Info Cervino

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Info Cervino

Messaggioda G1M3 » mar ago 06, 2013 22:41 pm

Salve a tutti,
prima di iniziare premetto che per ora non ho alcuna esperienza di "vero alpinismo". Arrampico da circa un anno ma solamente in falesia, a maggio seguirò un corso con la SAT per imparare le manovre necessarie sulle vie a più tiri che credo siano anche quelle necessario nell'alpinismo (tralasciando ovviamente le tecniche di progressione su ghiaccio).
Detto questo, oggi ho visto una foto del cervino e qualcosa è scattato dentro di me. Sicuramente non pretendo di farlo quest'anno e probabilmente nemmeno il prossimo.
Quello che volevo chiedere e se un arrampicata del genere richiede, oltre ad un bagaglio tecnico, anche una preparazione fisica apposita.
Dato che vorrei avvicinarmi al mondo dell'alpinismo vero e proprio, cosa pensate dovrei fare?Che tecniche sono indispensabili e come si potrebbe strutturare un allenamento che mi permetta di salire sul cervino tra diciamo 2anni?
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Re: Info Cervino

Messaggioda Danilo » mar ago 06, 2013 23:00 pm

G1M3 ha scritto:....

http://www.youtube.com/watch?v=8oxu91thffk

scusami tanto neh,ma con tutto sto tempo sul forum comincio ad avere i piccoli transfer col drugo...
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Re: Info Cervino

Messaggioda G1M3 » mar ago 06, 2013 23:11 pm

Danilo ha scritto:
G1M3 ha scritto:....

http://www.youtube.com/watch?v=8oxu91thffk

scusami tanto neh,ma con tutto sto tempo sul forum comincio ad avere i piccoli transfer col drugo...


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Messaggioda celaf » gio ago 22, 2013 15:55 pm

In condizioni ottimali il Cervino non è niente di che ma se le cose si mettono male un po' di esperienza aiuta.
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Re: Info Cervino

Messaggioda Skyzzato » ven ago 23, 2013 9:14 am

Perfettamente d'accordo con celaf.
Io il cervino l'ho "tentato" a inizio agosto di quest'anno. Siamo arrivati a 4200 metri e siamo tornati indietro per il maltempo (grandine alle 7-8 di mattina).
Non che personalmente abbia fatto chissà che alte montagne, ma è fondamentale l'esperienza più che la tecnica, perchè come detto le difficoltà tecniche della normale al cervino non sono niente di che.
Ti posso consigliare di fare qualche vietta in dolomiti facile, per prendere dimestichezza con tutte le manovre e l'esposizione, poi provare qualche alta montagna più bassa.
Per l'allenamento fai fiato e gambe e vedrai che sali!
Il cervino è la montagna suprema, per quanto te possa sembrare affrettato negli intenti, è proprio quell'ambizione che ti porta a quegli obiettivi. Con il tempo chiaramente, ma ci arriverai. I sogni si avverano. ciao
Non si possono nutrire pensieri cattivi al di sopra di una certa altitudine
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Re: Info Cervino

Messaggioda Wambli » ven ago 23, 2013 14:15 pm

G1M3 ha scritto:Salve a tutti,
prima di iniziare premetto che per ora non ho alcuna esperienza di "vero alpinismo". Arrampico da circa un anno ma solamente in falesia, a maggio seguirò un corso con la SAT per imparare le manovre necessarie sulle vie a più tiri che credo siano anche quelle necessario nell'alpinismo (tralasciando ovviamente le tecniche di progressione su ghiaccio).
Detto questo, oggi ho visto una foto del cervino e qualcosa è scattato dentro di me. Sicuramente non pretendo di farlo quest'anno e probabilmente nemmeno il prossimo.

Leggendo questo post sono stato sommerso da un'ondata di nostalgia e ricordi a valanga.
Che dire?
Sei nella stessa condizione in cui ero io tanti anni fa.
Dopo aver salito qualche montagna più "facile" (Marmolada e Bernina) io e altri due amici decidemmo di tentare il Cervino l'anno dopo, stregati dal fascino di questa montagna che rappresenta un sogno e un simbolo per chiunque si avvicini all'alpinismo.
Era un'altra cosa, roccia anziché neve e ghiaccio, arrampicare con tratti di neve anziché camminare su ghiacciaio con tratti di arrampicata.
Ci siamo allenati per un anno in falesia e... non ha funzionato.
La difficoltà maggiore che io ho trovato è la lunghezza e l'impegno complessivo della via (parlo della più semplice, la normale svizzera, Hornligrat da Zermatt).
Non si tratta di saper arrampicare bene su chissà quale difficoltà, tecnicamente non si supera il III, e nei tratti di IV- ci sono i canaponi.
La "capacità" maggiore richiesta a mio avviso è sapersi muovere in scioltezza sui tratti di roccette (ovvero andare slegati e/o in conserva) e limitare i tiri di corda ai pochi tratti di III (chi è più bravo fa slegato anche quelli, io no!).
Se si fanno troppo spesso tiri di corda, come abbiamo fatto noi su ogni difficoltà, semplicemente non si fa in tempo ad arrivare e bisogna scendere prima che faccia buio.
Ci vuole una certa "resistenza mentale" ovvero abitudine ed esperienza a lunghe ore (mediamente dalle 3 di notte alle 16, 18 anche 20 della sera) in cui mantieni la concentrazione perché distrarsi e sbagliare significa rischiare di andarsene di sotto (poi non è automatico che succeda, però...).
Ci vuole un buon affiatamento con il compagno di cordata, una certa dimestichezza, velocità e automatismo nel fare le manovre di corda, nell'attrezzare una sosta, preparare una doppia, e altre "banalità" che per chi arrampica sono all'ordine del giorno (e per noi non lo erano); essere lenti in queste operazioni fa perdere minuti, che moltiplicati per 20-30-40 volte diventano ore di differenza.
Ci vuole una minima (e in certi casi per niente minima) capacità nell'uso di piccozza e ramponi che nella parte alta a volte diventano necessari.
Quando ho tentato per la prima volta nel 92 con i mie amici, eravamo capaci di fare il V in falesia e conoscevamo bene tutti i nodi e le manovre necessarie per i monotiri, ma ci siamo accorti sul posto di non avere tutte queste conoscenze che ho elencato.
Posso dire con orgoglio che abbiamo avuto l'umiltà di rendercene conto e a circa due terzi del percorso decidere di tornare indietro, in tempo per arrivare al rifugio prima del buio.
L'anno successivo abbiamo frequentato un corso di alpinismo con il CAI, affrontando pareti con gli insegnamenti di un istruttore, sperimentando ore di manovre e permanenza in roccia, e acquisendo quella pratica che ci mancava, poi abbiamo tentato in autonomia qualche via facile ma di più tiri al Gran Sasso, vicino casa.
Nel 94 siamo tornati là e ce l'abbiamo fatta.

A parte l'amarcorde per cui mi perdonerete, ho provato a descrivere in modo più dettagliato quello che altri hanno giustamente riassunto nella parola "esperienza".
Come fai a fartela?
Da quanto scrivi mi sembra che tu abbia già imboccato da te la via giusta, ovvero cominciare con un corso di "montagna" (attenzione, non di arrampicata), e direi che la SAT mi sembra un ottima scuola.
Poi dovrai cercare un compagno (magari tra quelli del corso) con cui sperimentare qualche via lunga in autonomia (cominciate con vie lunghe... corte! Le prime volte ci si mette sempre una vita in più del previsto), e con cui cercare l'affiatamento e l'automatismo necessario per una impresa del genere; dovete arrivare a fidarvi l'uno dell'altro completamente.
Aggiungo un'ultima caratteristica che a me è cara: tanta pazienza.
La pazienza di progettare un percorso di avvicinamento di due o tre giorni con una notte oltre i 3000 per l'acclimatamento, altrimenti se sei di Roma come me e i tremila li vedi in cartolina, a 4500 non ci arrivi; la pazienza di passare una o due notti in più alla Hornlihutte per aspettare che il tempo sia perfetto e non solo buono, in modo da beccarsi al ritorno solo un po' di pioggia e nevischio invece di temporali e grandine (se il meteo è incerto per una settimana meglio non iniziare proprio).

Spero con tutte queste chiacchiere di non averti annoiato, o peggio scoraggiato.
Il Cervino per me (che ero e sono rimasto a un livello di alpinismo molto basico, diciamo pure scarso :-) ) è stato un obbiettivo che per essere raggiunto ha richiesto un lungo periodo di preparazione, durante il quale ho continuato a sognarlo, e il sogno ha alimentato la volontà e mi ha dato quella giusta carica per migliorare.
Ti auguro di raggiungerlo un girono, e coronare il tuo progetto a lunga scadenza.
Wambli
 
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