l'imperativo è : vendere !

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda Maurizio » gio nov 04, 2004 10:06 am

Enzolino ha scritto:
Maurizio ha scritto:...Ciò che dice Christian è interessante. Io ho sempre sostenuto la soggettività (o relatività) della prestazione, in disaccordo, per esempio con Fabio. Io sono convinto che le imprese di Huber, Bole e compagnia bella siano il top nelle rispettive discipline...ma quello che hanno perso le riviste, e chi le fa, è la capacità di comunicare qualcosa raccontando queste imprese. Voglio dire, mentre redigo una cronaca alpinistica è impossibile non parlare di ciò che fa Huber, non posso prescindere dal farlo...ma una cronaca non ha comunque la pretesa di suscitare un emozione nel lettore...se non per sindrome da identificazione, o come cavolo la chiamano gli psicologi!
Quando Motti traduceva gli articoli di Robbins parlava lo stesso di imprese impossibili per qualsiasi lettore di quell'epoca. E sono convinto che allora nessuno avesse una lontana idea di cos'era Yosemite. Però leggere quelle cose emozionava, perchè chi scriveva era capace di creare una sintonia emozionale con il lettore. Così anche Gogna parlava di VII grado quando saranno stati in 5 a capire che cos'era, però era riuscito a far percepire, all'arrampicatore comune, che lì in quelle pagine forse un giorno sarebbe arrivato anche lui. Dicono la stessa cosa le foto di Bole su Italia 61? Non credo, perchè la filosofia alla base non è la stessa, non ti sto dicendo "guarda cosa potresti fare, è bellissimo...", ti sto dicendo "guarda che cosa impossibile che sto facendo"...non so se mi sono spiegato. Oggi non è che non sia più possibile comunicare qualcosa di differente, semplicemente i protagonisti di queste imprese non ne sono capaci e comunque non pretendono di esserlo. Loro vivono le stesse emozioni che viveva Robbins e Pratt, ma non riescono a comunicarle (a meno di non ricorrere a metodi di comunicazione diversi dalla scrittura)! E i redattori, imbrigliati nelle regole di mercato, non hanno neanche interesse a sbattersi più di tanto per ricercare qualche alpinista, magari semi-sconosciuto, che sappia ancora ri-creare questa sintonia.
certo una volta era più facile. Si era meno condizionati, si aveva meno concorrenza, tutti i cervelli migliori lavoravano all'interno del progetto o collaboravano. Oggi non è più così, e non solo in Italia...
Bravissimo! Condivido in pieno quello che hai scritto! :wink:
Forse sembrera' offensivo ma a volte, leggendo i racconti o le interviste di molti top-climbers, dentro di me mi son detto "forse avrebbero fatto meglio a spendere un po' piu' di tempo a leggere piuttosto che stringer prese ..." ... mah ... :? :wink:


Si certo, sono contento che mi dici bravo, però, come accennavo, non è che scrivere sia l'unico modo di comunicare, soprattutto oggi. Lo si può fare con le immagini, ad esempio (tipo film di Mariani su Pedrini, mica Marco ha avuto bisogno di dire qualcosa!), oppure raccontando oralmente. Proprio di Bubu ricordo una sua serata in cui si mise a raccontare la sua prima esperienza in Marmolada. Parlava impacciato (ma proprio lì era il bello) e raccontò di come gli cadde tutto il materiale dallo zaino, di come capì male gli ordini dell'amico Sterni e lasciò in parete i friend e tutto il materiale. Poco importava se inventasse o meno. Ebbene la gente, anche chi non arrampicava, pendeva dalle sue labbra. Perchè si immedesimava in quell'impaccio, non riuscendo tuttavia a capacitarsi come un fortissimo come lui potesse essere stato un tempo così imbranato... Dopo questa grande premessa (altra gag memorabile, Roberto ricorderà, fu quando a Lecco Bubu tentò un discorso per scusarsi pubblicamente se sbagliava a dare i gradi, secondo me quello era da raccogliere in un filmato, altro che dry-tooling!) la serata finì su filmati e flash di immagini impossibili condite da musica rock assordante. La platea rimase attonita, ma alla fine ti era rimasto solo quel discorso iniziale.

ciao

Maurizio
Avatar utente
Maurizio
 
Messaggi: 1268
Images: 19
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda ehi man » gio nov 04, 2004 11:23 am

Maurizio ha scritto:.... Così anche Gogna parlava di VII grado quando saranno stati in 5 a capire che cos'era, però era riuscito a far percepire, all'arrampicatore comune, che lì in quelle pagine forse un giorno sarebbe arrivato anche lui. Dicono la stessa cosa le foto di Bole su Italia 61? Non credo, perchè la filosofia alla base non è la stessa, non ti sto dicendo "guarda cosa potresti fare, è bellissimo...", ti sto dicendo "guarda che cosa impossibile che sto facendo"...non so se mi sono spiegato.
Maurizio


@maurizio: magari in generale hai ragione, ma l'esempio non mi sembra che caschi a fagiuolo. se non sbaglio nell'articolo MBB mi sembra affermi che Italia61, vista la chiodatura, potrebbe diventare una classica dell'alta difficoltà tant'è che l'anno già ripetuta in libera due da bz. per cui di sicuro non dice "guarda che cosa impossibile che sto facendo"

@cristian: bravo all'elettricista che traballa sul 7b, ma magari MBB una volta lo faceva acnhe lui dopo aver passato la settimana a girar tubi, visto che se non sbaglio era idraulico. a differenza del primo però, lui ha gettato via un lavoro che probabilmente gli dava una sicurezza e ha provato a viver di montagna. tralasciando il discorso gradi ecc... mi sembra che già questa sia una scelta che può insegnare qualcosa al di là dell'arrampicata.
cera persa
Avatar utente
ehi man
 
Messaggi: 907
Images: 10
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda sergio63 » gio nov 04, 2004 11:43 am

pani ha scritto:
Maurizio ha scritto:.... Così anche Gogna parlava di VII grado quando saranno stati in 5 a capire che cos'era, però era riuscito a far percepire, all'arrampicatore comune, che lì in quelle pagine forse un giorno sarebbe arrivato anche lui. Dicono la stessa cosa le foto di Bole su Italia 61? Non credo, perchè la filosofia alla base non è la stessa, non ti sto dicendo "guarda cosa potresti fare, è bellissimo...", ti sto dicendo "guarda che cosa impossibile che sto facendo"...non so se mi sono spiegato.
Maurizio


@maurizio: magari in generale hai ragione, ma l'esempio non mi sembra che caschi a fagiuolo. se non sbaglio nell'articolo MBB mi sembra affermi che Italia61, vista la chiodatura, potrebbe diventare una classica dell'alta difficoltà tant'è che l'anno già ripetuta in libera due da bz. per cui di sicuro non dice "guarda che cosa impossibile che sto facendo"

@cristian: bravo all'elettricista che traballa sul 7b, ma magari MBB una volta lo faceva acnhe lui dopo aver passato la settimana a girar tubi, visto che se non sbaglio era idraulico. a differenza del primo però, lui ha gettato via un lavoro che probabilmente gli dava una sicurezza e ha provato a viver di montagna. tralasciando il discorso gradi ecc... mi sembra che già questa sia una scelta che può insegnare qualcosa al di là dell'arrampicata.


cos'è che insegna questa scelta?....

a mè piace di più l'elettricista!
Avatar utente
sergio63
 
Messaggi: 386
Iscritto il: lun nov 03, 2003 17:02 pm
Località: Giudicarie (TN)

Messaggioda pf » gio nov 04, 2004 11:44 am

Stiamo considerando la cosa sotto diverse sfaccettature.
Anzitutto, pochi "big" sanno comunicare, parlare, trasmettere.
Questo, secondo me, è sempre stato vero, ed è vero in tutte le discipline. Ci sono maestosi musicisti, pittori, scienziati, totalmente incapaci di spiegare cosa fanno. Parlano con quello che creano, punto. Un bravo intervistatore può ricavarne qualcosa, oppure bisogna aspettare la loro biografia. Che sarà forzatamente distorta, poichè non sarà un'autobiografia.
Tornando al nostro mondo, quando presento molti alpinisti e arrampicatori, Davide sa bene che per alcuni ( pochi...) posso far leggere e citare le loro osservazioni ( penso a Berhault, Twight...), mentre per la maggior parte ho scelto di commentare la loro vita con citazioni altrui ( da letteratura classica, peraltro). Christian ha detto un nome, ma se prendo un grande come Kukuzka, noterete che non ha mai detto qualcosa di memorabile. La sua autobiografia è memorabile per quello che racconta, ti "prende", ma non per quello che dice. E' un'avventura degna di Salgari, che ti lascia sconcertato, ma non c'è una frase che ti ricorderai per sempre.
La scelta delle riviste, secondo me, è di limitarsi all'avventura salgariana, perchè mettersi al posto del personaggio per trasmettere emozioni costa tempo, e bisogna essere capaci di farlo.
Un altro punto che dice Christian è sulla scelta di certi obiettivi e certe salite. Sono abbastanza d'accordo, ricordo Huber che mi disse che voleva cimentarsi un'apertura in solitaria e invernale, e tra una parete sconosciuta e le tre cime scelse quest'ultima con Bellavista. Io dico che Bellavista è stata una grande apertura e che il suo racconto non era neanche malvagio, e che queste scelte sono sempre avvenute. Dico anche che Huber, Bole, etc, hanno fatto decine di grandi salite perfettamente ignorate dai media, nella loro storia, e che adesso che vivono di scalata si comportano diversamente. Ma noto che anche i più grandi registi guardano al ritorno commerciale quando partono per un film, e sono pieni di miliardi, a differenza di Huber che comunque quando va a Yosemite affitta una macchina nel segmento più basso. E che io che scrivo spesso, nel mio lavoro, faccio cose che non reputo in linea con quanto penso.
Infine, il terzo punto di riflessione riguarda il distacco che c'è fra queste salite "impossibili" e quanto possiamo fare noi. E qui dico la mia, e dico che ringrazio queste salite impossibili perchè nel '99 stentavo sul 6b e oggi ho allargato sogni ed obiettivi grazie a certe foto e certe relazioni. Che, credetemi, non sono tutte così irraggiungibili, e comunque possono darci, se accettiamo di spingere la nostra volontà, una grande sferzata.
So bene che non potrò mai fare Cani Morti, ma molte altre vie sono alla portata di chiunque, così come tanti posti che sembrano UFO. Io avevo la foto di Mediterraneo, in ufficio, fino al 2000: ritraeva questa via sulla Giradili e aveva dentro delle difficoltà extraterrestri, per il livello che avevo nel 98. Pensate che adesso ho le foto del Nino e altre simili, molto spettacolari e, se vogliamo, patinate. Come le veline, forse, ma la differenza è che quelle vie sono davvero belle, e chissà, forse si possono anche fare.
Avatar utente
pf
 
Messaggi: 2090
Images: 19
Iscritto il: lun mag 27, 2002 14:45 pm
Località: Costamasnaga

Messaggioda Maurizio » gio nov 04, 2004 12:34 pm

pani ha scritto:
Maurizio ha scritto:.... Così anche Gogna parlava di VII grado quando saranno stati in 5 a capire che cos'era, però era riuscito a far percepire, all'arrampicatore comune, che lì in quelle pagine forse un giorno sarebbe arrivato anche lui. Dicono la stessa cosa le foto di Bole su Italia 61? Non credo, perchè la filosofia alla base non è la stessa, non ti sto dicendo "guarda cosa potresti fare, è bellissimo...", ti sto dicendo "guarda che cosa impossibile che sto facendo"...non so se mi sono spiegato.
Maurizio


@maurizio: magari in generale hai ragione, ma l'esempio non mi sembra che caschi a fagiuolo. se non sbaglio nell'articolo MBB mi sembra affermi che Italia61, vista la chiodatura, potrebbe diventare una classica dell'alta difficoltà tant'è che l'anno già ripetuta in libera due da bz. per cui di sicuro non dice "guarda che cosa impossibile che sto facendo"

@cristian: bravo all'elettricista che traballa sul 7b, ma magari MBB una volta lo faceva acnhe lui dopo aver passato la settimana a girar tubi, visto che se non sbaglio era idraulico. a differenza del primo però, lui ha gettato via un lavoro che probabilmente gli dava una sicurezza e ha provato a viver di montagna. tralasciando il discorso gradi ecc... mi sembra che già questa sia una scelta che può insegnare qualcosa al di là dell'arrampicata.


uff! Il mio era un esempio a caso, che avevate tirato fuori voi. Ma comunque la sostanza non cambia, la scollatura non è tra Bole e i due di Bolzano che comprano la rivista e decidono di andare a ripeterla, ma tra Bole e la grande massa dei praticanti, che di Italia 61 non riesce ad afferrare nulla. E' una semplice questione di comunicazione, gli esempi Bole e Italia 61) sono, appunto, solo esempi.

ciao

Maurizio
Avatar utente
Maurizio
 
Messaggi: 1268
Images: 19
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda ehi man » gio nov 04, 2004 13:53 pm

Maurizio ha scritto:
uff! Il mio era un esempio a caso, che avevate tirato fuori voi. Ma comunque la sostanza non cambia, la scollatura non è tra Bole e i due di Bolzano che comprano la rivista e decidono di andare a ripeterla, ma tra Bole e la grande massa dei praticanti, che di Italia 61 non riesce ad afferrare nulla. E' una semplice questione di comunicazione, gli esempi Bole e Italia 61) sono, appunto, solo esempi.

ciao

Maurizio


uff! il tuo era un esempio ribadito e sbagliato. un po' come spiegare il teorema di pitagora facendo l'esempio del teorema di euclide.
cera persa
Avatar utente
ehi man
 
Messaggi: 907
Images: 10
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda andreag » gio nov 04, 2004 14:54 pm

pf ha scritto:Infine, il terzo punto di riflessione riguarda il distacco che c'è fra queste salite "impossibili" e quanto possiamo fare noi. E qui dico la mia, e dico che ringrazio queste salite impossibili perchè nel '99 stentavo sul 6b e oggi ho allargato sogni ed obiettivi grazie a certe foto e certe relazioni. Che, credetemi, non sono tutte così irraggiungibili, e comunque possono darci, se accettiamo di spingere la nostra volontà, una grande sferzata.
So bene che non potrò mai fare Cani Morti, ma molte altre vie sono alla portata di chiunque, così come tanti posti che sembrano UFO. Io avevo la foto di Mediterraneo, in ufficio, fino al 2000: ritraeva questa via sulla Giradili e aveva dentro delle difficoltà extraterrestri, per il livello che avevo nel 98. Pensate che adesso ho le foto del Nino e altre simili, molto spettacolari e, se vogliamo, patinate. Come le veline, forse, ma la differenza è che quelle vie sono davvero belle, e chissà, forse si possono anche fare.


Sono abbastanza d'accordo con te Fabio su questo punto.
Quando ero agli inizi della mia vicenda arrampicatoria, ricordo che rimasi folgorato da un articolo sulla rivista del CAI, era di Giuliano Giongo e descriveva la prima in stile alpino di una via con Bruno De Donà alla Torre Egger, nel gruppo del Cerro Torre. Allora non si sapeva quasi nulla di alpinismo Patagonico, e il racconto molto "documentaristico" ma molto bello mi colpì in modo incredibile, questa salita su una parete immane e inviolata, la grotta nel ghiaccio, le tempeste e tutto il resto. Ovviamente per me un sogno impossibile, ma enormemente affascinante.
Ogni tanto nelle riviste mi è capitato di leggere articoli che risvegliano queste sensazioni, ti fanno venire la voglia di andare in certi posti anche solo a vedere, a capire qual è l'atmosfera che ha dato origine a quello scritto. Il fatto è che questo mi succede sempre più di rado. Il problema non sta tanto nel tipo di salita o nello stile di arrampicata, quanto nell'aria di "gia' sentito", di poco originale che spesso questi servizi emanano; tutto uguale, tutto preconfezionato, non so se sia colpa degli sponsor o degli alpinisti e climber, o del fatto che ci siamo abituati a tutto, so solo che è difficile che mi capiti di essere colpito da un servizio di rivista da parecchio tempo.

Detto questo, a me il citato numero di Pareti non è dispiaciuto. Non è vero che gli articoli sono solo sui Big: nello stesso articolo su Bole e Bereciartu c'è anche la pagina su Michelazzi; c'è un bell'articolo su Presles che mi ha fatto voglia di andarci; c'è il resoconto della spedizione di Rampikino al Chogolisa che è interessante, anche come dibattito sulla contrapposizione al megaalpinismo sponsorizzato ministeriale al K2; c'è un articolo sulla salita di Moro e C al Baruntse; c'è un utile articolo sui materiali da ghiaccio, insomma è abbastanza vario e per tutti i gusti, ci sono delle discrete foto e alcuni articoli di piacevole lettura.

Augh, ho detto la mia....

Andrea
Avatar utente
andreag
 
Messaggi: 2561
Images: 210
Iscritto il: mar lug 15, 2003 16:50 pm
Località: Padova

Messaggioda Maurizio » gio nov 04, 2004 15:35 pm

pani ha scritto:
Maurizio ha scritto:
uff! Il mio era un esempio a caso, che avevate tirato fuori voi. Ma comunque la sostanza non cambia, la scollatura non è tra Bole e i due di Bolzano che comprano la rivista e decidono di andare a ripeterla, ma tra Bole e la grande massa dei praticanti, che di Italia 61 non riesce ad afferrare nulla. E' una semplice questione di comunicazione, gli esempi Bole e Italia 61) sono, appunto, solo esempi.

ciao

Maurizio


uff! il tuo era un esempio ribadito e sbagliato. un po' come spiegare il teorema di pitagora facendo l'esempio del teorema di euclide.


di fronte a tanta certezza, Signor Pani, mi inchino e chiedo umilmente scusa, ho sbagliato

Maurizio
Avatar utente
Maurizio
 
Messaggi: 1268
Images: 19
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda rugge » gio nov 04, 2004 15:48 pm

Scusate se mi intrometto, nonostante io non sia che un pivellino dell'arrampicata. Ma se l'argomento di questo topic era il rapporto tra mercato e arrampicata, io penso che nell'alpinismo ci sia molto mercato, ma lo stesso non si può dire dell'arrampicata sportiva, e tantomeno del boulder. Quando vedo la foto di un fuoriclasse su un 8C, o anche su di un grado molto minore ma su una linea di grande bellezza, l'ultima cosa alla quale penso è il mercato. Poi se ALP magari è legato agli interessi della casa editrice, lo stesso non si può dire di Pareti, all'interno del quale di mercato mi sembra che ce ne sia ancora abbastanza poco...E poi non facciamo l'elogio dei bei tempi che furono: la sostanza dell'uomo non cambia: rimane lo stesso, adesso e trent'anni fa. Sono cambiate molte cose in alpinismo e arrampicata, ma l'uomo rimane lo stesso.
Avatar utente
rugge
 
Messaggi: 2100
Images: 46
Iscritto il: gio ott 17, 2002 1:09 am
Località: modena

Messaggioda Herman » gio nov 04, 2004 22:03 pm

rrruggge ha scritto:ma lo stesso non si può dire dell'arrampicata sportiva, e tantomeno del boulder.


8O 8O

Io, tornato nell'ambiente dopo un decennio di assenza, ne ho visto invece parecchio, anzi, sono rimasto basito nel vedere il look di "tendenza" per chi fa boulder. Solo il fatto che un grande boulderista abbia fondato un'azienda che produce abbigliamento "specifico" per boulder potrebbe confutare la tua teoria...

Prendi la magnesite, ve ne sono diverse decine di marche ed ognuna si propone come migliore delle altre...
Herman
 
Messaggi: 10453
Images: 64
Iscritto il: lun set 08, 2003 10:18 am

Messaggioda flaviop » gio nov 04, 2004 23:51 pm

Io non spenderò mai 140 euro per un paio di pantaloni per arrampicare non l'ho mai fatto e mai lo farò.

"Parlando" seriamente gli articoli dell'ultimo Pareti sono molto stimolanti, lo so che non ci arriverò più, ma il sasso è lanciato, qualcuno con il livello uscirà dalla sicurezza della falesia e ci proverà.
In tempi lontani non te lo dicevano le riviste, sentivi voci e provavi.
In tempi dove bivaccavi ancora su certe vie, chi ha dato la spinta, il far vedere che lo zaino lo potevi lasciare all'attacco, che potevi salire leggero e più veloce.
Mi ricordo uno dei primi numeri della RdM ,l'articolo sul Precipizio degl'asteroidi e i commenti dei frequentatori della sezione del CAI, "giovani senza testa", 2 avevano appena bivaccato sulla Costantini Apollonio ed erano orgogliosi del fatto.
Un paio d'anni dopo feci la stessa via e tutto gasato portai le diappositive in sezione, pantaloni bianchi,canottiera ,senza staffe, in libera sotto i tetti e sacrilegio senza zaino.
Mi diedero del matto e andarono a parlare con i miei genitori, spiegandogli che frequentavo le montagne in modo pericoloso.
Se non cera qualcuno che aveva lanciati il sasso, l'avrei fatta ach'io con lo zaino e le staffe.
Quello che era assurdo e elittario ora è la normalità.
SEM AL MUND EN DU E V'UN ME STA SUI BALL!
flaviop
 
Messaggi: 973
Images: 11
Iscritto il: mer set 10, 2003 22:20 pm
Località: bovisio m (mi)

Messaggioda christian71 » ven nov 05, 2004 1:17 am

attenzione, il mio non era certo un sproloquio sull'evoluzione nell'alpinismo. rifare in libera vie come la Couzy è un'impresa su cui non si discute. Il problema vero è : quale motivazione sta alla base delle salite ? negli anni 70 si cominciò ad arrampicare con un certo stile ("californiano") come risposta ad un certo ambiente retrivo, e forse anche all'insopportabile retorica della morte. altre epoche, altre motivazioni, più o meno discutibili, ma perlopiù scarsamente collegate con il dio-denaro
quello che voglio dire, e mi sembra che sia sfuggito ai più in queste pagine , è che l'alpinismo perde via via i suoi connotati di attività ricca di risvolti culturali ed estetici, in favore di un tecnisimo depauperante, e che personalmente reputo anche piuttosto molesto.
mi piacerebbe che negli articoli sulle riviste trasparisse un qualcosa di più della semplice elencazione delle difficoltà superate, e questo purtroppo accade sempre meno di frequente.
personalmente mi commuovo leggendo il racconto del Torre di Maestri, forse perchè mi ricordo i suoi racconti a Campiglio quando ero un bambino, ma purtroppo non trovo un pathos nemmeno lontanamente paragonabile nei racconti dei top climbers attuali.
Insomma, scusate l'espressione un pò forte; siamo carne da cannone.
ormai l'arrampicata in senso lato è un business di prim'ordine, e tutto è pilotato in quest'ottica.
con poche eccezioni. qualche nome : Marco Anghileri, i Catores con la loro presa di posizione recente, pochi altri.
forse dovremmo avere più senso critico, intendo noi alpinisti, e, come i loggionisti della scala, affinare l'intuito, per saper anche fischiare a volte chi spaccia per oro salite tecnicamente eccelse, ma prive del benchè minimo spirito che si possa definire alpinistico.

Christian
Beethoven era talmente sordo che per tutta la vita ha creduto di essere un Pittore

SMEMORANDA 1987
Avatar utente
christian71
 
Messaggi: 368
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: Orobie

Messaggioda rugge » ven nov 05, 2004 3:11 am

mmh...forse comincio a capire adesso cosa intendi comunicare....
Avatar utente
rugge
 
Messaggi: 2100
Images: 46
Iscritto il: gio ott 17, 2002 1:09 am
Località: modena

Messaggioda andreag » ven nov 05, 2004 9:54 am

christian71 ha scritto:quello che voglio dire, e mi sembra che sia sfuggito ai più in queste pagine , è che l'alpinismo perde via via i suoi connotati di attività ricca di risvolti culturali ed estetici, in favore di un tecnisimo depauperante, e che personalmente reputo anche piuttosto molesto.
mi piacerebbe che negli articoli sulle riviste trasparisse un qualcosa di più della semplice elencazione delle difficoltà superate, e questo purtroppo accade sempre meno di frequente........CUT
forse dovremmo avere più senso critico, intendo noi alpinisti, e, come i loggionisti della scala, affinare l'intuito, per saper anche fischiare a volte chi spaccia per oro salite tecnicamente eccelse, ma prive del benchè minimo spirito che si possa definire alpinistico.

Christian


Mi trovo abbastanza d'accordo con quello che scrivi ora, ma il tuo post iniziale se la prendeva di brutto con il numero di Pareti, che tutto sommato e con tutti i limiti mi sembra invece tenti di andare contro la tendenza che tu stigmatizzi, e cerca di parlare di alpinismo, anche ai climber che poco sanno cosa sia.
Purtroppo hai ragione, le esigenze commerciali stanno pesando molto in questo periodo sulla visione "pubblica" dell'alpinismo, e questo si riflette anche sui costumi della massa arrampicante. Sta a noi cercare di guardare le cosa con occhio un po' critico, come dici giustamente, e cercare di evitare le proposte preconfezionate ad arte per vendere e basta. Io, nel mio piccolo, cerco di farlo, ma spesso è dura resistere all'onda....
:evil:

Andrea
Avatar utente
andreag
 
Messaggi: 2561
Images: 210
Iscritto il: mar lug 15, 2003 16:50 pm
Località: Padova

Messaggioda pf » ven nov 05, 2004 10:54 am

Christian,
pensavo di aver capito anche questo tuo punto, e infatti ti avevo fatto l'esempio di Huber e della sua macchina noleggiata, ed era un caso vero.
Perchè, e qui bisogna sgomberare gli equivoci, io ho conosciuto un bel pò di scalatori di gran nome, e non ne ho visto UNO solo ricco. Diciamo pure che TUTTI hanno ritagliato accuratamente le loro esigenze intorno alla loro passione. Non è la prima volta che leggo prese di posizione come la tua, e posso capire che uno pensi che a margine di certe foto/salite/serate ci sia una valanga di denaro, ma in realtà chi vive di scalata vive alla giornata, credimi. Ci sono delle eccezioni, e quasi tutte appartengono al passato, Himalaysti soprattutto, che chiedono moltissimo per le loro serate, hanno libri da migliaia di copie ( sotto le 3000-5000 copie un libro è fatto esclusivamente per passione, sappilo ), hanno sponsor anche NON di settore. Non mi piace fare nomi, ma sono fatti che ho toccato con mano, tanto che viene il sospetto che nel passato sia avvenuto quello che tu ora citi per il presente. Perchè, sia chiaro, perfino oggi una normale ad un 8000 rende qualcosa economicamente, mentre una qualsiasi delle salite di Bole rende giusto, a Bole, la benzina per andare a fare un'altra salita.
Piuttosto, ci sarebbe da dire che molti giornalisti di montagna hanno fatto sì davvero i soldi, e parecchio, scrivendo inesattezze per anni. A parer mio questo è uno scandalo.
Quindi, al tuo "imperativo è vendere", io, sulla base di fatti noti, risponderei: "imperativo è continuare a scalare ad alto livello". E per far questo è necessario arrivare alla fine del mese con 700/1500 euro che non arrivano da un'azienda di imballaggio ma da qualcuno che ha interesse a farti scalare. Io, in questo, non ci trovo nulla di male.
Mi ripeto, quello che manca è la "penna" capace di scavare sotto queste imprese, che potrebbero essere raccontate con ben più fascino rispetto a quanto avviene. A me capita di parlare con qualche scalatore Top, l'aneddoto che ha citato Maurizio in realtà è uno dei tanti, certe imprese che sembrano essere state compiute in totale tranquillità hanno invece avuto parecchi momenti difficili/comici/drammatici, ma raccontarlo costa tempo e talento
Avatar utente
pf
 
Messaggi: 2090
Images: 19
Iscritto il: lun mag 27, 2002 14:45 pm
Località: Costamasnaga

Messaggioda pietrodp » ven nov 05, 2004 11:41 am

Con Fabio.

E aggiungo che non ci vedo proprio nulla di demoniaco in una pubblicita', in una sponsorizzazione. Anche se queste muovessero cifre ben superiori (almeno paragonabili a quelle percepite da altri sportivi).

Ma chi se ne frega se Bubu o Alex indossano l'ultima giacchina di montura o il nuovissimo e leggerissimo caschetto di petzl con l'adesivo della red bull! La passione che questi uomini mettono nelle loro scalate e' soverchiante rispetto al commercio che fanno della loro attivita' (o mangiare non bisogna?)
E in ogni caso lo sta dicendo uno che scala in jeans.

E per finire, io quando vedo Bubu appeso sotto gli strapiombi di Italia61 ho le mani sudate e la gola secca..se poi le belle foto patinate sono accompagnate anche da un racconto coinvolgente, tanto meglio, ma a ognuno il suo mestiere..c'e' chi scatta belle foto, chi sa scrivere e chi semplicemente scala.
mandi
pietro
Avatar utente
pietrodp
 
Messaggi: 2343
Images: 21
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am
Località: Friuli Venezia Giulia

Messaggioda giannimiao » ven nov 05, 2004 11:47 am

pf ha scritto:...
Mi ripeto, quello che manca è la "penna" capace di scavare sotto queste imprese, che potrebbero essere raccontate con ben più fascino rispetto a quanto avviene. ...


Gia'... e' proprio quello che penso anche io....
Sfogliando e rileggendo vecchi numeri della RdM la differenza che piu' si nota rispetto alle riviste attuali e' la mancanza di "sentimento".
Titoli stile "quotidiano".
Ti sputano addosso valanghe di gradi (estremi e non).
Ti rifilano gli stessi articoli a carattere stagionale.
Insomma.... l'importante e' vendere!
Ciao!
Piergiovanni
Avatar utente
giannimiao
 
Messaggi: 1614
Images: 7
Iscritto il: ven set 13, 2002 17:17 pm
Località: Modena (ma sui monti, mica piansàn)

Messaggioda andreag » ven nov 05, 2004 12:09 pm

pf ha scritto:Christian,
pensavo di aver capito anche questo tuo punto, e infatti ti avevo fatto l'esempio di Huber e della sua macchina noleggiata, ed era un caso vero.
Perchè, e qui bisogna sgomberare gli equivoci, io ho conosciuto un bel pò di scalatori di gran nome, e non ne ho visto UNO solo ricco. Diciamo pure che TUTTI hanno ritagliato accuratamente le loro esigenze intorno alla loro passione. Non è la prima volta che leggo prese di posizione come la tua, e posso capire che uno pensi che a margine di certe foto/salite/serate ci sia una valanga di denaro, ma in realtà chi vive di scalata vive alla giornata, credimi.....

Io, in questo, non ci trovo nulla di male.
Mi ripeto, quello che manca è la "penna" capace di scavare sotto queste imprese, che potrebbero essere raccontate con ben più fascino rispetto a quanto avviene.


Fabio, non mi pare che Christian volesse dire che Bubu e C. si arricchiscono con l'arrampicata. Il punto sollevato mi sembra un altro. E cioè che il fattore Business nell'arrampicata che arriva sulle riviste, e cioè il modo in cui viene presentata e con cui poi le masse arrampicanti vengono influenzate, è diventato predominante. Bole non si arricchisce, ma le ditte che gli vendono caschi-giubbini-scarpe ecc.... sicuramente si, e hanno interesse che i loro prodotti vengano veicolati il più possibile; se le riviste assecondano questo andazzo, invece che fare il loro mestiere di giornalismo-divulgazione, il rischio è che passi solo l'immagine di un certo tipo di arrampicata-alpinismo e che si impoverisca il messaggio culturale complessivo; io questo rischio lo vedo, e trovo che sia bene parlarne, e non credo che sia semplicemente una questione di mancanza di buone penne, che in fondo sono sempre scarseggiate tra gli alpinisti; è che una volta il fattore commerciale aveva pochissimo peso, e anche indirettamente i fattori "culturali" (in senso lato) influenzavano molto di più anche la massa degli arrampicatori normali; adesso la situazione sembra essersi rovesciata. Sta a noi cercare di mantenere una certa indipendenza di giudizio.

Andrea
Avatar utente
andreag
 
Messaggi: 2561
Images: 210
Iscritto il: mar lug 15, 2003 16:50 pm
Località: Padova

Messaggioda smaz » ven nov 05, 2004 12:47 pm

Condivido le vostre impressioni, le motivazioni sembrano cambiate, prima il denaro sembrava una conseguenza ora... Ma non solo, anche la competitività portata all'estremo con le gare, le palestre, tutte ste discussioni sui gradi...
Erano anni che le riviste non mi interessavano più, ora ho preso qualche numero più che altro per la mia ragazza che si è innamorata di questa attività da poco... ho notato una maggiore mercificazioni e un'impoverimento del valore letterario ed evocativo delle "storie" (non tutte però...), non potrebbe essere altrimenti, ormai è TUTTO mercificato alla massima potenza, in ogni strato della società, avete visto le vetrine natalizie ad ottobre e fuori il sole a trenta gradi?
Bisogna saper leggere tra le righe, ancora molto di genuino c'è nel nostro sport/attività per fortuna, e se le riviste non ci piacciono lasciamole li in edicola visto che poi sono care come il fuoco!
Ma il mitico speciale ROC di ottobre dov'è andato a finire? Non c'è più vero?
Avatar utente
smaz
 
Messaggi: 1550
Images: 33
Iscritto il: lun ago 16, 2004 12:11 pm
Località: Roma

Messaggioda pf » ven nov 05, 2004 12:51 pm

Ecco,
su questa puntualizzazione mi ritrovo.
Però...però, sempre per quanto ne so io su ALCUNI, i loro obiettivi se li scelgono in maniera assolutamente personale, senza nessun consiglio da parte di sponsor. I quali, questo forse si', hanno dei legami con le riviste tali da premere affinchè una cosa sia presentata in un modo piuttosto che in un altro.

P.S. Già, ROC non c'è più...e a me piaceva proprio un sacco!!
Avatar utente
pf
 
Messaggi: 2090
Images: 19
Iscritto il: lun mag 27, 2002 14:45 pm
Località: Costamasnaga

PrecedenteProssimo

Torna a Rock General

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 12 ospiti

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.