ASTRAGALO FRATTURATO

Messaggioda germana » gio nov 08, 2007 14:08 pm

Rotto nel 2003, operato d'urgenza... pareva che la frattura si fosse perfettamente saldata.
Invece, dopo circa un anno è intervenuto un processo di necrosi che per fortuna si è poi arrestato ma mi ha lasciato la caviglia parecchio deformata e quindi molto incline a fare male :cry:

Ciononostante scio, vado in montagna con la mtb e ho pure provato a rimettere le scarpette da arrampicata ... probabilmente se ne avessi voglia potrei ancora scalare :roll:

Fatti prescrivere prima che puoi un bel ciclo di CEMP (campi elettromagnetici pulsanti). La macchina si prende a noleggio all'IGEA di Imola e costa un pò cara ma pare sia il massimo (non saprei se sono consigliabili altre soluzioni più economiche che puoi trovare in rete...)
E' una seccatura perchè per tre mesi devi stare attaccato a quell'aggeggio tutte le notti... ma potrebbe valerne la pena. Io sono convinta che se me l'avessero fatta fare quando era il momento giusto, nei i primi mesi dopo la frattura, ne sarei uscita molto meglio :roll:
Adesso la faccio per non rischiare ulteriori processi di degenerazione, e comunque ha un notevole effetto antidolorifico che si avverte già dopo il primo mese di trattamento.

Ciao e auguri :)
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Messaggioda Cr@zyHorse » gio nov 08, 2007 17:07 pm

mamma mia dopo un anno ancora il rischio di necrosi?!
Ti ringrazio per la risposta, la magneto terapia la sto facendo e l'ho cominciata una settimana dopo l'intervento.
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Messaggioda Cr@zyHorse » gio nov 08, 2007 18:03 pm

Bitot ha scritto:
Cr@zyHorse ha scritto:Immagine

Immagine
vinco io :wink:
tanta pazienza, fisioterapia e comprati una buona tavoletta propriocettiva
in bocca al lupo
crepi il lupo!
scusami mi puoi spiegare, di preciso ti sei praticamente frantumato il calcagno ma l'astrgalo era rotto?
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Messaggioda Bitot » ven nov 09, 2007 9:18 am

Cr@zyHorse ha scritto:scusami mi puoi spiegare, di preciso ti sei praticamente frantumato il calcagno ma l'astrgalo era rotto?

si, mi sono frantumato ambedue i calcagni (1 anno e 4 mesi fà) per fortuna almeno gli astragali li ho salvati.
da maggio us tutta quella ferramenta è stata tolta e un po' la situazione è migliorata anche se rimane il dolore e la prospettiva di una artrodesi sottoastragalica (bloccaggio dell'articolazione sull'asse trasversale) sembra l'unica soluzione per poter camminare senza grossi fastidi.
Nel tuo caso, per altre esperienze di cui sono a conoscenza, la magnetoterapia sembra un ottimo attivatore della microcircolazione e credo quindi in grado di limitare gli effetti della necrosi
(sentire magari yena).
Gli infortuni ai piedi sono comuque un gran casino.
Se cado di nuovo preferisco rompermi il c.lo (veramente preferirei non cadere).
Ti rinnovo comunque l'in bocca al lupo
Ciao Gipi
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Messaggioda germana » ven nov 09, 2007 10:44 am

Cr@zyHorse ha scritto:mamma mia dopo un anno ancora il rischio di necrosi?!
Ti ringrazio per la risposta, la magneto terapia la sto facendo e l'ho cominciata una settimana dopo l'intervento.


Che già vuol dire che stai in mano a medici seri... a me non solo non l'hanno fatta fare in ospedale, ma neanche me l'hanno prescritta poi.
Soltanto quando è venuto fuori il problema della necrosi ho scoperto che avrei dovuto farla :evil:

Occhio comunque che la CEMP è diversa dalla magnetoterapia tradizionale :!: e dicono sia parecchio più efficace.

PS: a me gli oetopedici hanno detto che il rischio di necrosi continua a esserci praticamente sempre anche se dopo un paio di anni diminuisce molto. Per questo continuo a fare questi cicli di CEMP :(
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Messaggioda Bitot » ven nov 09, 2007 16:35 pm

vedo adesso che sei in Liguria, il mio ortopedico, specialista in piedi, visita anche a in Liguria se vuoi ci sentiamo in MP
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Messaggioda Cr@zyHorse » sab nov 10, 2007 13:59 pm

ciao, grazie se vuoi mandarmi un mp con il suo indirizzo, non si sa mai... anche se per ora mi sta seguendo l'ortopedico che mi ha operato...
O comunque anche se lo scrivi sul forum non penso ci siano problemi...
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Messaggioda najaru » dom nov 11, 2007 3:57 am

Bitot ha scritto:vedo adesso che sei in Liguria, il mio ortopedico, specialista in piedi, visita anche a in Liguria se vuoi ci sentiamo in MP


in liguria dr milano o dr maestro
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Messaggioda wainwright » mer nov 14, 2007 12:03 pm

ciao a tutti, mi sono registrato da poco e questa è proprio la discussione che cercavo.
è da sempre che volevo cominciare a fare qualche arrampicata ma ho via via rimandato fino a questa estate quando ho iniziato qualche allenamento in palestra.
il fatto è che mi sono appena fratturato in alcuni punti il piede, compresi calcagno e astragalo, si tratta di fratture composte e non è stato necessario un intervento. l'ortopedico mi ha detto che il rischio di complicazioni è basso e si è detto ottimista riguardo al recupero senza sbilanciarsi oltre.
i tempi di guarigione che mi sono stati dati sono di circa 3 mesi di immobilizzazione totale e altri 3 o 4 di terapia per tornare alle attività sportive in modo graduale. ovviamente sono medie indicative e possono variare molto per ogni persona e capisco che il medico non voglia pronunciarsi, ma vorrei avere qualche opinione magari da chi ha avuto una esperienza simile.
6-7 mesi sono un tempo ragionevole per ricominciare a fare qualche cosa? ovviamente nonparlo di scalate in vetta che non saprei neanche fare
è dolorosa la rabilitazione?
grazie per qualsiasi dritta vi venga in mente.
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Prognosi astragalo

Messaggioda chacha0178 » ven nov 16, 2007 23:43 pm

Ciao,
è rara la frattura dell'astragalo, di solito sono cadute dall'alto, età media 30 anni.
Se nella caduta c'è un'importante dorsiflessione del piede (la punta verso l'alto) forzata è facile fratturarsi l'astragalo. Di solito alla dorsiflessione del piede si accompagnano i più vari tipi di rotazione del piede (pronazione, supinazione, abduzione, adduzione... etc.. etc..): la cosa importante da chiarire è che più complesso è il movimento d'accompagnamento alla dorsiflessione e più elevata è l'energia meccanica al momento dell'impatto... ebbene, più sono cazzi.
La sede di frattura più rognosa a carico dell'astragalo è il collo, perchè è da li che passano le arterie che vanno alla testa: ma questo è intuibile: se uno lo decapitano la testa rimane senza sangue...
Ma se questo processo di "ghigliottinaggio" avviene in modo parziale, le arterie possono sopravvivere, poi di solito abbiamo tre arterie che passano per il collo dell'astragalo quindi l'importante è che non si rompano tutte e tre.
In particolare, se la frattura è composta (ossia c'è una crepa ma i margini restano adiacenti) non bisogna operare: immobilizzare in leggera flessione plantare, gesso per 2 mesi, successiva riabilitazione inizialmente senza carico, cauta... progredendo a poco a poco. Caricare comunque il prima possibile perchè lo stimolo meccanico sollecita l'osso a mineralizzarsi e la frattura guarirà prima. Non esagerare mai. Piano, piano, fatevi guidare dal vostro dolore. Usate antidolorifici, anche in quantità industriale ma cercate di fare i movimenti con il minimo dolore possibile. Per intenderci è come quando si fa stretching: si sente tirare e fa male ma non è lo stesso male di quando prendi una sberla... idem: deve tirare e fare male perchè è anchilosato, fermo. La caviglia non è più disinvolta nei movimenti...
Se invece è stato necessario utilizzare dei mezzi di sintesi per rimettere a posto l'astragalo, beh... allora sono guai seri. Le statistiche parlano chiaro: elevato rischio di necrosi. Ma non è che la fisioterapi sbagliata, un intervento migliore, la magnetoterapia etc..etc... potevano cambiare le carte in tavola... nel momento in cui si ha la frattura iniziano una serie di processi predestinati dal tipo di frattura. Se le tre arteriole di cui parlavamo prima sono partite non c'è tanto da fare. La testa riceve del sangue anche dalla cartilagine periarticolare, che di solito si spatascia nell'impatto e va incontro a necrosi. Inesorabilemente se siete destinati alla necrosi ci andrete incontro. E' bene metterselo chiaro in testa. Fare il possibile (riposo, riposo e riposo a gamba all'aria) per non peggiorare le cose, fare fisioterapia con pazienza e senza esagerare ma seguendo i segnali del proprio corpo. Pregare.
Il chirurgo che vi opera può fare molto, ma c'è da dire che in italia quasi tutti gli ortopedici non sono bravi, professoroni compresi, anzi, più titoli hanno e di solito peggio sono.
Spezzo una lancia a favore del trentino -alto-adige dove sono italiani di nome ma non di fatto.
Spero di essere d'aiuto. Se avete dubbi scrivete qui. Ciao.
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Messaggioda Cr@zyHorse » sab nov 17, 2007 0:55 am

Ciao!
Mi viene subito spontaneo chiederti se te lo sei rotto o se sei un esperto in materia tipo un medico o qualcosa del genere...
Mi sono rotto malamente l'astragalo e mi hanno operato e hanno ridotto la frattura con una vite, se guardi all'inizio c'è la radiografia.
A distanza di 40 giorni ho fatto una radiografia e risonanza e mi hanno detto che l'osso si sta comportando bene, sara un buon inizio o non devo illudermi???
Mi pare che la mia frattura interessi il corpo dell'astragalo se vedi la radio forse tu lo sai...
Ora dopo 50 gg sono senza gesso e ho cominciato a muovere il piede per recuperare un po di movimento che ora è parecchio limitato...
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Messaggioda wainwright » sab nov 17, 2007 10:32 am

grazie delle informazioni, è interessante il fatto che stimolare l'osso con il peso facilita la guarigione, in effetti si comporta come tutte le parti del corpo.
ora mi chiedo: si inizia sempre a caricare con la riabilitazione o è possibile iniziare già sul gesso? magari parzialmente. posso provare a chiederlo alla visita di controllo o l'ortopedico mi spara?
devo dire che mi sento fortunato che la frattura sia composta ma ho paura che il difficile arriverà quando tolgo il gesso, in effetti immaginavo che fosse abbastanza doloroso muovere l'articolazione ferma. vabbè tanto bisogna farlo quindi...
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Messaggioda scafix » sab nov 17, 2007 18:50 pm

Salve,
anch'io sono incappato nella frattura dell'astragalo, a dire il vero, una bruttissima frattura, peraltro esposta, peggiore di quelle che ho visto nelle radiografie precedenti.
Sono stato operato con l'applicazione di 5 fili di Kirschner, ora rimossi completamente.
A distanza di 1 anno e 2 mesi devo dire che non posso lamentarmi.
Quasi recuperato del tutto il movimento in flessione-estensione, sostanziale riduzione del movimento in adduzione-subduzione.

Faccio quasi tutto però lamento ancora poca forza nei muscoli del piede, non riesco a correre, scarsa elasticità dei tendini, necessità di fare stretching spesso.

I consigli che posso dare in base alla mia esperienza sono i seguenti :

- iniziare i movimenti passivi del piede subito, anche 25-30 giorni dopo la frattura
- applicare il carico parziale presto, prim'ancora che la frattura si sia perfettamente consolidata
- eseguire camera iperbarica
- eseguire magnetoterapia
- eseguire cicli di onde d'urto
- assumere farmaci per contrastare l'osseoporosi nel peiodo di scarico del piede
- appena possibile caricare il piede completamente
- eseguire riabilitazione attiva non appena si può caricare
- eseguire piscina
- curare l'alimentazione

Spero che questi consigli possano essere utili.
Tenete presente che nel mio le cose esposte (eccetto la piscina) sono state fatto con i fili di Kirscner nell'osso.

Ci vuole molta pazienza e lavoro ma alla fine ripaga.

Salve e buona guarigione.
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Messaggioda Cr@zyHorse » sab nov 17, 2007 22:33 pm

Devo dire che fa piacere leggere storie di chi si è salvato dalla necrosi...
Posso sapere come hai fatto a romperti l'astragalo? Anche tu sei caduto in falesia?
Devo dire che prima di quel maledetto giorno non avevo idea di cosa fosse l'astragalo e soprattutto non sapevo che è uno dei principali danni causati da una caduta in parete...
Pensare che per anni con la mia bike da trial mi sono buttato da altezze considerevoli come 3 metri e piu senza mai farmi un graffio,mentre per uno stupido errore mi sono ritrovato a penzolare come un salame con il piede che faceva un angolo retto con la gamba.
Quello che mi fa riflettere è pensare come sarebbe andata a finire una caduta cosi in montagna...
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Messaggioda scafix » dom nov 18, 2007 19:47 pm

Io sono caduto da una moto che andava a 200 Km/h. Ho fatto 60-70 m di capriole e posso dire di aver vissuto un esperienza davvero brutta.
Adesso ringraziando il Signore sto bene e quelle immagini mi riappaiono solo ogni tanto nella mente.

Per 8 mesi ho fatto grandi sacrifici per la ripresa, ho vissuto momenti di sconforto...., ma adesso, a distanza di 1 anno e 2 mesi, sto nettamente meglio.

Ovviamente non ho la forza e l'elasticità che avevo prima nel piede fratturato, ma spero di riacquistarla pian piano.

Il mio consiglio è di non scoraggiarsi mai, insistere sempre con la riabilitazione, passiva e attiva, curare ogni particolare, seguire le indicazioni che ho scritto nel post precedente (ognuna ha una funzione specifica, sono tutte importantissime).

Alla fine i sacrifici ripagheranno.

Buona guarigione.
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Messaggioda scafix » dom nov 18, 2007 19:51 pm

PS, dimenticavo :
assumere farmaci per l'alimentazione della cartilagine, tipo Cartijoint, per parecchi mesi. Assumere inoltre integratori alimentari per il calcio e per la cartilagine in generale.
Ovviamente il tutto su indicazione dell'ortopedico.
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Messaggioda chacha0178 » lun nov 19, 2007 1:46 am

La Risonanza Magnetica ha lo scopo di vedere la "funzionalità" dell'osso e della cartilagine. In pratica una necrosi della testa dell'astragalo si vede inizialmente solo con la RMN, mentre alle comuni Rx solo dopo parecchio tempo. Che senso ha vedere in anticipo dei danni? Ha senso soprattutto per vedere se nello spazio articolare (tibio-tarsico) ci sono dei frammenti cartilaginei necrotici che si sono sollevati e si muovono liberamente nell'articolazione, magari ancorati solo parzialmente, che possono peggiorare i danni al momento del carico se non vengono rimossi (in artroscopia, per esempio).
Serve vedere la necrosi in fase iniziale perchè è ancora possibile pensare di fare un'intervento di salvataggio tramite un innesto cartilagineo o per esempio fracassando la cartilagine residua, farla sanguinare per stimolarne la riparazione e la guarigione. A volte funzionano, se non si interviane troppo tardi.
Si è vero, la necrosi della testa è una brutta bestia, ma ci sono anche altre complicanze in cui ci si può imbattere con maggiore frequenza che sono pure fastidiose: pseudoartrosi e algodistrofia. Anzi, l'algodistrofia è la principale.
Invece non caricherei assolutamente, neanche parzialmente con il gesso e soprattutto per i primi due mesi. Al termine dei primi due mesi difficilemente un'astragalo ha consolidato, anzi è facile che ci sia ancora in tutto il suo splendore la frattura in un contesto osteoporotico da paura. Ma non scoraggiarsi. Prendere Calcio e Colecalciferolo non ha molto senso quando la gamba è immobilizzata, ingessata o comunque non la si carica: il calcio va dove c'è richiesta e se non si usa quella gamba non ce ne va... un poco come i muscoli e le proteine: potete mangiare tonnellate di proteine e usare i quadricipiti in palestra: i pettorali non cresceranno di un millimetro. Anzi, tra le controindicazioni del calcio (come integratore) c'è l'immobilizzazione. Piuttosto appena togliete il gesso esponete l'arto al sole (anche delle lampade UV vanno bene: ovvio non ustionatevi... buon senso).
La magnetoterapia invece è una fuffa. All'estero ci ridono dietro a sapere che in Italia la facciamo. E' un poco come fare la danza della pioggia. Costa cara e non serve ad un cavolo. Ci sono fior fiori di pubblicazioni scientifiche che ne dimostrano l'inefficacia. E a chi dice che si sente meglio dopo averla fatta gli rispondo che è stato il riposo, e non la magnetoterapia ad essere efficacie. Ma c'è comunque l'effetto placebo e poi è imporante credere di fare il possibile per guarire.
Ma ribadisco: molto è segnato dalla dinamica iniziale.
Fratture esposte e a distanza va tutto bene: certo che è possibile. Ma è raro, mettiamocelo bene in testa.
Appena potete iniziate a muovere, la frattura provoca sanguinamento tra le cartilagini. Il gesso immobilizza e comprime, inoltre ci si fa ci calciparine: tutto questo impedisce il riassorbimento dell'ematoma che si organizza e crea le cicatrici fibrose che devono essere rimodellate (e fa male ) con il movimento per riprendere ad usare l'articolazione. Il Sudek si contrasta con il carico e il movimento, caricare molto poco all'inizio, ma caricare sempre di più: sarà il nostro corpo a porre dei limiti.
L'alimentazione è importante, concordo. La piscina all'inizio quella per la riabilitazione in cui camminare dentro con le sbarre ai lati e immersi sino al collo per riapprendere i meccanismi della camminata. Il piede in scarico, anche quando si toglie il gesso, il più possibile per ridurre e sgonfiare l'edema sempre presente.
Pazienza. Tanta. Ne serve davvero tanta.
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Messaggioda wainwright » lun nov 19, 2007 18:39 pm

grazie, a dire la verità io non ho mai preso in considerazione gli integratori. naturalmente mi preoccupo di mangiare sano anche per la circolazione e la quantità di calcio che assumo dovrebbe essere sufficente, se non viene assorbito non è per la carenza.
purtroppo è chiaro che non metterò giù il piede prima di 2 mesi, spero che poi mi tolgano il gesso. pensare di stare quasi 3 mesi ingessato sembra lunghissimo.
l'edema quindi sarà presente anche dopo aver liberato la gamba, oltre a tenere il piede alto e mettere il ghiaccio ogni tanto non si può fare altro per farlo riassorbire prima?
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Messaggioda scafix » mar nov 20, 2007 17:37 pm

L'immobilità non è una bella cosa per le articolazioni, per questo il mio ortopedico dopo soli 20 giorni dall'infortunio mi tolse la doccia gessata e mi prescrisse un tutore AIRCAST, raccomandandomi di fare esercizi di mobilità della caviglia con frequenza.
Sembra strano eppure è così, io ero incredulo : sostenevo che così facendo avrei fatto rompere di nuovo l'osso, invece lui mi diceva di stare zitto e di fare quello che lui mi indicava.
Così ho cominciato dopo soli 25-30 giorni dalla frattura, una serie di esercizi di mobilità della caviglia (in flesso estensione) seguiti da momenti di riposo, ad esempio, 10 minuti di movimento e 3 ore di riposo.
Poco dopo ho cominciato la terapia di mobilitazione passiva, la magnetoterapia, le onde d'urto, ecc.
Quando mi tolsero i ferri ho cominciato la piscina.

Il dottore mi ha sempre raccomandato di applicare un carico sfiornate sull'osso e così ho fatto con l'aiuto delle stampelle e del tutore aircast, il quale dispone di una suola gommata. Facevo delle belle camminate avendo cura di applicare passo dopo passo un pò di carico sul piede fratturato.

Sostanzialemnte il principio è di muovere l'articolazione in modo da migliorare una serie di fattori. Se l'osso è fissato con la vite, dopo 20-30 giorni è possibile iniziare a muovere la caviglia, senza grossi rischi per una rifrattura. In pratica, un osso fissato con vite è già sanato, bisogna solo aspettare lil consolidamento naturale della frattura ( che per l'astragalo può impiegare fino a 5-6 mesi)

Il mio ortopedico mi ha sempre detto che un gesso portato per un tempo troppo prolungato mi avrebbe bloccato l'articolazione (Tieni presente che in America non si utilizza quasi più il gesso già da parecchi anni, sostituito da tutori di varia natura).

Quantro scritto è relativo al mio caso, è chiaro che deve essere sempre il proprio medico che deve dare le giuste indicazioni.

PS
Riaguardo all'edema, quello mi è rimasto per parecchi mesi, ancora adesso non è scomparso del tutto. Il movimento dell'articolazione aiuta a ridurre l'edema.
Quando si è a riposo conviene tenere il piede ad una quota maggiore di quella del cuore, in modo da favorire il ricircolo nel sistema linfatico.

Spero che queste informazioni ti possano essere di aiuto ma ovviamente deve essere il tuo medico che ti deve indirizzare.

Ciao ciao
scafix
 
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Messaggioda yena » mar nov 20, 2007 18:03 pm

scafix ha scritto:Sembra strano eppure è così, io ero incredulo : sostenevo che così facendo avrei fatto rompere di nuovo l'osso, invece lui mi diceva di stare zitto e di fare quello che lui mi indicava.


già manon tutte le fratture sono uguali dipende dal tipo di frattura e dal tipo di sintesi...

per quanto riguarda l'america, mi sembra una leggenda metropolitana. i tutori costano molto (e in america non tutti se li possono permettere) e poi bisogna sapere che il tutore lo si consiglia solo ad un paziente affidabile e con un buon quoziente intellettivo (in america forse questi requisiti sono piu comuni che in italia....)
io ad esempio pur sapendo che spesso è la cosa migliore da fare ho sempre qualche remora nel consigliare un tutore a un climber. perchè immagino che casini puo compbinare, oltre al fatto che spesso per non tirar fuori 100 euro molti preferiscono il gesso al tutore...)
Leggi i miei articoli sulla patologia arrampicatoria www.patologia-arrampicatoria.it
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