Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda sliver130 » sab mag 09, 2015 21:31 pm

Salve a tutti
Non scrivo spesso nel forum, ma volevo sapere il vostro parere
Da qualche tempo (poco) mi sono affacciato all'arrampicata in solitaria, che è una "disciplina" che mi affascina molto: come sistema di auto assicurazione utilizzo il cinch, mantenuto in posizione attraverso un aggancio ad un'imbragatura pettorale; per frazionare il ramo di corda che va alla sosta utilizzo elastici con i quali faccio dei "prusik" nei rinvii, mentre per il problema del peso del ramo lasco uso un back-up messo al contrario oppure mi porto la corda nello zaino; in realtà sarei anche un possessore (non troppo felice) di un silent partner, che però non sono ancora riuscito ad utilizzare in modo proficuo...di solito chiaramente faccio salite che sono un paio di gradi sotto il mio limite...

Ma arrivo alla domanda...Leggendo nei vari forum mi sono accorto di una cosa: nei forum italiani non si parla assolutamente di "sistemi di backup" per aumentare la sicurezza del sistema, mentre nei forum stranieri si da grande importanza a questo aspetto. Voi come vi ponete a riguardo?
Se utilizzate dei sistemi di back up, quali sono?
Siccome mi ritengo assolutamente inesperto, se qualcuno di voi mi consigliasse in qualche modo, vi sarei grato
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Riccardomountain » sab mag 09, 2015 22:48 pm

ciao posso dirti come vado io in auto sic.....poi fai tu..... :wink:
imbrago speleo, cinch con cordino per unirlo all imbragatura.
fisso al primo spit una maglia rapida al secondo punto effettuo un otto in linea e lo rinvio onde avere cosi due punti di ancoraggio
ed avere la totale estensione del totale della corda nel caso di caduta con rinvii lontani/vicini il resto è tutto normalmente rinviato fino in sosta.
essenziale avere due punti di ancoraggio.
la corda lasca la lascio cadere giu sempre sulla perpendicolare del tiro anche zaino va bene, la recupero sui traversi e la posizione sulla perpendicolare....
onde farla andare bene nel cinch
Riccardo
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda sliver130 » dom mag 10, 2015 20:32 pm

Riccardomountain ha scritto:ciao posso dirti come vado io in auto sic.....poi fai tu..... :wink:
imbrago speleo, cinch con cordino per unirlo all imbragatura.
fisso al primo spit una maglia rapida al secondo punto effettuo un otto in linea e lo rinvio onde avere cosi due punti di ancoraggio
ed avere la totale estensione del totale della corda nel caso di caduta con rinvii lontani/vicini il resto è tutto normalmente rinviato fino in sosta.
essenziale avere due punti di ancoraggio.
la corda lasca la lascio cadere giu sempre sulla perpendicolare del tiro anche zaino va bene, la recupero sui traversi e la posizione sulla perpendicolare....
onde farla andare bene nel cinch
Riccardo

Ciao! intanto grazie per la risposta! Concordo sul fatto che sia essenziale avere due punti di ancoraggio (io, in caso di mancanza di sosta alla base, uso 2 dissipatori, uno al primo e uno al secondo rinvio...collegati entrambi con un nodo a 8)...
Ero però curioso di sapere se utilizzavate una sorta di "paracadute di emergenza" nel sistema (quindi qualcosa che si occupi di bloccare nel caso ad esempio il cinch fallisca)...e se sì qual'era e come facevate
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Riccardomountain » dom mag 10, 2015 21:55 pm

il cinch blocca grazie al fatto che quando vai sul rinvio si alza dal normale scorrimento in giu
e blocca 8)

comunque se non condividi nodi o cose riguardo al (nodo 8) ) tecnicamente non dovresti neanche chiedere :wink:
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Riccardomountain » dom mag 10, 2015 21:58 pm

Penso per intuito che siano due Barcaioli :?: :mrgreen:
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Danilo » lun mag 11, 2015 8:46 am

sliver130 ha scritto:
...Ero però curioso di sapere se utilizzavate una sorta di "paracadute di emergenza" nel sistema (quindi qualcosa che si occupi di bloccare nel caso ad esempio il cinch fallisca)...e se sì qual'era e come facevate


legarsi al capo della corda :smt102
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda sliver130 » lun mag 11, 2015 16:55 pm

Danilo ha scritto:
sliver130 ha scritto:
...Ero però curioso di sapere se utilizzavate una sorta di "paracadute di emergenza" nel sistema (quindi qualcosa che si occupi di bloccare nel caso ad esempio il cinch fallisca)...e se sì qual'era e come facevate


legarsi al capo della corda :smt102

ecco appunto...se fai così in autosicura non vai da nessuna parte


@ Riccardomountain
cosa pensi siano i due barcaioi? il backup?
sì di solito si usa questo
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda gug » mar mag 12, 2015 18:45 pm

Non credo che sia conveniente avere sistemi di back up, visto che renderebbero ancora più complessa una situazione che già non è molto pratica.
Non puoi stare a pensare che il cinch o il gri gri non blocchi, altrimenti dovresti farlo anche quando arrampichi con il compagno e chiedere a un secondo di fare un'ulteriore sicura a monte.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda sliver130 » mar mag 12, 2015 19:45 pm

gug ha scritto:Non credo che sia conveniente avere sistemi di back up, visto che renderebbero ancora più complessa una situazione che già non è molto pratica.
Non puoi stare a pensare che il cinch o il gri gri non blocchi, altrimenti dovresti farlo anche quando arrampichi con il compagno e chiedere a un secondo di fare un'ulteriore sicura a monte.

Sul fatto che sia molto più scomodo, ti do assolutamente ragione...infatti io non riesco (anche se ho iniziato più o meno ad abituarmi a un metodo macchinoso e non so quanto sicuro) ad utilizzarlo....
Peró c'è da dire che il manue del silent parttner (unico attrezzo concepito per l'autoassicurazione) lo da come indispensabile e in tutti i forum inglesi e americani che ho letto la danno come cosa assolutnete da fare
C'è anche da dire ad esempio che il cinch non blocca un volo capovolto....
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Danilo » mar mag 12, 2015 20:11 pm

sliver130 ha scritto:
Danilo ha scritto:
sliver130 ha scritto:
...Ero però curioso di sapere se utilizzavate una sorta di "paracadute di emergenza" nel sistema (quindi qualcosa che si occupi di bloccare nel caso ad esempio il cinch fallisca)...e se sì qual'era e come facevate


legarsi al capo della corda :smt102

ecco appunto...se fai così in autosicura non vai da nessuna parte


@ Riccardomountain
cosa pensi siano i due barcaioi? il backup?
sì di solito si usa questo


non capisco perchè non dovresti andare da nessuna parte.
se come dici tu che arrampichi anche con lo zaino non vedo grosse complicazioni di manovre o altri impicci durante la salita....boooh.
cosa dicono 'sti ammerigani suoi loro forum al riguardo ?
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda sliver130 » mer mag 13, 2015 7:45 am

Danilo ha scritto:non capisco perchè non dovresti andare da nessuna parte.
se come dici tu che arrampichi anche con lo zaino non vedo grosse complicazioni di manovre o altri impicci durante la salita....boooh.
cosa dicono 'sti ammerigani suoi loro forum al riguardo ?


Semplice
perché in autoassicurazione non è la corda a seguire l'arrampicatore, come nell'arrampicata a 2....un capo della corda va fissato alla sosta...
attaccarti all'altro capo serve (o meglio...potrebbe servire) solo ed esclusivamente ad evitare di "perdere" la corda...ma vorrebbe dire che TUTTO quello che hai prima nel tuo sistema ha fallito e tu, facilmente, sei arrivato a terra.
Può anche servire per alleggerire il capo libero...questo sì...ma siccome non è sufficiente è solo UN ALTRO nodo all'imbrago e ed un altro ramo (anzi 2) che penzola(no) aumentando la possibilità di rinviare sbagliato o piazzare un piede sulla corda al posto che sulla roccia. a questo punto meglio un nodo in fondo, non legato all'imbrago.
inoltre, arrampicare con lo zaino è solo uno dei modi; ma non è quello che preferisco, visto che non riesco ad avere il controllo di quando eseguo il backup (in quel caso li devo fare prima di metter la corda nello zaino)
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Riccardomountain » gio mag 14, 2015 14:34 pm

Dipende anche molto del grado su cui ti cimenti perché a fare troppe manovre ci si stanca!
Quindi se sono vietati facile puoi paradossalmente super proteggerti su vie difficili meno impaccio hai e meglio è :)
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Roberto » gio mag 14, 2015 18:35 pm

Tempo fa scrissi una specie di manuale sull' arrampicata in solitaria. E' frutto della mia esperienza e i sistemi utlizzati sono del tutto soggettivi.
I sistemi per andare in solitaria sono vari ed ogni solitario è convinto che il suo sia quello migliore, quindi prendere le indicazioni che seguono come uno spunto, poi fate come vi pare. Solo una cosa, non dite che è colpa mia se poi vi fate male, andare in arrampicata soliaria è più pericoloso che andare in cordata.
E comunque, io non sono affatto convinto che il mio metodo (che poi non è il mio personale ma è usato da molti) sia il migliore, è soltanto il metodo che con gli anni, solitaria dopo solitaria, ho aggiornato e con il quale mi sono trovato bene.




Importante
• Si raccomanda di non arrampicare da soli, la scalata in cordata resta la migliore soluzione.
• L’arrampicata è un'attività pericolosa per natura, voi siete responsabili delle vostre azioni e decisioni.
• La pratica dell'arrampicata in solitaria autoassicurata è riservata a utilizzatori esperti.
• In arrampicata solitaria, in caso d'incidente con conseguente perdita di coscienza, il soccorso sarà difficile.
• Indossare sempre il casco.
• Non arrampicare in solitaria senza aver avvertito qualcuno della vostra destinazione e del vostro probabile orario di ritorno.
• Nessuna soluzione è universale, dovrete essere in grado di adattare le nostre proposte tecniche alle difficoltà del terreno scelto.
• La corretta comprensione delle soluzioni proposte richiede di aver consultato, compreso e assimilato le note informative di tutti gli attrezzi consigliati.
• Gli attrezzi consigliati sono testati e omologati per un uso diverso da quello spiegato in questo manuale, le modifiche illustrate non sono ammesse e possono procurare inconvenienti anche gravi. Come le stesse case costruttrici, anche noi decliniamo ogni responsabilità per incidenti causati da un uso di questi attrezzi improprio.
La progressione in solitaria nell’ arrampicata artificiale

Chi ha esperimentato la scalata in solitaria conosce l’ intensità delle emozioni che questo autarchico modo di arrampicare può trasmettere. Il tempo, la fatica, la concentrazione, tutto appare diverso e sembra davvero di entrare in un’ altra dimensione. Se a queste impressioni ci uniamo la precarietà e la sensazione di aleatorio tipica dell’ artificiale moderno, il risultato sarà un ingaggio che vi farà sperimentare percezioni analoghe ad un viaggio psichedelico. Infatti non è rado incontrare alpinisti ormai perduti nel tunnel della dipendenza da tale sconveniente passione autolesionista.
Per salire una via di artificiale moderno in solitaria, occorrono consolidate capacità tecniche, una fortissima motivazione, un pizzico di follia e un notevole allenamento alla fatica (oltre al su detto autolesionismo). In generale possiamo dire che il connubio tra artificiale e solitaria è probabilmente il modo più faticoso e pericoloso di scalare una parete.

Rispetto alla solitaria assicurata su itinerari che si scalano in libera (o con tratti di artificiale classica), la solitaria in artificiale moderno praticamente mantiene gli stessi metodi di autoassicurazione.

A - Il freno automatico autobloccante
Cominciamo con l’ attrezzo fondamentale per la progressione in solitaria, il freno automatico autobloccante (o semplicemente freno autobloccante).
Anche se esistono attrezzi specifici come il SilentPartner o il Soloist, la quasi impossibilità di trovarli in commercio e l’ ingombro, fanno si che oggi si preferisca l’ utilizzo di freni autobloccanti derivati dall’ uso nel free-climbing, ovvero il GriGri modificato o il Cinch.
Nonostante questi ultimi siamo impiegati abbastanza comunemente nella solitaria assicurata, le case costruttrici considerano tale uso improprio e quindi declinano ogni responsabilità. Infatti, oltre a non essere omologati per la scalata solitaria, sia l’ uno che l’ altro hanno varie controindicazioni e, a dispetto di tutte le cautele possibili, resta un margine di rischio non calcolabile. Ma lo sappiamo tutti, l’ alpinismo porta con se sempre un elemento di incognita, l’ arrampicata artificiale ne aggiunge una quota e, infine, la solitaria completa l’ avventura. Sta allo scalatore scegliere se rischiare o vivere sereno il proprio alpinismo ragionevole. Quindi cautela e pensateci cento volte prima di avventurarvi in scalate del genere, come scritto in precedenza, per l’ arrampicata solitaria servono una fortissima motivazione e un pizzico di follia e non sta a noi incentivare la follia.
Ma torniamo a considerazioni puramente tecniche e meno filosofiche, e analizziamo i due attrezzi più utilizzati attualmente.
Il GriGri è il freno autobloccante più usato nell’ arrampicata solitaria dall’ inizio del nuovo millennio. La scoperta delle sue possibilità, alternative a quelle usuali, ha portato molti scalatori solitari ad alzare le pretese e osare di più. La differenza sostanziale tra il metodo tradizionale e l’ utilizzo del GriGri (e in seguito del Cinch) è nello scorrimento della corda.
Con i vecchi sistemi, ovvero i nodi autobloccanti tipo prusik e marchand, c’ era la complicazione di essere obbligati a darsi corda prima di affrontare un passaggio di arrampicata. Ciò comportava un lasco, vale a dire la corda lenta e abbondante: l’ effetto più deterrente immaginabile per lo scalatore. Oltre a questo, il dover utilizzare ambedue le mani onde permettere al nodo autobloccante di scorrere lungo la corda, rendeva impossibile affrontare una serie di passaggi sostenuti senza trovare un ancoraggio a cui appendersi per effettuare la manovra. Sorreggersi ad un appiglio con una mano e tentare con l’ altra di far scorrere il nodo lungo la corda è praticamente impossibile.
Purtroppo i progettisti della Petzl, casa costruttrice del GriGri, non potevano immaginare che la loro creazione avrebbe avuto un utilizzo così particolare e l’ attrezzo, per poter essere davvero funzionale, occorre di due sostanziali modifiche. Queste producono una manomissione che può, in casi eccezionali, diventare un pericolo serio.
La prima modifica è indispensabile per permettere alla corda di scorrere agevolmente. Consiste nella totale eliminazione dell’ aletta triangolare che chiude il lato dove la corda entra, proprio a sinistra dell’ icona raffigurante l’ omino che scala. In caso di volo, tale aletta ha la funzione di impedire alla corda di finire sotto la leva nera, collegata alla camma di bloccaggio della corda da un supporto in acciaio di spessore relativamente sottile. La recondita conseguenza della modifica è quindi che, nella dinamica spesso convulsa di una caduta, il supporto possa ghigliottinare la corda malauguratamente finitaci sotto. Non siamo a conoscenza di incidenti dovuti a questo problema, ma la possibilità, se pur remota, c’ è.
Gli scalatori più prudenti hanno ovviato eliminando solo in parte questa aletta, ma lo scorrimento migliora solo parzialmente creando altri problemi, come il restare bloccati a metà di un passaggio difficile, magari con la protezione lontana.
La seconda modifica da effettuare, questa senza controindicazioni, è forare il risvolto che agevola il passaggio della corda in uscita, proprio sopra l’ icona della manina che tiene la corda. Il forellino occorre per far passare un cordino di pochi millimetri di spessore, da collegare ad un’ imbragatura leggera alta, o pettorale. Questo accorgimento è indispensabile per tenere in posizione il GriGri, che altrimenti penzolerebbe inutile all’ imbrago.
Qualche scalatore preferisce non forare il risvolto ma il lato opposto, proprio sotto la punta della leva nera. La particolare posizione dell’ intervento costringe però a limitare al massimo il diametro del foro, rendendolo appena sufficiente per introdurre un cordino sottile, meglio se metallico. Anche se in pratica non si intacca un punto strutturale del GriGri, occorre comunque bucare il metallo proprio accanto alla cerniera della camma. Se da un lato, questa variante alla seconda modifica agevola il posizionamento dell’ attrezzo all’ imbrago, dall’ altro e sostanzialmente più invasiva.
Sia la modifica per far scorrere la corda che quella per tenere in posizione l’ attrezzo sono state superate con l’ utilizza del Cinch.
Rispetto al GriGri, questo freno bloccante automatico ha delle dimensioni più compatte, un peso ridotto, la cerniera della camma con un foro che sembra fatto apposta per mantenerlo nella posizione corretta e non esiste il rischio ghigliottina.
Anche il Cinch ha però le sue controindicazioni. La principale è la difficoltà nello sbloccaggio della camma che frena la corda dopo essere rimasti appesi.
Mentre con il GriGri, quando ci si ferma per un riposo (resting) e si riprende l’ arrampicata, generalmente l’ attrezzo scorre, con il Cinch capita spesso di non riuscire a ripartire se non dopo aver sbloccato la corda con la leva nera. Oltre a questo c’ è il problema dell’ usura del piccolo cilindro di acciaio posizionato all’ uscita della corda, dove è l’ icona della manina che tiene la corda.
Questo piccolo cilindro è posizionato per migliorare la resistenza all’ usura da sfregamento della corda, è sufficiente però una corrosione appena percettibile e l’ efficienza del freno diminuisce. Nel free-climbing è un problema limitato ad un aumento di dinamicità, mentre nell’ arrampicata solitaria produce lo sgradevole effetto di non arrestare completamente lo scorrimento e dopo un volo o un resting, si continua inesorabilmente a scendere verso la fine della corda (a meno di non aggrapparsi a qualche ancoraggio o fare un prusik al volo.
Ci sono altre due controindicazioni, queste comuni ai due attrezzi.
La prima è che hanno bisogno di una strappo deciso per bloccare e quindi scivolare su una placca appoggiata potrebbe non essere sufficiente per fermare il volo. La seconda è l’ eventualità, per fortuna inconsueta, che durante il volo la leva nera resti aperta a causa di urti involontari. E’ per ciò importantissimo controllare l’ attrezzo per verificare che sia posizionato nel giusto verso, ovvero con la leva nera rivolta verso lo scalatore e senza fettucce o cordini che gli passino vicini abbastanza da rischiare di agganciarla.
Ambedue gli attrezzi vanno collegati all’ imbragatura con un moschettone a ghiera, meglio se simmetrico. Per far si che questi siano sistemati nel modo corretto, e relativamente al riparo da pericolosi agganci, il moschettone a ghiera non dovrà essere agganciato all’ anello di servizio ma direttamente nell’ alloggiamento dove ci si lega alla corda.
Gli attrezzi vanno tenuti in posizione collegandoli con una fettuccia regolabile ad un pettorale (va bene anche una fettuccia incrociata intorno alle spalle). Per Il GriGri tramite il cordino passato nel foro di una delle due modifiche, mentre per il Cinch direttamente nel foro centrale costituito dalla cerniera. La fettuccia deve essere regolabile per permettere di tirare il giusto gli attrezzi, in modo che non abbiano gioco e rimangano stabili durante l’ uso.


B - Il t-block
Una difficoltà da superare per avere un freno autobloccante ben scorrevole, è il peso della corda in uscita dall’ attrezzo. A proposito di ciò, una scuola di pensiero consiglia di portare con se la corda sistemata in uno zaino, ma il peso aggiuntivo fa si che questo metodo sia utilizzabile soltanto per scalate facili, meglio se necessitano di poco materiale per proteggersi (vie attrezzate). Per le nostre esigenze è preferibile alleggerire il peso della corda in uscita dal GriGri/Cinch appendendone un anello di circa 15/20 metri all’ imbragatura. Per tenere in posizione questo anello, e per poter recuperare corda con una sola mano, è molto utile il t-block.
Il t-blok è una minuscola maniglia per la risalita di emergenza sulla corda, ha in vantaggio di non pesare quasi nulla e di permettere allo scalatore solitario di recuperare relativamente con facilità la corda.
Il t-block va agganciato ad un moschettone senza ghiera in uno dei portamateriale dell’ imbragatura. In genere su quello posteriore destro, in modo da recuperare corda con la mano destra (se non si è mancini, ovvio).
Questo sistema permette al freno autobloccante di scorrere senza intoppi ma bisogna fare attenzione a non restare con l’ anello di corda ormai strozzato nel bel mezzo di un passaggio, magari difficile.

Le fasi della progressione in solitaria assicurata

1. Attrezzare un punto di sosta con gli ancoraggi predisposti alla tenuta anche verso l’ alto (la sosta si può ribaltare in assenza di un compagno appeso o di un contrappeso consistente). Autoassicurarsi alla sosta.
2. Appendere il sacco da recupero in modo da utilizzarlo come contrappeso. Nell’ eventualità di assenza del sacco - o di un peso trascurabile di questo ultimo - adoperare un dissipatore a frizione.
3. Servirsi un moschettone a ghiera per legare la corda con un nodo delle guide con frizione alla sosta. E, visto che non si sa mai, fare anche un contro nodo.
4. Fissare la corda di servizio (a cui andrà agganciato il saccone da recupero) all’ imbragatura.
5. Sistemare con cura le corde (quella per la sicurezza e quella di servizio) alla sosta, facendo attenzione che siano messe nel verso con cui saranno sollevate mentre si sale. Se c’ è posto in piano, ad esempio su un terrazzino o una cengia, sistemarle a terra, facendo attenzione che non si incaglino con qualche roccia o con lo zaino. In assenza di uno spazio adatto sistemarle in due sacche con l’ apertura ampia (tipo quelle in tela dei supermercati), facendo sempre attenzione al verso e all’ assenza di ostacoli che possano impigliarle. Nel caso di assenza del saccone da recupero e della relativa corda di servizio, è possibile ordinare la corda in anelli lunghi circa 5 metri a cavallo dello zaino (appeso alla sosta come contrappeso).
6. Posizionare il freno autobloccante (GriGri o Cinch) all’ imbragatura e metterlo nella posizione corretta utilizzando una imbragatura alta o pettorale (punto A). Inserirci la corda in modo che il capo legato alla sosta passi nell’ ingresso caratterizzato dall’ icona dell’ omino che arrampica. Allungare l’ autosicura al punto di sosta in modo da poter provare il GriGri/Cinch, verificando che sia perfettamente montato e funzionante.
7. Utilizzando il capo della corda che esce dal freno autobloccante, fare un anello di circa 15/20 metri e inserirlo in un t-block, agganciato all’ imbrago in un posto comodo da raggiungere. Provare se il verso di scorrimento della corda nel t-block sia quello giusto (punto B).
8. Sistemare tutto il materiale necessario alla scalata sull’ imbragatura, indossare il casco e le scarpette di arrampicata (se c’ è della scalata in libera), agganciare all’ imbragatura la corda di servizio alla quale è legato il saccone da recupero, togliere l’ autosicura e iniziare la salita.
9. Mentre si arrampica fare attenzione che tutto funzioni alla perfezione. Verificare che la corda scorra bene nel freno autobloccante e non si aggrovigli al punto di sosta sottostante. Controllare che l’ anello di alleggerimento passato nel t-block non si esaurisca o che tenda ad incastrarsi su qualche asperità rovescia della roccia.
10. Quando si inizia ad essere alti, verificare che la corda non abbia superato il punto di equilibrio tra il tratto che sale dalla sosta e quello che esce dal freno autobloccante e torna verso il basso, ancora non utilizzato. In genere si sente una particolare leggerezza nell’ attrito della corda, è il segno che questa comincia a pesare più dalla parte che sale allo scalatore. Il rischio è che la corda inizi a scivolare indietro, formando un lasco preoccupante e spesso inavvertito. Per evitare questo inconveniente consigliamo di frazionare il tiro di corda direttamente sul moschettone di qualche ancoraggio tramite un nodo a mezzo barcaiolo. Non utilizzare cordini con nodi autobloccanti (tipo prusik), in caso di volo l’ ancoraggio sarebbe sollecitato in modo statico, mentre se si utilizza un mezzo barcaiolo (fattibile anche con una sola mano) si fraziona il tiro ma la sollecitazione sull’ ancoraggio resta quasi nulla.
11. Quando si passa la corda in una protezione appena messa, fare attenzione ad utilizzare il lato che arriva dalla sosta, prima di entrare nel freno autobloccante.
12. Nella scalata in solitaria la corda resta fissa ed è lo scalatore che sale lungo essa, quindi non ci sono problemi di attrito e si possono passare i rinvii sugli ancoraggi senza preoccuparsi che siano sfalsati, fuori dalla verticale, lunghi o corti. Questa caratteristica consente di risparmiare sul materiale usando anche un solo moschettone per ogni protezione e permette di realizzare tiri lunghi anche come tutta la corda. In pratica, se si utilizza una corda da 70 metri a volte è possibile concatenare anche due lunghezze a patto che il materiale sia sufficiente.
13. Al termine del tiro di corda attrezzare un punto di sosta con le stesse caratteristiche di quello sottostante. Mettersi in autosicura, fissare la corda di servizio alla sosta, sganciarsi dal freno autobloccante e girarne il verso, in modo da utilizzarlo come discensore. Scendere lungo lo stesso capo di corda per mezzo del quale si è saliti.
14. Se il tiro e verticale è possibile smontare degli ancoraggi mentre si scende, altrimenti fare attenzione a non togliere quelli utili per risalire successivamente senza dover fare pendoli esagerati.
15. Tornati al punto di sosta sottostante mettersi in autosicura e fare un asola sulla corda di servizio. Collegare all’ asola il saccone da recupero e sganciarlo. Se necessario farlo pendolare tramite un cordino sottile lungo almeno una quindicina di metri fino a quando sarà sotto la verticale della sosta superiore. Per questa manovra è possibile utilizzare la corda di servizio, se ne avanza. Non liberare il cordino o l’ avanzo della corda di servizio, ma mantenerli legati all’ imbragatura, potrebbe servire per sganciare il saccone da recupero se incastrato. Nel caso la lunghezza di corda sia abbastanza strapiombante e non presenti asperità tali da rischiare di incagliare il saccone da recupero, salire con le jumar, pulire il tiro e, arrivati alla sosta superiore, autoassicurarsi e recuperare il saccone. Se invece c’ è la possibilità concreta che il saccone avrà difficoltà a scorrere verso l’ alto, occorre armarsi di pazienza e spirito di sacrificio e risalire con il saccone legato all’ imbragatura. E’ questa una delle eventualità più devastanti della scalata in solitaria su una bigwall, occorre forza, resistenza alla fatica e grandi capacità autolesioniste. Mentre si risale la corda con il saccone appeso si possono avere visioni mistiche, allucinazioni e più comunemente collassi da sfinimento.
16. Nell’ eventualità che si abbiano ancora delle forze residue e le motivazioni non siano scemate durante la salita del primo tiro, continuare imperterriti sulla lunghezza di corda successiva.
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Riccardomountain » gio mag 14, 2015 18:55 pm

Grazie Roberto dei ragguagli!
personalmente preferisco non fare modifiche ai dispositivi in fatti il gri gri modificato con l aletta tolta anche se funzionale non mi ispira fiducia, causa che come dici tu la stessa ha una funzione specifica far ruotare in caduta la camma che strozza poi la corda ed eliminarla non mi da fiducia.
Invece nel cinch usando un assetto buono il dispositivo rimane ben posizionato e la corda scorre sempre in giù anche perché è vincolata in quella posizione che cambia solo in caduta. Per il t bloc usare attrezzi dentati sulle dinamiche non è molto raccomandato ma sempre come dici tu qui di raccomandato non c'è niente!
:)poi non ho ben compreso il tutto lo dovrò rileggere ancora un pochino!
Ciao
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda sliver130 » gio mag 14, 2015 21:07 pm

Roberto, grazie per il tuo preziosissimo contributo
ma, per rimanere in tema...
mi pare di capire che non utilizzi nodi di backup o altro alla fine, affidandoti principalmente alla capacitò di bloccaggio del cinch...è corretto?

hai avuto per caso modo di provare il silent partner?
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Roberto » ven mag 15, 2015 7:08 am

Riccardomountain ha scritto:Grazie Roberto dei ragguagli!
personalmente preferisco non fare modifiche ai dispositivi in fatti il gri gri modificato con l aletta tolta anche se funzionale non mi ispira fiducia, causa che come dici tu la stessa ha una funzione specifica far ruotare in caduta la camma che strozza poi la corda ed eliminarla non mi da fiducia.
Invece nel cinch usando un assetto buono il dispositivo rimane ben posizionato e la corda scorre sempre in giù anche perché è vincolata in quella posizione che cambia solo in caduta. Per il t bloc usare attrezzi dentati sulle dinamiche non è molto raccomandato ma sempre come dici tu qui di raccomandato non c'è niente!
:)poi non ho ben compreso il tutto lo dovrò rileggere ancora un pochino!
Ciao

Il t-blok lavora soltanto per tenere in posizione l' anello di corda e sciupa molto marginalmente la corda e se consideri che poi devi risalire il tiro sulla corda, e in genere si usano le jumar, non ha senso non utilizzare il t-blok.
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Riccardomountain » ven mag 15, 2015 7:13 am

Sì effettivamente hai ragione :-k
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Riccardomountain » ven mag 15, 2015 7:15 am

Buon giorno...... Sì effettivamente hai ragione :-k
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda Roberto » ven mag 15, 2015 7:20 am

sliver130 ha scritto:Roberto, grazie per il tuo preziosissimo contributo
ma, per rimanere in tema...
mi pare di capire che non utilizzi nodi di backup o altro alla fine, affidandoti principalmente alla capacitò di bloccaggio del cinch...è corretto?

hai avuto per caso modo di provare il silent partner?


Ho scalato prima con attrezzi vari (mai il silent o il soloist), poi sono passato al grigri modificato e la maggior parte delle scalate le ho fatte con qusto attrezzo. Sono volato (voli veri, anche piuttosto lunghi) parecchie volte ed oltre allo spavento il grigri ha tenuto sempre, come anche il cinch. Come dico nella relazione resta però sempre un margine di rischio ineluttabile, l' arrampicata solitaria è pericolosa e va fatta con attenzione e giusto spirito (avventuroso). Utilizzare sicurezze aggiuntive si può, dipende da quanto si vuole combattere con le manovre e dal genere di via che si fa. In montagna (nella mia relazione si parla di vie lunghe, anche molto lunghe), occorre anche una certa velocità. Quindi ho scelto un sistema che poteva darmi una sicurezza adatta al genere di scalata. Se l' interesse si limita a vie brevi ed attrezzate, in cui il tempo a disposizione non è un problema, si possono utilizzare tutti i sistemi aggiuntivi che vuoi alla sicurezza.
Poi, come ho già sottolineato, ognuno ha il suo metodo e non è detto che il mio sia quello ottimale.
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Re: Arrampicata in autoassicurazione: sistemi di backup

Messaggioda sliver130 » ven mag 15, 2015 7:31 am

Roberto ha scritto:
sliver130 ha scritto:Roberto, grazie per il tuo preziosissimo contributo
ma, per rimanere in tema...
mi pare di capire che non utilizzi nodi di backup o altro alla fine, affidandoti principalmente alla capacitò di bloccaggio del cinch...è corretto?

hai avuto per caso modo di provare il silent partner?


Ho scalato prima con attrezzi vari (mai il silent o il soloist), poi sono passato al grigri modificato e la maggior parte delle scalate le ho fatte con qusto attrezzo. Sono volato (voli veri, anche piuttosto lunghi) parecchie volte ed oltre allo spavento il grigri ha tenuto sempre, come anche il cinch. Come dico nella relazione resta però sempre un margine di rischio ineluttabile, l' arrampicata solitaria è pericolosa e va fatta con attenzione e giusto spirito (avventuroso). Utilizzare sicurezze aggiuntive si può, dipende da quanto si vuole combattere con le manovre e dal genere di via che si fa. In montagna (nella mia relazione si parla di vie lunghe, anche molto lunghe), occorre anche una certa velocità. Quindi ho scelto un sistema che poteva darmi una sicurezza adatta al genere di scalata. Se l' interesse si limita a vie brevi ed attrezzate, in cui il tempo a disposizione non è un problema, si possono utilizzare tutti i sistemi aggiuntivi che vuoi alla sicurezza.
Poi, come ho già sottolineato, ognuno ha il suo metodo e non è detto che il mio sia quello ottimale.


ok ti ringrazio
sei stato chiarissimo!!
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