pf ha scritto:Christian,
pensavo di aver capito anche questo tuo punto, e infatti ti avevo fatto l'esempio di Huber e della sua macchina noleggiata, ed era un caso vero.
Perchè, e qui bisogna sgomberare gli equivoci, io ho conosciuto un bel pò di scalatori di gran nome, e non ne ho visto UNO solo ricco. Diciamo pure che TUTTI hanno ritagliato accuratamente le loro esigenze intorno alla loro passione. Non è la prima volta che leggo prese di posizione come la tua, e posso capire che uno pensi che a margine di certe foto/salite/serate ci sia una valanga di denaro, ma in realtà chi vive di scalata vive alla giornata, credimi. Ci sono delle eccezioni, e quasi tutte appartengono al passato, Himalaysti soprattutto, che chiedono moltissimo per le loro serate, hanno libri da migliaia di copie ( sotto le 3000-5000 copie un libro è fatto esclusivamente per passione, sappilo ), hanno sponsor anche NON di settore. Non mi piace fare nomi, ma sono fatti che ho toccato con mano, tanto che viene il sospetto che nel passato sia avvenuto quello che tu ora citi per il presente. Perchè, sia chiaro, perfino oggi una normale ad un 8000 rende qualcosa economicamente, mentre una qualsiasi delle salite di Bole rende giusto, a Bole, la benzina per andare a fare un'altra salita.
Piuttosto, ci sarebbe da dire che molti giornalisti di montagna hanno fatto sì davvero i soldi, e parecchio, scrivendo inesattezze per anni. A parer mio questo è uno scandalo.
Quindi, al tuo "imperativo è vendere", io, sulla base di fatti noti, risponderei: "imperativo è continuare a scalare ad alto livello". E per far questo è necessario arrivare alla fine del mese con 700/1500 euro che non arrivano da un'azienda di imballaggio ma da qualcuno che ha interesse a farti scalare. Io, in questo, non ci trovo nulla di male.
Mi ripeto, quello che manca è la "penna" capace di scavare sotto queste imprese, che potrebbero essere raccontate con ben più fascino rispetto a quanto avviene. A me capita di parlare con qualche scalatore Top, l'aneddoto che ha citato Maurizio in realtà è uno dei tanti, certe imprese che sembrano essere state compiute in totale tranquillità hanno invece avuto parecchi momenti difficili/comici/drammatici, ma raccontarlo costa tempo e talento
Bravo Fabio, perfettamente d'accordo. Con qualche riserva per i giornalisti che hanno fatto i soldi, non so a chi ti riferisci (se non sempre allo stesso
), ma io non ne conosco molti...
Maurizio