Monte Disgrazia, 3678m: parete Nord, via classica (600m/60°(70°)/D+)
La bellissima foto di Dilvo Papibambam Bpm (in verità sua sorella, grazie!) della fine di agosto. Le condizioni sono praticamente immutate!
Da anni la Nord del Disgrazia, in quanto vetta “nostrana” era nelle nostre mire. Andiamo tanto ad ovest a cercare le pareti perfette, ma ne avevamo una in casa con tutte le caratteristiche per un divertimento assicurato. Lo sapevamo bene, ma aspettavamo le giuste condizioni per percorrerla in sicurezza e scioltezza. Condizioni che in questa fine d’estate particolare si stanno presentando su molte pareti delle Alpi contemporaneamente. Ed ecco che per la nostra decima parete stagionale il Disgrazia si concede in tutta la sua bellezza. Una montagna di “soli” 3600 metri, ma selvaggia e ingaggiosa quanto basta. L’ambiente è di prim’ordine e una volta valicato il colle del bellissimo Bivacco Oggioni, un vero nido d’aquila, l’isolamento è assicurato.
Dal Bivacco Oggioni lo scenario è magico. La mattina la sveglia è dura...giù per quel pendio subito ripido e ingaggioso.
Per questo giro la maggioranza del nostro gruppo è femminile. Due uomini (io e Albe) e tre donne (e doveva essercene una quarta: alla prossima non mancare Caroline!!!), ma che donne: Mara, Luisa, Anna! Tutte con un fardello alpinistico di tutto rispetto, dai 4000 agli 8000. Sarà una garanzia di successo. "Agguerrite", come le ha giustamente definite il Ben (Balatti) incontrato che scendeva dalla sua ennesima goulotte.
Le intuibili ottime condizioni della via e il weekend perfetto hanno però un “piccolo” inconveniente: ci presentiamo ben in 12 all'appuntamento a Chiareggio....un po' troppi. Noi 5, il redivivo LucaBono con Marco e 5 de “gli Alpinisti del Lambrusco”. Lungo il percorso ai bivacchi ci sparpagliamo...chi avanti, chi indietro per depistare , chi fa scorciatoie su roccia per guadagnare posizioni (;-)), chi si ferma al Taveggia (in 5), chi all'Oggioni (in 7). Alla fine ordine è fatto e ognuno può rincorrere il proprio obbiettivo.
Dopo una buona cena allietati dai colori del tramonto, si può andare in branda. L’indomani la “corda della sveglia” (come quella del Cervino) non sarà affatto banale: scendere sul ghiacciaio del Disgrazia dal colle dell’Oggioni non è affatto una passeggiata: ci si trova subito ingaggiati in un ambiente ostile su belle pendenze. Giunti alla gigantesca crepaccia terminale, studiata da lontano, scoviamo un passaggio perfetto tra i blocchi di ghiaccio e possiamo così partire per l’entusiasmante scivolo di neve perfetta (giusto la punta del piede). Ci appoggiamo alle rocce per protezioni veloci e puntiamo alle goulotte centrali. Due tiri goduriosi su neve couic-couic e ghiaccio commovente (;-)) con ottime possibilità di protezione. Il resto del pendio ancora su ottima neve conduce alla normale nei pressi dell'anticima W. Ricongiuntici con Bono e socio che rapidi ci raggiungono, ci portiamo al bivacco Rauzi, oltre la vetta. E da qui le comode doppie ci portano sul ghiacciaio, che sarà tutto meno che il nostro punto di arrivo: è ancora lungaaa…
Un grazie a tutti i soci di giornata. In particolare ovviamente alle donne, che hanno allietato il nostro weekend. E ben arrivata ad Anna nel team!
Un saluto e un ringraziamento (per essersi fermati al Taveggia) agli Alpinisti del Lambrusco, che purtroppo non ho avuto il piacere di rivedere poi.
Infine, un doveroso grazie al “big Ben”, il re del Disgrazia, per le info fornite e a Dilvo per la sua splendida foto per studiare la via.
Ecco alcune foto qui:
Album completo al: http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=17741
Copyright Alpinisti del Lambrusco
Copyright Alpinisti del Lambrusco