi da quelli che conosciamo abitualmente.


Come sono i tuoi tempi da solo a confronto(spannometrico ovviamente, parlo di ordini di grandezza non dell'ora + o in -) con vie simili in cordata in cui scali solo da 1° crescono molto?
Per ora ho visto che in giornata non posso mettere più di 400/450m di medio impegno(parliamo di difficoltà classiche ovviamente) perchè diventano 900m da scalare , non ce la faccio fisicamente e come tempi ...per te è soimile la cosa, paghi così tanto il dover risalire o la maggior tecnica e i trucchi dell'esperienza ti consentono di fare +/- i m e i tempi che fai in cordata?

grazie!!!!!

Alla fine i tempi sono analoghi alla cordata media, non da una cordata affiatata. Per capirci, con Ezio la "Direttissima allo Spigolo a Destra" (via data EX-, con un sacco di roba dura dentro, di 330 m) l' abbiamo aperta in 11 ore (tiri da attrezzare, uno in artif con molto materiale), quest' anno l' ho ripetuta in solitaria con lo stesso tempo, solo che buona parte del materiale adesso è in parete (in apertura probabilmente avrei dovuto bivaccare). Bisogna considerare che però, Ezio ed io insieme eravamo dei treni ed il tempo di 11 ore è, immodestamente, per una tale via, un tempone.
Un trucco che utilizzo sempre è abbinare i tiri, tanto la corda è fissa ed è lunga 70 metri (oltre al fatto che spesso la lunghezza dei tiri è ottimistica). L' importante è avere abbastanza materiale e quindi risparmiarne quando si può. Cerco di non proteggermi dove sento di poter andare, di recuperare l' attrezzo dopo il passaggio (in modo da riutilizarlo) ed uso i moschettoni singoli sugli ancoraggi.
La fatica è la chiave di tutto, non tanto la dificoltà. I gradi solitari sono quelli che hanno fatto le vie lunghe, magari in inverno, non quelli che fanno cose durissime, magari anche slegati. Casarotto e Bonatti restavano in parete giorni, lottavano, resistevano ed uscivano in vetta. Allenamento fantastico, fisico extraterrestre, determinazione allucinata. Occorre essere speciali per quella roba e noi, piccoli alpinisti della domenica che vogliono sentire una parte di quelle emozioni, con le nosetre scalate dobbiamo faticare, non c' è storia.
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Messaggioda albertograia » dom ago 23, 2009 12:09 pm

"e noi, piccoli alpinisti della domenica che vogliono sentire una parte di quelle emozioni, con le nosetre scalate dobbiamo faticare, non c' è storia."


A Robè nun di cosi sei un grande, :D
e poi altrimenti noi infinitesimali, minuscoli, appassionati, che stamo sempre li a dire "mo smetto che ne parlo solo de sta montagan ma non la faccio mai", :( come ce dovemo senti ?

de merda :( :roll:
perdonatemi la licenza linguistica
un abbraccio :D
Il grado non esiste........................................
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Messaggioda federicopiazzon » dom ago 23, 2009 12:20 pm

Grazie Roberto, sempre prezioso.. ma i giovani del vostro gruppo quanto forti li fai diventare con tutti i consigli che poi dargli?!??

Comunque la storia dei piccoli alpinisti della domenica non la bevo... :lol:
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Messaggioda Roberto » dom ago 23, 2009 12:31 pm

federicopiazzon ha scritto:Grazie Roberto, sempre prezioso.. ma i giovani del vostro gruppo quanto forti li fai diventare con tutti i consigli che poi dargli?!??

Comunque la storia dei piccoli alpinisti della domenica non la bevo... :lol:


Quali giovani? ... Alpinisti poi 8)

Non dar retta ad albertograja, lui parla per bieco interesse 8) ... :wink:
Ultima modifica di Roberto il lun ago 24, 2009 11:01 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Dani84 » dom ago 23, 2009 12:54 pm

ciao pura curisità... quale è stata la vostra prima via in solitaria?
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Messaggioda tommy~ » lun ago 24, 2009 10:14 am

Anch'io ho una curiosità... possibile che non capisco metà delle robe da fare x arrampicare in solitaria???? :)

Se fate un salto in trentino una volta ditemmi dove siete che vengo a vedere...
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Messaggioda Roberto » lun ago 24, 2009 11:05 am

tommy~ ha scritto:Anch'io ho una curiosità... possibile che non capisco metà delle robe da fare x arrampicare in solitaria???? :)

Se fate un salto in trentino una volta ditemmi dove siete che vengo a vedere...


Qui trovi altre informazioni.

http://www.forum.planetmountain.com/php ... o+dellarte
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Messaggioda federicopiazzon » lun ago 24, 2009 13:22 pm

Dani84 ha scritto:ciao pura curisità... quale è stata la vostra prima via in solitaria?


normale alla stabeler (torri del Vajolet Catinaccio).
Se uno volesse provare la consiglierei tantissimo se va fuori stagione e infrasettimana.Corta facile roccia ottima soste cementate posto che quando non c'è nessuno è da non credere ai propri sensi. :wink:
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Messaggioda fausto1 » mer set 02, 2009 13:40 pm

Roberto sempre grande.
Parli di usare moschettoni singoli nelle protezioni invece dei rinvii.
Ci ho pensato spesso anche io, per il grande risparmio di peso-ingombro, ma poi non l'ho mai fatto per timore di non vedere qualche rischio connesso a questa scelta.
Io da solo vado solo su vie attrezzate a spit (con il reverso), tu metti il moschettone singolo anche su protezioni veloci piazzate da te? mai avuto inconvenienti?
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Messaggioda Fabius » mer set 02, 2009 14:07 pm

Dani84 ha scritto:ciao pura curisità... quale è stata la vostra prima via in solitaria?


Questa http://www.trafoconsult.com/climbing/solitariacestlavie/
Ovviamente scelta ben protetta/proteggibile e da cui poter tornare indietro ad ogni tiro :wink:
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Messaggioda gug » mer set 02, 2009 15:53 pm

Incredibile: dopo anni di forum riusciamo ancora a scriuere cose interessanti sull'autosicura!
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Roberto » mer set 02, 2009 17:07 pm

fausto1 ha scritto:Roberto sempre grande.
Parli di usare moschettoni singoli nelle protezioni invece dei rinvii.
Ci ho pensato spesso anche io, per il grande risparmio di peso-ingombro, ma poi non l'ho mai fatto per timore di non vedere qualche rischio connesso a questa scelta.
Io da solo vado solo su vie attrezzate a spit (con il reverso), tu metti il moschettone singolo anche su protezioni veloci piazzate da te? mai avuto inconvenienti?
Personalmente non ho mai avuto inconvenienti e mi è anche capitato di volare.
Essendo la corda fissa non c' è rischio di scorrimento e quindi questa può fare tutti i gire che vuole, senza bisogno di allungare le protezioni per favorire lo scorrimento.
L' inonveniente è che se stai su un tiro difficile, dove quando risali sei appeso alla corda e fai fatica a scaricare il peso per togliere la protezione, il singolo moschettone è scomodo da aprire, quindi scendendo, gli ancoraggi che voglio che restino per indirizzare la corda durante la risalita, li devo allungare.
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Messaggioda granparadiso » mer set 02, 2009 21:44 pm

Roberto ha scritto:quindi scendendo, gli ancoraggi che voglio che restino per indirizzare la corda durante la risalita, li devo allungare.


solo per capire

da premettere che non ho mai fatto solitarie in montagna, solo autosicura in falesia, e quindi la domanda sarebbe inutile

ma, per capire, appunto

arrivi in sosta e scendi in doppia, arrivato alla protezione sganci il moschettone e lo riagganci sopra il discensore sul ramo di corda di salita?

ho detto giusto?

ps.
ho agganci tutti e due i rami?
:wink:

scusate se ho detto qualche cazzata :oops:
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Messaggioda Roberto » mer set 02, 2009 22:14 pm

granparadiso ha scritto:
Roberto ha scritto:quindi scendendo, gli ancoraggi che voglio che restino per indirizzare la corda durante la risalita, li devo allungare.


solo per capire

da premettere che non ho mai fatto solitarie in montagna, solo autosicura in falesia, e quindi la domanda sarebbe inutile

ma, per capire, appunto

arrivi in sosta e scendi in doppia, arrivato alla protezione sganci il moschettone e lo riagganci sopra il discensore sul ramo di corda di salita?

ho detto giusto?

ps.
ho agganci tutti e due i rami?
:wink:

scusate se ho detto qualche cazzata :oops:
In solitaria si sale con un' unica corda (utilizzo una singola da 10 mm), arrivati in sosta ci si cala sul capo che è collegato alla sosta sotto (ovvio, l' altro è libero, non passa per le protezioni e potrebbe anche non arrivare alla sosta). Si usa generalmente lo stesso attrezzo con cui si è saliti (nel mio caso il cinch), lo si deve solo girare per il verso giusto. Scendendo, se il tiro è rettilineo, si può togliere già il materiale, almeno in parte (lascio l' essenziale) e ripasso la corda.
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Messaggioda ccb » mer set 02, 2009 22:32 pm

..
Ultima modifica di ccb il mar ott 09, 2012 15:22 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda granparadiso » mer set 02, 2009 23:12 pm

Roberto ha scritto:
granparadiso ha scritto:
Roberto ha scritto:quindi scendendo, gli ancoraggi che voglio che restino per indirizzare la corda durante la risalita, li devo allungare.


solo per capire

da premettere che non ho mai fatto solitarie in montagna, solo autosicura in falesia, e quindi la domanda sarebbe inutile

ma, per capire, appunto

arrivi in sosta e scendi in doppia, arrivato alla protezione sganci il moschettone e lo riagganci sopra il discensore sul ramo di corda di salita?

ho detto giusto?

ps.
ho agganci tutti e due i rami?
:wink:

scusate se ho detto qualche cazzata :oops:
In solitaria si sale con un' unica corda (utilizzo una singola da 10 mm), arrivati in sosta ci si cala sul capo che è collegato alla sosta sotto (ovvio, l' altro è libero, non passa per le protezioni e potrebbe anche non arrivare alla sosta). Si usa generalmente lo stesso attrezzo con cui si è saliti (nel mio caso il cinch), lo si deve solo girare per il verso giusto. Scendendo, se il tiro è rettilineo, si può togliere già il materiale, almeno in parte (lascio l' essenziale) e ripasso la corda.


molto chiaro, alla fine dei conti è "come" in falesia

In solitaria si sale con un' unica corda (utilizzo una singola da 10 mm)


io con una 9.7

arrivati in sosta ci si cala sul capo che è collegato alla sosta sotto


questo era il punto chiave, di solito mi calo o in doppia o sul ramo libero...essendo su monotiri il ramo libero arriva sempre a terra

Si usa generalmente lo stesso attrezzo con cui si è saliti (nel mio caso il cinch), lo si deve solo girare per il verso giusto.


lo stesso che uso io...Grande invenzione il cinch, ci sali e scendi senza alcun problema

Scendendo, se il tiro è rettilineo, si può togliere già il materiale,


idem, al limite lascio qualcosa se c'è uno strapiombetto o un traversino

bè direi che la lezione l'ho imparata :wink:

Grazie
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