K2 e Bonatti

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Messaggioda Montre » mer mag 05, 2004 16:29 pm

Montre ha scritto:l'alpinismo non dovrebbe avere niente a che fare con la politica, e invece la storia è stata fatta così, sopratutto in quegli anni, e per questa ossessione sono morte anche tante persone.


I morti di quegl'anni non sono morti per il duce o Hitler o Stalin:erano semplicemente ragazzi con grandi sogni e con il fuoco dell'alpinismo che gli bruciava dentro....
...oggi si parla degli sponsor che ti propongono di fare cose sempre piu' estreme,quella volta c'erano i nazionalismi....
alla fine sempre ragazzi che si fanno sfruttare e sfruttano possibilità di altri per saziare la loro passione....
....il prezzo da pagare è che dopo vieni addidato come un venduto o ricordato come un fascista.....
Bole arrivato in cima mostra la sua maglietta super-sponsorizzata, Harrer sventola la bandiera nazzista....
Ciao Stefano.[/quote]

ci stavo arrivando.....

adesso sono gli sponsor, è vero, e anche questo è squallido, questo è un alpinismo che non mi piace, ma per fortuna cè ancora qualcuno (sempre meno) che riesce fare ancora delle imprese "bonattiane" senza appoggio e magari in solitaria
lavorare senza forum è come vivere senza f**a!

Immagine
Cont de' Stallaven - Prince de' Cassis & Duca de Negrar
Avatar utente
Montre
 
Messaggi: 4083
Images: 324
Iscritto il: gio dic 11, 2003 13:04 pm
Località: Verona

Messaggioda quilodicoequilonego » gio mag 06, 2004 14:24 pm

...mi ha colpito molto, che Bonatti nonostante la rabbia per le falsità dichiarate dagli altri, abbia detto: decisi di scendere, dal Campo 8 verso il Campo 7, a recuperare le bombole per portarle al Campo 9, perchè in quel momento stavo meglio degli altri, quando poteva tranquillamente dire che solo lui e lo sherpa potevano farlo perchè erano i più forti.
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
It's all in your mind - Jim Bridwell
Avatar utente
quilodicoequilonego
 
Messaggi: 5144
Images: 141
Iscritto il: sab feb 07, 2004 17:36 pm
Località: TN

Messaggioda stefano michelazzi » gio mag 06, 2004 16:53 pm

mpz129 ha scritto:Ieri c'era Bonatti in linea con E.Fede al TG4 e hanno accennato anche qualcosa sul K2....pero' la vera figata è questa:
Udite,udite:Bonatti ha salvato la vita a Fede.
Penso sia avvenuto al rientro dal pilone centrale (non ho visto l'inizio dell'intervista ma ricordo che un giovanissimo Fede era tra i giornalisti inviati per commentare quella tragedia) e se non ho capito male durante la discesa dal bivacco della Fourche Fede è caduto in un crepaccio e Bonatti l'ha tirato su a forza!
Cacchio se non fosse per Walter oggi non potremmo custarci lo spassosissimo Tg4...... :roll: :wink:


...in un primo momento leggendo questa notizia ho pensato:
cacchio ma Bonatti l'ha proprio fatta grossa!!!
poi ho riflettuto ed ho capito...
Bonatti stava solo riportando i rifiuti a valle!!! :D
stefano michelazzi
 
Messaggi: 970
Images: 70
Iscritto il: dom ago 31, 2003 19:47 pm
Località: Trieste-Cortina e adesso Trento

Messaggioda Davide62 » gio mag 06, 2004 16:59 pm

stefano michelazzi ha scritto:
mpz129 ha scritto:Ieri c'era Bonatti in linea con E.Fede al TG4 e hanno accennato anche qualcosa sul K2....pero' la vera figata è questa:
Udite,udite:Bonatti ha salvato la vita a Fede.
Penso sia avvenuto al rientro dal pilone centrale (non ho visto l'inizio dell'intervista ma ricordo che un giovanissimo Fede era tra i giornalisti inviati per commentare quella tragedia) e se non ho capito male durante la discesa dal bivacco della Fourche Fede è caduto in un crepaccio e Bonatti l'ha tirato su a forza!
Cacchio se non fosse per Walter oggi non potremmo custarci lo spassosissimo Tg4...... :roll: :wink:


...in un primo momento leggendo questa notizia ho pensato:
cacchio ma Bonatti l'ha proprio fatta grossa!!!
poi ho riflettuto ed ho capito...
Bonatti stava solo riportando i rifiuti a valle!!! :D

Non posso credere che Fede sia arrivato al biv. della Fourche, secondo me si è infilato dritto dritto nel crepaccio che c'è al termine delle scalette di metallo che portano al ghiacciaio appena scesi dalle funivie.
Ma vi immaginate il tipo che risale il ripido pendio che porta alla Fourche 8O
Di sicuro non è successo al rientro dal Pilone, quella volta scesero dalla capanna Gamba, oggi rif. Monzino.
Avatar utente
Davide62
 
Messaggi: 10597
Images: 113
Iscritto il: dom lug 28, 2002 18:37 pm
Località: Provincia di Varese

Messaggioda Feo » gio mag 06, 2004 17:03 pm

Da quel che ho capito leggendo il libro Freney 61 di Ferrari... è che Fede stava al mont Chetif dove era allestito un ponte radio :?
Feo c'è! ... o ci fa?
Uwaga! Dziś nie spałem!
Avatar utente
Feo
 
Messaggi: 3690
Images: 63
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: Prov. Bologna

Messaggioda stefano michelazzi » gio mag 06, 2004 17:04 pm

Montre ha scritto:
Montre ha scritto:l'alpinismo non dovrebbe avere niente a che fare con la politica, e invece la storia è stata fatta così, sopratutto in quegli anni, e per questa ossessione sono morte anche tante persone.


I morti di quegl'anni non sono morti per il duce o Hitler o Stalin:erano semplicemente ragazzi con grandi sogni e con il fuoco dell'alpinismo che gli bruciava dentro....
...oggi si parla degli sponsor che ti propongono di fare cose sempre piu' estreme,quella volta c'erano i nazionalismi....
alla fine sempre ragazzi che si fanno sfruttare e sfruttano possibilità di altri per saziare la loro passione....
....il prezzo da pagare è che dopo vieni addidato come un venduto o ricordato come un fascista.....
Bole arrivato in cima mostra la sua maglietta super-sponsorizzata, Harrer sventola la bandiera nazzista....
Ciao Stefano.


ci stavo arrivando.....

adesso sono gli sponsor, è vero, e anche questo è squallido, questo è un alpinismo che non mi piace, ma per fortuna cè ancora qualcuno (sempre meno) che riesce fare ancora delle imprese "bonattiane" senza appoggio e magari in solitaria[/quote]


lo sponsor dell'epoca si chiamava governo!
stefano michelazzi
 
Messaggi: 970
Images: 70
Iscritto il: dom ago 31, 2003 19:47 pm
Località: Trieste-Cortina e adesso Trento

Messaggioda Davide62 » gio mag 06, 2004 17:09 pm

Infatti Hitler promise di decorare con la croce di ferro gli alpinisti germanici-ariani che fossero riusciti a salire per primi la Nord dell'Iger.
Avatar utente
Davide62
 
Messaggi: 10597
Images: 113
Iscritto il: dom lug 28, 2002 18:37 pm
Località: Provincia di Varese

Messaggioda biemme » gio mag 06, 2004 17:20 pm

stefano michelazzi ha scritto:
lo sponsor dell'epoca si chiamava governo!


a proposito di sponsor dell'epoca,

ora che i "saggi" hanno scoperto l'acqua calda dopo 50 anni, ecco uscire fuori altri altarini..........

questa chicca ve la trascrivo dal quotidiano "l'adige" di oggi, e chissà cosa verrà fuori dopo la serata "messner" di domani al filmfestival :wink:

Marcello Baldi, il regista ufficiale del film sul K2 del 1954

Ieri sera è stato proiettato il suo film «Italia K2», quello ufficiale della conquista italiana del 1954, restaurato da Cinecittà Studios. Oggi verrà proiettato il film su di lui di Renato Morelli «Non solo K2... le pupille di Marcello», ritratto in due parti del regista valsuganotto che alla veneranda età di 83 anni sta girando un nuovo film e ha in programma una fiction.

Marcello Baldi visse da vicino la spedizione italiana del Club Alpino (anche se non vi partecipò direttamente) perché fu chiamato dall´allora vicepresidente del Cai, il roveretano Amedeo Costa, a produrre e a dirigere il film sulla prima ascesa al K2. Baldi racconta di come la prima versione del film «Italia K2» non prevedesse accenno alcuno a Bonatti, e come si cercò di rimediare dopo la protesta dello scalatore bergamasco. Parla dello «scippo» a Mario Fantin delle immagini del K2, e del suicidio dell´operatore. Spiega perché fu affidato a lui, e non a Fantin la realizzazione ufficiale del film. Con tutto quello che ne conseguì.
Baldi, come giudica la riabilitazione di Walter Bonatti da parte del Cai?
«Lo ritengo giusto. Bonatti ha svolto un ruolo fondamentale, ed era stato ignorato. Perché sia stato ignorato per cinquant´anni non so dire».
Messner dice che anche nel suo film, il film ufficiale della conquista del K2, il vero ruolo di Bonatti è stato tenuto nascosto. Non si dice che è stato lui a portare le bombole. Anzi, non lo si fa nemmeno vedere...
«No, no: nel film c´è l´accenno a Bonatti. In un punto preciso. È quando lo speaker dice: nella notte Bonatti insieme a Mahdi ha portato le bombole, è rimasto una notte intera in una buca di ghiaccio. Nahdi è impazzito perché gli si sono congelate le gambe. La sua azione è stata determinante per Compagnoni e Lacedelli per conquistare la vetta».
Nella prima versione del film, però questo non c´era.
«È vero, in un primo momento non c´era. Ma perché io ignoravo questa cosa. Quando abbiamo visto il film montato, c´è stata la protesta di Bonatti. Allora, prese le informazioni adeguate, ho inserito questa frase. Naturalmente non mostro Bonatti perché nessuno l´ha ripreso».
Chi le diede le informazioni «non complete»? Desio, o Compagnoni e Lacedelli?
«No, con Desio non ho avuto grandi rapporti. Penso che Compagnoni e Lacedelli sapessero del ruolo di Bonatti, ma per ragioni che mi sfuggono, non mi dissero nulla di questa cosa. Io, quindi, quando ho montato il film, non lo sapevo. Dopo la protesta di Bonatti, il vicepresidente del Cai Costa, che era quello che ha sponsorizzato la mia candidatura per il film, mi disse: guarda che bisogna che rimediamo a questa lacuna. Ormai il film era fatto, ed io ho inserito successivamente quella frase».
Non era un po´ poco visto che il ruolo di Bonatti è stato riconosciuto come fondamentale per la spedizione?
«Andò così. Io avevo avvertito un´accusa tremenda dietro le parole di Bonatti, e cioè che Compagnoni e Lacedelli, per non condividere la gloria con Bonatti, avevano deliberatamente spostato il punto di incontro. Praticamente avevano rischiato di farlo morire pur di perseguire il loro sogno di gloria».
Baldi, è vero che lei «scippò» le riprese fatte in quota da Mario Fantin, aggiudicandosi così la gloria del film ufficiale del K2 senza aver nemmeno messo piede sulla montagna?
«Fantin è partito convinto di essere lui l´autore del film. Era un eccellente cineasta, ma dilettante. Ha fatto eccellenti riprese. Però ad un certo momento il Cai, nella persona di Costa, ha intuito che per fare un film spettacolare capace di agganciare il grosso pubblico, non bastava un cineasta. Fantin avrebbe fatto quello che hanno fatto altri alpinisti in tanti altre spedizioni. E cioè avrebbe fatto una documentazione più che un film spettacolare, non essendo uno del mestiere.
Chissà che delusione...
«Avrà avuto certamente una delusione. Gli è stato detto: guarda, Fantin, tu non sei in grado di fare un film, perché non sei un regista. Sarai valorizzato per le tue riprese, ma il film lo fa un altro. E io ho valorizzato al massimo le riprese di Fantin e anche nei titoli ho inserito il suo nome».
È vero che poi si suicidò per la delusione?
«Io non sapevo nemmeno che Fantin si era suicidato. Ma non c´entra nulla la delusione del K2. Sembra che si sia suicidato perché a casa sua aveva un museo personale di cimeli delle imprese fatte. Gli hanno svaligiato casa, gli hanno portato via tutto. In un momento di depressione e di dispiacere grosso, si è indotto a questo passo».
Le riprese sul K2 le aveva fatte tutte Fantin?
«Le riprese sono state fatte da Fantin fino al campo quarto. Dal campo quarto in avanti sono ad opera dagli scalatori ai quali erano state date delle camere a molla. Qualcuno aveva qualche vaga idea di fotografia, altri erano a digiuno di tutto. Gli fu detto di non riprendere in controluce. Ci fu poi un operatore professionista tedesco che in 35 mm ha girato fino al campo dove arrivava l´ultimo aereo. Poi io in Italia col 35 mm ho girato tutte le scene di raccordo. Io alla spedizione non ho preso parte. Sono stato chiamato a spedizione già avviata».


chissà che l'ex picchiatore, capospedizione onorario alemanno e gli altri notabili della fondazione desio & c. , istituti nazionali di ricerca e sponsor vari, non riescano a superare i loro maestri di 50 anni fa ?

ciao a tutti
biemme
biemme
 
Messaggi: 1278
Images: 41
Iscritto il: dom dic 22, 2002 22:12 pm

Messaggioda erik. » ven mag 07, 2004 8:39 am

Quando i media parlano di K2 si sente dire Desio e compagni,oppure parlare di Lacedelli e Compagnoni...
anche quando alcuni anni fa mori Desio si parlo' del conquistatore del K2....pero' nessuno disse che neanche un membro della spedizione partecipo' ai funerali!(per l'esattezza l'unico a parteciparvi fu C.Floreanini:ma lui era un buono e tra le altre cose uno dei pochi con cui Bonatti aveva ancora contatti perchè nel 54 aveva cercato di difenderlo).
Mandi.
erik.
 
Messaggi: 706
Images: 10
Iscritto il: ven feb 20, 2004 11:45 am
Località: Tar100-Tavagnacco

Messaggioda quilodicoequilonego » ven mag 07, 2004 8:59 am

mpz129 ha scritto:Quando i media parlano di K2 si sente dire Desio e compagni,oppure parlare di Lacedelli e Compagnoni...
anche quando alcuni anni fa mori Desio si parlo' del conquistatore del K2....pero' nessuno disse che neanche un membro della spedizione partecipo' ai funerali!(per l'esattezza l'unico a parteciparvi fu C.Floreanini:ma lui era un buono e tra le altre cose uno dei pochi con cui Bonatti aveva ancora contatti perchè nel 54 aveva cercato di difenderlo).
Mandi.


...forse questo sta a significare anche che fosse sua una bella fetta di responsabilità in meritò alle falsità scritte nella relazione della spedizione ?
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
It's all in your mind - Jim Bridwell
Avatar utente
quilodicoequilonego
 
Messaggi: 5144
Images: 141
Iscritto il: sab feb 07, 2004 17:36 pm
Località: TN

Messaggioda erik. » ven mag 07, 2004 9:24 am

quilodicoequilonego ha scritto:...forse questo sta a significare anche che fosse sua una bella fetta di responsabilità in meritò alle falsità scritte nella relazione della spedizione ?


Non ho mai letto la relazione di Desio e non so se ha scritto delle falsità o se abbia solo omesso delle scomode verità.
Da quello che raccontava Floreanini (poco per dire la verità:pero' ogni anno al corso CAI che dirigeva mostravano il filmato sul K2 e lui ogni anno aveva le lacrime agl'occhi!) il clima fra i membri della spedizione era molto teso e competitivo e tale clima era voluto proprio da Desio.
Da l'idea che mi son fatto Desio non voleva che fosse oscurata la sua immagine da altri protagonisti (i veri protagonisti!) e fece di tutto sia durante la preparazione della spedizione (escluse con "mezzucci" Cassin,Oggioni e altri fortissimi...) che durante la spedizione stessa per figurare come il vero conquistatore del K2,il cervello di tutto.
Sicuramente il suo obbiettivo l'ha raggiunto:purtroppo a caro prezzo e a discapito del giovane Bonatti.
Penso anche che se Bonatti avesse trovato la tenda dei due scoiattoli il giorno dopo sarebbe salito in cima da solo e senza bombole.....un 23enne quasi sconosciuto:non era accettabile!?
erik.
 
Messaggi: 706
Images: 10
Iscritto il: ven feb 20, 2004 11:45 am
Località: Tar100-Tavagnacco

Messaggioda vito » ven mag 07, 2004 9:43 am

Desio, Compagnoni e Lacedelli: A 'nfami!
vito
 
Messaggi: 1822
Images: 13
Iscritto il: mer giu 18, 2003 8:23 am
Località: brianza

Messaggioda quilodicoequilonego » ven mag 07, 2004 15:10 pm

...la tua idea sul CAI, e soprattutto su chi lo dirige, in merito alla vicenda del K2 la condivido in pieno. Su Desio però non sono d'accordo:
1 Poteva succedere che, in 50 anni, morisse anche Bonatti; e sarebbe per sempre stato considerato un bugiardo !
2 Se non ci fosse stato Bonatti la spedizione sarebbe fallita. Desio o non Desio.
3 Bonatti è stato un signore, molti avrebbero fatto molto di peggio dopo essersi sacrificato in quel modo e aver preso me@@a in faccia per 50 anni.
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
It's all in your mind - Jim Bridwell
Avatar utente
quilodicoequilonego
 
Messaggi: 5144
Images: 141
Iscritto il: sab feb 07, 2004 17:36 pm
Località: TN

Messaggioda erik. » ven mag 07, 2004 15:36 pm

bepositive ha scritto:
vito ha scritto:Desio, Compagnoni e Lacedelli: A 'nfami!


se posso essere ancora un po' controcorrente, io desio lo toglierei dagli infami.

non tanto per una qualche forma di rispetto post mortem, quanto perchè, secondo me, lui per professione doveva essere infame, e quindi era coerente (come detto in altro topic).

nel male (o meglio, nella visione negativa attuale) era un grande. in effetti lui ricopriva il ruolo di capospedizione volitivo totalitario e assolutista. quello che ha detto e fatto non è stato altro che tener fede a un contratto: conquistare una montagna, farne vanto nazionale, mantenere ad oltranza una linea ufficiale (negare sempre, fino all'evidenza 8) ).

ho letto che anche la vittoria di due persone avrebbe dovuto essere sacrificata pubblicizzando solo un successo di squadra, ma sono trapelati i nomi di compagnoni e lacedelli... altri avrebbero fatto trapelare altri particolari, invece lui in cinquant'anni non ha mollato di un millimetro.

fin'ora anche compagnoni e lacedelli son stati schiacciati da questa personalità e da chissà che patto di sangue per mantenere la linea ufficiale, e fin qui va bene. da oggi in poi sarei curioso di leggere una qualsiasi dichiarazione dei due. sia che confermino le falsità di prima o che ora facciano dietro-front faranno una figura di merda. anche un ammettere che si voleva fosse detto così è troppo facile: tacere forse sarebbe stato meglio (quanto forse lo sarebbe adesso.... :wink: ).

ma la figura peggiore, ribadisco, ieri, oggi, domani, la fa il cai. ma come? non un dubbio? non una consultazione tra le parti in causa in 50 anni? mai un forse fino alla morte di desio, lettere, dichiarazioni, tutti i conti a loro giudizio tornavano... e poi, un giorno... puff! nomina di una commissione che in quattro e quattr'otto chiarisce tutto.

... non dico sia una associazione di merda, ma al suo interno ci sono stronzi tali e in tal quantità tale da abbassare la media del club.


Complimenti:molto bella ed intelligentemente fine la tua analisi.
Purtroppo le alte sfere del CAI sono composte da politici che si spacciano per difensori di quei principi morali che dovrebbe avere chi ama la montagna.
In realtà come tutti i politici vanno dove tira il vento e per rivedere una storia si è dovuto aspettare la scomparsa del piu' stimato dei personaggi(politicamente parlando) e quindi non dovresti sorprenderti della mossa e della velocità della commissione CAI.
Purtroppo non solo in alpinismo succedeno queste cose ed è una costante della storia che debba passare del tempo perchè la verità offuscata da un vincitore venga alla luce.
erik.
 
Messaggi: 706
Images: 10
Iscritto il: ven feb 20, 2004 11:45 am
Località: Tar100-Tavagnacco

Messaggioda quilodicoequilonego » ven mag 07, 2004 15:59 pm

...spero che tu intenda del "più stimato" (Desio) dai venduti del CAI, perchè credo che per pochi altri è stimato (nella vicenda Bonatti)
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
It's all in your mind - Jim Bridwell
Avatar utente
quilodicoequilonego
 
Messaggi: 5144
Images: 141
Iscritto il: sab feb 07, 2004 17:36 pm
Località: TN

Messaggioda quilodicoequilonego » sab mag 08, 2004 14:36 pm

...riassunto dell'Odissea, che prima era sparita dalle relazioni ufficiali, per chi non la conosce ed ha voglia di leggerla:

L'8° campo è stato piazzato a quota 7627 e ci sono volute quattro ore per raggiungerlo. Nella discesa, durante una traversata a mezza costa, Gallotti rischia di finire tragicamente la sua avventura perdendo l'equilibrio a causa della neve incastratasi tra la suola degli scarponi e i ramponi. Una scivolata di quasi 70 metri rischia di farlo precipitare, ma fortunatamente la caduta si arresta e ora può quasi raccontare l'accaduto con un sorriso. All'alba del 29 luglio Bonatti si risveglia completamente (e quasi miracolosamente) ristabilito. Il tempo è splendido. Siamo ormai vicinissimi all'attacco decisivo. Il programma è questo: Lacedelli e Compagnoni saliranno fino a quota 8100, piazzeranno l'ultimo campo, il nono, costituito da un piccola tendina. Poi ritorneranno a passare la notte all'8° campo dove nel frattempo Bonatti e compagni porteranno altre due tende e le bombole d'ossigeno per permettere a Lacedelli e Compagnoni l'ultimo assalto. A loro volta gli hunzas saliranno dai campi inferiori con altro ossigeno, viveri e carburante. Appena partito, il gruppo di Bonatti deve già cambiare programma: Rey e Abram sono talmente debilitati da dover rinunciare immediatamente. Hanno già dato tutto quello che potevano dare, e ora non resta loro che scendere al campo base. I due si avviano barcollando verso il basso. Gallotti e Bonatti ripartono. Lo sforzo è penoso, e ad ogni passo la fatica diventa più dura. I due lasciano perdere l'ossigeno e decidono di trasportare, fatica immane in ogni caso, solo viveri e tende. Gallotti, pur provatissimo, dimostra una incredibile tenacia e segue Bonatti fino all'8° campo. Quando si ricongiungono a Compagnoni e Lacedelli, questi appaiono prostrati dalla fatica, e la situazione alquanto compromessa.

Da una breve discussione risulta l'unico piano d'azione che abbia ancora qualche chance di riuscita: Lacedelli e Compagnoni il giorno successivo saliranno a piazzare il nono campo, ma più in alto rispetto alla quota precedentemente stabilita. Bonatti e Gallotti scenderanno al settimo campo per risalire al nono con l'ossigeno, senza il quale sarebbe troppo rischioso superare quota 8000. Per Bonatti si tratta di fare 200 metri di dislivello in discesa e almeno 600 in salita nello stesso giorno: dislivelli che a quelle quote comportano sforzi sovraumani. La notte successiva saranno, se il piano funzionerà, tutti e quattro stretti nella piccola tendina sotto la vetta. Compagnoni, estremamente affaticato, fa balenare a Bonatti l'ipotesi di lasciargli il posto l'indomani. Ma è ancora presto per decidere chi dei quattro salirà fino in cima all'ancora inviolato K2.

E' il 30 luglio: l'alba sorprende i quattro con un cielo limpido che permette di ammirare un panorama meraviglioso, che abbraccia un orizzonte quasi infinito.
La vetta sembra a pochi passi. Ma la quota si fa subito sentire e la semplice operazione di calzare i ramponi richiede loro una buona mezz'ora. Bonatti e Gallotti cominciano a scendere e si separano dai compagni che si avviano in direzione opposta. Al 7° campo è giunto nel frattempo Erich Abram con Mahdi e Isakhan, due hunzas, con il carico del materiale. I cinque ripartono verso l'alto, ma la fatica è immane. In testa procede Bonatti, il meno provato. Seguono gli altri: Gallotti è ormai allo stremo, e le sue soste sono più lunghe dei tempi utili, ma eroicamente lotta metro dopo metro. Anche Abram procede facendo appello alle sue ultime risorse.

Quando giungono all'ottavo campo pure Isakhan non è più in grado di proseguire: sconvolto dalla fatica e dalla febbre, si lamenta come un bambino. Solo Madhi è in buone condizioni. Anzi, data la quota si può dire che è in ottima forma. Del resto fin dall'inizio della spedizione Madhi si era rivelato come il migliore degli hunzas, e ora lo sta dimostrando appieno. Bonatti tenta di convincerlo a proseguire con lui fino al nono campo tentandolo con l'ipotesi, in realtà ben difficile da realizzarsi, di essere tra quelli che toccheranno la vetta. L'orgoglioso Madhi accetta. Dopo aver mangiato qualcosa ed averlo equipaggiato alla meglio con gli indumenti di Gallotti ed Abram, i due ripartono seguiti dallo stesso Abram che si è offerto di accompagnarli il più in alto possibile, ovvero fin dove le forze lo sosterranno.
Sono le tre e mezza del pomeriggio, e rimangono meno di quattro ore di luce davanti a loro. Quattro ore di luce e una salita ai limiti delle capacità umane. Il freddo intorpidisce i muscoli, il peso degli zaini appesantisce l'andatura, la scarsezza d'aria tronca la respirazione (si suole dire generalmente che in alta quota l'ossigeno è scarso, mentre è l'aria -ossigeno compreso- ad essere rarefatta). Ogni tre o quattro passi essi devono fermarsi a riposare, ogni venti o trenta metri a scambiarsi i carichi più pesanti per non soccombere sotto lo sforzo. Un ora più tardi i tre hanno superato un tratto particolarmente ripido ed impegnativo, seguendo le tracce dei due compagni che li precedono al nono campo. Essi provano a chiamare Lacedelli e Compagnoni i quali, da un punto imprecisato più in alto, rispondono. Un'iniezione di gioia e di fiducia per i tre, sempre più sfiniti.

La tenda di Lacedelli e Compagnoni però non si riesce a intravedere. Bonatti e compagni seguono le loro tracce innalzandosi ancora per il pendio, ma senza riuscire a scorgere nulla. Chiamano ancora verso l'alto: una voce li esorta a seguire le tracce ed essi, ripresa fiducia, proseguono ancora. Passo dopo passo, sosta dopo sosta, i tre salgono inesorabilmente ma con enorme fatica, destreggiandosi tra pericolosi crepacci. C'è una grande roccia in cima al pendio di ghiaccio che i tre stanno scalando, e la tenda che rappresenta la loro salvezza deve trovarsi là dietro. Non si intravedono altri posti dove possano essersi accampati.
Salgono sempre più, ma dubbi e timori cominciano ad affiorare: la grande roccia, avvicinandosi, rivela le sue vere proporzioni (assai facili da smarrire in montagna, e tanto più in alta quota, dove si tende a perdere lucidità). Se ci fosse la tanto sospirata tenda, si rendono conto, si vedrebbe ugualmente, perché in realtà la roccia non è tanto grande da poterla nascondere completamente. Abram accompagna ancora per un tratto Mahdi e Bonatti, poi, ormai completamente sfinito, deve tornare indietro perché un principio di congelamento a un piede lo tormenta. I due dopo un saluto commosso lo vedono ripartire verso il basso e presto si ritrovano, ancora più soli, in balia della grande parete che li sovrasta.

Lo scenario è grandioso e terribile, e per un tratto di tempo indefinito essi rimangono come incantati, fuori della realtà. Si riscuotono, riprendono la salita, ma le tracce di Lacedelli e Compagnoni si fanno sempre più incerte, e sembrano scomparire nei pressi della grande roccia. Ancora più in alto una grande fascia di rocce rosse sbarra il cammino appena sotto la vetta del K2. E' l'unica altra zona in cui si può immaginare che Lacedelli e Compagnoni si possano essere accampati, ma sembra impossibile che siano saliti in una zona così difficile da raggiungere per i compagni che li seguono, per di più senza avvertire del cambio di programma.
Sono ormai le 18.30, la luce a disposizione è poca e il freddo si fa sempre più intenso. Bonatti chiama insistentemente Lino (Lacedelli) e Achille (Compagnoni), ma senza alcun esito. Mahdi comincia a dare segni di nervosismo e lo stesso Bonatti comincia a sentirsi addosso la paura. I due salgono spinti dalla forza della disperazione, con le spalle in preda a dolori lancinanti dovuti al peso delle bombole di ossigeno, che non possono nemmeno usare dato che non hanno con sé i respiratori. Gridano ancora. Nessuna risposta. I due si muovono con estrema difficoltà su un pendio ripidissimo e estremamente pericoloso, dove anche il fermarsi a riposare nella neve rappresenta un rischio enorme. Le tracce dei compagni che li hanno preceduti riappaiono a tratti, ma Bonatti non è più nemmeno sicuro che siano vere e proprie tracce.

La situazione si fa insostenibile, tanto che Bonatti d'improvviso getta le bombole d'ossigeno e con le ultime forze residue si inerpica per il canale di ghiaccio in cima al quale si trova la roccia dove dovrebbe esserci la tenda: anche se ne aveva già avuto il presentimento, la realtà lo lascia attonito. Non c'è alcuna tenda. L'emozione è violenta: una morte per congelamento è il destino che aspetta Mahdi e Bonatti. Ormai è tutto assolutamente buio, e non c'è la minima possibilità di tentare una discesa in queste condizioni. I richiami disperati dei due si perdono nell'oscurità più totale. Le urla di Mahdi sono impressionanti, la paura e la rabbia verso i compagni che li hanno di fatto abbandonati in quelle condizioni gli stanno facendo perdere la testa.Bonatti ha un'idea, ed è quella di raggiungere la fascia rossa di rocce risalendo direttamente il canalone di neve che li ha portati fino al punto in cui avrebbero dovuto trovare la tenda, evitando così una traversata del pendio che di notte si rivelerebbe pericolosissima. Ma Mahdi continua a urlare imprecazioni nella sua incomprensibile lingua e agita furiosamente la piccozza verso l'alto, come a voler minacciare un nemico invisibile. Ancora un richiamo disperato ai compagni riparati in qualche piega nascosta della grande parete, ancora silenzio. Mahdi è ormai fuori di sé, sopraffatto dalla paura e dall'eccitazione, e lo stesso Bonatti comincia ad essere terrorizzato dai gesti inconsulti che potrebbe commettere: non solo si trovano a quote in cui è difficile sopravvivere, ma soprattutto si muovono su un terreno pericolosissimo, dove un passo sbagliato può significare un volo mortale di centinaia di metri.

Bonatti dà prova di lucidità ed opta per l'unica, flebile possibilità di salvezza: scavare con la piccozza un bivacco, ossia poco più che un buco nel ghiaccio, e sperare di sopravvivere lì dentro alla notte himalayana. Si mette a scavare come un forsennato, nell'indifferenza apatica di Mahdi, che sembra ormai rassegnato al peggio.
Ma anche Bonatti sente di impazzire: ad un certo punto si sorprende a lanciare maledizioni contro Compagnoni e Lacedelli e a gridare a squarciagola che non vuole morire. Quando si risveglia dalla trance, Bonatti scopre di aver scavato un discreto ripiano sul ripido pendio. Vi si sistema assieme a Mahdi, che si è un po' tranquillizzato. Senza ormai più voce, e senza più alcuna speranza di ricevere risposta, lanciano gli ultimi richiami verso i compagni. Invece, incredibilmente, un voce. Questo il racconto di Bonatti stesso: "Ed ecco, incredibile, nel profondo silenzio, sulla cresta appena sotto la fascia rocciosa, si accende una luce. "Lino! Achille! Siamo qua! Perché solo ora vi fate vivi?" Con voce ben distinta Lacedelli si scusa, ma piuttosto crudamente. Conoscendo la sua indole buona, non voglio prendere sul serio il significato delle sue parole. Uno dei primi effetti che procura la rarefazione dell'aria è il nervosismo, l'irascibilità. In fondo, penso, anch'io poco fa mi sono scagliato contro di loro, insultandoli e maledicendoli. "Avete l'ossigeno?" riprende la voce. "Sì!" rispondo. "Bene! Lasciatelo là e scendete subito" "Non posso! Mahdi non ce la fa!" "Come?" "Ho detto che Mahdi non ce la fa, io posso arrangiarmi da solo, ma Mahdi è fuori di sé, in questo momento sta attraversando la parete!"
Mahdi infatti, accecato dalla rabbia verso i compagni e annebbiato dalla fatica e dalla mancanza d'aria, si lancia in una folle traversata del pendio in direzione della luce apparsa più in alto, gridando come un ossesso contro Lacedelli e Compagnoni. Quando le crisi di Mahdi si placano, egli torna al precario bivacco scavato da Bonatti. I due riprendono a chiamare i compagni, ma non ricevono più nessuna risposta. Racconterà Bonatti la sensazione che gli diede quella mancata risposta, proprio nel momento in cui la voce di Lacedelli gli aveva fatto credere di essere in salvo: "Sentii come un marchio di fuoco imprimersi sulla mia anima". Bonatti perdonerà e giustificherà, ma non riuscirà mai a dimenticare. O meglio, non accetterà che le verità ufficiali trattassero come un piccolo disguido, come qualcosa su cui sorvolare in nome della concordia nazionale, la terribile esperienza di cui sarà protagonista assieme a Madhi. La luce è sparita e il silenzio li avvolge di nuovo. Non c'è luna, ma milioni di stelle illuminano le vette innevate delle montagne circostanti, alcune delle quali sono tra le più alte del mondo. Una visione meravigliosa, se non fosse che il prezzo da pagare per goderne rischia di essere la vita stessa. Mahdi e Bonatti si stringono l'uno all'altro, ma il freddo è disumano, e per di più la posizione del bivacco è pericolosa, perché esposta in pieno alle valanghe e alle cadute di sassi e ghiaccio dalla parete sovrastante.
Ogni tanto Bonatti si accorge che una parte del corpo sta perdendo sensibilità e allora si costringe a reagire: sono molti gli alpinisti che al ritorno da una scalata (o un tentativo di scalata) himalayana hanno dovuto subire amputazioni, in genere alle dita delle mani o dei piedi, a causa dei congelamenti; ma qui la posta in gioco è ancor più di una mano: è la vita stessa. Il gelo è talmente atroce che anche il cervello sembra spegnersi in un torpore dal quale non ci si può lasciar vincere. A volte a Bonatti non basta massaggiare le estremità intorpidite, ed è costretto a picchiarle con forza con la piccozza.
"Questo è un metodo che oltre ad essere efficace per riattivare la circolazione del sangue, toglie anche ogni dubbio di stare vaneggiando per mancanza di ossigeno", commenterà poi Bonatti. Se comunque sopravvivere una notte in aperta parete, a ottomila metri e per di più senza ossigeno, era già un'impresa eroica, ecco che, come in un thriller, una folata di neve sbatte in faccia ai due scalatori. Poi un'altra, e un'altra ancora: presto una violenta bufera si abbatte sui due disgraziati, con turbini selvaggi che penetrano sotto i vestiti e costringono i due a proteggersi naso e bocca con le mani per non restare soffocati dalla polvere ghiacciata. Presto la neve sommerge la buca dove i due si riparano.
La lotta con la natura è atroce ed impari, e i due, ridotti ormai all'ultimo stadio, quello in cui prevale solo l'istinto primordiale di sopravvivenza, riscavano la buca infinite volte. Ognuno ormai lotta solo per se stesso, facendo appello alle ultime risorse, eppure Bonatti ha la prontezza di distinguere tra le urla assordanti della bufera un urlo umano e di allungare istintivamente un braccio verso l'ombra di Mahdi, proteso ormai verso il precipizio, spinto forse da un disperato istinto di tornare all'ottavo campo.
La situazione è disperata. Bonatti arriva a scavare un buco orizzontale nella parete giusto per ripararvi la testa, mentre la tormenta continua impietosa. Così descriverà Bonatti il placarsi della bufera: "Albeggia, il vento cala . Un mare di nebbie ricopre ancora tutto fino a poche centinaia di metri da noi. Il cielo via via ridiventa limpido e qualche stella ritorna a brillare nel cielo quasi chiaro. L'aria si è fatta immobile e di un gelo astrale. Quante ore sia durato questo inferno, non lo so. Comprendo solo che il mio corpo è come se non appartenga più a me stesso: non sento più i piedi, né le mani, le gambe non mi reggono e tutto il resto del mio corpo, in particolare le braccia, è scosso da un tremore continuo che non mi riesce di arrestare. E' molto che riesca ancora a ragionare."

Mahdi, come un automa, senza dire una parola, comincia a scendere barcollando. E' sfigurato dal gelo e Bonatti si domanda con angoscia se riuscirà a non precipitare. Quando, dopo soste ed esitazioni, Mahdi si ritrova in una zona meno pericolosa, al temporaneo sollievo di Bonatti si sostituiscono presto i sensi di colpa: la sera precedente, per dissuadere Mahdi dall'intenzione di discendere il pendio durante la bufera, Bonatti gli aveva fatto improbabili promesse di somme di denaro.
Eppure ora, dopo aver temuto tanto per la sua vita, Bonatti lo vede scendere da solo e comincia a dubitare delle scelte fatte. Ma ormai l'avventura è finita. Pur tra enormi difficoltà anche Bonatti ridiscende il pendio e raggiunge finalmente l'8° campo, la salvezza. In giornata arriverà la notizia dell'avvenuta conquista del K2, che sarà celebrata, non solo in Italia, come una grande impresa. Un'impresa in cui Bonatti e Mahdi hanno avuto, loro malgrado, un ruolo tutto particolare. Nei mesi successivi non mancheranno le polemiche, anche violente, sull'episodio. La retorica nazionale avrebbe messo volentieri la sordina ai diverbi tra Bonatti e Lacedelli e Compagnoni.
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
It's all in your mind - Jim Bridwell
Avatar utente
quilodicoequilonego
 
Messaggi: 5144
Images: 141
Iscritto il: sab feb 07, 2004 17:36 pm
Località: TN

Messaggioda quilodicoequilonego » sab mag 08, 2004 17:18 pm

...gli rimarrà il rimorso fino alla tomba
Compagnoni, lei l´ha letta la relazione dei tre saggi?
«Bisogna avere un po´ più di amor patrio e non dimenticare il passato, quando siamo scesi dal K2 c´era tutto verbalizzato. I tre saggi per me non contano niente, io sono sereno e tranquillo, non ho niente da rimproverarmi».
E il fatto che ci sia una versione diversa avvalorata ufficialmente?
«Non parlo, sentirne parlare mi fa arrabbiare. Invece che festeggiare una bella ricorrenza tirano fuori queste cose».
Con Bonatti, se viene, vi stringerete la mano?
«Mi spiace, non ne voglio parlare».
Ma non è stato Desio a deciedere, non c´erano Compagnoni o Lacedelli, a chi toccava toccava. In quel momento ci siamo trovati lì noi(......)

l'intervista a Erich Abram:
Erich Abram, invece, di Walter Bonatti parla come un fratello. «Ci diciamo sempre tutto», confida l´alpinista bolzanino che ha 82 anni per l´anagrafe, ma non per la vitalità.
Abram, il giudizio dei tre saggi metterà la parola fine al caso K2?
«No, ma è già una bella tappa. Ho parlato con Bonatti ed ha avuto una svolta anche nella sua vita. Ha ancora delle piccole remore. Non è stata una vittoria, ma giustizia».
Quindi Bonatti aveva ragione?
«Io dico di sì. Sono stato con lui quando ci siamo alternati a portare le bombole nella zona degli 8mila e le cose sono andate regolari»
Come le ha raccontate Bonatti nei suoi libri bianchi?
«Io direi di sì».


Messner: «Il padre del K2 è Bonatti»
Compagnoni e Lacedelli invitati
ma non vengono fatti parlare !!!!!!!!!!!!!!!!!

Maria Emanuela Desio con Chrales Houston. «Non è vero che mio padre non volle Cassin nella spedizione e lo lasciò a casa», ha detto.

Achille Compagnoni mentre firma autografi. La moglie commenta: «Non è per nulla d´accordo con quello che ha detto Messner, ma non l´hanno fatto parlare» (infatti nell'intervista ha parlato.....)

Quanto alla decisione improvvisa di rendere noti i risultati della ricerca dei tre saggi proprio nei giorni del Filmfestival, invece, Bianchi (pres. uscente del CAI) è perentorio. «Anch´io non l´ho propria capita ´sta cosa. Non c´era assolutamente ragione di anticiparla così».
(anzi era + comodo insabbiare tutto...)

...così vanno le cose in Italia
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
It's all in your mind - Jim Bridwell
Avatar utente
quilodicoequilonego
 
Messaggi: 5144
Images: 141
Iscritto il: sab feb 07, 2004 17:36 pm
Località: TN

Messaggioda quilodicoequilonego » lun mag 10, 2004 8:35 am

...però col governo Berlusca abbiamo risolto anche questo mistero durato 50 anni :twisted:
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
It's all in your mind - Jim Bridwell
Avatar utente
quilodicoequilonego
 
Messaggi: 5144
Images: 141
Iscritto il: sab feb 07, 2004 17:36 pm
Località: TN

Re:

Messaggioda otttoz » mar gen 17, 2017 21:38 pm

quilodicoequilonego ha scritto:...
l'intervista a Erich Abram:
Erich Abram, invece, di Walter Bonatti parla come un fratello. «Ci diciamo sempre tutto», confida l´alpinista bolzanino che ha 82 anni per l´anagrafe,

...



Addio ad Erich Abram, signore delle Dolomiti

http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cro ... hfaabzel-1
iscritto dal 2008
rules.php
Avatar utente
otttoz
 
Messaggi: 1300
Images: 3
Iscritto il: sab mar 15, 2008 9:22 am

Precedente

Torna a Alpinismo - Grandi montagne - Spedizioni

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 9 ospiti

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.

cron