Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda ProcioneFalesio » ven lug 24, 2015 16:37 pm

Capisco il tuo punto di vista. Vedersi sfracellare uno sotto i tuoi occhi è impressionante.. Comunque non hai capito il mio punto di vista, o meglio, forse mi sono spiegato male io. Non sto dicendo che ognuno deve farsi i cazzi suoi, io stesso dò una mano, un consiglio, se so qualcosa, a uno che sta per fare qualcosa di pericoloso in falesia. Però quello che sto cercando di dire è che, l'arrampicata sportiva non è la pallavolo, molti si avvicinano ad essa come se andassero a giocare a calcio al campetto sotto casa. L'arrampicata ha dei rischi, tra i quali ci sono la paralisi totale e la morte. Un neofita deve ricordarsi costantemente che è un'attività potenzialmente pericolosa, quindi dovrebbe prendersi la briga di fare un corso, andare con una persona più esperta, chiedere informazioni a persone più esperte, leggere argomenti di tipo tecnico sull'arrampicata in falesia (soste, manovre, problemi degli ancoraggi, ecc.). Il principiante non può pretendere che le informazioni gli cadano dal cielo, deve muoversi, usare la testa, cosa quest'ultima che molti della mia generazione non fanno. Insomma si devono svegliare, non possono pretendere sempre la pappa pronta. E' un consiglio generale per la vita oltre che per l'arrampicata.

Poi tutti sbagliano, è normale, sbagliando si impara, però ci sono errori che non ti regalano un'altra possibilità.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda espo » dom lug 26, 2015 15:26 pm

ProcioneFalesio ha scritto:.........


quoto. perfettamente d'accordo.

aiutati che lo spit ti aiuta....
massimo

Ci sono nomadi che si sentono a casa ovunque
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda mikesangui » lun lug 27, 2015 9:23 am

ProcioneFalesio ha scritto:Bisogna avere giudizio nelle cose. Se passeggiando ti trovi davanti un ponte di ferro completamente arrugginito, uno che ha giudizio farà il giro largo. Stessa cosa in falesia, se vedi degli ancoraggi arrugginiti forse è il caso di non appendersi (a meno che uno non passeggi su certi gradi). E aggiungerei che se vedi spit molto distanti gli uni dagli altri, non serve una laurea capire che se cadi ti farai male.. Chi è alle prime armi dovrebbe arrampicare su falesie chiodate decentemente (spit nuovi, distanza ravvicinata, ecc.). Poi ovviamente ci sono i casi in cui la chiodatura è fatta da cani e gli ancoraggi inox con la salsedine ci arrugginiscono all'interno della roccia e fuori sembrano nuovo di zecca. In quesiti ultimi due casi il neofita come fa? Si informa, come ho fatto io e continuo a fare.



Io sono abbastanza d'accordo con procione, non si può trattare la gente come si trattano i bambini, e doverli proteggere da tutto.

Deve essere chiaro che in falesia la responsbilità è tua. Dover tutelare chi non si pone il problema di tutelarsi è un concetto che è a un passo dalle falesie private. Con la scusa della sicurezza.


Chiaro che se un comune pubblicizza una falesia che poi è ridotta di merda.. se si fa male qualcuno il comune rischia , ed è giusto.
Ma in ogni caso , per me in falesia devi alzare le antenne. chi non le alza lo fa a suo rischio e pericolo.

Ciao
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda funkazzista » lun nov 23, 2015 16:12 pm

Mentre l'UIAA fa uscire un avviso sulla rottura degli ancoraggi, dove si dice chiaramente che "316(L) or 304(L) is NOT appropriate for any area where SCC has been documented or is suspected" e che "304 steel is not recommended anymore for outdoor use!", a Gozo (Malta) decidono di usare solo ancoraggi in titanio.

La saga continua.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda VYGER » lun nov 23, 2015 16:31 pm

funkazzista ha scritto:
[...]

a Gozo (Malta) decidono di usare solo ancoraggi in titanio.

La saga continua.


[OT]

Vorrei far notare lo stile british e le letture di S. Haston, da homepage del suo sito...

Immagine

:mrgreen:
:smt023

[/OT]
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » lun nov 23, 2015 17:14 pm

funkazzista ha scritto:Mentre l'UIAA fa uscire un avviso sulla rottura degli ancoraggi, dove si dice chiaramente che "316(L) or 304(L) is NOT appropriate for any area where SCC has been documented or is suspected" e che "304 steel is not recommended anymore for outdoor use!", a Gozo (Malta) decidono di usare solo ancoraggi in titanio.

La saga continua.


In realtà c'era anche scritto:
● SCC and/or corrosion and the aging of existing bolts present challenges to the climbing community that cannot be met by individual climbers.
● The main obstacles to use of SCC and/or corrosion resistant anchors are cost and availability. Individual bolters are usually short of funds, and somewhat reluctant to spend even more of their own money than they’ve thought was necessary from past experience. If a bolting fund provides the funds, then the bolters are almost always happy to use more resistant anchors.
This means that the bulk of the climbing population needs to start paying for anchors, whereas in the past most had a “free ride”."
:smt023
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda funkazzista » lun nov 23, 2015 17:41 pm

Kinobi ha scritto:In realtà c'era anche scritto: [...]

Si.
Non volevo certo sminuire questi altri aspetti, semplicemente mi premeva di più parlare degli aspetti tecnici relativi ai materiali.

Kinobi, citando il documento UIAA, ha scritto:● The main obstacles to use of SCC and/or corrosion resistant anchors are cost and availability.

La disponibilità secondo me sarà sempre meno un problema.
Se io fossi un produttore di ancoraggi, nel momento in cui UIAA dice che il 304 all'aperto è meglio non usarlo e che in ambiente marino bisogna usare il titanio o acciai HCR, ho già la mia strada tracciata.

Kinobi, citando il documento UIAA, ha scritto:This means that the bulk of the climbing population needs to start paying for anchors, whereas in the past most had a “free ride”."

Eh, questo si dice da tempo... ed è meglio continuare a dirlo.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » lun nov 23, 2015 19:04 pm

funkazzista ha scritto:Eh, questo si dice da tempo... ed è meglio continuare a dirlo.


Si, e no.
Primo: certi materiali non si trovano. Provare per credere. Hilti non ha in casa in Italia degli HRC, devi ordinarli. Wurth nemmeno (non sapevano l'esitenza in Italia). MKT manco.
La resina che ti consigliano con il Titanio, made in Italy, non è certificata per titanio. Già chiesto, e mi sa hai pure visto il mio FB di un anno fa.
Se chiedi campionature di certi materiali, i fornitori non te le danno.
Se le devi comprare, per fare i minimi devi investire cifre importanti. Importante significa 70 mila neuri. Ultimo bilancio RAUMER fatturava 360K.
Domanda diretta pubblica su FB a chi fa titanio: "quanti ci metti a fare 30 mila resinati in Titanio per Kalymnos?". Risposta: "Non so, un anno".

L'UIAA ha tirato un sasso, peccato che era tutto un cristallo. Ora, come lo aggiusti?

Chi paga? Non so.
I bar?
I comuni?
I climbers?
Le APT?

Io un giorno andai da un sindaco, gli parlai (puoi sempre andare sulla mia pagina FB sul mio intervento di agosto sulla APT dei Lagorai per avere una idea) e quando gli chiedi soldi per richiodare, si prospettano due cose:
a) gli metti la pulce che se uno si spiatella sul suo terreno, passa rogne = chiude tutto. E tu tiri prese sul tuo scantinato. Bello vero? :mrgreen:
b) ti da una pacca sulla spalla e ti da una mano. =D>
A te decidere quale delle due soluzioni sia la più probabile in piccoli comuni o piccole APT… :smt023


Può piacere o no, ma se normanno male, è una rogna.
Se non normano è peggio.
My two cents.


Amen
E
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda espo » lun nov 23, 2015 21:59 pm

però gli ancoraggi messi dalla wermacht a 10/20 metri dal mare nel 42 son ancora belli solidi... fortuna che non tutto il mare crea quelle condizioni terribili. io in 35 anni ho visto sfogliarsi per corrosione solo alcune piastrine di quelle che andavano negli anni 80 di spit dell'8, fra l'altro rimaste in parete ma già sostituite all'epoca dello sfagliamento e rottura. per ora il materiale qua tiene ben, magari si romperà tutto di colpo modello cerniera.

boh. certo è un problema per i posti dove il climber è essenzialmente un turista che viene da fuori, + o meno lontano. per il resto credo che la manutenzione dei locals ben o mal continuerà a far funzionar le cose per diversi anni.
massimo

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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda funkazzista » mar nov 24, 2015 11:07 am

Kinobi ha scritto:se normano male, è una rogna.
Se non normano è peggio.

Tristemente quoto.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » ven dic 22, 2017 15:05 pm

Ciao,
sicuramente un giorno questo post verrà utilizzato contro di me, da chi mi chiede le stesse cose per 4/5 volte, e poi dopo qualche mese lo riporta con sue parole su organi dove ha una maggiore visibilità del sottoscritto e dove spesso la possibilità di replica si blocca dietro il quinto messaggio. E il tutto spesso offendendomi più o meno velatamente. Tutto ciò che è scritto nel post FB di ASAC è vero. Se non lo capite dallo spagnolo, la traduzione FB è accettabile. Tuttavia non ho cambiato la mia opinione nel tempo nel chiodare al mare (battere da google Kinobi + vangelo), ma per alcuni versi, almeno quello che è chiodato in 316, dovrebbe essere apposto per un ragionevole lasso di tempo.

Da un post su FB di ASAC Vertical Lab, i quali non sono per nulla piciu e fanno parte del gruppo che IMHO ha lavorato di più e meglio per il problema mare, senza ciarlare per nulla, ma portando fatti:
"El comportamiento o mejor dicho el fracaso del inox 316L en ambiente marino, todavía no está del todo claro.
Los procesos de corrosión son muy complejos, pero de manera genérica y visto desde un plano teórico, el acero inox 316 debería de fracasar en ambiente marino en un periodo inferior a 20 años. La realidad es que en la actualidad, no existen ningún caso real contrastado de la rotura de un anclaje inox 316L, ni siquiera en zonas como Tailandia.
En el video podemos observar, uno de los diferentes ensayos realizados en colaboración para la UIAA, de resistencia mecánica de un tensor Inox 316 (varillas de 8mm), instalado durante 20 años en Port del Soller, Mallorca.
En este ensayo podemos ver como la resistencia mecánica del material es igual o superior a los valores obtenidos durante el mismo. Por lo que tras 20 años instalado en primera linea de costa, está como el primer día.
Evidentemente esto es solo un ensayo puntual realizado en una zona concreta y no se debe generalizar, esperemos pacientemente a que los compañeros de la UIAA, terminen el gran trabajo que están llevando acabo.

https://vimeo.com/246698665"

https://www.facebook.com/Asac-Vertical- ... Mc&fref=nf

"Para todos aquellos que pretender juzgar nuestra objetividad en el trabajo que realizamos, aquí os dejo el informe del estudio que realizamos para la FEDME. Como podrán observar en las diferentes conclusiones, en ningún momento se recomienda un único material, recomendamos desde el Titanio al inox 316, Todo bajo las estrictas recomendaciones de la UIAA.
Un trabajo muy completo y conciso del que estamos muy orgullosos.
Y por supuesto en ningún momento se habla de ninguna marca comercial.
Para nosotros la objetividad es lo más importante de nuestro trabajo.
http://seguridadfedme.es/estudio-de-cor ... -anclajes/


Buon Natale,
E
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda funkazzista » mer gen 29, 2020 12:45 pm

Altro capitolo della saga.
Niente di nuovo, comunque.

https://it-it.facebook.com/tradsportclimbing/posts/2696270017093474
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda funkazzista » mer gen 29, 2020 14:40 pm

Niente di nuovo non è vero: pare che il leggendario fittone COSIROC sia ancora in produzione.
Brouet-Badré è diventato Tecforge.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda mikesangui » mer gen 29, 2020 18:02 pm

funkazzista ha scritto:Niente di nuovo non è vero: pare che il leggendario fittone COSIROC sia ancora in produzione.
Brouet-Badré è diventato Tecforge.


concordo… è una notizia interessante… in effetti tutti i cosiroc messi a finale nei primi anni 90 sono in condizioni eccezzionali. Anche quelli a Peillon e Sospel sono praticamente nuovi…

Non so valutare in ambiente molto aggressivo, ma in luoghi di media aggressività si stanno comportando in maniera egregia.

costano… ma forse ne vale la pena.
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » mer gen 29, 2020 19:49 pm

funkazzista ha scritto:Niente di nuovo non è vero: pare che il leggendario fittone COSIROC sia ancora in produzione.
Brouet-Badré è diventato Tecforge.


Ni... a parte il "Questo ti fa capire il giro d’affari che c’è sulla vendita di questi materiali" da uno che vende una guida alla X edizione a euro 45, qui trovi il bilancio di Raumer (è gratis). https://www.informazione-aziende.it/Azienda_RAUMER-SRL

Detto questo, il prodotto di cui sopra è sempre stato disponibile, i prezzi scritti sul tread sono senza IVA, e se gli scrivi ti rispondono subito e ti dicono che non è certificato ma passerebbe con facilità la certificazione. A te le dovute conclusioni.
Ciao
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda scairanner » gio gen 30, 2020 1:04 am

L'unica certezza in tutto ciò, è che st'oviglia non sa contare fino a 6 :mrgreen:

Mi sono preso la briga di fare una prova. Ho piazzato questo fittone il 17 novembre 2014 su roccia gialla non dilavata dalla pioggia, sul mare, in zona altamente aggressiva (roccia che si impregna di salsedine durante le mareggiate). La seconda foto è fatta oggi, a distanza di più di 6 anni.
-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


-meno internet, più cabernet
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Re: Rottura ancoraggi inox in ambiente marino

Messaggioda Kinobi » gio gen 30, 2020 9:43 am

@Scai:
forse. :mrgreen:
In realtà si possono trovare foto di quei resinati ad Ibiza in condizioni molto diverse da quelle delle foto.

Poi non sono certificati. E ciò fa fare una riflessione se il mercato sia così enorme che i francesi "ghe fa skifo riempirxe de skei" ovvero il contrario di quel che dice lui, oppure...
E di tutto il resto, ne abbiamo già parlato molte volte, di qua, di là, su FB, etc.
Poi, 5 o sei anni, guarda, non è che ci sia tanta differenza.
Ciao
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