MARCO E IL SUO SECONDO SOGNO

[Q]

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[Ziggomatic]

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[giorgiolx]

comunque marco era un grandissimo
Era pazzesco come parlasse con lo stesso entusiasmo sia delle più impegnative vie che aveva fatto come del sentiero per andare al rosalba; per lui era tutto bello e meraviglioso

Non aveva problemi ad arrampicare con i big del nibbio come con noi peones della discoteca, lo trovavi in antimedale a farsi su e giù tanto per sgranchirsi un po e salutava tutti con un sorriso contagioso, sempre felice sempre curioso di sapere cosa avevi fatto e complimentandosi, sempre disponibile a dare consigli o informazioni, e a incoraggiare...dai dai , vai che è bella, non è poi così difficile, ce la fai sicuro....chissà quanti gli hanno chiesto della marimonti

quest'anno non ho arrampicato niente, sono proprio fuori forma, guarda...fra una balla e l'altra in quest'ultimo mese ho fatto solo un paio di orette al nibbio l'altra mattina
ah, ma quanti tiri hai fatto in un paio di orette?
dunque, alzando gli occhi al cielo e contando con le dita della mano, dunque...mmmm...1, 2, 3 , 4, 5 , 6, 7, 8....
okok, ho capito lascia stare...

[simo il 4 CG]

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[Pié]

ma c'eri Giorgio quando al multimedale ci raccontava della via dei bellunesi? bella bella bellissima, e noi.. ma come?! ivo diceva che è un cesso di via!! e giù a ridere

ed ho rivisto pubblicata la foto penso sempre di due anni fa alla partenza per il Medale, con Paolo che si era ingarbugliato nel far su la corda con il sistema che gli avevano insegnato e praticamente era diventato una matassa unica, scena mitica. e Marco me lo rivedo mentre descrive la m68 quando Paolo gli chiedeva la difficoltà e lui ma nooo ma non centra la difficoltà, vai vai vai e poi prendi la fessura che è beeellllaaa e poi quando prendi la fessura la segui

Davvero un grande, in ogni senso

[Ziggomatic]

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[VECCHIO]

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ed ho rivisto pubblicata la foto penso sempre di due anni fa alla partenza per il Medale, con Paolo che si era ingarbugliato nel far su la corda con il sistema che gli avevano insegnato e praticamente era diventato una matassa unica, scena mitica. e Marco me lo rivedo mentre descrive la m68 quando Paolo gli chiedeva la difficoltà e lui ma nooo ma non centra la difficoltà, vai vai vai e poi prendi la fessura che è beeellllaaa e poi quando prendi la fessura la segui

Davvero un grande, in ogni senso

Lui quel giorno.




Rideva perchè Lui usava un canapone e metteva cordini lunghi ed io gli avevo detto che doveva imparare a sdoppiare la corda

Non rideremo più insieme.

[AP]

L'ho conosciuto anni fa, venne a Pietrasanta per una serata di diapositive organizzata dall UOEI, di cui è parte il Gruppo Gamma, abbiamo passato una parte del pomeriggio insieme e la serata, una persona sorridente, alla mano, semplice. Alcuni amici alpinisti l'hanno incontrato in montagna anni dopo e lui mi mandava sempre i saluti, ogni volta mi ripromettevo di chiamarlo e poi vinceva l'idea stupida di non disturbare, mi dispiace veramente tanto per la sua famiglia, abbiamo perso una grande persona ed un grande alpinista.

[paolo56]

Ho atteso qualche giorno nell'esprimere il mio pensiero per cercare di non essere troppo coinvolto emotivamente dall'evento vissuto con grande intensità.
Ho avuto la fortuna di fare qualche chiacchera nelle "Grigne" con il "Butch", io salivo.......e lui scendeva......
Per chi ha avuto la fortuna di averlo conosciuto meglio e a tutti quelli che credono nello "spirito" che il "Butcht" spontaneamente trasmetteva vi rammento la frase di un suo (spiritualmente e forse non solo) omonimo......!

"Nelle vibranti e libere corse sulle rocce tormentate, nei lunghi e muti colloqui con il sole e con il vento, con l'azzurro, nella dolcezza un po' stanca dei delicati tramonti, ritrovavo la serenità e la tranquillità. E l'ebbrezza di quell'ora passata lassù isolato dal mondo, nella gloria delle altezze, potrebbe essere sufficiente a giustificare qualunque follia..."
Giusto Gervasutti

Lo sei stato e lo sarai per sempre un.............GRANDE.
Ciao Butch

[Luca A.]

Ho avuto la fortuna di fare qualche chiacchera nelle "Grigne" con il "Butch", io salivo.......e lui scendeva......

Già, credo sia stata l'esperienza di (quasi) tutti... inevitabile...
Per quanto fosse presto, mentre "noi" salivamo, lui era già di ritorno. Alle 9 del mattino noi plebei arrancavamo magari sull'invernale del Grignone (e a quell'ora se sei partito presto sei forse nemmeno ai Comolli) e lui fresco come una rosa scendeva, sorridente, arrivando dai Resinelli dopo aver tracciato la Traversata Alta vergine con neve fino all'ombelico... Ma a che orari partiva?
Sempre contento come una pasqua di andare in montagna, che fosse su una via del Det o sulla Segantini fatta per la miliardesima volta. Mah... forse non disprezzava nemmeno scendere per la Cermenati... come fanno quelli che si sentono bravi...