Il più grande

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda Siloga66 » dom mar 18, 2007 21:03 pm

Mi son sempre chiesto se i "grandi" tipo Bonatti, Messner, Mariacher, Manolo, Giordani, ecc. leggeranno mai queste pagine.
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
Ma i tedeschi son fighi lo stesso.
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Messaggioda stefano91 » dom mar 18, 2007 21:04 pm

Siloga66 ha scritto:Mi son sempre chiesto se i "grandi" tipo Bonatti, Messner, Mariacher, Manolo, Giordani, ecc. leggeranno mai queste pagine.

intanto le legge rabanser...e pure oviglia...e c'è roberto.
che vuoi di più??
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Messaggioda Roberto » dom mar 18, 2007 21:05 pm

Siloga66 ha scritto:Mi son sempre chiesto se i "grandi" tipo Bonatti, Messner, Mariacher, Manolo, Giordani, ecc. leggeranno mai queste pagine.
Io dico di si, però fanno i sostenuti, non gli va di buttarsi nella mischia 8) ..... e c' hanno ragione :roll:
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Messaggioda Siloga66 » dom mar 18, 2007 21:06 pm

Beh. Anche Marco Anghileri legge e scrive. Roberto? e chi è? :wink:
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Messaggioda Siloga66 » dom mar 18, 2007 21:07 pm

:oops: ops. Scusa Roberto. Vedo solo ora che sei collegato. Lo dicevo per scherzo.
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Messaggioda Roberto » dom mar 18, 2007 21:54 pm

E' questione di ideologia, la mia la conoscete tutti, partecipare è fondamentale :wink:
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Messaggioda AlpineMan® » dom mar 18, 2007 23:47 pm

l'orobico ci legge di fisso... :D

gli altri non so,e non voglio saperlo
8)

ps:mai stati voi nelle storiche rocce di allenamento dove il giovane orobico apprendeva le prime tecniche classiche???

ah altri tempi ...gia altri tempi...oggi ci han messo bacheche...famiglie intere che fanno un baccano boia..

gia vero..il moderno uccide il classico..

tutto ha una fine..per fortuna le gesta del passato restano immortali...

cia un altro goccio per dimenticare va..
:(
...il moderno uccide l'alpinismo classico...
........io resto nel passato!!!

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Messaggioda Andreino » lun mar 19, 2007 12:21 pm

Il più grande?

Forse sì 8)

Ma, in ogni caso, vista l'impossibilità a paragonare imprese e personaggi di epoche diverse ed in specialità differenti, ciò che conta per definire un immortale è la sua presenza nel ristretto gruppetto di coloro che possono ambire ad essere considerati il più grande.

Ecco, Walter in questa élite c'è di sicuro.

Sia per quel che ha fatto, sia per il rigore etico e le motivazioni pure e limpide che lo hanno spinto sempre, sia per l'opera anche mediatica che ha portato nel mondo dell'alpinismo e per la sua diffusione.

Un GRANDE: mi inchino :wink:
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Messaggioda Enzolino » lun mar 19, 2007 12:33 pm

Pensavo ai grandi del passato ...

Non e' facile paragonare le imprese ed i personaggi dell'alpinismo, ma credo che uno dei criteri sia quello di vedere in che misura un'alpinista si sia spinto al di la' del suo tempo ...

Ci son stati coloro che hanno risolto "gli ultimi problemi", ma in pochi hanno saputo re-inventare l'alpinismo ed indirizzarlo in nuove direzioni, senza ripercorrere idee o filosofie ben consolidate.

Allora penso solo a due figure ... Bonatti, con le sue solitarie, che credo fossero una novita' nel periodo in cui sono state realizzate, e dal carattere non solo avventuroso, ma epico.

L'altra figura e' Messner, sopratutto per l'Everest senza ossigeno e le solitarie "integrali" agli 8000 tra cui l'Everest ...

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda alberto60 » lun mar 19, 2007 13:03 pm

savsav ha scritto:Nel 1958 con Carlo Mauri raggiunse la vetta del Gasherbrum IV (7980 m) senza servirsi di bombole d'ossigeno.


Questa me l'ero proprio dimeticata. Grande impresa.

Al Gran sasso non so se c'è stato ma in Apuane è venuto anche perchè arrampicava con Cosimo Zappelli che era di Viareggio.

Ulimamente è uscito un libro ricordo su Annibale Simonetti alpinista Lucchese dove ci sono diverse foto con Walter Bonatti.
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Messaggioda stefano91 » lun mar 19, 2007 14:41 pm

alberto60 ha scritto:
savsav ha scritto:Nel 1958 con Carlo Mauri raggiunse la vetta del Gasherbrum IV (7980 m) senza servirsi di bombole d'ossigeno.


Questa me l'ero proprio dimeticata. Grande impresa.

Al Gran sasso non so se c'è stato ma in Apuane è venuto anche perchè arrampicava con Cosimo Zappelli che era di Viareggio.

Ulimamente è uscito un libro ricordo su Annibale Simonetti alpinista Lucchese dove ci sono diverse foto con Walter Bonatti.

ha aperto qualcosa??? :D
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Messaggioda alberto60 » lun mar 19, 2007 16:04 pm

stefano91 ha scritto:
alberto60 ha scritto:
savsav ha scritto:Nel 1958 con Carlo Mauri raggiunse la vetta del Gasherbrum IV (7980 m) senza servirsi di bombole d'ossigeno.


Questa me l'ero proprio dimeticata. Grande impresa.

Al Gran sasso non so se c'è stato ma in Apuane è venuto anche perchè arrampicava con Cosimo Zappelli che era di Viareggio.

Ulimamente è uscito un libro ricordo su Annibale Simonetti alpinista Lucchese dove ci sono diverse foto con Walter Bonatti.

ha aperto qualcosa??? :D


No non ha aperto nulla.

Però parlando con Elso Biagi mi confidò che lui e Angelo Nerli andarono in fretta a furia a fare la loro via sulla sud del Sumbra, anche se il tempo non prometteva bene, perchè sembra che Walter Bonatti fosse interessato a risolvere il problema della parete sud , su suggerimento di Cosimo Zappelli.
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Messaggioda stefano91 » lun mar 19, 2007 16:07 pm

alberto60 ha scritto:
stefano91 ha scritto:
alberto60 ha scritto:
savsav ha scritto:Nel 1958 con Carlo Mauri raggiunse la vetta del Gasherbrum IV (7980 m) senza servirsi di bombole d'ossigeno.


Questa me l'ero proprio dimeticata. Grande impresa.

Al Gran sasso non so se c'è stato ma in Apuane è venuto anche perchè arrampicava con Cosimo Zappelli che era di Viareggio.

Ulimamente è uscito un libro ricordo su Annibale Simonetti alpinista Lucchese dove ci sono diverse foto con Walter Bonatti.

ha aperto qualcosa??? :D


No non ha aperto nulla.

Però parlando con Elso Biagi mi confidò che lui e Angelo Nerli andarono in fretta a furia a fare la loro via sulla sud del Sumbra, anche se il tempo non prometteva bene, perchè sembra che Walter Bonatti fosse interessato a risolvere il problema della parete sud , su suggerimento di Cosimo Zappelli.

ora lo chiederò ad Angelo :twisted:
peccato però che un così grande alpinista nn habbia messo la sua firma sulle apuane :( .....
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Messaggioda Davide62 » lun mar 19, 2007 22:55 pm

Enzolino ha scritto:Pensavo ai grandi del passato ...

Non e' facile paragonare le imprese ed i personaggi dell'alpinismo, ma credo che uno dei criteri sia quello di vedere in che misura un'alpinista si sia spinto al di la' del suo tempo ...

Ci son stati coloro che hanno risolto "gli ultimi problemi", ma in pochi hanno saputo re-inventare l'alpinismo ed indirizzarlo in nuove direzioni, senza ripercorrere idee o filosofie ben consolidate.

Allora penso solo a due figure ... Bonatti, con le sue solitarie, che credo fossero una novita' nel periodo in cui sono state realizzate, e dal carattere non solo avventuroso, ma epico.

L'altra figura e' Messner, sopratutto per l'Everest senza ossigeno e le solitarie "integrali" agli 8000 tra cui l'Everest ...

Ciao :wink:

Lorenzo


D'accordissimo :!:
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Messaggioda alter-ego » mar mar 20, 2007 6:00 am

anche io sono cresciuto con i libri di Bonatti. A parte il racconto sul Freney, quello che mi lasciò il segno fu la solitaria al Dru. Mi dispiace che quando avevo 20 anni non ho mai sentito il desiderio di ripeterla. Oggi lo avrei, eccome, se fosse ancora in piedi :cry: :cry: :cry:
Invece una via che non ho mai avuto il desiderio di ripetere è la est del Capucin. In fondo non è che abbia fatto molte vie di Bonatti. Trovo che sulla roccia Gervasutti fosse ancora più visionario, considerati i tempi... :roll: :roll:
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Messaggioda alberto60 » mar mar 20, 2007 9:25 am

alter-ego ha scritto:anche io sono cresciuto con i libri di Bonatti. A parte il racconto sul Freney, quello che mi lasciò il segno fu la solitaria al Dru. Mi dispiace che quando avevo 20 anni non ho mai sentito il desiderio di ripeterla. Oggi lo avrei, eccome, se fosse ancora in piedi :cry: :cry: :cry:
Invece una via che non ho mai avuto il desiderio di ripetere è la est del Capucin. In fondo non è che abbia fatto molte vie di Bonatti. Trovo che sulla roccia Gervasutti fosse ancora più visionario, considerati i tempi... :roll: :roll:


Purtroppo anchio mi sono lasciato fuggire il pilastro s.o del Dru.

La est del Capucin invece l'ho salita e nonostante ci siano molti chiodi, fu aperta essenzialemente in artificiale , a me è piaciuta . E' una via logica che sale una bella e difficile parete . Rispecchia pienamente la logica dell'alpinismo Bonattiano, " Salire una parete difficile per il percorso più facile" . Infatti il percorso gira molto , a destra a sinistra , passa tra strapiombi cercando sempre una scappatoia per non forare la roccia.
Non è il suo capolavoro ma considerando che era il 1951 e aveva 21 anni direi niente male.
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Messaggioda MacOnions » mar mar 20, 2007 10:25 am

alberto60 ha scritto:Purtroppo anchio mi sono lasciato fuggire il pilastro s.o del Dru.


Ah ecco una domanda che ogni tanto mi gira in testa (tipo particella di sodio): quali sono quelle pareti famose che oggi non ci sono più? quali quelle che non sono più quelle di una volta?

Che voi sappiate qlcn si è mai preso la briga di censirle?
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Messaggioda alter-ego » mar mar 20, 2007 10:34 am

alberto60 ha scritto:
alter-ego ha scritto:anche io sono cresciuto con i libri di Bonatti. A parte il racconto sul Freney, quello che mi lasciò il segno fu la solitaria al Dru. Mi dispiace che quando avevo 20 anni non ho mai sentito il desiderio di ripeterla. Oggi lo avrei, eccome, se fosse ancora in piedi :cry: :cry: :cry:
Invece una via che non ho mai avuto il desiderio di ripetere è la est del Capucin. In fondo non è che abbia fatto molte vie di Bonatti. Trovo che sulla roccia Gervasutti fosse ancora più visionario, considerati i tempi... :roll: :roll:


Purtroppo anchio mi sono lasciato fuggire il pilastro s.o del Dru.

La est del Capucin invece l'ho salita e nonostante ci siano molti chiodi, fu aperta essenzialemente in artificiale , a me è piaciuta . E' una via logica che sale una bella e difficile parete . Rispecchia pienamente la logica dell'alpinismo Bonattiano, " Salire una parete difficile per il percorso più facile" . Infatti il percorso gira molto , a destra a sinistra , passa tra strapiombi cercando sempre una scappatoia per non forare la roccia.
Non è il suo capolavoro ma considerando che era il 1951 e aveva 21 anni direi niente male.


beh, certo, non la stavo criticando, son mica scemo! :D :roll: :roll: Però non mi ha mai attirato. La prima via che feci fu la Svizzeri, ma non è che ne abbia un bel ricordo. poi tentai la prima invernale di o sole mio (fatta poi da Boivin) ma feci un brutto volo e tranciai anche una corda. Me la vidi brutta. Ritornai anni dopo e O sole mio mi piacque assai, anzi in definitiva la trovai più bella di Voyage. E' una via a torto trascurata, con pochi spit, tutta libera e passaggi assai impegnativi.
Ho fatto invece la Bonatti alla Chandelle, non ricordo però in che anni la aprì. Credo dopo la est del Capucin, vero?
Altre grandi vie che mi hanno sempre affascinato sono quelle sul Pilier d'Angle e mi pare fece anche la nord, correggetemi voi che siete esperti...
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Messaggioda gug » mar mar 20, 2007 10:50 am

Enzolino ha scritto:Pensavo ai grandi del passato ...

Non e' facile paragonare le imprese ed i personaggi dell'alpinismo, ma credo che uno dei criteri sia quello di vedere in che misura un'alpinista si sia spinto al di la' del suo tempo ...

Ci son stati coloro che hanno risolto "gli ultimi problemi", ma in pochi hanno saputo re-inventare l'alpinismo ed indirizzarlo in nuove direzioni, senza ripercorrere idee o filosofie ben consolidate.

Allora penso solo a due figure ... Bonatti, con le sue solitarie, che credo fossero una novita' nel periodo in cui sono state realizzate, e dal carattere non solo avventuroso, ma epico.

L'altra figura e' Messner, sopratutto per l'Everest senza ossigeno e le solitarie "integrali" agli 8000 tra cui l'Everest ...

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Io nella Santissima Trinità ci metterei anche Royal Robbins per quello che ha fatto in California (e anche sul Dru) e per come ha ispirato una "generazione di fenomeni" che arrampicava con lui: Chouinard, Pratt e Frost.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda alberto60 » mar mar 20, 2007 10:53 am

alter-ego ha scritto:
alberto60 ha scritto:
alter-ego ha scritto:anche io sono cresciuto con i libri di Bonatti. A parte il racconto sul Freney, quello che mi lasciò il segno fu la solitaria al Dru. Mi dispiace che quando avevo 20 anni non ho mai sentito il desiderio di ripeterla. Oggi lo avrei, eccome, se fosse ancora in piedi :cry: :cry: :cry:
Invece una via che non ho mai avuto il desiderio di ripetere è la est del Capucin. In fondo non è che abbia fatto molte vie di Bonatti. Trovo che sulla roccia Gervasutti fosse ancora più visionario, considerati i tempi... :roll: :roll:


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beh, certo, non la stavo criticando, son mica scemo! :D :roll: :roll: Però non mi ha mai attirato. La prima via che feci fu la Svizzeri, ma non è che ne abbia un bel ricordo. poi tentai la prima invernale di o sole mio (fatta poi da Boivin) ma feci un brutto volo e tranciai anche una corda. Me la vidi brutta. Ritornai anni dopo e O sole mio mi piacque assai, anzi in definitiva la trovai più bella di Voyage. E' una via a torto trascurata, con pochi spit, tutta libera e passaggi assai impegnativi.
Ho fatto invece la Bonatti alla Chandelle, non ricordo però in che anni la aprì. Credo dopo la est del Capucin, vero?
Altre grandi vie che mi hanno sempre affascinato sono quelle sul Pilier d'Angle e mi pare fece anche la nord, correggetemi voi che siete esperti...


Non siamo esperti solo appassionati.

Bonatti ha aperto 3 vie sul Pilier d'Agle:

Una sulla est con C. Zappelli che fu molti anni prima colpita da una grossa frana.

Una sulla Nord sempre con Zappelli , ghiaccio e misto una parete severa anche per il grosso seracco sospeso e quello della Poire subito li a destra.

Fra le due la Bonatti-Gobbi che sale l'evidente fessura-camino che incide tutto il Pilier da sinistra a destra.
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