1972 ... e COZZOLINO scrisse

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda VECCHIO » gio set 14, 2017 9:41 am

Per me merita di essere letto.
Con il suo carattere schivo aveva accennato a degli "atteggiamenti" e aveva avvisato di ciò che sarebbe successo.
Ora sono diventati "la verità" per la stragrande maggioranza di chi va in montagna.
----------------------------------------------------------------------------
Lo scarpone del febbraio 1972

Caro Andreotti, Le scrivo a proposito di un suo articolo apparso nell’agosto del 1971 sulla Rivista Mensile col titolo Gli scalpellini e di un altro suo scritto, apparso su Lo Scarpone, tempo fa La prudenza nel sacco. Le dico subito che sono contrario al chiodo a espansione e anche alla sua eventuale presenza nello zaino di un alpinista. So benissimo che le mie poche parole, a proposito, non serviranno comunque a smuoverla minimamente dalle sue convinzioni che, nonostante tutto, io rispetto, perché tengo in grande considerazione la libertà d’opinione di ciascun individuo. Voglio dire, con questo, che non è mio costume giungere al punto di mancare di rispetto a una persona, soltanto perché ha un’opinione diversa dalla mia.

Le dico solamente che ammiro in lei, veramente, la sua non comune costanza e caparbietà nella disperata difesa di una causa che, gliel’ho già detto, per me è fondamentalmente errata. Ho detto «disperata difesa», ma forse ho sbagliato perché, purtroppo, oggi, sono tanti quelli che la pensano come lei, e per questo il vero alpinismo sta agonizzando.

Comunque altri prima di lei, forse non così apertamente, sono stati i fautori della «prudenza nel sacco». Sono quei sedicenti alpinisti che, ieri, come oggi, hanno voluto affrontare vie di una certa difficoltà, pur non essendone all’altezza, ricorrendo per questo a vari sistemi «prudenziali», solo per voler ad ogni costo fare la famosa via «tal dei tali» e poterlo raccontare in giro. Sono quegli stessi che, su moltissimi itinerari, hanno piantato decine di chiodi, dove i primi salitori erano passati in libera, e ancora quelli che sono giunti al punto di piantare chiodi a espansione su vie come il Diedro Philipp-Flamm alla Punta Tissi in Civetta e la Vinatzer alla Marmolada, rari esempi di arrampicata libera. Questo perché avevano portato, nel loro zaino, il chiodo a espansione a scopo precauzionale, come lei fa.

Lei dunque approva la presenza di questo tipo di chiodo nel sacco di ogni alpinista, in previsione di una eventuale situazione pericolosa, anche sulle ripetizioni, come aveva detto a Dorigatti nel suo articolo.

Ora, essere preparati ad affrontare una determinata via significa, oltre che essere consci di poterne superare le difficoltà tecniche onestamente, anche essere preparati ad affrontare, senza il chiodo a espansione nello zaino, gli imprevisti che la montagna offre, continuamente, agli alpinisti.

La presenza di questi imprevisti in montagna è un fattore che l’alpinista deve accettare nel momento stesso in cui affronta una parete, perché questa accettazione fa parte del gioco. Dorigatti le aveva detto circa le medesime cose. Lei gli aveva risposto che porta con sé il chiodo a espansione, come certi alpinisti «fifoni» portano il casco e il telo termico, come precauzione per un eventuale bivacco. Questo paragone, effettivamente, non mi sembra azzeccato. Un chiodo a espansione ti può far superare qualsiasi ostacolo che, con le tue sole forze, sei incapace di superare, ti può portar fuori o far ritornare da qualsiasi parete, eliminando lo insorgere di qualsiasi imprevisto. Un telo termico o un casco certamente no.

Forse lei, Andreotti, non se ne rende conto, ma questa sua predilezione per la «prudenza nel sacco» testimonia una certa insicurezza nei confronti delle sue possibilità alpinistiche; intenda capacità fisiche e soprattutto psichiche. Il sesto grado è il limite di questi valori. Quindi viene posto alla massima prova anche il sistema nervoso di un individuo. Molti non hanno i nervi talmente forti per fare il sesto grado e allora cercano di annullare il grado troppo alto di tensione o chiodando tratti in libera che facevano loro troppa paura, o portandosi dietro il chiodo a espansione, per precauzione, agendo così in modo poco leale, e barando al gioco. Non avete fiducia in voi stessi, ma nei mezzi tecnici; ma, allora, rinunciate ad essi e andate su vie più consone alle vostre reali possibilità. Vi divertirete senz’altro di più.

Infine, per parlare di chiodi a espansione e vie nuove, personalmente giudico la fase più bella di una prima salita le ansie, i timori, i dubbi della vigilia, gli interrogativi che non cessano mai di tormentarti finché non cominci a salire lungo la parete.

Ma se l’alpinista ha con sé i chiodi a espansione, la faccenda diventa una cosa troppo lineare e sicura. Cade ogni dubbio. Sai che nulla potrà fermarti. Sei già certo alla vigilia che riuscirai nell’impresa e questo, per quanto mi riguarda, non l’ammetto. Io vado in montagna per fuggire la linearità, la sicurezza della vita normale, per trovarvi finalmente delle emozioni, per affrontare degli imprevisti. Questo è ciò che mi piace anche dell’alpinismo.

Poi, con il portarsi dietro su una via nuova i chiodi a espansione, si fa molto presto ad arrendersi davanti a un tratto apparentemente impossibile e si pianta il chiodo famigerato. Così si trovano detti chiodi, piantati dai primi salitori, su vie come lo spigolo degli Scoiattoli alla Bocchetta Alta di Bosconero, dove, al posto dei tre chiodi a espansione, potevano essere adoperati un chiodo normale e… tanta più buona volontà e decisione di passare in libera.

Sperando di poter continuare un giorno il discorso di persona con lei, la saluto.

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Qui se ne discute http://gognablog.com/la-risposta-cozzol ... andreotti/
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda scairanner » gio set 14, 2017 10:16 am

VECCHIO ha scritto:Per me merita di essere letto.
Con il suo carattere schivo aveva accennato a degli "atteggiamenti" e aveva avvisato di ciò che sarebbe successo.
Ora sono diventati "la verità" per la stragrande maggioranza di chi va in montagna.
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Lo scarpone del febbraio 1972

Caro Andreotti, Le scrivo a proposito di un suo articolo apparso nell’agosto del 1971 sulla Rivista Mensile col titolo Gli scalpellini e di un altro suo scritto, apparso su Lo Scarpone, tempo fa La prudenza nel sacco. Le dico subito che sono contrario al chiodo a espansione e anche alla sua eventuale presenza nello zaino di un alpinista. So benissimo che le mie poche parole, a proposito, non serviranno comunque a smuoverla minimamente dalle sue convinzioni che, nonostante tutto, io rispetto, perché tengo in grande considerazione la libertà d’opinione di ciascun individuo. Voglio dire, con questo, che non è mio costume giungere al punto di mancare di rispetto a una persona, soltanto perché ha un’opinione diversa dalla mia.

Le dico solamente che ammiro in lei, veramente, la sua non comune costanza e caparbietà nella disperata difesa di una causa che, gliel’ho già detto, per me è fondamentalmente errata. Ho detto «disperata difesa», ma forse ho sbagliato perché, purtroppo, oggi, sono tanti quelli che la pensano come lei, e per questo il vero alpinismo sta agonizzando.

Comunque altri prima di lei, forse non così apertamente, sono stati i fautori della «prudenza nel sacco». Sono quei sedicenti alpinisti che, ieri, come oggi, hanno voluto affrontare vie di una certa difficoltà, pur non essendone all’altezza, ricorrendo per questo a vari sistemi «prudenziali», solo per voler ad ogni costo fare la famosa via «tal dei tali» e poterlo raccontare in giro. Sono quegli stessi che, su moltissimi itinerari, hanno piantato decine di chiodi, dove i primi salitori erano passati in libera, e ancora quelli che sono giunti al punto di piantare chiodi a espansione su vie come il Diedro Philipp-Flamm alla Punta Tissi in Civetta e la Vinatzer alla Marmolada, rari esempi di arrampicata libera. Questo perché avevano portato, nel loro zaino, il chiodo a espansione a scopo precauzionale, come lei fa.

Lei dunque approva la presenza di questo tipo di chiodo nel sacco di ogni alpinista, in previsione di una eventuale situazione pericolosa, anche sulle ripetizioni, come aveva detto a Dorigatti nel suo articolo.

Ora, essere preparati ad affrontare una determinata via significa, oltre che essere consci di poterne superare le difficoltà tecniche onestamente, anche essere preparati ad affrontare, senza il chiodo a espansione nello zaino, gli imprevisti che la montagna offre, continuamente, agli alpinisti.

La presenza di questi imprevisti in montagna è un fattore che l’alpinista deve accettare nel momento stesso in cui affronta una parete, perché questa accettazione fa parte del gioco. Dorigatti le aveva detto circa le medesime cose. Lei gli aveva risposto che porta con sé il chiodo a espansione, come certi alpinisti «fifoni» portano il casco e il telo termico, come precauzione per un eventuale bivacco. Questo paragone, effettivamente, non mi sembra azzeccato. Un chiodo a espansione ti può far superare qualsiasi ostacolo che, con le tue sole forze, sei incapace di superare, ti può portar fuori o far ritornare da qualsiasi parete, eliminando lo insorgere di qualsiasi imprevisto. Un telo termico o un casco certamente no.

Forse lei, Andreotti, non se ne rende conto, ma questa sua predilezione per la «prudenza nel sacco» testimonia una certa insicurezza nei confronti delle sue possibilità alpinistiche; intenda capacità fisiche e soprattutto psichiche. Il sesto grado è il limite di questi valori. Quindi viene posto alla massima prova anche il sistema nervoso di un individuo. Molti non hanno i nervi talmente forti per fare il sesto grado e allora cercano di annullare il grado troppo alto di tensione o chiodando tratti in libera che facevano loro troppa paura, o portandosi dietro il chiodo a espansione, per precauzione, agendo così in modo poco leale, e barando al gioco. Non avete fiducia in voi stessi, ma nei mezzi tecnici; ma, allora, rinunciate ad essi e andate su vie più consone alle vostre reali possibilità. Vi divertirete senz’altro di più.

Infine, per parlare di chiodi a espansione e vie nuove, personalmente giudico la fase più bella di una prima salita le ansie, i timori, i dubbi della vigilia, gli interrogativi che non cessano mai di tormentarti finché non cominci a salire lungo la parete.

Ma se l’alpinista ha con sé i chiodi a espansione, la faccenda diventa una cosa troppo lineare e sicura. Cade ogni dubbio. Sai che nulla potrà fermarti. Sei già certo alla vigilia che riuscirai nell’impresa e questo, per quanto mi riguarda, non l’ammetto. Io vado in montagna per fuggire la linearità, la sicurezza della vita normale, per trovarvi finalmente delle emozioni, per affrontare degli imprevisti. Questo è ciò che mi piace anche dell’alpinismo.

Poi, con il portarsi dietro su una via nuova i chiodi a espansione, si fa molto presto ad arrendersi davanti a un tratto apparentemente impossibile e si pianta il chiodo famigerato. Così si trovano detti chiodi, piantati dai primi salitori, su vie come lo spigolo degli Scoiattoli alla Bocchetta Alta di Bosconero, dove, al posto dei tre chiodi a espansione, potevano essere adoperati un chiodo normale e… tanta più buona volontà e decisione di passare in libera.

Sperando di poter continuare un giorno il discorso di persona con lei, la saluto.

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Già esauriti gli argomenti? :roll:
Il prossimo sarà "spit sì spit no" ma qui siamo maestri :lol:
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda pisolo » gio set 14, 2017 10:50 am

Non centra con la discussione (o si?), ma questo particolare dell'incidente di Cozzolino non lo sapevo:

Il 18 luglio 1972, durante una salita di allenamento sulla Torre di Babele in Civetta effettuata in arrampicata libera, cioè non in cordata ma ognuno per proprio conto, assieme all’allievo Cozzolino, ad un certo punto, ormai a soli venti metri dalla cima, Cozzolino che si trovava davanti di pochi metri, vista la presenza di un chiodo piantato da altri alpinisti, decideva di agganciare un moschettone, probabilmente per facilitare una breve traversata a sinistra. Il chiodo però non reggeva alla prova di carico fuoriuscendo dalla fessura e determinando la caduta del Cozzolino che precipitava alla base della parete.



http://www.mountainblog.it/italozandonella/?p=126
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda PIEDENERO » gio set 14, 2017 15:38 pm

Dovremmo gemellarci con il capoblog :lol:
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda VECCHIO » gio set 14, 2017 16:33 pm

pisolo ha scritto:Non centra con la discussione (o si?), ma questo particolare dell'incidente di Cozzolino non lo sapevo:

Il 18 luglio 1972, durante una salita di allenamento sulla Torre di Babele in Civetta effettuata in arrampicata libera, cioè non in cordata ma ognuno per proprio conto, assieme all’allievo Cozzolino, ad un certo punto, ormai a soli venti metri dalla cima, Cozzolino che si trovava davanti di pochi metri, vista la presenza di un chiodo piantato da altri alpinisti, decideva di agganciare un moschettone, probabilmente per facilitare una breve traversata a sinistra. Il chiodo però non reggeva alla prova di carico fuoriuscendo dalla fessura e determinando la caduta del Cozzolino che precipitava alla base della parete.



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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda pisolo » gio set 14, 2017 16:57 pm

VECCHIO ha scritto:Non c'era nessuno....... una seria supposizione della quale dubito per mie idee su di LUI.


Perché usi il maiuscolo?
Con tutto il rispetto per chi non c'è più, stiamo parlando di un ragazzo di neanche 24 anni che scalava, non che salvava vite o che faceva volontariato.
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda MarcoS » gio set 14, 2017 17:10 pm

altra generazione, differenti parametri. ti è difficile capire.

quella del chiodo e cozzolino è una voce che si è sempre sentita a proposito di quell'incidente, anche se - a quel che ne so - mai verificata. si diceva che l'avessero trovato col chiodo in mano ( :roll: ) o che l'avesse visto il socio. visto il personaggio è sempre parso strano pure a me... poi, boh.
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda funkazzista » gio set 14, 2017 17:10 pm

Ho sviluppato una mia teoria sull'uso delle maiuscole da parte di VECCHIO: il suo rispetto per la persona cresce col numero di maiuscole.

Es.:
nome scritto tutto in minuscolo = ominicchio
nome con iniziale in maiuscolo = uomo
nome tutto in maiuscolo = UOMO

C'avrò indovinato?!? :mrgreen:
:wink:
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda scairanner » gio set 14, 2017 17:32 pm

Non ho capito: state insinuando (Vecchio e Marco) che Mario Zandonella si sarebbe inventato la storia della solitaria x mettere in cattiva luce Cozzolino, il quale sarebbe precipitato a causa di un chiodo (che ripudiava tanto)?
Ditelo chiaramente o statevene zitti.
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » gio set 14, 2017 17:55 pm

funkazzista ha scritto:Ho sviluppato una mia teoria sull'uso delle maiuscole da parte di VECCHIO: il suo rispetto per la persona cresce col numero di maiuscole.

Es.:
nome scritto tutto in minuscolo = ominicchio
nome con iniziale in maiuscolo = uomo
nome tutto in maiuscolo = UOMO

C'avrò indovinato?!? :mrgreen:
:wink:


Ah ecco perché il suo nick è scritto in maiuscolo :lol:

Dice padre Dante:

"non è convenevole a me trattare di questo, per quello che, trattando, converrebbe essere me laudatore di me medesimo, la quale cosa è al postutto biasimevole, e non si fae".

Stilnovisti saluti
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda VECCHIO » gio set 14, 2017 19:51 pm

Scai, ogni tanto non ti sembra di esagerare?
Penso che nessuno di noi due pensasse di Mario, non Italo, quello che tu ci attribuisci.
O devo supporre leggendoti che dalle vostre parti ci siano? Illuminami! Son sempre un curioso.

Tacchi, io non ho una stima di me stesso come tu supponi, mio figlio mi chiama così e mi ha iscritto così.
Però ho proposto di parlare di COZZOLINO e non di cose poco rilevanti.

Funka: bravo, hai usato il tuo cervello e senza sforzarti!

E ho messo prima COZZOLINO e poi MESSNER : son bastati quattro anni per cambiare livello, e sì che l'anno dopo aveva fatto la variante alla VINATZER.... ma queste cose di storia restano nell'indifferenza.... O nell'ignoranza?
A me piacciono e le dico.

Cavoli adesso devo stare attento a non sbagliare con le maiuscole e le minuscole, ma cai lo scrivo così, come acca che non è più per me Accademico.
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda scairanner » gio set 14, 2017 20:18 pm

VECCHIO ha scritto:Scai, ogni tanto non ti sembra di esagerare?
Penso che nessuno di noi due pensasse di Mario, non Italo, quello che tu ci attribuisci.
O devo supporre leggendoti che dalle vostre parti ci siano? Illuminami! Son sempre un curioso.


allora cortesemente traduci questa frase (o meglio "enigma") a commento del racconto di Italo Zandonella:

Non c'era nessuno....... una seria supposizione della quale dubito per mie idee su di LUI.
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda adriano » gio set 14, 2017 20:36 pm

Mario Zandonella è pure lui deceduto poco tempo dopo , e di Italo , anche per altre ragioni , non mi fido....non si saprà mai perchè è caduto.
La storia che si racconta poi del chiodo in mano... dopo centinaia di metri di volo, è veramente ridicola
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda Peolo » gio set 14, 2017 21:51 pm

scairanner ha scritto:
VECCHIO ha scritto:Scai, ogni tanto non ti sembra di esagerare?
Penso che nessuno di noi due pensasse di Mario, non Italo, quello che tu ci attribuisci.
O devo supporre leggendoti che dalle vostre parti ci siano? Illuminami! Son sempre un curioso.


allora cortesemente traduci questa frase (o meglio "enigma") a commento del racconto di Italo Zandonella:

Non c'era nessuno....... una seria supposizione della quale dubito per mie idee su di LUI.


Ma tu non sei LUI, non puoi capire :lol:
(ma che davvero ancora ti stupisci delle contraddizioni di vecchio? che siano dovute alla sua incapacità di scrivere, alla volontà di non farsi capire o a una logica tutta particolare non è dato sapere... comunque anch'io avevo interpretato come te, se ti può consolare :roll: )
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda VECCHIO » gio set 14, 2017 23:38 pm

Peolo ha scritto:
scairanner ha scritto:
VECCHIO ha scritto:Scai, ogni tanto non ti sembra di esagerare?
Penso che nessuno di noi due pensasse di Mario, non Italo, quello che tu ci attribuisci.
O devo supporre leggendoti che dalle vostre parti ci siano? Illuminami! Son sempre un curioso.


allora cortesemente traduci questa frase (o meglio "enigma") a commento del racconto di Italo Zandonella:

Non c'era nessuno....... una seria supposizione della quale dubito per mie idee su di LUI.


Ma tu non sei LUI, non puoi capire :lol:
(ma che davvero ancora ti stupisci delle contraddizioni di vecchio? che siano dovute alla sua incapacità di scrivere, alla volontà di non farsi capire o a una logica tutta particolare non è dato sapere... comunque anch'io avevo interpretato come te, se ti può consolare :roll: )


Mi spiace se non capite, forse non potete capire, consolatevi così, magari insieme come proponi.
A quei tempi la storia che conoscevo era diversa, ancora si racconta, e io non ci rinuncio, ma ascolto altre storie perchè non si potrà mai capire ciò che è successo: tutti hanno fatto delle supposizioni.
Aggiungo solo qualcosina.
Peccato che la fiducia, l'onore e l'impegno fino alla morte di se stessi non vengano più compresi.
Magari le persone scelgono, o sono solo capaci di fare, una vita facile e banale e propongono intrighi, o denigrano chi non lo fa, per dare un significato alla loro.
Ma è sempre stato così, è l'invidia?
Tanto non lo capite, invece di parlare di COZZOLINO, sembrate cercare solo di mettervi in mostra criticando gli altri.
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda MarcoS » ven set 15, 2017 8:10 am

scairanner ha scritto:Non ho capito: state insinuando (Vecchio e Marco) che Mario Zandonella si sarebbe inventato la storia della solitaria x mettere in cattiva luce Cozzolino, il quale sarebbe precipitato a causa di un chiodo (che ripudiava tanto)?
Ditelo chiaramente o statevene zitti.



ciò, moro, come che se dixe: so' responsàbie de cuéo che digo, no de cuéo che te capìssi ti.
e no te ghe capìo un casso. :mrgreen:

per il resto: a dispetto della prosa un po' involuta ed ellittica del VECIO (che a volte fa voja de ciaparlo a s-ciafoni :mrgreen: ) non posso che essere d'accordo con lui
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda basi » ven set 15, 2017 11:39 am

esco un attimo dall' utima piega della discussione e mi collego al post iniziale che ha aperto il topic.....
diceva uno .....che il piu grande alpinista e' chi torna a casa
e un altro aggiungeva ....tutto il resto e' noi a :D
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda Peolo » ven set 15, 2017 11:57 am

VECCHIO ha scritto:
Peolo ha scritto:
scairanner ha scritto:
VECCHIO ha scritto:Scai, ogni tanto non ti sembra di esagerare?
Penso che nessuno di noi due pensasse di Mario, non Italo, quello che tu ci attribuisci.
O devo supporre leggendoti che dalle vostre parti ci siano? Illuminami! Son sempre un curioso.


allora cortesemente traduci questa frase (o meglio "enigma") a commento del racconto di Italo Zandonella:

Non c'era nessuno....... una seria supposizione della quale dubito per mie idee su di LUI.


Ma tu non sei LUI, non puoi capire :lol:
(ma che davvero ancora ti stupisci delle contraddizioni di vecchio? che siano dovute alla sua incapacità di scrivere, alla volontà di non farsi capire o a una logica tutta particolare non è dato sapere... comunque anch'io avevo interpretato come te, se ti può consolare :roll: )


Mi spiace se non capite, forse non potete capire, consolatevi così, magari insieme come proponi.
A quei tempi la storia che conoscevo era diversa, ancora si racconta, e io non ci rinuncio, ma ascolto altre storie perchè non si potrà mai capire ciò che è successo: tutti hanno fatto delle supposizioni.
Aggiungo solo qualcosina.
Peccato che la fiducia, l'onore e l'impegno fino alla morte di se stessi non vengano più compresi.
Magari le persone scelgono, o sono solo capaci di fare, una vita facile e banale e propongono intrighi, o denigrano chi non lo fa, per dare un significato alla loro.
Ma è sempre stato così, è l'invidia?
Tanto non lo capite, invece di parlare di COZZOLINO, sembrate cercare solo di mettervi in mostra criticando gli altri.


cit
Nel “verbale” del Centro Addestramento Alpino della Polizia di Stato di Moena, alla quale era appartenuto, si legge: «La Guardia di P.S. Zandonella Callegher Mario … entra nel Corpo il 14 aprile 1971. Al termine del corso di istruzione viene nominato Guardia di P.S. e assegnato alla Scuola Alpina di Moena. Assieme all’Allievo Guardia Cozzolino Vincenzo detto “Enzo” ha affinato le sue capacità alpinistiche effettuando ripetuti allenamenti percorrendo molte vie classiche delle Dolomiti di Fassa, dell’Agordino, della Civetta e tante altre ancora. Lo stesso Zandonella ebbe modo di esprimere la sua ammirazione nei confronti del collega Cozzolino definendolo maestro dell’arrampicata. In un clima di reciproca stima e ammirazione le due Guardie arrampicavano spesso assieme per allenarsi in vista dell’apertura di una nuova via sulla Torre Trieste nel gruppo della Civetta. Il 18 luglio 1972, durante una salita di allenamento sulla Torre di Babele in Civetta effettuata in arrampicata libera, cioè non in cordata ma ognuno per proprio conto, assieme all’allievo Cozzolino, ad un certo punto, ormai a soli venti metri dalla cima, Cozzolino che si trovava davanti di pochi metri, vista la presenza di un chiodo piantato da altri alpinisti, decideva di agganciare un moschettone, probabilmente per facilitare una breve traversata a sinistra. Il chiodo però non reggeva alla prova di carico fuoriuscendo dalla fessura e determinando la caduta del Cozzolino che precipitava alla base della parete
[...]
Ho riportato il documento ufficiale sulla morte di Cozzolino, redatto dalla Polizia di Stato
/cit

vecchio:
Non c'era nessuno....... una seria supposizione della quale dubito per mie idee su di LUI.

scai:
Non ho capito: state insinuando (Vecchio e Marco) che Mario Zandonella si sarebbe inventato la storia della solitaria x mettere in cattiva luce Cozzolino, il quale sarebbe precipitato a causa di un chiodo (che ripudiava tanto)?
Ditelo chiaramente o statevene zitti.

vecchio:
Scai, ogni tanto non ti sembra di esagerare?
Penso che nessuno di noi due pensasse di Mario, non Italo, quello che tu ci attribuisci.
O devo supporre leggendoti che dalle vostre parti ci siano? Illuminami! Son sempre un curioso.

A parte le motivazioni per cui M. Zandonella avrebbe potuto mentire sulla vicenda, cosa c'entra Italo? In ogni caso tu, vecchio, non lo reputi affidabile, per tue motivazioni personali e soggettive. E se non lo reputi affidabile sul resoconto della morte di una persona, magari di un amico, beh, non gli fai fare una bella figura. E fare illazioni, fondate o meno che siano, è il tuo pane quotidiano, mi sembra.
Io non conosco la storia e non c'ero, non so niente, sono una capra. Ma un filo di logica la posseggo...
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda scairanner » ven set 15, 2017 12:46 pm

MarcoS ha scritto:... o che l'avesse visto il socio. visto il personaggio è sempre parso strano pure a me... poi, boh.


Ciò, biondo, :mrgreen: non ho scritto io questa frase.
Parli come se all'epoca dell'incidente fossi stato presente: pare strano cosa?
Ti ricordo (perché sono sicuro che lo sai già) che anche Flavio Ghio (che non è l'ultimo arrivato) nelle interviste cita la salita di Mario Zandonella; che poi la storia del chiodo sia vera o no questo lo può sapere solo lui, ma come ben sai il "segreto." se l'è portato nella tomba poco tempo dopo, ma non vedo perché dovrei dubitare.
Andrebbe forse a scalfire la figura di Cozzolino? Ma dai!
Fare illazioni su fatti accaduti oltre 40 anni fa, senza alcuna prova o testimonianza, basandosi solo sulle proprie convinzioni e/o su quello che dice atuocuggino non lo trovo corretto, finché lo fa vecchio pazienza, ma detto da te un pò spiace.

Tornando in Topic, tutti bravissimi a mitizzare Cozzolino per le sue idee e le sue realizzazioni, poi alla prova dei fatti voglio vedere quanti si fanno il diedro, con i materiali e gli allenamenti di oggi, con 10 chiodi.
Tu quanti ne hai usati, vecchio? :wink:
-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


-meno internet, più cabernet
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Re: 1972 ... e COZZOLINO scrisse

Messaggioda VECCHIO » ven set 15, 2017 14:55 pm

Cinque anni fa ho usato le soste che c'erano e quasi tutti i chiodi, se buoni, che ho trovato, non li ho però contati come facevo in gioventù, quindi ti rispondo parzialmente: penso 15-20, ma non so.
Ho piazzato tre friends e mio figlio ha piantato due chiodi per farsi una sosta in alto perchè era salito diritto, e sei friends qua e là e un nut, so questi numeri perchè si dedica del tempo a metterli e toglierli.
Alcune soste erano spittate, forse dal soccorso, e le ho usate con piacere.
Festeggiavamo scalando in alternata i 20 suoi e i 60 miei ann (però i tiri balordi li ho saliti io, è mio figlio): bellissima festa! E parlavo di LUI!

Ma devo avere scritto già da altre parti, più o meno così, il significato della salita per me, per i chiodi rispondo solo a una tua domanda. Ah, abbiamo attaccato molto tardi la mattina e abbiamo dormito al bivacco rosso.
Un'altra cosa per chi vuole info: sui tiri fino al quinto di solito non ci sono chiodi e sopra qualcuno, solo sul tiro chiave si trovano quattro chiodi e il passo di settimo è azzerabile su un chiodo. Io che sono vecchio non mi sono mai appeso e nemmeno ho sentito il bisogno di proteggermi tanto, quindi si può fare bene, ma bisogna essere abituati a scalare in libera, altrimenti secondo me se si chioda e si mettono protezioni si impiegano troppe ore e si finisce col dover bivaccare.
Tecnicamente è forse il diedro più facile, fra quelli famosi, ma l'ambiente e la roccia sono i più severi.
Ricordo la via dei Fachiri molto più impegnativa, ma era molto prima che la chiodassero bene.
Ma sto parlando di broccaggine mia, ora quelli bravi fanno altre cose
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