Lyskamm Orientale, 4527m: parete NNE (var. De Benedetti, a dx della nervatura) 800m(sviluppo 1000m)/55°/D
(Foto di Elia Monica)
Erano le 2. Camminavamo a passo spedito verso la parete. Il buio pesto non ci permetteva di vedere che il raggio delle nostre frontali. Tutt'a un tratto dalla cresta spuntò la luna che andava a illuminare proprio la nostra parete. Siamo ormai sotto di essa. Non possiamo più "scappare"... Appare maestosa ed arcigna. Esageratamente grande se paragonata ai nostri piccoli passi. Nella mia testa tanti pensieri. Una melodia che ho ascoltato in questi giorni si ripete con insistenza. I pensieri sono a casa...alla mia piccina. Intanto la parete si avvicina e si vedono i seracchi sempre più grandi e minacciosi. Dubbi sulle condizioni, sulla linea più sicura da seguire appunto per i temuti seracchi.. Manca poco all'attacco. Attraversiamo un campo di neve costellato da enormi blocchi di ghiaccio. Nessuno osa dire niente, ma sappiamo benissimo da dove provengano...Nella mia testa ormai il pensiero è solo uno: "vorrei essere ovunque, tranne che qui"... Solamente quando le picche e le punte degli scarponi affondano nella neve morbida perfetta con ritmo cadenzato e regolare e quando ormai alti l'alba ci sorprende,... solo allora, sono sicuro di essere esattamente dove vorrei...
Il 18 luglio 1890 Ludwig Normann-Neruda e Christian Klucker scovarono con grande intuito la via della Gorgia sulla parete NE del Bernina. Il 9 agosto dello stesso anno percorsero la nervatura della parete N del Lyskamm, compiendo una salita che per quel tempo, divenne epocale. Anche noi, sulle loro orme, abbiamo salito prima la Gorgia al Bernina e a distanza di un solo mese la parete N del Lyskamm. Devo ammettere che tale parete non è mai entrata con insistenza nei miei progetti alpinistici. Non perché non sia una stupenda e maestosa parete, annoverabile tra le più belle delle Alpi, ma per la monotonia dell?itinerario, che, se in condizioni ottime, prevede una progressione monotona e regolare su uno scivolone aperto e uniforme. Col senno di poi ovviamente mi ricredo in positivo soprattutto per l?ambiente magnifico in cui si svolge, isolato e selvaggio, nonostante la vicinanza a itinerari esageratamente frequentati. È così che per caso, alla ricerca di un itinerario per il weekend, colgo al volo l?occasione dopo aver visto una recente foto in internet che la mostrava in ottime condizioni.
Anticipando la perturbazione, venerdì siamo con Mara, Luisa, Albe e Roby a Gressoney. Dalla funivia dell?Indren saliamo in una splendida giornata al bivacco Giordano al Balmenhorn. Quando arriviamo ci sono solo due svizzeri. Il pomeriggio passa per me e Mara andando a tracciare e visionare l?accesso alla parete dal Grenzgletscher. Luisa e Roby fanno una capatina al Corno Nero. La parete, ci viene riferito da Beppe incontrato in salita e già conosciuto al Weissmies, è stata scesa da due sciatori sia a destra che a sinistra della nervatura: sono premesse buone, anche se l?osservazione da lontano sembra mostrare del ghiaccio centralmente. Beppe stesso non l?ha affrontata da solo a causa di queste ipotetiche placche di ghiaccio. Di ritorno, il bivacco è pieno e bisogna organizzarsi per la cena e la notte, spostando il tavolo che occupa la sala. Per fortuna il puzzo di piscio che pervadeva il bivacco una volta è ora abbastanza confinato al corridoio d?ingresso, nonostante non si tratti propriamente di un ambiente salubre?anche qui i dubbi sull?essere ?al posto giusto nel momento giusto? vengono con insistenza?
All?1 lasciamo la ?stalla?. Alle 3 siamo pronti a partire alla base della parete. La crepaccia si passa agevolmente, ma su un ponte che avrà breve vita. Tutta la prima metà è su neve morbida e compatta dove i ramponi e le picche mordono con sicurezza. Si procede bene. Giunti alla base della nervatura rocciosa che caratterizza la parete (e che è percorsa dalla ormai desueta e disagevole Normann-Neruda/Klucker) pieghiamo a destra. Non è la classica Welzenbach, ma una variante con simili caratteristiche. Percorsa in salita precedentemente, venne sciata per la prima volta nel 1983 dal grande De Benedetti. La scelta dell?itinerario è dettata dal fattore sicurezza: qui, al contrario del lato sinistro, non ci sono seracchi sulla testa e ciò non è una sottigliezza? inoltre a vista sembrava in condizioni migliori. Ed entrambe le motivazioni si riveleranno azzeccate. Più o meno a metà parete facciamo una sosta e perdiamo mezz?oretta appoggiandoci alle rocce dello sperone. Da qui in poi ci prende il sole e la neve diventa più profonda, sempre ben compatta, ma più faticosa. Inoltre se prima proteggevamo agevolmente ogni trenta metri, qui dobbiamo procedere sprotetti, ma le picche entrano bene. Albe e Luisa prendono il passo e tracciano alla grande l?uscita. In vetta verso le 9 siamo ovviamente molto soddisfatti. Non ci resta che la discesa, che, nonostante sia in ottime condizioni, regala ancora una bella traversata emozionante di cresta. Alle 12 alla funivia, quando il cielo va ormai coprendosi minacciosamente, possiamo finalmente realizzare la bellezza del compiuto. Grazie ancora una volta ai soci.
Il report completo al solito al: http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=17581
Qui alcune foto:
Cresta (di discesa) e parete del Lyskamm Orientale
Sfilata di seracchi. Con la nostra linea.
Alpi o Hymalaya?
Arriva la luce: WOW!!!
La prima metà con ottima neve
Vai Albe!
Prospettive
Dietro di noi il vuoto!
Il tratto vicino alle rocce che pensavamo critico...invece ottimo
Pendenze
L'estetica cresta Est di discesa
Affilate le...picche (per la prossima gita!)