da nuvolarossa » mer gen 15, 2014 18:48 pm
da coniglio » mer gen 15, 2014 19:00 pm
nuvolarossa ha scritto: è ora di fare un pò di sana polemica.
da Danilo » mer gen 15, 2014 19:25 pm
nuvolarossa ha scritto:
,... le scivola un piede fuori dal duro e cade...
da Emanuele. » mer gen 15, 2014 20:04 pm
da PIEDENERO » mer gen 15, 2014 20:53 pm
da scairanner » mer gen 15, 2014 21:19 pm
PIEDENERO ha scritto:
minore è il differenziale tra grado a vista e grado lavorato migliore è lo scalatore.
da PIEDENERO » mer gen 15, 2014 21:37 pm
scairanner ha scritto:PIEDENERO ha scritto:
minore è il differenziale tra grado a vista e grado lavorato migliore è lo scalatore.
qui volendo si aprirebbe una valle di lacrime
perchè se da una parte per fare una via a vista hai solo una possibilità,
il lavorato teoricamente non ha limiti (se non quello che dopo un incerto numero di tentativi diventa superlavorato), quindi capita di sentire qualche sedicente miglior scalatore dire di se stesso che ha il grado a vista quasi come quello lavorato... ok ma quanto li lavori i tiri? e lo lavori veramente o (come può capitare) di dimentichi i movimenti dopo 5 minuti? E magari a vista dai tutto quello che hai ecc ecc (sì lo so sono seghe mentali ecc., tanto per parlare )
da nuvolarossa » mer gen 15, 2014 22:09 pm
Da molti considerato come una disciplina minore rispetto alla più nobile arte dell? ?a vista?, in realtà è con il lavorato che si esprime il massimo della potenza fisica, mentale e tecnica. Molti di coloro che fingono di disprezzare la scalata superlavorata in realtà non reggono il grande sforzo mentale necessario: il lavorato a lungo termine crea molta più ansia dell?"a vista", e necessità di maggiore forza mentale. Solo chi è caduto molte volte su una stessa via, pur essendo vicino a farla, può capire quello che si prova mentre si sta per partire, quando ci si sta legando e si sente addosso tutto il peso della parete che ti opprime. La classica sindrome della ?caduta sotto la catena? è tipica della scalata lavorata: scalando ?a vista? anche l?insicuro riesce di solito a combattere fino all?ultimo appiglio. La scalata ?a vista?, pur essendo molto più difficile oggettivamente, anzi proprio per questo, si rivela inaspettatamente molto più facile dal punto di vista del ?mentale?. Quando si parte per una ?a vista? si gioca il tutto per tutto, o la va o la spacca, una eventuale sconfitta viene anticipatamente giustificata da fattori oggettivi, l?ansia da prestazione è ridotta a quel minimo necessario per poter combattere all?ultimo sangue. Quando l?oggetto dell?ansia è reale, definito, davanti a noi, e non dentro di noi, è mille volte meno pauroso di quando è immaginato e ben configurato nella mente. La via superlavorata è proprio qualcosa che sta dentro di noi: col tempo diventa una ossessione. La paura assume un livello immaginato, cognitivo, che si autoalimenta con continui feedback interni, e non esterni (oggi sono più stanco? questo passaggio l?altra volta lo facevo meglio?cadrò sempre allo stesso punto?non la farò mai) dunque molto più potenti. Nella scalata a vista si combatte solo contro la parete, nel superlavorato si combatte contro la parete che si è alleata con una parte del nostro io, e la lotta diventa molto più difficile.
da EvaK » mer gen 15, 2014 22:56 pm
Emanuele. ha scritto:Ma sopratutto, che senso ha fare i lavorati sui gradi dove vado ora? Ha senso fare la collezzione di 6c come se fossero 8a o chisà che altro? Per me no.
Ancora non ne ho per andare sul 7b e oltre, quando ne avrò magari comincierò a fare il lavorato, visto che le vie cominceranno ad essere più dure.
Emanuele. ha scritto:Una cosa ti do ragione, non ne ho per farlo, sia fisicamente che mentalmente. Fisicamente perchè ho ancora poca resistenza, e quindi ad esempio un 7a di strapiombo se lo provassi più volte di seguito l'unico risultato sarebbe che ogni volta andrei peggio della precedente... caso mai potrei fare un giro al giorno su una via così dura....
Mentalmente ...... non ho nessuna voglia di risalire se penso ai passaggi, sapendo in mi ritroverò nuovamente in quella condizione. Deve trascorrere un po' di tempo per trovare nuovamente la motivazione.
da frasauro » mer gen 15, 2014 23:27 pm
da Danilo » mer gen 15, 2014 23:52 pm
nuvolarossa ha scritto:Da molti considerato come una disciplina minore rispetto alla più nobile arte dell? ?a vista?, in realtà è con il lavorato che si esprime il massimo della potenza fisica, mentale e tecnica. Molti di coloro che fingono di disprezzare la scalata superlavorata in realtà non reggono il grande sforzo mentale necessario: il lavorato a lungo termine crea molta più ansia dell?"a vista", e necessità di maggiore forza mentale. Solo chi è caduto molte volte su una stessa via, pur essendo vicino a farla, può capire quello che si prova mentre si sta per partire, quando ci si sta legando e si sente addosso tutto il peso della parete che ti opprime. La classica sindrome della ?caduta sotto la catena? è tipica della scalata lavorata: scalando ?a vista? anche l?insicuro riesce di solito a combattere fino all?ultimo appiglio. La scalata ?a vista?, pur essendo molto più difficile oggettivamente, anzi proprio per questo, si rivela inaspettatamente molto più facile dal punto di vista del ?mentale?. Quando si parte per una ?a vista? si gioca il tutto per tutto, o la va o la spacca, una eventuale sconfitta viene anticipatamente giustificata da fattori oggettivi, l?ansia da prestazione è ridotta a quel minimo necessario per poter combattere all?ultimo sangue. Quando l?oggetto dell?ansia è reale, definito, davanti a noi, e non dentro di noi, è mille volte meno pauroso di quando è immaginato e ben configurato nella mente. La via superlavorata è proprio qualcosa che sta dentro di noi: col tempo diventa una ossessione. La paura assume un livello immaginato, cognitivo, che si autoalimenta con continui feedback interni, e non esterni (oggi sono più stanco? questo passaggio l?altra volta lo facevo meglio?cadrò sempre allo stesso punto?non la farò mai) dunque molto più potenti. Nella scalata a vista si combatte solo contro la parete, nel superlavorato si combatte contro la parete che si è alleata con una parte del nostro io, e la lotta diventa molto più difficile.
http://www.climbook.com/articoli/12-provare-una-via
da scairanner » gio gen 16, 2014 0:51 am
PIEDENERO ha scritto:scairanner ha scritto:PIEDENERO ha scritto:
minore è il differenziale tra grado a vista e grado lavorato migliore è lo scalatore.
qui volendo si aprirebbe una valle di lacrime
perchè se da una parte per fare una via a vista hai solo una possibilità,
il lavorato teoricamente non ha limiti (se non quello che dopo un incerto numero di tentativi diventa superlavorato), quindi capita di sentire qualche sedicente miglior scalatore dire di se stesso che ha il grado a vista quasi come quello lavorato... ok ma quanto li lavori i tiri? e lo lavori veramente o (come può capitare) di dimentichi i movimenti dopo 5 minuti? E magari a vista dai tutto quello che hai ecc ecc (sì lo so sono seghe mentali ecc., tanto per parlare )
Haha é vero. Allora sono un sedicente miglior scalatore. Mi sono ritagliato su misura la definizione.
Mettiamola così.
Se a vista fai il 6a e poi te ne stai tutto il giorno a lavorare un 7a...... perché lo fai? Per dire di averlo chiuso o perché vuoi migliorare?
da fondei » gio gen 16, 2014 8:21 am
Emanuele. ha scritto:Allora, io scalo da meno di un anno, vado per il momento sul 6c/7a,.
da coniglio » gio gen 16, 2014 8:25 am
fondei ha scritto:Emanuele. ha scritto:Allora, io scalo da meno di un anno, vado per il momento sul 6c/7a,.
ma la cosa veramente imbarazzante è questa. Cribbio ma a Palermo raggiungete tutti il 6c/7abc nel giro di un anno di esperienza?
da dang » gio gen 16, 2014 8:59 am
nuvolarossa ha scritto:Da molti considerato come una disciplina minore rispetto alla più nobile arte dell? ?a vista?, in realtà è con il lavorato che si esprime il massimo della potenza fisica, mentale e tecnica. Molti di coloro che fingono di disprezzare la scalata superlavorata in realtà non reggono il grande sforzo mentale necessario: il lavorato a lungo termine crea molta più ansia dell?"a vista", e necessità di maggiore forza mentale. Solo chi è caduto molte volte su una stessa via, pur essendo vicino a farla, può capire quello che si prova mentre si sta per partire, quando ci si sta legando e si sente addosso tutto il peso della parete che ti opprime. La classica sindrome della ?caduta sotto la catena? è tipica della scalata lavorata: scalando ?a vista? anche l?insicuro riesce di solito a combattere fino all?ultimo appiglio. La scalata ?a vista?, pur essendo molto più difficile oggettivamente, anzi proprio per questo, si rivela inaspettatamente molto più facile dal punto di vista del ?mentale?. Quando si parte per una ?a vista? si gioca il tutto per tutto, o la va o la spacca, una eventuale sconfitta viene anticipatamente giustificata da fattori oggettivi, l?ansia da prestazione è ridotta a quel minimo necessario per poter combattere all?ultimo sangue. Quando l?oggetto dell?ansia è reale, definito, davanti a noi, e non dentro di noi, è mille volte meno pauroso di quando è immaginato e ben configurato nella mente. La via superlavorata è proprio qualcosa che sta dentro di noi: col tempo diventa una ossessione. La paura assume un livello immaginato, cognitivo, che si autoalimenta con continui feedback interni, e non esterni (oggi sono più stanco? questo passaggio l?altra volta lo facevo meglio?cadrò sempre allo stesso punto?non la farò mai) dunque molto più potenti. Nella scalata a vista si combatte solo contro la parete, nel superlavorato si combatte contro la parete che si è alleata con una parte del nostro io, e la lotta diventa molto più difficile.
http://www.climbook.com/articoli/12-provare-una-via
da giudirel » gio gen 16, 2014 9:03 am
dang ha scritto:Ma se penso che uno ad arrampicare debba anche divertirsi faccio male?
da dang » gio gen 16, 2014 9:11 am
scairanner ha scritto:non credo che chi ha mezzo grado di differenza tra o.s e lavorato arrampichi meglio di chi ne ha uno o uno e mezzo
da dang » gio gen 16, 2014 9:14 am
dang ha scritto:scairanner ha scritto:non credo che chi ha mezzo grado di differenza tra o.s e lavorato arrampichi meglio di chi ne ha uno o uno e mezzo
Io sono sicuro che chi ha mezzo grado tra a vista e lavorato, non e' capace di leggere la roccia per ottimizzare i movimenti e/o ricordare le sequenze.
da OdinEidolon » gio gen 16, 2014 9:42 am
nuvolarossa ha scritto:- solo con il lavorato si va veramente al limite e quindi si migliora il livello, no way.
da Kinobi » gio gen 16, 2014 9:51 am
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