oggi mi sono divertito a leggere sul bel sito di un navigato climber-forumista...

questo curioso racconto ambientato sulla via IV Novembre (o Boga che dirsivoglia...)
molto emblematico di ciò che una salita "tranquilla" sulla carta può regalare in termini di "sorprese"...
Spero che il buon V.... non me ne voglia

CLIMBING : VIA BOGA
Sto leggendo, di Hillman, Un terribile amore per la guerra.
Nel libro l'autore esplora con la solita perizia e ricchezza di intuizioni le contorte dimensioni metaforiche dell'archetipo guerresco di Ares-Marte-Indra.
Sì, perché...
Ucci, ucci, dietro il mio ventennale walkabout montano ho subodorato la presenza del dio: il "campo di battaglia" come luogo principe del rivelarsi del senso, la furia gelida di chi è nel mezzo del combattimento, l'illusione di invulnerabilità, l'inumano, il sublime come modo di manifestarsi di Afrodite al cospetto di Ares, la debolezza e il piangere in preda alla paura quando l'esperienza si fa soverchiante e qualcosa dentro cede, il rapporto tra fratelli in armi...
Metafore belliche disseminate qua e là a marcare quello che noi "..." [non saprei nemmeno come definirci] facciamo: "lotta con l'alpe" e poi "Katana" [una marca di scarpette], "La via del guerriero" [un manuale sulla gestione della paura in arrampicata], l'"attacco" di una via, i caduti in parete [anche qualcuno che conoscevo, purtroppo]...
Tutto questo non è solo sospetto.
E' più che sospetto.
No, non è male che l'arrampicata sia anche guerra...
Il fatto è che, quando si è presi da stati d'animo intensi, univoci, debordanti, non siamo noi ad agire.
E' il dio ad agire in noi.
Ma noi non siamo dei.
E questo potrebbe spezzarci.
Hillman spiega che gli alchimisti, quando lavoravano con le essenze, preferivano distillarle tenendosi separati da esse e dal loro effetto tramite la barriera del vetro: ampolle, boccette, alambicchi...
Sì, meglio starsene a distanza.
Quindi, questa domenica, via tranquilla.
Voglio capire che cosa mi stia succedendo. E non da ieri.
Con Ralf mi accordo per la "Boga", in Medale: via classica, ma con molti tiri di IV+ e ben chiodata sul duro. Sulla carta una pedalata: un modesto D+.
La domenica mattina alla cordata si aggiunge anche Giovanni.
Siamo così rilassati e sereni che ci diamo appuntamento per le 8.00. Arriviamo sotto la via verso le 10.30, non senza aver girovagato la nostra mezz'oretta nel bosco alla ricerca dell'attacco.
Ralf oggi non sa se fare l'alpinista o il turista.
Alla fine guarda in su, vede la parete erbosa e decide: "Vai tu".
Eh sì, ha famiglia.
Primo tiro, IV+.
Mi bastano otto metri.
Poi capisco: "E a chi volevi farla?".
Roccia delicata, erba o troppo secca, color paglia, o troppo fresca, verde: tiene poco. Bisogna scavare a fondo nelle zolle per fare presa con le mani.
Molta terra, inumidita dalla pioggia dei giorni scorsi. Un bijoux per le scarpette: metto il piede su una toppa d'erba, poi lo sposto sulla roccia, ci carico il peso e... sguissh!
E tutto questo su un IV+ d'antan: da altre parti sarebbe un solido V; complimenti, sig. Dell'Oro...
La modalità "campo di battaglia" mi si attiva spontanea. Dentro sento paura e al tempo stesso un gelo distaccato.
Mezz'ora solo per il primo tiro. Non sarà una passeggiata, mi sa.
S2.
Sto recuperando Ralf.
Lui è tre metri circa sotto di me. Sembra intenzionato a salire diritto verso la sosta, rimontando la serie di blocchi affastellati su cui ho i piedi.
Nel togliere il friend che ho messo per proteggere il pass., batte col moschettone sulla roccia.
Sento una sospetta vibrazione sotto le suole delle scarpette.
"Fa' il giro, va là".
Sarà il tormentone della salita: a ogni profondo e interminabile booong o sordo stumpf prodotti da questo o quel blocco o pilastrino percossi per valutarne la tenuta, Ralf se ne esce con un "good vibrations!".
E ogni tanto inframmezza intonando: "Every woman every man/Join the caravan of love".
Che sia un presagio? O un messaggio subliminale di Ralf, l'astuto? Che cosa vorrà dirmi?
E poi: "Ma è meglio questa erba, o quella delle Pale di San Lucano?".
"Meglio quella delle Pale", rispondo io. "L'erba del vicino è sempre più verde".
"Sì, perché, quella delle Pale, tu e Dario ve la fumate".
E giù a ridere.
Lui.
A tre tiri dalla fine, mentre siamo appesi - in tre - a un più o meno solido tronco d'albero secco e a un paio di arbusti [non ho trovato di meglio per fare sosta], scappa anche qualche goccia di pioggia.
Sospesi come siamo su quell'imbuto sopra strapiombi e su terreno sporco e vegetato, dovessimo prendere l'acqua non sarebbe il massimo.
Già la lunghezza appena salita ["scabrosa", recita una relazione trovata in rete], con un bel runout di 7-8 m. su roccia "buona, ma da verificare" sul solito IV+ "per modo di dire" bagnato dalla pioggia, ci ha risvegliato dentro una certa inquietudine.
Soprattutto a me.
E adesso da che parte?
Abbiamo perso la sosta. E quindi la via.
In alto, nella sezione a sx degli strapiombi terminali, penzolano cordini.
Di là...
Mi stacco dalla sosta e, affidandomi all'istinto, traverso a sx.
Solita attenzione concentrata, soliti movimenti guardinghi, solita sensazione di invulnerabilità: "Tu è in botte di ferro. Tu mette mano lì und piede là. Occhio, viscido: fango, lì".
Vago senza apparente metodo sulla placconata erbosa [tutto a sx, poi obliquo a dx] finché non trovo un ch e, più sopra, la sosta.
Usciamo dalla parete dopo 6h e 30'.
E doveva essere una via tranquilla: D+...
Già all'ultima sosta, mentre recupero Giovanni e Ralf, sento che inizia a montarmi dentro quel nonsoché da "mondo perfetto" che conosco fin troppo bene.
E in auto, per un'ora almeno, nel dormiveglia mi godrò il mio privato post-war dream.
Occhio, Sandro.
Occhio.
Arriva anche l'onda cupa, dopo...
"Tu mette tuo cuore in ampolla di vetro, lì. Und distilla in alambicco tua emozione", sembra suggerirmi il motoneurone teutone.
bellissimo !

a volte basta "un nulla"... e tutto si dilata !

Personalmente mi ha ricordato (seppur mooolto in piccolo, ovviamente) quello scritto di P.Crivellaro sulla Solleder in Civetta
apparso su una RdM anni '80 che, se non erro, il buon Drugo aveva (da bravo certosino qual'è) trascritto un paio di anni fa...