L?anno scorso, sfogliando la nuova guida di Rabanser-Bonaldo, ?Vie e Vicende in Dolomiti?, mi ero soffermato a guardare la relazione di una delle innumerevoli salite del forte alpinista francese Georges Livanos e sua moglie Sonia e più precisamente quella alla Torre dei Sabbioni. Ero a conoscenza della storia che Livanos chiodava bene dove passava, ma altrettanto bene schiodava la ?benedetta? moglie quando saliva?
La Torre dei sabbioni, è una torre isolata all?estremo confine del gruppo delle Marmarole e vicina al Sorapis.
Purtroppo per varie ragioni, non ero riuscito a ripeterla, ripromettendomi che l?anno prossimo ci avrei fatto un giro.
E adesso, a distanza di un anno giusto, eccoci qua, di ritorno dalla Miotto-Bee allo Spiz di Mezzo nelle dolomiti zoldane per andare a ripetere la Livanos. La meteo per lunedì, dava temporali già dalla mezza giornata (70%), ci guardiamo io e Emanuele e diciamo: beh !! se attacchiamo alle 7, alle 12 dovremmo essere fuori. In realtà si tratta di una via di 300 m, dove però le alte difficoltà con scarse o nulle protezioni, la mancanza delle soste e quella placca nera a sinistra del franamento schiodata, lasciano il tempo che trovano?
Domenica sera, mentre aspettiamo le 18.30 che aprano la sbarra della stradina che porta nei pressi del Rif. San Marco, abbiamo modo di parlare con Walter addetto alla funivia ?S.Marco?, un ragazzo ormai non più in tenera età, il quale vedendoci preparare il materiale ci chiede cosa andiamo a fare; la Livanos rispondiamo, lui, di San Vito ci risponde di averla ripetuta circa 18 anni fa e di non aver avuto altre notizie di ripetizioni complete della via, se non quella della cordata Rabanser-Bonaldo nel 2004. La cosa la dice lunga?
La mattina seguente, come da programma alle 7 eravamo all?attacco e la giornata non era delle migliori, ma confidiamo nella velocità. Il primo tiro, con quel passaggino in traverso e abbassamento, risulta ad Emanuele che sale da secondo subito ostico, me lo racconterà poi in discesa.
Ma eccoci arrivati alla fatidica variante forzata, dovuta ad una frana, cioè il quarto tiro. Ci guardiamo sopra la testa?una placca nera di ottima roccia, assai liscia e scarsa di appigli, ci invita a salire; chiodi nemmeno l?ombra?ecco svelato come bisogna passare in A1 (VII). Tocca il tiro ad Emanuele che con grande esperienza riesce a difficoltà a piantare chiodino dopo chiodino nei piccoli buchi esistenti e superare quella breve ma intensissima placca. Bravo !! Poi i tiri successivi si alternano ad una bellezza poco comune su roccia grigia compatta a parte il tiro della fessura strapiombante gialla con il chiodino a pressione che aiuta in A1 il superamento di questa dura fessura.
Piccolo appunto al perfetto schizzo di Ivo Rabanser: l?ultimo tiro si sviluppa in 25 m e non 50 come riportato, poi il resto è tutto perfetto.
Una discesa abbastanza veloce attrezzata a prova di bomba con spit e catene, rovina un po? il fascino di un ambiente ancora per lo più selvaggio e ci riporta in 40 min alla base della parete e giusto il tempo di ritornare all?auto che inizia a diluviare?che dire? Se non soddisfatti e fortunati?
Ciao Beppe
La Torre dei Sabbioni dalla Forcella Grande
Emanuele nel 4° tiro
Sempre Emanuele nel 6° tiro
Nell'ultimo tiro
Nel 7° tiro