nuvolarossa ha scritto:Bellissimo video di Alizée Dufraisse su un 8c+ a Margalef che racchiude l'essenza del lavorato: perfezione di gesti, armonia di movimenti, tenuta mentale per non mollare quando sei pieno e devi comunque fare tutto in modo perfetto pena la caduta (guardate come vibra sul runout finale bello lungo...).
Emblematiche le sue parole alla fine: "cadevo sempre sullo stesso movimento, era frustrante e cominciavo a sentire la pressione. Così ho scritto qualcosa da leggere prima di provare il tiro in modo da sentirmi libera nel mio arrampicare: non importa il risultato, scalo questa via perchè mi piace, mi piace scalarla, i movimenti, le emozioni e soprattutto il movimento che sbaglio!! Non importa quello che succede. Sono felice di essere qui e di scalare questa parete. La vita è bella!"
Bravo Alizée!!!
http://vimeo.com/84127520
Ho visto il video: è bellissimo e lei è perfetta come può esserlo solo un grande atleta che si è preparato benissimo ed è al massimo della forma.
E proprio per questo arrivo al punto, di cui ho già parlato in altri topic, ma che ripeto qui perché è fortemente in tema.
In ogni sport del genere simile all'arrampicata, ginnastica, tuffi, pattinaggio, perfino la danza, tutti quelli in cui si tratta di eseguire movimenti complessi e dove non c'è un'interazione con un avversario, dove insomma la prestazione dipende solo dall'atleta, il ripetere continuamente quei movimenti fino a renderli perfetti è considerato come il top della prestazione e anzi non esiste un altro modo per praticarli. In pratica esiste solo il lavorato, l'avvista non è neanche concepito: immaginate l'esercizio perfetto di Yuri Chechi e immaginate se gli avessero dato un foglio con la sequenza dei movimenti da eseguire, solo prima della prova.
In arrampicata invece non solo esiste questo concetto, ma addirittura si guarda con sufficienza a una esecuzione perfetta come quella del video perché, in fondo, "è solo lavorato".
L'ho sempre trovato un aspetto curioso e ho anche una mia teoria sul perché esista, ma vorrei sentire un vostro parere.