Il più grande

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda al » mar mar 20, 2007 13:15 pm

Il più grande? Forse. Sicuramente uno dei più controversi.

A proposito, da non dimenticare le critiche che i vari parrucconi dell'Alpe già allora gli riservarono copiose.
al
 
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Messaggioda alberto60 » mar mar 20, 2007 13:19 pm

al ha scritto:Il più grande? Forse. Sicuramente uno dei più controversi.

A proposito, da non dimenticare le critiche che i vari parrucconi dell'Alpe già allora gli riservarono copiose.


Anche dai colleghi guide di Courmayer non era molto amato. Del resto gli veniva a rompere le uova nel paniere.
Era troppo oltre per essere capito . Ma non solo lui anche un certo Desmaison a qualcuno avrebbe fatto piacere se ci fosse rimasto sulla diretta al Walker.
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Messaggioda marinoroma » mar mar 20, 2007 21:21 pm

Bonatti.......

le prime letture alpine, ricordi febbricitanti di voglia di avventursa ma anche di paura, paura della notte e del freddo.
mi ricordo che lessi il racconto del freney ripetutamente, le prime volte non senza bei lacrimoni, cercando di visualizzare tutti i posti, le voci, gli spostamenti....

eppoi il racconto del cervino, lo rileggo ancora ogni tanto con la stessa tenerezza con cui si riguardano delle vecchie cose scritte personalmente tanti anni fà.....

eppoi il passo del lancio di corda per uscire dai casini sul pt dru, quel passo l'ho consumato con gli occhi, piu' lo leggevo piu' mi frastornava, impossibile, sovraumano, eppure mi ridiventava umano quando si versava la birra sulla mano abrasa aprendo la lattina con la picca e la gettava nel vuoto per il dolore......

ci deve essere per ogni ragazzo un eroe, beh io avevo scelto lui, mi sembrava scolpito nella roccia.....

qualche anno fà, leggendo di nuovo alcuni sui racconti dopo anni mi sono affiorate alla mente tutte le sensazioni forti, vere che mi avevano provocato i suoi libri da ragazzo, volevo comunicargli la mia riconoscenza, allora ho preso carta e penna e gli ho scritto, cosi' per ringraziarlo.....
poi pero' mi sono vergognato e non l'ho mai imbucata, non saprei neanche l'indirizzo. la lettera ce l'ho ancora pero' !!

Bonatti......sei un grande
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Messaggioda lucasignorelli » mar mar 20, 2007 21:35 pm

alter-ego ha scritto: Trovo che sulla roccia Gervasutti fosse ancora più visionario, considerati i tempi... :roll: :roll:


Quoto in pieno.
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Messaggioda Enzolino » mar mar 20, 2007 21:40 pm

Marinoroma, bellissimo intervento ...

lucasignorelli ha scritto:
alter-ego ha scritto: Trovo che sulla roccia Gervasutti fosse ancora più visionario, considerati i tempi... :roll: :roll:


Quoto in pieno.
Gervasutti non mi ha mai ispirato granche' e non mi pare neanche che quanto abbiate detto sia vero, ma forse sono ignorante su questo alpinista.
Cassin comunque ne parla come di uno non molto bravo ...
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Messaggioda lucasignorelli » mar mar 20, 2007 21:49 pm

alberto60 ha scritto:Anche dai colleghi guide di Courmayer non era molto amato. Del resto gli veniva a rompere le uova nel paniere.
Era troppo oltre per essere capito . Ma non solo lui anche un certo Desmaison a qualcuno avrebbe fatto piacere se ci fosse rimasto sulla diretta al Walker.


Non farei il paragone fra Bonatti e Desmaison a cuor leggero.

Sono due personalità molto diverse, al di la della evidente capacità alpinistica di entrambi, e dalla evidente capacità di entrambi nel gestire la propria immagine pubblica. Bonatti è tuttora molto compreso nel suo stesso mito (anche se meno di una trentina di anni fa, forse l'età rende saggi). Desmaison è una personalità anarchica, autoironica e tutto somato abbastanza alla mano, anche se ci ha pure lui un caratterino...

Anche i loro rapporti con i rispettivi establishment sono stati tutto sommato diversi - Bonatti ha avuto gli stessi attriti che più o meno tutti gli "esterni" (e pure qualche "interno") ha avuto con le guide di Courma, ma sul lungo termine è sempre rimasto culo e camicia con la maggior parte dei suoi vecchi colleghi (e non ne fa mistero ogni volta che torna).

I problemi che Desmaison ha avuto con la comunità alpinistica e politica di Chamonix sono stati mooooooooolto più seri e potenzialmente tragici - e al di la delle parole continua in un certo modo a gettare la loro ombra sul presente. A luglio Corbaccio fa uscire una nuova traduzione di "362 ore sulle Grandes Jorasses", nell'edizione riveduta e corretta - una lettura tuttora istruttiva e agghiacciante.
Ultima modifica di lucasignorelli il mar mar 20, 2007 22:00 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda marinoroma » mar mar 20, 2007 21:58 pm

lucasignorelli ha scritto:
alberto60 ha scritto:Anche dai colleghi guide di Courmayer non era molto amato. Del resto gli veniva a rompere le uova nel paniere.
Era troppo oltre per essere capito . Ma non solo lui anche un certo Desmaison a qualcuno avrebbe fatto piacere se ci fosse rimasto sulla diretta al Walker.


Non farei il paragone fra Bonatti e Desmaison a cuor leggero.

Sono due personalità molto diverse, al di la della evidente capacità alpinistica di entrambi, e dalla evidente capacità di entrambi nel gestire la propria immagine pubblica. Bonatti è tuttora molto compreso nel suo stesso mito (anche se meno di una trentina di anni fa, forse l'età rende saggi). Desmaison è una personalità anarchica, autoronica e tutto somato abbastanza alla mano, anche se ci ha pure lui un caratterino...

Anche i loro rapporti con i rispettivi establishment sono stati tutto sommato diversi - Bonatti ha avuto gli stessi attriti che più o meno tutti gli "esterni" (e pure qualche "interno") ha avuto con le guide di Courma, ma sul lungo termine è sempre rimasto culo e camicia con la maggior parte dei suoi vecchi colleghi (e non ne fa mistero ogni volta che torna).

I problemi che Desmaison ha avuto con la comunità alpinistica e politica di Chamonix sono stati mooooooooolto più seri e potenzialmente tragici - e al di la delle parole continua in un certo modo a gettare la loro ombra sul presente. A luglio Corbaccio fa uscire una nuova traduzione di "362 ore sulle Grandes Jorasses", nell'edizione riveduta e corretta - una lettura tuttora istruttiva e agghiacciante.


e i rapporti tra i due com'erano, se ce n'erano ?? non penso non si conoscessero (é ironico) ...... ma ho sempre avuto l'impressione che si ignorassero, mai un accenno all'altro nei rispettivi libri
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Messaggioda lucasignorelli » mar mar 20, 2007 21:58 pm

Enzolino ha scritto: Gervasutti non mi ha mai ispirato granche' e non mi pare neanche che quanto abbiate detto sia vero, ma forse sono ignorante su questo alpinista.


Non capisco cosa detto da Maurizio "non sia vero", perchè è vero, Gervasutti su roccia (e in libera!) è stato molto più rivoluzionario di Bonatti. Bonatti è stato più visionario nel costruire un mito attorno alle sue vie, ma in termini di pura arrampicata Gervasutti aveva la vista più lunga (appunto, come dice Maurizio "visti i tempi")

Cassin comunque ne parla come di uno non molto bravo ...


Cassin (che anche lui come prima donna non ha mai scherzato!) diceva che Gervasutti "il sesto grado non sapeva dove fosse" - e infatti basta andarsi a leggere il topo della via alla Est delle Jorasses (tecnicamente la via più dura su roccia aperta nel massiccio del Bianco fino alla diretta Americana ai Dru) oppure la via al Picco Gugliermina, per vedere quanto c'è di vero in questa affermazione...

:roll: :roll: :roll:
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Messaggioda lucasignorelli » mar mar 20, 2007 22:05 pm

marinoroma ha scritto:e i rapporti tra i due com'erano, se ce n'erano ?? non penso non si conoscessero (é ironico) ...... ma ho sempre avuto l'impressione che si ignorassero, mai un accenno all'altro nei rispettivi libri


Ho sempre saputo di rapporti abbastanza corretti ma mai terribilmente cordiali. Simone Desmaison (la moglie di Renèe all'epoca dei fatti del '71) aveva molti amici a Courma in comune con Bonatti, compreso qualcuno del giro "milanese", ma non credo che ci siano mai stati altri rapporti troppo diretti. Ripeto, sono personalità molto diverse, in un certo senso antitetiche su molti punti, alpinistici e non.
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Messaggioda alberto60 » mer mar 21, 2007 9:23 am

lucasignorelli ha scritto:
alberto60 ha scritto:Anche dai colleghi guide di Courmayer non era molto amato. Del resto gli veniva a rompere le uova nel paniere.
Era troppo oltre per essere capito . Ma non solo lui anche un certo Desmaison a qualcuno avrebbe fatto piacere se ci fosse rimasto sulla diretta al Walker.


Non farei il paragone fra Bonatti e Desmaison a cuor leggero.

Sono due personalità molto diverse, al di la della evidente capacità alpinistica di entrambi, e dalla evidente capacità di entrambi nel gestire la propria immagine pubblica. Bonatti è tuttora molto compreso nel suo stesso mito (anche se meno di una trentina di anni fa, forse l'età rende saggi). Desmaison è una personalità anarchica, autoironica e tutto somato abbastanza alla mano, anche se ci ha pure lui un caratterino...

Anche i loro rapporti con i rispettivi establishment sono stati tutto sommato diversi - Bonatti ha avuto gli stessi attriti che più o meno tutti gli "esterni" (e pure qualche "interno") ha avuto con le guide di Courma, ma sul lungo termine è sempre rimasto culo e camicia con la maggior parte dei suoi vecchi colleghi (e non ne fa mistero ogni volta che torna).

I problemi che Desmaison ha avuto con la comunità alpinistica e politica di Chamonix sono stati mooooooooolto più seri e potenzialmente tragici - e al di la delle parole continua in un certo modo a gettare la loro ombra sul presente. A luglio Corbaccio fa uscire una nuova traduzione di "362 ore sulle Grandes Jorasses", nell'edizione riveduta e corretta - una lettura tuttora istruttiva e agghiacciante.


Non ho voluto fare un paragone tra i due che pur nel loro alpimismo d'avventura se non addirittura epico, sono molto diverse. Basta pensare all'uso dei chiodi a pressione che Bonatti ha sempre rifiutato e criticato, mentre Desmaison li ha usati senza problemi per aprire la via con Mazeaud sulla Ovest di Lavaredo.

Semplicemente ho voluto mettere in evidenza che forti personalità come loro due sono state dirompenti e visionarie non potevano che creare certi attriti in ambienti, credo, un pò chiusi come forse lo erano a quei tempi Chamonix e Courma. Soprattutto Courmayer , dopo i fatti del Pilone Bonatti è stato premiato dai francesi per quanto si era prodigato nella fase del ritiro. Dagli italiani non mi sembra abbia ricevuto lo stesso trattamento, tutt'altro.

Quanto a Bonatti e Gervasutti io credo che se si può fare un confronto tra i due la differenza sta nel fatto che a Bonatti non interessava molto la pura arrampicata , ma interessava più risolvere il problema, e vivere la dimensione avventurosa che per essere tale, il problema doveva essere risolto nel rispetto ferreo di certe regole che si era imposto.
Basta pensare alle grandi solitarie che ha fatto per capire che era si uno scalatore ma era soprattutto un amante dell'avventura.

Quanto a Gervasutti è stato concordo con Maurizio quando dice che è stato un grande visionario ma è stato anche un' uomo con un'anima molto tormentata sempre alla ricerca di qualcosa che credo non riuscì mai a raggiungere. Una volta risolto un problema ce n'era subito un altro.
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Messaggioda Enzolino » mer mar 21, 2007 9:44 am

Qua ho la guida del Bianco e ci do uno sguardo ...
Di Gervasutti ho letto un libro ma piu' che visionario mi sembrava idealista, e molto malinconico ... comunque cerchero' in rete per vedere se trovero' qualcosa di suo ... :wink:
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Messaggioda Davide62 » mer mar 21, 2007 18:07 pm

Quando Bonatti aveva un anno (1931), Gervasutti (classe 1909) si trasferì a Torino per gli studi universitari.
Appartenevano non solo a due "generazioni" alpinistiche diverse, ma avevano una sostanziale differenza culturale.
Bonatti ha avuto un'infanzia dominata dalla fame più nera; Gervasutti in piena seconda guerra mondiale (1942) salì con Gagliardone la parete Est delle Jorasses.
Gervasutti era molto più vicino a Boccalatte, non solo culturalmente, che a Bonatti.
Non sono in grado di dire chi fosse più forte in termini assoluti, nè chi dei due fosse più virtuoso sulla roccia piuttosto che sul misto.
Erano accomunati da una determinazione difficile da riscontrare.
Gervasutti era un animo tormenteto, perennemente infelice, il suo alpinismo doveva passare attraverso un sofferto percorso interiore, era un alpinismo fatto di espiazione di qualche cosa di intangibile.
Gervasutti aveva conoscenze e contatti con l'aristocrazia e la nobiltà dell'epoca, mi pare che arrampicò pure con il re o il Principe (scusate l'incertezza) del Belgio.
I compagni di Bonatti erano gli amici dei "Pel e oss" di Monza, tutti mezzi morti di fame che vedevano nelle montagna una rivalsa personale.
I compagni di Bonatti erano Barzaghi, Oggioni, tutti operai.
L'alpinismo di Bonatti è fatto sì di grandi realizzazzioni, ma anche di rabbia, polemica e drammaticità.
Non esiste una salita di Bonatti dove non ci sia stata una bufera, una valanga o un contrattempo; per lo meno nei suoi libri si parla solo di queste.
Bonatti è stato uno che a 35 anni ha detto basta, all'apogeo della sua carriera ha abbandonato non volendo conoscere la parabola.
Anche questa una decisone da grandi.

Più volte ho letto il racconto della salita all'Ailefroide di Gervasutti con Devies e sono sempre rimasto scosso dalla determinazione inumana di Gervasutti.
Vale la pena ricordare, per chi non lo sapesse, che ancor prima di cominciare la salita, in piena notte, Gervasutti cade malamente sulle rocce viscide spaccandosi due denti e alcune costole.
Credo che chiunque (o quasi) sarebbe tornato indietro, invece sale per due giorni in testa alla cordata.
Quasi la stessa cosa accadde a Bonatti ai Dru (ma era solo) quando si tira una martellata paurosa sul pollice asportandosi quasi il polpastrello.......e poi continua per altri 4 gioni fino in vetta.......

Ma come si fa, di fronte a questi personaggi, a dire chi è il più forte?
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Messaggioda Enzolino » mer mar 21, 2007 18:12 pm

Ma in che senso Gervasutti era piu' visionario di Bonatti? :roll:
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Messaggioda alberto60 » mer mar 21, 2007 18:49 pm

Infatti non si possono confrontare, sono due anime molto diverse.

Bonatti abbandonò l'alpinismo di punta (non la montagna), nonostante fosse nel pieno delle sue forze perchè non voleva ripetersi ma anche perchè si era di molto stancato dell'ambiente alpinistico del momento sempre pronto a criticarlo appena non riusciva in qualcosa. Questo lo dice chiaramente nei suoi libri.
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Messaggioda grizzly » mer mar 21, 2007 18:49 pm

Davide62 ha scritto:... Ma come si fa, di fronte a questi personaggi, a dire chi è il più forte?


Ehmm... :roll: tu hai aperto il topic sul "più grande"... :lol:
Comunque voto per quella pippa di Walter...
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Messaggioda alberto60 » mer mar 21, 2007 18:54 pm

grizzly ha scritto:
Davide62 ha scritto:... Ma come si fa, di fronte a questi personaggi, a dire chi è il più forte?


Ehmm... :roll: tu hai aperto il topic sul "più grande"... :lol:
Comunque voto per quella pippa di Walter...


Il più grande non vuol dire il più forte.

Comunque anchio voto per Walter . Ho sognato troppo sui suoi libri.
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Messaggioda savsav » mer mar 21, 2007 18:59 pm

grizzly ha scritto:Comunque voto per quella pippa di Walter...


Anca mi! :lol:
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Messaggioda Cine » mer mar 21, 2007 19:34 pm

Voglio raccontarvi un aneddoto che un ex-presidente di una sezione Alpini canavesana mi ha raccontato. Naturalmente non posso verificarne la veridicità, ma potrebe essere credibile :wink:

Ebbene, questo alpino fece il corso di guida alpina proprio con Walter come maestro! Di lui mi diceva fosse un tipo onesto quanto duro e severo: se non davi il massimo eri una merda! 8O

Infatti dei 30 circa che iniziavano il corso, finivano in 10 - 12. :smt075

Una sera erano a fare un campo dalle parti del Bianco; dopo aver cenato e ben bevuto, si apprestavano ad andare a letto, alcuni belli "carichi" :smt120 :smt030 ebbene il Walter si alza e dice: "io vado su"! :smt107 era notte fonda, lui non era del tutto lucido, ma è partito da solo, è salito (non so fino dove) e la mattina è risceso completamente in forma! 8O :smt023

Davvero un grande!
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Messaggioda Davide62 » mer mar 21, 2007 21:15 pm

alberto60 ha scritto:
grizzly ha scritto:
Davide62 ha scritto:... Ma come si fa, di fronte a questi personaggi, a dire chi è il più forte?


Ehmm... :roll: tu hai aperto il topic sul "più grande"... :lol:
Comunque voto per quella pippa di Walter...


Il più grande non vuol dire il più forte.

Comunque anchio voto per Walter . Ho sognato troppo sui suoi libri.


Esatto :wink:
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Messaggioda lucasignorelli » mer mar 21, 2007 22:09 pm

Davide62 ha scritto:Erano accomunati da una determinazione difficile da riscontrare.
Gervasutti era un animo tormenteto, perennemente infelice, il suo alpinismo doveva passare attraverso un sofferto percorso interiore, era un alpinismo fatto di espiazione di qualche cosa di intangibile.


Caro Davide,

il Gervasutti malinconico, angosciato, tormentato è un mito, solo un mito, e va sfatato una volta per tutte. In questi ultimi due anni penso di aver cercato la realtà dietro quella figura enigmatica più di quanto abbiano fatto molti altri. Mi sono trovato davanti, pur nella frammentarietà del ritratto (è come cercare di metter su un puzzle a cui mancano sempre dei pezzi) ad una figura diversa da quella finora favoleggiata ? un signore energico, ironico, molto colto e amante delle cose piacevoli della vita, che probabilmente vedeva nei suoi momenti di alpinismo un gigantesco scatto di adrenalina più di qualsiasi altra cosa. Molto moderno, anche nel suo aspetto più controverso e misterioso ? cioè, la sua capacità (assai chiacchierata) di ?nuotare con gli squali? e di essere sempre indipendente in un momento storico in cui essere indipendente era difficile (riuscì perfino, senza conseguenze apparenti, a mandare a cagare il CAI che gli aveva ingiunto di smettere di salire con Davies per via della cittadinanza di quest?ultimo).

Gervasutti ha avuto tre disgrazie (oltre a quella di tirare la corda sbagliata sul pilone del Tacul): venire ad abitare a Torino, città notoriamente implacabile nei confronti di tutto quanto di valido possiede che non c?entri con la Fiat; avere intitolata a suo nome una scuola che ha fatto di tutto per perpetrare un?idea di andare in montagna che, secondo me, con Gervasutti non c?entrava una beata fava; ed infine, avere un ex-istruttore della suddetta scuola, un signore intelligentissimo ma anche malinconico, angosciato e tormentato di nome Giampiero Motti, che decise di scrivere una storia dell?alpinismo che, nella realtà, è una proiezione dell?io dell?autore, non un documento storico. La lettura di Motti, in quanto giustificava retroattivamente un sacco di psicologismo spicciolo che all?epoca andava alla grande (lo so perché c?ero anch?io!) ha poi, complice la mancanza di altro, contagiato tutti.

Da notare una cosa ? il libro di Gervasutti è molto popolare in UK; per via di una bella e fedele traduzione che uscì negli anni ?50. Lì però Motti non l?hanno letto, e quindi la storia del ?Michelangelo dell?alpinismo? non l?hanno bevuta ? e, giustamente, i paragoni li fanno sia con Cassin che con Bonatti, ma senza mettere necessariamente Gervasutti su un gradino più basso. Anche se Bonatti al di la della Manica è una specie di divinità intangibile e irraggiungibile (vedi sotto)

Ma come si fa, di fronte a questi personaggi, a dire chi è il più forte?


Dire chi è più "forte" non lo so. Posso dire chi mi sento più vicino, chi mi affascina di più. Sicuramente di Bonatti (come di Messner) ce n'è stato uno solo - la vera superstar dell'alpinismo, un'immagine fortissima, diffusa, curata in ogni particolari, un uso dei media certamente precursore dei tempi, le imprese alpinistiche gestite ognuna come un vero "evento" (cosa che prima in Italia non era mai successa, tranne forse con Cassin sulla Walker). Come hai detto tu, la descrizione di ogni salita ha i particolari giusti, quelli che ti tengono avvinghiato alla sedia, che ti fanno pensare "ma come fa"? E poi il plauso delle folle, l'aura di inavvicinabilità, la polemica rintuzzata ad arte per far discutere i giornali... in certe cose di sicuro sembra di parlare di Freddie Mercury!

Gervasutti, al confronto, è una figura più modesta, almeno dal punto di vista delle grandi masse. Chiedi alla persona che passa per strada chi è Bonatti, probabilmente ti saprà rispondere. Chiedi di Gervasutti, sentirai un "boh''". Ti faccio solo un esempio pratico - Tony Penning (di cui avrai forse letto su Vertical) quest'estate era in Val Veny mentre Bonatti era in visita pastorale a Courmayeur. A solo sentire che FORSE Bonatti sarebbe passato a beare i comuni mortali dell campeggio con la sua presenza, è andato in una specie di trance mistica (ed è inglese, ai presente l'understatement?). Gli avessi detto che Gervasutti era resuscitato e sarebbe passato per una birra, certo, sarebbe stato contento (lui che ha aperto tutte quelle vie nuove nel Freboudze, e, come ho detto, il libro di Gervasutti è ben conosciuto in UK) ma non avrebbe avuto un decimo del brodo di giuggiole creato dall'aura di Bonatti.

Personalmente, di rockstar vere e proprie ne ho frequentate tantissime ai miei tempi di giornalismo musicale, così sono forse un po' vaccinato. A Freddy Mercury (per carità, un grande, il più perfetto animale da palcoscenico che abbia mai visto) preferisco i Nervermore. Sento la figura di Gervasutti più vicina - un uomo colto e gentile (ancorchè un figura dai lati ancora oscuri e forse discutibili), un modo di affrontare le montagne (al di la dei "osa, osa e sarai simile ad un dio" di maniera) teso vero i luoghi più appartati, sempre un passo avanti rispetto alla moda del momento, con un rapporto forse più umano con i compagni di cordata, in molti casi amici invece che semplice carne da cannone da tenere all'altro lato della corda. Mi rendo conto che detta così non sembra un gran chè - un sacco di alpinisti semi-sconosciuti sono così, epperò...

Miiiiiii, quanto a logorrea stasera mi sono battuto! Scusasse....
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