Io di solito in agosto pascolo in agordino, dunque tra me e il Peralba si frappongono circa 2 ore di macchina. Però l?occasione è ghiotta, perché Sua Eccellenza, l?esimio prof. Arteriolupin mi concederà il privilegio di accompagnarlo sull?alpe nei pressi del luogo ove soggiorna, ovvero alle pendici del Peralba medesimo. Cosa saranno mai dunque per me 2 misere ore d?auto? quale lieve fardello sarà per me svegliarmi alle 3.45 di mattina pur di cogliere l?inusitato e rarissimo privilegio?
Insomma parto alle 4.30, però a quest?ora si viaggia da dio, dunque alle 6.00 sono già a Cima Sappada, in anticipo di mezz?ora sull?appuntamento. Mando un SMS di avviso ed ecco subito comparire il baldanzoso giovincello, incurante dell?ulteriore fardello che incrementa le sue primavere essendo oggi (13 agosto) il suo compleanno.
Alle 6.30 parcheggiamo presso il rif. Sorgenti del Piave. Siamo assolutamente soli.
Il motivo dell?ora prescelta tanto acerba è che il meteo oggi non promette troppo bene per il pomeriggio, dunque si è deciso di colpire l?obiettivo sorprendendo il nemico prima che possa organizzarsi.
La mattinata è limpida, l?aria è trasparente e fresca, ci incamminiamo senza perdere tempo in direzione dell?attacco al crestone ovest del nostro monte.
All?inizio la salita è ripida, rocciosa e ?sporca? di verde e terriccio.
All'attacco del crestone ovest
Una volta rimontato lo zoccolo verde, però, poi la roccia si fa chiara e pulita.
Oltre lo zoccolo verde
Guadagniamo quota senza difficoltà, poche sono le occasioni di mettere giù le mani tanto che non ripongo nemmeno i bastoncini nello zaino.
Uno sguardo verso sud: il m.te Lastroni
Curioso pinnacolo in una gola che precipita a sud
Verso il m.te Rinaldo e le lontane dolomiti di Sesto
Lo zaino mi appesantisce abbastanza, mi sono portato via di che sopravvivere a lungo qualunque sfortunata evenienza mi possa cogliere, come al solito esagerando. Si tratta evidentemente della solita antica prudenza che per nulla somiglia alla leggerezza con cui si usa oggi andare in montagna. Ma io sono di vecchia scuola e ne seguo ancora i dettami. Tra le ataviche usanze, poi, c?è anche quella che in montagna si parte presto, come infatti stiamo facendo oggi, notando però anche come siamo ormai praticamente i soli a farlo. Eppure partendo presto si ottengono solo vantaggi, che non mi prendo nemmeno il fastidio di enumerare qui. Insomma crediamo che chi si alza tardi la mattina si perda il meglio della vita, ma evidentemente la nostra è solo un?opinione da anziani quali siamo, e che non sanno cosa si perdono invece a tirare tardi come fanno praticamente tutti gli altri. E nemmeno lo vogliono sapere.
Con poco più di 2 ore di cammino arriviamo in vetta.
In vetta
Buon compleanno in vetta!
In fondo si tratta di una piccola montagna che non tocca nemmeno i 2700 di quota, ma lo sguardo all?intorno è ampio e circolare, e la vista spazia libera dalle dolomiti di Sesto a quelle del Cadore, dalla Carnia all?Austria dove in lontananza biancheggiano i ghiacciai del Grossglockner e del Grossvenediger.
Il Coglians in lontananza
Restiamo in cima mezz?ora circa, poi per scendere imbocchiamo la normale, dal 1988 intitolata a GPII per ricordare la sua storica salita.
Verso la normale di discesa
Un franoso canalino è attrezzato con corda metallica, ma la corda è superflua, si può fare benissimo a meno di utilizzarla.
Canalino attrezzato lungo la normale
Lungo la normale; a sinistra in alto il canalino attrezzato
Verso la fine della salita incontriamo il primo essere umano, un solitario in salita. Sono quasi le 10, alla buon?ora!
Dopo circa un?ora di discesa lungo la normale, giunti nei pressi del passo dell?Oregone, dove corre il confine con l?Austria, pieghiamo verso passo Sesis e oltre quello scendiamo rapidamente al rif. Calvi.
Il passo dell'Oregone con vecchi baraccamenti militari
Il passo Sesis
Targa che ricorda la salita di GPII
Il rif. Calvi
Alle 10.30 il rifugio è ancora alle attività della prima mattina quando iniziano ad arrivare i primi turisti. Siccome ci sembra brutto cominciare a chiedere polenta e formaggio fuso a quest?ora, decidiamo di scendere per pranzare altrove.
Il Peralba visto dal rif. Calvi
Tornati dunque alle Sorgenti del Piave riprendiamo l?auto e ci dirigiamo verso i Piani del Cristo fermandoci alla baita Rododendro, dove verso le 11.30 riusciamo ad impietosire i simpatici ragazzi che la gestiscono convincendoli a servirci stinco e frico, birra e radler, proprio mentre le prime gocce di pioggia ci riempiono di soddisfazione per l?ottimo scampolo di giornata così destramente rubato al maltempo.
E così anche stavolta le mie pingui riserve alimentari non le ho nemmeno toccate, neanche un goccio d?acqua ho consumato, non ne ho sentito affatto il bisogno; tutte queste vettovaglie le ho portate soltanto in gita, risulteranno forse buone per un?altra volta quando le porterò in gita nuovamente.
Chuck Norris ha contato fino a infinito. Due volte.