Il più grande

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda marinoroma » ven mar 23, 2007 19:09 pm

Non mi ha mai dato l'idea di una forzatura narrativa il fatto che Bonatti se la cavasse sempre senza danni fisici da tutte le disavventure ma semplicemente di un dato di fatto diciamo "fisiologico", era semplicemente piu' duro e coriaceo di almeno un'ordine di grandezza rispetto agli altri.

Fra l'altro lo stesso discorso vale per Desmaison, chiunque leggendo 342 ore nelle gd jo avrà pensato che la sua resistenza finale, fermo nel bivacco per 4-5 gg, fosse sovraumana, eppure D. non l'enfatizza piu' di tanto, se non nel mitico "que t'es fort René" pronunciato dal soccorritore (devouassoux mi pare) quando le raggiunge con il cavo dall'alto. E' semplicemente un dato di fatto.

Quindi non direi che Bonatti ci metta del suo per esaltare il mito del superuomo.... mentre invece esalta sicuramente il lato della lotta contro gli elementi, una lotta epica, fuori dal tempo, una saga medievale quasi. Una lotta che é sempre esistita nel destino dell'uomo, anche se non la condividiamo (almeno io....)
secondo me é proprio per questo aspetto che le avventure di bonatti sono leggibili e affascinano anche chi non é addentro alla montagna, sono avventure di un uomo, spesso solo, nella natura piu' dura e piu' vera. Ci sarà anche un lato mediatico, ma i libri di bonatti secondo me li legge anche chi si é letto moby dick, senza per forza aver mai messo piede su una montagna.

un lato che invece manca completamente nella sua letteratura é il rapporto con i suoi compagni... carne da cannone ha detto qualcuno, beh in effetti..... non ho mai capito se fosse dettato da un egocentrismo assoluto oppure da una riservatezza talmente grande che non gli lasciava tirare fuori emozioni che coinvolgevano anche altri.... fatto stà che a volte ci si dimentica che esistano...... tranne sicuramente per le scarne ma travolgenti parole dedicate a Oggioni sul punto di morte

ho letto da poco La montagna incantata di boardman, e la metà del libro é incentrata sul rapporto tra i due, una finezza psicologica e una delicatezza come raramente ho potuto leggere, anche aldilà di libri di montagne, ma é un'altro discorso



fatemi giusto fare i complimenti a luca, davide, alberto e enzolino, mi state regalando uno dei piu' bei topic da sempre......
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Messaggioda Davide62 » ven mar 23, 2007 19:29 pm

marinoroma ha scritto:Non mi ha mai dato l'idea di una forzatura narrativa il fatto che Bonatti se la cavasse sempre senza danni fisici da tutte le disavventure ma semplicemente di un dato di fatto diciamo "fisiologico", era semplicemente piu' duro e coriaceo di almeno un'ordine di grandezza rispetto agli altri.

Fra l'altro lo stesso discorso vale per Desmaison, chiunque leggendo 342 ore nelle gd jo avrà pensato che la sua resistenza finale, fermo nel bivacco per 4-5 gg, fosse sovraumana, eppure D. non l'enfatizza piu' di tanto, se non nel mitico "que t'es fort René" pronunciato dal soccorritore (devouassoux mi pare) quando le raggiunge con il cavo dall'alto. E' semplicemente un dato di fatto.


Sicuramente due fisici fuori dal comune, sia in termini di forza che di resistenza.
342 ore..lo leggo almeno una volta all'anno, e ogni volta mi sembra che debbano farcela......
Leggo anche (quasi una specie di pellegrinaggio) a tratti I giorni grandi o Le mie montagne, crogiolandomi quasi nell'epopea bonattiana, nel gusto per la drammaticità della prosa.
Che piaccia o meno, si tratta di un genre dai connotati spiccati.


Quindi non direi che Bonatti ci metta del suo per esaltare il mito del superuomo.... mentre invece esalta sicuramente il lato della lotta contro gli elementi, una lotta epica, fuori dal tempo, una saga medievale quasi. Una lotta che é sempre esistita nel destino dell'uomo...


E' vero, anch'io ne traggo questa impressione.


un lato che invece manca completamente nella sua letteratura é il rapporto con i suoi compagni...


Lui non aveva compagni, ma solo secondi.
Dalle letture in pochissimi casi racconta di un compagno in testa.
Come nella salita alla punta Whimper con Vaucher, dove Bonatti dice che è l'unico di cui si fida ed è come se fosse lui davanti.
Ecco, forse l'ho trovato supponente nei confronti di Zappelli (Che da buon allievo tace...cito testualmente dalla salita alla nord del Pilier d'Angle), quando decide di non legarsi più con lui per via del fatto che Zappelli entrò a far parte della Società delle Guide di Courmayeur.
Allora Bonatti cade in uno sproloquio stucchevole usando un lessico fatto di
"lego alla mia corda" e "lo slego dalla mia corda".
In quel frangente ho avuto l'impressione che forse un piccolo piedistallo ce l'aveva.
Del resto poteva anche permetterselo.

Uno che vorrei incontrare almeno una volta è Desmaison, lo abbraccerei come abbraccerei un padre.
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Messaggioda marinoroma » ven mar 23, 2007 20:02 pm

Davide62 ha scritto:342 ore..lo leggo almeno una volta all'anno, e ogni volta mi sembra che debbano farcela......
Leggo anche (quasi una specie di pellegrinaggio) a tratti I giorni grandi o Le mie montagne, crogiolandomi quasi nell'epopea bonattiana, nel gusto per la drammaticità della prosa.



pensavo di essere il solo maniaco......
anch'io faccio esattamente la stessa cosa :oops:

ogni tanto mi avvicino allo scaffale e come un magnete la mano cade su 342 ore, lo apro ed in genere lo rileggo tutto..... (come ti capisco,anch'io non mi capacito che si blocchino....)
lo stesso vale x alcuni racconti dei Giorni Grandi (pilone centrale, pilier d'angle e cervino), mi avvicino allo scaffale e zac.... sono già a metà racconto, crogiolandomi, esatto
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Messaggioda alter-ego » ven mar 23, 2007 20:08 pm

marinoroma ha scritto:
Davide62 ha scritto:342 ore..lo leggo almeno una volta all'anno, e ogni volta mi sembra che debbano farcela......
Leggo anche (quasi una specie di pellegrinaggio) a tratti I giorni grandi o Le mie montagne, crogiolandomi quasi nell'epopea bonattiana, nel gusto per la drammaticità della prosa.



pensavo di essere il solo maniaco......
anch'io faccio esattamente la stessa cosa :oops:

ogni tanto mi avvicino allo scaffale e come un magnete la mano cade su 342 ore, lo apro ed in genere lo rileggo tutto..... (come ti capisco,anch'io non mi capacito che si blocchino....)
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8O 8O 8O 8O

Mai letto L'amante di Lady Chatterley? :roll:
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Messaggioda Davide62 » ven mar 23, 2007 20:15 pm

alter-ego ha scritto: 8O 8O 8O 8O

Mai letto L'amante di Lady Chatterley? :roll:


veramente no :lol:
Però ho letto almeno 5 volte 100 anni di solitudine, ma soprattutto perchè volevo tener conto di tutte le generazioni di Budendìa 8)
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Messaggioda marinoroma » ven mar 23, 2007 21:02 pm

alter-ego ha scritto:
8O 8O 8O 8O

Mai letto L'amante di Lady Chatterley? :roll:


ladiche ?
nun me le devi fà ste battute de curtura, che io nun le capisco, nun so mica studiato ..... :lol:
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Messaggioda lucasignorelli » sab mar 24, 2007 0:55 am

Davide62 ha scritto:Di Gervasutti ho potuto solo leggere "Il Fortissimo" e sinceramente non ho trovato nessuna punta d'ironia in tutto il libro.


C'è, c'è, rileggitelo con calma e vedi che la trovi - la salita con Colonnetti alle Petit Jorasses, le battute sul sistema tedesco di fare le prime negli anni 30, il suddetto episodio del "ma sul Monte Bianco c'è stata perfino mia nipote!", e via dicendo. Non è certo una roba alla Livanos da una risata ogni due righe (di Livanos c'è ne è stato uno solo!), ma Gervasutti ci ha sempre quella specie di sorrisetto... perfino l'ultimo capitolo, "Perchè", quello che tutti citano per la frase finale "Osa, osa, etc", è fondamentalmente una sottile presa in giro del tipico circolo vizioso dell'alpinista della del weekend "Vado in montagna per sfogare il malumore accumulato in una settimana e poi guarda che mi capita, tze!!!". Tutto con quell'eleganza quasi giapponese della scrittura di Gervasutti, molto obliqua, dove magari la tempesta ulula e le valanghe cadono, ma non bisogna mai dare l'impressione di scomporsi troppo senno la gente pensa male...
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Messaggioda lucasignorelli » sab mar 24, 2007 1:05 am

Enzolino ha scritto:Di Bonatti ricordo le paure e persino i pianti e pensavo "... beh ... se dovessi piangere, di sicuro non lo racconterei ..."

Lui racconta la fatica, la sete, la disperazione ... un superuomo, come talvolta mi pare Messner, non prova tutte queste cose ...


Stai confermando semplicemente quello che ho sempre pensato. E' proprio qui che sta il vero e unico genio di Bonatti - l'aver intuito che, per il grande pubblico, non c'è eroe più grande di chi sa vincere le proprie debolezze, magari mettendole in piazza. Sai che noi leggere di qualcuno che, qualsiasi cosa capita, tutto gli scivola addosso! Uno finisce per pensare - beh, se è così, significa che quello che fa non è poi COSI' difficile. Pensa a "Rocky", il primo - l'eroe sincero e un po' sfigato che parte da una situazione di assoluto svantaggio ma poi, a volte con il "core 'n mano" riesce a vincere il titolo. Beh, "Le Mie Montagne" non è che sia così differente - pensa al capitolo sui Drus, con lui che ha l'esaurimento nervoso per essersi fatto sfuggire il K2 è decide di giocare il tutto per tutto sui Drus per dimostrare al mondo chi è... se non è una cosa che poteva andare bene a Sylvester Stallone, non so cosa sia!!!!
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Messaggioda faustone » sab mar 24, 2007 18:38 pm

Sicuramente il più affascinante......anche per il suo modo di scrivere, forse l'unico vivente a cui è stato dedicato un rifugio (non ho in mente altri casi). Lo dobbiamo ringraziare per le ore che ci ha fatto passare sognando o fremendo, leggendo le sue storie.
L"alpinista" per definizione nell'età dell'alpinismo eroico.

Ogni fase ha avuto il suo ".. più grande", e giustamente avete citato Messner.

Io, dal Nord-est vorrei ricordare due figure dell'alpinismo di esplorazione, molto diverse tra loro:
Paul Preuss, morto a 27 anni dopo aver conquistato 1200 vette, di cui centinaia inesplorate, un vero assetato di montagna...
Julius Kugy, una vita a salire per le sue Alpi Giulie, con vie da lui aperte e ripetute centinaia di volte, e centinaia di notti passate a bivaccare a cielo aperto sulle cime che ne aveva fatto sua dimora.( leggete qualche suo libro..)
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Messaggioda Davide62 » sab mar 24, 2007 19:29 pm

Questa è una delle poche immagini di Kugy

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Messaggioda lucasignorelli » sab mar 24, 2007 19:36 pm

faustone ha scritto:Sicuramente il più affascinante......anche per il suo modo di scrivere, forse l'unico vivente a cui è stato dedicato un rifugio (non ho in mente altri casi).


Il Bonatti non è un rifugio se non nel nome, è un albergo con ristorante, di proprietà privata.

Mi risulta che anche Messner abbia qualche cosa di intitolato, tipo un museo.
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Messaggioda faustone » lun mar 26, 2007 22:43 pm

Per quel che ne so' Il museo Messner Firman, e il Museo Messner delle Nuvole, sono musei comunque voluti e aperti da Messner stesso, e, se non erro, anche nel suo castello all'imbocco della Val Senales, ha aperto un museo di reperti Alpinistici.
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Messaggioda Roberto » lun mar 26, 2007 22:46 pm

Chi ha un rifugio intitolato, chi un bivacco, chi un albergo .... ma solo Davide62 ha una vetta in Himalaya che porta il suo nome :wink:
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Messaggioda paolo s4 » lun mar 26, 2007 22:52 pm

Io ho una via a Traversella :oops:

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Messaggioda Davide62 » mar mar 27, 2007 20:09 pm

Roberto ha scritto:Chi ha un rifugio intitolato, chi un bivacco, chi un albergo .... ma solo Davide62 ha una vetta in Himalaya che porta il suo nome :wink:


Capito :?: :?: :twisted: :twisted: :twisted: :wink:
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Messaggioda dalamar » mar mar 27, 2007 20:36 pm

mi consigliate qualcosa da leggere di Bonatti?
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Messaggioda Davide62 » mar mar 27, 2007 21:28 pm

dalamar ha scritto:mi consigliate qualcosa da leggere di Bonatti?

Ma con piacere 8O :wink:
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Messaggioda Gen_Lee » mar mar 27, 2007 22:03 pm

Le mie Montagne e il caso K2
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Messaggioda dalamar » mar mar 27, 2007 22:18 pm

grasias!!!
domani sono in biblioteca ad ordinarli.
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Messaggioda sideshow-nico » dom apr 01, 2007 15:17 pm

da piccolo (cioe' da ieri l'altro) avevo 2 alpinisti x mito, Bonatti e Maestri.

Sono risuscito a conoscere e parlare con tutti e due. Persone completamente diverse, ma a loro modo affascinanti.

Bonatti mi ha stupito tutte e due le volte che gli ho parlato x la disponibilità e la passione che trasmetteva in ogni sua parola. Alla fine delle sue conferenze lo avranno fermato a parlare almeno 50 persone, e lui dava retta a tutte e 50. A spezia gli organizzatori non sapevano come fare x chiudere il teatro visto che lui continuava a chiacchierare.

Gli diedi da firmare "in terre lontane" e lui mi disse: "sono veramente contento di firmartelo, mi danno sempre quelli di montagna, eppure li' dentro c'e' lo stesso spirito, c'e' racchiuso tutto".

L'ultima volta che l'ho incontrato gli ho chiesto se avesse intenzione di pubblicare un libro fotografico vista la quantità immensa di materiale che ha, lui ha detto che è un po' di tempo che ci pensa, che forse lo farà.
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