Aiguille de Bionnassay, 4052m: parete N classica, 1000m/50°(65°)D+//IV
La parete NW della Bionnassay nella guida Damilano "Neige, glace et mixte". In giallo la salita al rifugio Tete Rousse, in verde l'avvicinamento, in rosso la parete e in azzurro la "discesa" dal Dome des Gouter e omonimo rifugio.
Una parete un po? nascosta e raramente percorsa (soprattutto da noi italiani). Ecco cosa ho scovato per questa gita ?prevacanziera?. Una linea forse non eccezionale (non proprio una linea retta), ma con una perfetta logica e in un ambiente spettacolare, tanto grandioso quanto senza grossi pericoli oggettivi. Rispetto alla recentemente salita nord del Lyskamm è questa, a nostro avviso, una via più impegnativa in quanto con un itinerario da individuare strada facendo e con tratti singoli più ripidi della suddetta, anche se globalmente meno continua. Anche la via di ?discesa? in salita al Dome des Goûter ne aumenta l?impegno. Il fatto che si diparta da una zona iperfrequentata come la normale francese del Bianco la rende ancora più interessante: si sarà soli per tutto il percorso quando sulla cresta affianco e lungo la discesa fiumi di persone si accalcano per raggiungere il sogno di una vita?
La parete dalla Guida Moran "The 4000 peaks in the Alps"
In questo periodo di forte instabilità, o meglio di rare finestre di stabilità, è necessario cogliere i momenti giusti per muoversi. Fortunatamente questi hanno sempre coinciso con i miei momenti liberi (o viceversa
)?
Per questa gita riformiamo la fortunata cordata del Saudan al Bianco di esattamente un anno fa: io, Mara e Paolo (Vime).
Dopo una dura settimana di trasloco, mi metto in gioco anche questa volta con una gita non proprio ?rilassante?. In effetti, salendo al rifugio Tête Rousse mi sento abbastanza spompato? Sarà anche che arrivare fino a qui da Verona, poi a Les Houches, poi a Bellevue e dopo ben 2 ore di attesa (snervante) col Tramway du MB al Nid d?Aigle non è stato affatto veloce? Quando ci incamminiamo sono le 15 passate: temiamo i temporali previsti il pomeriggio e quindi saliamo senza perdere tempo al rifugio. In programma abbiamo anche la perlustrazione della via dell?indomani: arrivare all?attacco è la parte più delicata, soprattutto ora che la stagione è avanzata. Andiamo quindi subito a vedere e, dopo un paio di tentativi infruttuosi, troviamo il canale (sfasciumato) che permette di scendere sul ghiacciaio di Bionnassay, che sicuramente quando innevato è più agevole. Il ghiacciaio invece è ancora in condizioni ottime e con un percorso all?attacco della via agevole e veloce. Il primo tratto della parete, caratterizzato da una seraccata, sembra in ottime condizioni anche se si vedono diverse fenditure che tagliano trasversalmente la parete. Il seguito invece pare ben innevato: dovremo solo vedere che neve incontreremo l?indomani?(oggi siam qui proprio grazie ad una foto di Sorega di lunedì).
Vista l?ora di partenza prevista per l?indomani non entriamo nemmeno nel rifugio, ma cerchiamo una sistemazione di fortuna sotto il terrazzo basale? Il ?camping attrezzato? (c?è anche un tabiotto soccorso e una toilette!) poco oltre il rifugio non fa per noi visto che non abbiamo la tenda e il cielo è ancora minaccioso. E infatti dopo la frugale cena ed esserci ?accomodati? sui sassi (!) sotto il terrazzo, comincia a piovere e per il vento l?acqua entra anche nel nostro ?rifugio?? Alle 23:30 quando suona la sveglia (!) ha appena smesso di piovere. I soci sono un po? sfiduciati, ma decidiamo di muoverci comunque ed andare a vedere? In men che non si dica la luna si fa spazio tra le nubi e siamo già in discesa dal canale alla sua accogliente luce. Il ghiacciaio è come da previsione una passeggiata. Alle 2 ci leghiamo e attacchiamo. La prima parte è divertente con brevi singoli saltini a 65° o poco più su ghiaccio poroso morbido e neve couic-couic. Di tanto in tanto incontriamo delle crepe che però non ci ostacolano. Conduce Paolo. Si intravedono muri e cattedrali di ghiaccio a lato: siamo in una basilica? Ad un certo punto la pendenza diminuisce e comincia la neve che non pare per niente bella: crosta non portante. Proseguo io, ma dopo pochissimo, attraversato un grande crepaccio si procede ottimamente su neve dura dove entra solo la punta. Un tratto divertente sui 60° ci conduce ad un punto di riposo: da lontano sembrava più appoggiata. E intanto arriva la luce. Un altro bel pendione perfetto per giungere ad un risalto di ghiaccio dove fare una sosta. Procede Mara per l?ultimo tratto alla vetta dove la neve peggiora un po?, ma sempre abbastanza portante, anche se abbiamo il nostro super trattore
Giunti soddisfatti in vetta alle 7:30, un andirivieni di nebbie crea atmosfere fiabesche. Sono molto soddisfatto, dopo 8 anni torno su questa bellissima cresta: c?ero passato in traversata dal Durier con Simo e Bono nel 2006! Quante cose sono cambiate da allora?sposato, padre, cambiato lavoro, case,?finito i 4000
Ma non è il momento di nostalgie?la via del ritorno è ancora lunga. Con grande felicità constatiamo che la cresta è già tracciata e ciò sarà un notevole vantaggio. Già così sarà piuttosto delicata. Mentre pesanti saranno i 400 metri che ci portano sul Dome, dove entriamo in una gigantesca nube lenticolare (il famoso ?pesce?, presagio del maltempo dell?indomani) che avvolge anche la vetta del Bianco da tutto il giorno. Sosta alla ?astronave?
del rifugio Goûter e subito pronti alla discesa. Siamo un po? curiosi di vedere come è sto ?canalone della morte? tanto noto alle cronache. La discesa si svolge dapprima su rocce compatte e solide con una lunga serie di corde fisse, tratti di neve dura e ghiaccio e saltini esposti: divertenti. Il passaggio tanto temuto in realtà si risolve in 30 secondi di traversata orizzontale di un canalone, che se fatto al momento giusto e con un socio che guarda cosa scende da sopra, non è assolutamente preoccupante.
Giunti al rifugio e al trenino ci barcameniamo tra ressa, prenotazioni, coincidenze con la funivia e giungiamo finalmente a Les Houches dove facciamo appena in tempo a cambiarci prima di un vero e proprio tornado. Il nostro pensiero va ai poveri accampati sopra il rifugio, che impavidi salivano nonostante le chiare previsioni? se si divertono così?
Altra gita, altro regalo. Una via di grande soddisfazione in ambiente impareggiabile. E grazie al Bianco per questa nuova esperienza sui suoi sempre affascinanti versanti. E ovviamente come sempre grazie ai soci che mi seguono nei miei strampalati programmi dell?ultim?ora.
Il solito report su on-ice:
http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=17619
La relazione tecninca:
http://www.on-ice.it/onice/onice_view_r ... =4&id=4844
Ed ecco alcune foto qui. Le mie?e le stupende di Vime che si è portato la reflex fino in cima: un grande! Però che immagini!!!!
Sembra Hymalaya (Foto Vime)
WOW (Foto Vime)
Più vetta di così (Foto Vime)
Voltandosi verso la Bionnassay (Foto Vime)
Verso la nube lenticolare del Dome
Quanto monotona sarebbe la faccia della Terra senza le montagne (Emanuel Kant).
F R A N Z - 77