Domanda...Cos'è per voi l'arrampicata???

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda piobis » ven dic 28, 2007 19:07 pm

Certo che come in cima intendevo il punto di arrivo sia esso una semplice catena o una cresta... cmq non è vero che l'importante è arrivare: non se arrivi su (alla fine della parete in falesia) a razzo ma come un oranghetto e non hai potuto godere e apprezzare la roccia in tutte le sue meravigliose sfaccettature! (quello che faccio io di solito!) Non vale la pena di correre per arrivare su se scali male e senza vedere le prese migliori, senza sentire la roccia diventare parte di te talmente ne sei a contatto! Non so se ho reso l'idea...
la vita è ciò che succede mentre tu stai facendo altri piani
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Messaggioda Gigi64 » sab dic 29, 2007 1:19 am

Concordo con l'apprezzare il viaggio e non solo la meta a cui dobbiamo arrivare, soprattutto ciò che ci può dare il viaggio come arricchimento personale, e parlo di conoscenza, di sensazioni, poi come dice Gug conta anche l'arrivare alla meta, che si tratti della catena in falesia o della vetta in montagna, ma se sapremo concentrarci sul viaggio, sulla via, in caso di insuccesso la frustrazione potrà essere minore, e sicuramente avremo meglio capito il perchè non siamo arrivati alla meta, così potremo migliorare meglio la nostra tecnica, l'affrontare la paura, e tutte quelle cose che ci servono in questa bella attività, e la prossima volta arriveremo alla catena, o alla vetta, o sapremo come farlo in vie simili a quella.

Io nell'arrampicata trovo anche molti dei miei aspetti che ritrovo nella vita, certo, lo stato di grazia che cita Tiralarosa, ma anche gli aspetti negativi e limitanti di me stesso, le mie paure, le mie incertezze, le mie insicurezze, questo quando mi spingo al limite, e parlo di quella zona dove sai che potresti e non potresti farcela, quella zona dove conta il saper porti con la giusta grinta, con forza e con calma nello stesso tempo, accettando le tensioni che si generano non come fattori limitanti ma come stimoli naturali che invece devono dare maggiore forza, quella zona dove sai che ti stai alzando sopra all'ultimo spit e potresti o non potresti farcela, dove conta la fiducia che dai a te stesso, dove conta la tua capacità e, perchè no, magari anche un pizzico di caso, di fortuna, accettando anche l'eventuale sfortuna, ma non arrendendoti a essa, in totale gente questo è quello che ritroviamo in casi della vita che possono essere determinanti per la nostra stessa vita, un esame, una prova, un'azione, insomma, uno dei tanti momenti cruciali della nostra vita, e forse se sapremo fare tesoro della capacità che acquistiamo affrontando i nostri passi difficili nelle nostre scalate, forse avremo anche maggiori possibilità di superare i passi chiave che troveremo nella vita, e raggiungere le tante catene che la vita stessa ci chiede di raggiungere! :)
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Messaggioda ste_car » sab dic 29, 2007 13:30 pm

L'arrampicata è una crescita interiore, che poi diventa uno stile di vita. Almeno per me. Spiego:
ho cominciato ad andare in montagna a 21 anni (ne ho 32) quindi molto tardi rispetto a molta gente e se vogliamo è relativamente poco. Semplici trek o qualche ferratina. Mi è piaciuto e subito un corso di alpinismo. Scalare non ancora. Solo ghiacciai e trek un pò più impegnativi. Sentivo che volevo di più, sentivo che la "cosa" cominciava ad entrare in me. Volevo provare a scalare. Una domenica mi hanno portato in falesia; 5 tiri e ovviamente molto semplici. Non è stato divertente, ma mi sono divertito. (citazione ripresa da una frase di M. Twight). Mi sono stancato, faceva freddo, le scarpette facevano male..... La domenica dopo ho scalato Durango (Val di Mello). 5 vie in falesia e poi 400 mt di cascata! Ero talmente stanco dopo che per riuscire a slegare il nodo delle corde ghiacciate volevo versargli sopra il caffè-latte (allora bevevo ancora il latte vaccino..) che avevo nel thermos... Non so cosa vuol dire essere strafatti di crac.... ma mi sà che ci ero vicino. Non ricordo nulla della discesa e del ritorno a casa a tarda sera. Ero completamente andato!
Ma la mattina dopo, quando ho realizzato cosa era successo.... ero cambiato! La terapia d'urto aveva funzionato.
Ho iniziato a scalare. Ora ero un climber! Avevo sentito qualcosa dentro, che su Durango mi aiutava a concentrarmi, a stare tranquillo, a scegliere il movimento giusto da fare. Ma che poi è rimasto e mi diceva le stesse cose nella vita "normale".

Il tutto poi è diventato uno stile di vita. Perchè poi se ti immergi totalmente nella scalata, che sia solo falesia o alpinismo, tutto cambia. Persino come ti vesti. Uno scalatore lo vedi da lontano. In mezzo 100 persone il climber lo vedi. La "cosa" ti cambia.
Il fatto di essere tu che ti devi togliere dai guai, devi fare delle scelte subito e devi farle tu e solo tu. Non puoi chiedere aiuto a nessuno. Sei tu che fare il passo con il chiodo o il friend 4 metri sotto.
E questo nella vita normale lo senti. E lo rifai. Scalare mi ha insegnato a prendere le mie decisioni. Essere più deciso nelle mie cose.

In tutti i 10 anni, 3 sono stati quelli che hanno fatto la differenza. Vivevo mangiavo pensavo respiravo solo per scalare. Ho cambiato persino modo di mangiare. Ho deciso di vivere di montagna. Sono cambiato.
E se in questo periodo momentaneamente non scalo e ho scalato pochissimo negli ultimi anni, mi sento lo stesso alpinista. Vivo comunque in funzione di quello. Ormai la montagna e la scalata sono entrate dentro.

Non mi sento più come la gente comune. Nel senso (es che può far capire): quando andavo a fare test per le tavole da snowboad, tutti in pista a fare curve o salti. Io perdevo ore ad arrivare in cima ad un pendio ripido, per poi fare solo tre curve in fresca.... ma che emozione. Qualcuno a fatto il paragone col sesso... io ci sto. Anzi, a volte è meglio.
Quando fai la via che hai sempre voluto fare. Quando hai finito le doppie. Wow...

Se vivi la scalata o la montagna in maniera totale, diventi un'altro. Io sono un'altro. Noi non siamo gente comune. Uno che gioca a pallavolo, che ci crede sul serio, non cambierà mai come siamo cambiati noi altri.

Quindi; cos'è la scalata per me? allargo a: cos'è la montagna per me?
il mio modo di vivere!

Sono stato pesante? Non si è capito un c___o?

ciao.
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Messaggioda LugheroMujesan » dom dic 30, 2007 20:30 pm

:D ... pesante? no anzi, io l'ho trovato veramente interessante. E mi trovo d'accordo su molti punti!!! Ti sei spiegato bene... :D
Sempre alegri e mai pasion...
Viva l'A e po bon...
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Messaggioda ste_car » ven gen 11, 2008 11:06 am

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Messaggioda yena » ven gen 11, 2008 22:21 pm

bah secodo me l'arrampicata è qualcosa di diverso a seconda di come la fai e di come sei in quel momento...

quando sei stressato e vai in palestra a scaricarti è un calmante

quando fai buolder da solo sei alla ricerca della perfezioe del gesto tecnico

quando vai in montagna su vie sprotette forse cerchi il tuo limite, o forse vuoi solo goderti un bel paesaggio



... per me l'arrampicata è il gesto tecnico, gli amici, la natura..
Leggi i miei articoli sulla patologia arrampicatoria www.patologia-arrampicatoria.it
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Messaggioda presaviscida » sab gen 12, 2008 12:44 pm

Grande Ste Car ,ottimo questo tuo punto di vista su cosa è per te l' arrampicata o meglio tutto l' insieme di cose di cui l' arrampicata fa parte io approvo al meglio quello che hai scritto . Sono daccordissimo nel sottolineare che è sopprattutto uno stile di vita.
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Messaggioda patata » mar gen 29, 2008 19:39 pm

=D> concordo con ste_car quando dice che diventa uno stile di vita...e con tutto il resto praticamente

perchè se non fosse così, se si ricercasse solo il gesto atletico non avrebbe senso arrampicare...allora datevi al bulder quello può essere preso come uno sport...

arrampicare per me vuol dire essere in grado di"uscire"dal proprio corpo spegnere il cervello ed usarlo solo per far si che il corpo si adatti alle regole imposte dalla roccia!

i nostri muscoli i tendini la capacità che abbiamo di muoverci più o meno bene la corda i friend i rinvii le scarpette e l imbrago messi insieme non sono in grado di scalare una montagna...una buona testa invece può anche non avere bisogno di tante di queste cose...

il fatto di cercare sempre il limite e l esasperazione della difficoltà in falesia secondo il mio punto di vista è già un discostarsi dal vero senso di arrampicata...anche se allo stesso tempo se fatto nel giusto modo lo ritengo un ottimo e unico vero allenamento per migliorarla...

insomma chi arrampica di noi è la testa ed il corpo non e altro ke il mezzo ke le serve a collegarsi con la roccia...
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Messaggioda AppenninistaVagante » mer feb 27, 2008 1:20 am

Salve,cercherò di dire la mia...
Che cos'è per me l'arrampicata?
-avventura pura
-scoperta
-incertezza
-gioco
-equilibrio
-bellezza
-divertimento
-sofferenza
-dolore
-goduria
tutte queste cose messe insieme e tanto altro....
In falesia soprattutto sfida con me stesso,azzardo,divertimento e confronto.
Su roccia in montagna misurarsi con una parete,sognare,godere dell'ambiente e della solitudine.
Su ghiaccio e d'inverno sofferenza e sacrificio,ma soprattutto grande soddisfazione.
In sostanza non è per niente facile dire che cos'è per me l'arrampicata,troppo riduttivo dire passione o stile di vita,è un qualcosa che da qualche anno mi porto dentro,che fa parte di me,e che in fondo è difficile condividere appieno... VITA!
comunque bellissimo post! :wink:
http://appenninistadoc.blogspot.com

La linea orizzontale,ci spinge verso la materia
quella verticale
verso lo Spirito


(Battiato)
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Messaggioda climber » ven feb 29, 2008 11:47 am

Per mè l'arrampicata è uno stile di vita, personalmente mi ha aiutato e lo fà tutt'ora a superare i problemi della vita facendomi riscorprire valori che con il nostro ritmo vengoni soffocati e messi in cantina.
E' un'arte e come tale ogniuno di noi la interpreta a suo modo e ci crede fino in fondo dando il massimo per cercare di ottenere, di concreto nulla, ma di molto importante per se stessi.

Io come al solito domani mi sveglierò e via per un'altra giornata ricca di emozioni!!!! :D
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Messaggioda didò12 » gio mar 06, 2008 22:53 pm

ciao...come pseudonuova in questo mondo vorrei dare la mia opinione a riguardo. io credo che l arrampicata oltre ad un divertimento ad un lavro etc...sia una conoscenza di sè e una presa d atto dei nostri limiti che poi con sforzo fisico e psicologico si possono superare. è più arduo di quanto si pensi.... :smt003
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Messaggioda Gigi64 » dom mar 09, 2008 17:13 pm

didò12 ha scritto:ciao...come pseudonuova in questo mondo vorrei dare la mia opinione a riguardo. io credo che l arrampicata oltre ad un divertimento ad un lavro etc...sia una conoscenza di sè e una presa d atto dei nostri limiti che poi con sforzo fisico e psicologico si possono superare. è più arduo di quanto si pensi.... :smt003


Ciao Didò, concordo con te! ;)

Una delle grandi opportunità che ci offre l'arrampicata è il confronto con le parti più profonde di noi stessi, quando forziamo i nostri limiti, magari entrando in quella zona dove sappiamo che potremmo farcela tecnicamente e fisicamente, ma siamo talmente al limite che abbiamo bisogno della massima fiducia in noi stessi e di cacciare alcune paure che ci bloccano...

Queste sensazioni, queste situazioni, nella vita di tutti i giorni arriviamo a provarle raramente, poche volte ci spingiamo così ai limiti, nell'arrampicata abbiamo l'opportunità di provarle, sperimentarle e lavorare su noi stessi anche più volte in una sola giornata!
Queste esperienze ci potranno tornare utili in tutte le situazioni in cui la vita ci spinge a confrontarci con i nostri limiti, tenendo presente che, a differenza dell'arrampicata, spesso in molte di quelle situazioni non avremo scelta, dovremo affrontarle per forza, e a volte... senza nemmeno la corda! ;)
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Messaggioda Long Mark multipower » lun mar 10, 2008 15:45 pm

AppenninistaVagante ha scritto:Salve,cercherò di dire la mia...
Che cos'è per me l'arrampicata?
-avventura pura
-scoperta
-incertezza
-gioco
-equilibrio
-bellezza
-divertimento
-sofferenza
-dolore
-goduria


Non posso essere più d'accordo con te...è tutto, anche forza tranquillità ed equilibrio interiore!!!
Per me cmq. varia tantissimo anche dal periodo che stai passando...in questo momento ho un periodo un po' di m...a, e ogni week-end che vado ad arrampicare sono in palla completa di testa, terrore puro...e non so di cosa, so benissimo che non succede niente se volo, ma è una paura inconscia che non riesco a controllare, e più che vado avanti più mi demoralizzo...e la cosa che i da più fastidio e che da secondo cabia tutto, ed arrivo quasi regolarmente in catena liscio...
spero che prima o poi mi passi, io c'è la metto tutta...
Vi chiedo scusa per lo "sfogo".
Buon divertimento a tutti...
:)
Se non c'è una presa...basta immaginarla e fare finta che ci sia... ;-)
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Messaggioda Gigi64 » lun mar 10, 2008 17:30 pm

Long Mark multipower ha scritto:Non posso essere più d'accordo con te...è tutto, anche forza tranquillità ed equilibrio interiore!!!
Per me cmq. varia tantissimo anche dal periodo che stai passando...in questo momento ho un periodo un po' di m...a, e ogni week-end che vado ad arrampicare sono in palla completa di testa, terrore puro...e non so di cosa, so benissimo che non succede niente se volo, ma è una paura inconscia che non riesco a controllare, e più che vado avanti più mi demoralizzo...e la cosa che i da più fastidio e che da secondo cabia tutto, ed arrivo quasi regolarmente in catena liscio...
spero che prima o poi mi passi, io c'è la metto tutta...
Vi chiedo scusa per lo "sfogo".
Buon divertimento a tutti...
:)


Secondo me non devi chiedere scusa per lo sfogo perchè guarda che questa paura riguarda veramente molti scalatori! ;) :)
Non so se ti succede su tutti i livelli di difficoltà, ma ad esempio a me succede in particolare con una combinazione di due elementi, il primo è l'essere su una difficoltà molto alta per me e di conseguenza non sapere se troverò roba buona sopra allo spit, il secondo è se la caduta non mi convince molto a livello di sicurezza...
Per dirti, sabato ho fatto un tiro che dopo il secondo spit aveva questa combinazione, ho provato un po di volte e sono sceso, poi il mio socio, che arrampica meglio di me, lo ha fatto, lo ho provato da secondo e sono arrivato in catena liscio, però non ho avuto nessuna frustrazione da quell'esperienza, perchè la caduta poteva avere delle conseguenze e il rischiare troppo poteva procurarmi un infortunio, fosse stato più in alto un tentativo lo avrei fatto...

Diversa è invece la situazione derivante da una caduta che mi ha segnato a livello psicologico, ne parlo nel thread sulla paura post-caduta, ad esempio sabato come ultimo tiro, essendo brasato ma con la voglia di fare ancora un tirello, ne ho fatto uno che di solito uso come riscaldamento, dovrebbe essere un 5c, se è un 6a è un 6a facile, comunque, stavo andando su bene, con bei movimenti e rilassato, ad un certo punto dovevo incrociare le mani per una rinviata, sono riuscito a piazzare il rinvio ma facevo fatica a far passare la corda, ma non riuscivo a farlo per la posizione...
Anzichè riposizionarmi su di una posizione più idonea, scelta più logica, ho continuato e ritentare in quella posizione, ma dopo un po ho iniziato a stancarmi e ho avuto un flash-back della caduta che ho fatto, improvvisamente mi è salita la paura, quasi inconsciamente il mio sguardo è andato allo spit sotto ai miei piedi, al che ho preso il rinvio con una mano per infilarci la corda, poi sono arrivato in catena, ma legnoso, vabè, amen, però la prossima volta devo concentrarmi meglio!

Per quanto ti riguarda, prova magari a scalare su difficoltà minori da primo, dove ti trovi a tuo agio, e perciò riprendendo fiducia, poi piano piano ti risposti vicino ai tuoi limiti, guarda che spesso il battere la testa contro un muro fa rompere la testa anzichè il muro!!! ;) :D
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Messaggioda Long Mark multipower » mar mar 11, 2008 11:17 am

Grazie!!!
:D
Se non c'è una presa...basta immaginarla e fare finta che ci sia... ;-)
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Messaggioda zannao » ven mar 21, 2008 1:17 am

Cos'è per me l'arrampicata... Bella domanda. Ho cominciato ad andare in montagna ancora bambino, quasi in automatico - ci vivo in montagna. kilometri di sentieri e di mulattiere e poi alle soglie dei 18 anni mi iscrivo ad un corso di alpinismo. Devo imparare a fare due o tre nodi, pensavo. Non si sa mai che possa averne bisogno.
Da allora sono passati ...accidenti li devo contare... 26 anni, e ancora non mi sono stancato, anzi.
In parecchi post ho trovato argomenti che condivido e esperienze che ho vissuto.
Componenti fantastici, nei primi anni con i primi soldi (pochi, molto pochi) in tasca sono stati, assieme all'arrampicata, i viaggi, la scoperta e la vita "on the road". Ogni domenica, ogni giorno di ferie o ogni ponte più o meno lungo a cercare posti nuovi. Abbiamo dormito ovunque, sotto i ponti, nelle tubazioni delle fognature in costruzione, nei capannoni semidiroccati del vecchio tiro a segno di La Turbie (e chi ce l'aveva il van, il camper o la tenda??), lungo tutti o quasi i parcheggi della strada per il Verdon e le Calanques.
Tecnicamente allora eravamo agli inizi, nella mia zona. Qualcuno aveva le scarpette con l'airlite (si scrive così??), comparivano le prime EB. Chi faceva il 6b era un drago - mi ricordo delle faticate sulla vie della Barre Longue, proprio alla Turbie - e la norma era il 5+/A0 col fifi (chi se lo ricorda?) attaccato all'imbrago e pronto ad entare in azione.
Poi è venuto il momento dell'allenamento a secco (la scintilla: il libro di Edlinger, Arrampicare e un articolo benemerito su un Vertical di quegli anni - seconda meta degli anni 80) e lì un'altra rivelazione, il gioco di arrampicare che diventa sempre più stile di vita: regole ma anche divertimento, alla ricerca di un attimo. Penso sia capitato a molti. Non conta che la via sia lunga 10 o 40 metri: capita talvolta di entrare così in simbiosi con il gesto, con la pietra, da non sentire nè la fatica nè la paura, di trovare una concentrazione totale e assorbente... e quando succede è davvero bello.
Poi si cresce, si lavora, ci si costruisce una famiglia, ma la pietra è sempre lì, pronta per le nostre emozioni, quando si è in grado di coglierle.
Forse, come qualcuno ha detto, l'arrampicata ha qualcosa di più degli altri sport, forse no. Non posso dirlo, pur avendone praticati molti non ne ho mai fatto uno con la medesima intensità, non c'è mai stato lo spazio per farlo.
Sicuramente questa attività mi ha dato tanto, sia sul piano fisico che su quello mentale. Così tanto che non sono in grado di dire che cosa sarei io oggi senza di essa.
Beh, ora devo andare: "Go climb a Rock!".
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Messaggioda Enzolino » lun mar 24, 2008 16:54 pm

Per me, ora, e' un mezzo espressivo ... come puo' essere la danza, lo sport o l'arte in senso lato, cosi' come la professione che faccio ...

Un mezzo espressivo che e' anche un fine, un po' come si dice sul viaggio ...

Io, in montagna, in citta', in spiaggia o lungo un fiume mi sento vivo uguale ...

Non mi sento di vivere la vita in montagna o in parete in maniera piu' profonda e intensa ...

... o, se vogliamo, possiamo pensare che si puo' cogliere e vivere la verticalita', la profondita' e la vita, non solo nell'arrapicata, ma in ogni gesto, pensiero ed esperienza ... :wink:
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Messaggioda LugheroMujesan » lun mar 31, 2008 12:41 pm

zannao ha scritto:Cos'è per me l'arrampicata... Bella domanda. Ho cominciato ad andare in montagna ancora bambino, quasi in automatico - ci vivo in montagna. kilometri di sentieri e di mulattiere e poi alle soglie dei 18 anni mi iscrivo ad un corso di alpinismo. Devo imparare a fare due o tre nodi, pensavo. Non si sa mai che possa averne bisogno.
Da allora sono passati ...accidenti li devo contare... 26 anni, e ancora non mi sono stancato, anzi.
In parecchi post ho trovato argomenti che condivido e esperienze che ho vissuto.
Componenti fantastici, nei primi anni con i primi soldi (pochi, molto pochi) in tasca sono stati, assieme all'arrampicata, i viaggi, la scoperta e la vita "on the road". Ogni domenica, ogni giorno di ferie o ogni ponte più o meno lungo a cercare posti nuovi. Abbiamo dormito ovunque, sotto i ponti, nelle tubazioni delle fognature in costruzione, nei capannoni semidiroccati del vecchio tiro a segno di La Turbie (e chi ce l'aveva il van, il camper o la tenda??), lungo tutti o quasi i parcheggi della strada per il Verdon e le Calanques.
Tecnicamente allora eravamo agli inizi, nella mia zona. Qualcuno aveva le scarpette con l'airlite (si scrive così??), comparivano le prime EB. Chi faceva il 6b era un drago - mi ricordo delle faticate sulla vie della Barre Longue, proprio alla Turbie - e la norma era il 5+/A0 col fifi (chi se lo ricorda?) attaccato all'imbrago e pronto ad entare in azione.
Poi è venuto il momento dell'allenamento a secco (la scintilla: il libro di Edlinger, Arrampicare e un articolo benemerito su un Vertical di quegli anni - seconda meta degli anni 80) e lì un'altra rivelazione, il gioco di arrampicare che diventa sempre più stile di vita: regole ma anche divertimento, alla ricerca di un attimo. Penso sia capitato a molti. Non conta che la via sia lunga 10 o 40 metri: capita talvolta di entrare così in simbiosi con il gesto, con la pietra, da non sentire nè la fatica nè la paura, di trovare una concentrazione totale e assorbente... e quando succede è davvero bello.
Poi si cresce, si lavora, ci si costruisce una famiglia, ma la pietra è sempre lì, pronta per le nostre emozioni, quando si è in grado di coglierle.
Forse, come qualcuno ha detto, l'arrampicata ha qualcosa di più degli altri sport, forse no. Non posso dirlo, pur avendone praticati molti non ne ho mai fatto uno con la medesima intensità, non c'è mai stato lo spazio per farlo.
Sicuramente questa attività mi ha dato tanto, sia sul piano fisico che su quello mentale. Così tanto che non sono in grado di dire che cosa sarei io oggi senza di essa.
Beh, ora devo andare: "Go climb a Rock!".


Complimenti... :wink:

Comunque leggendo i vostri interventi ( tutti molto interessanti) posso dire che come tutte le cose anche il modo di vivere l'arrampicata e/o più semplicemente la montagna è soggettivo. Vi ringrazio per le risposte e continuate a scrivere le vostre opinioni, è sempre un piacere leggervi... :wink: :D
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Messaggioda LimaMike » gio apr 03, 2008 10:06 am

Concordo con Roberto il vero motivo è ben nascosto dentro di me e se devo provare a darti una risposta allora ti dico che per me è linfa vitale.

Se penso di porterci rinunciare? Penso di si ma dipenderebbe molto dal motivo che mi porterebbea doverrinunciare!

Salut
LM
Perchè arrampico? Semplice! perchè mi diverto.
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Messaggioda O_o » gio apr 03, 2008 19:21 pm

Per me l'arrampica è le 3C cioè: cervello,cuore e cogl....
e la motivazione per cui mi piace riassumere l'arrampica in questa 3 brevi parole è : se non si usa il cervello in montagna si rischia tanto e allo stesso tempo gran parte dell'arrampicata è una questione mentale, cuore perchè ci vuole tanta passione per non arrendersi mai e superare le difficoltae infine cogl.... perchè senza un po di coraggio certe cose non le proverai mai !!!! :D
NON ESISTONO MONTAGNE IMPOSSIBILI, ESISTONO SOLO UOMINI CHE NON LE SANNO SCALARE

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