STORIA DI NEVE

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Messaggioda pasasò » mar dic 01, 2009 12:46 pm

nella memoria si "pulisce" dal dippiù e diventa più bello.


anche se ho piacevolmente letto tutte le storielle del libro ed in fase di lettura non avrei rinunciato a mezza la tua è una bella considerazione, Mazzo! (complimenti poi per la bucolicità dell'incipit)

Intendere la memoria ed il cervello come funzioni non di accumulo, ossia non come uno zaino od una cassettiera promte ad essere rimepite di cianfrusaglie bensì come una sottile lama argentea che riporta all'essenziale e delinea sensi e significati come una sgorbia agisce su un pezzo di legno è un qualcosa di molto poetico e reale.

e che offre valida spiegazione a molte amnesie coniugali :oops: e lavorative :lol:

ps: Vyger, dato il personaggio e nonostante la personale avversione alla casa editrice di Corona preferisco per ora evitare di intendere la per me bella prolissità dell'autore come un effetto esogeno delle pressioni commerciali. Limite mio, forse...
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Messaggioda VYGER » mar dic 01, 2009 17:10 pm

pasasò ha scritto:ps: Vyger, dato il personaggio e nonostante la personale avversione alla casa editrice di Corona preferisco per ora evitare di intendere la per me bella prolissità dell'autore come un effetto esogeno delle pressioni commerciali. Limite mio, forse...


Mah...
Sta sfornando opere a raffica...
E lui è uno capace di lavorare di sgorbia.
Per fare qualcosa di bello, bisogna perderci dietro tempo. Non è per niente vero che "è - sempre - buona la prima"...

E non ho niente contro gli autori che ripetono, eh?
Ad esempio, mi piace moltissimo, nell'Odissea, la presenza degli... come si chiamano? Stilemi. Tipo "alba dalle dita di rosa", per capirci.
Hanno un senso in quel tipo di opera: credo fossero un supporto alla memoria di chi raccontava la storia prima che fosse scritta. E sono una testimonianza di quanto sia antica l'opera.
Forse Corona voleva far forza su un simile giochino retorico per dare un tono epico o forse rustico alla storia [i racconti che i nonni narrano più e più volte sempre uguali ai nipoti...]. Oppure voleva riprodurre col linguaggio il ripetersi sempre uguale di anni e stagioni nei paesi di montagna degli inizi del '900.
Però, ribadisco [anch'io], almeno in "Storia di Neve" non mi ha convinto.
Bella la visione iniziale, quella dell'inferno di ghiaccio.
Quella sì.
Però il linguaggio immaginifico va dominato [beh... dominato... in ogni caso tende ad andarsene per conto proprio]. Ed è una bestiaccia...
E infatti poi torna solo poche volte nel resto del romanzo.

Vabbe'...
La prossima volta che passo per Erto, mi sa che Corona mi picchia.
:roll:
Pazienza...
:cry:
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Messaggioda Falco5x » mar dic 01, 2009 20:47 pm

Adesso l'ho finito anch'io e ne posso parlare con maggiore cognizione.

I motivi che avrei per dirne male sono tanti (alcuni già espressi in post precedenti), per cui faccio prima a parlare invece di quanto vi ho trovato di buono.

E devo dire che di buono ho trovato, ad esempio, alcune storie preziosamente malinconiche, che però interpretano (purtroppo) un ruolo secondario. In esse la partecipazione dell?autore, altrove assente, finalmente compare, ed è un sentimento che in parte riscatta questo libro altrimenti assai limitato. Sono storie di isolamento e malinconia, nelle quali l?autore crea luoghi dove commuoversi di fronte alle vicende di quei pochi personaggi che egli presenta come moralmente sani, quali ad esempio i ragazzi giovani (tra cui Neve stessa), i vecchi saggi, gli emarginati solitari, i boscaioli, i bracconieri, nell?animo di ciascuno dei quali egli trasfonde una parte di sé, presumibilmente la migliore. Sono figure in genere nobilitate oltre che da una vita retta anche da un destino tragico, che a Erto sembra non voler risparmiare proprio nessuno.
E poi la partecipazione maggiore l?autore la riserva, come in tutti i suoi libri, ai fatti della natura, ai boschi e alle stagioni, agli animali e agli eventi atmosferici, all?amato fiume Vajont e alla sua valle selvaggia e cara. E? a queste predilette cose, consuete alla sua infanzia, che Corona dedica le figurazioni più felici e fantasiose, lasciando così intravedere ciò che questo romanzo avrebbe potuto essere e invece, purtroppo, non è stato.
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Messaggioda Falco5x » ven dic 04, 2009 10:44 am

Sarà forse perché stamattina piove e dunque sono di cattivo umore, ma mi viene adesso bene parlare dei (molti) difetti di questo libro (a mio giudizio, ovviamente).

Come ho già detto e qualcun altro ha confermato in post precedenti, molte storie contenute nel libro appaiono narrate con scarsa attenzione alla forma, carente scelta lessicale e povertà di costruzione, spiattellate col linguaggio di tutti i giorni così come sono venute in mente all?autore, evidentemente animato dal primario intento di fare sensazione presso un uditorio poco esigente impressionandolo con elementi di crudezza e dettagli espliciti, tutte cose però alla lunga facilmente prevedibili e tali da indurre nel lettore, presto assuefatto, noia o ilarità piuttosto che orrore.
L?autore, per giunta, tralascia del tutto di farsi partecipe delle vicende narrate, impegnato com?è a svilupparne i truculenti particolari, lasciando così questi racconti aridi, privi di sentimenti che non siano l?odio e la sete di vendetta. Quasi assente dunque l?indagine psicologica e lo scandaglio delle emozioni in questo romanzo popolato da figure in genere prive di spessore.

Anche il sesso, poi, chiamato a insaporire storie altrimenti melense, appare pilotato da automatismi a dir poco eccessivi: le donne in costante calore, pronte a spalancare le cosce davanti a chicchessia, gli amanti sempre infoiati e propensi ad accoppiarsi preferibilmente in contesti orrendi. Un sesso insomma grezzo, grottescamente meccanico, privo della benché minima concessione alla sensualità.

L?intreccio e il montaggio, infine, sono del tutto rudimentali. A differenza di quanto avrebbe fatto qualsiasi autore di gialli, qui Corona svela l?identità dell?assassino fin dall?inizio, e l?unico incentivo al prosieguo della lettura risulta essere lo scoprire le modalità di attuazione del piano, spesso riproposte con poche varianti e deboli colpi d?ala. Insomma, mistero e suspance latitano qui fortemente.

Storie dunque elementari, dai contorni netti, prive di sfumature, poco più che narrazioni da filò dopo aver messo a letto i bambini. Anche se, per dirla tutta, nella seconda metà del libro i difetti un po? si attenuano, come se l?autore a furia di scrivere apprendesse in itinere l?astuzia del mestiere, e solo verso la fine acquisisse la scaltrezza del colpo di scena. Un recupero che appare però tardivo in quanto effettuato a spese del lettore.

Un libro insomma dalle molte potenzialità inespresse, scritto in fretta, eccessivo, ridondante, ripetitivo e formalmente immaturo, dato alle stampe così com?era venuto senza lasciarlo decantare, spacciato troppo presto come un vino acerbo e precoce, come se l?autore, immemore della propria pregressa esperienza artistica, si fosse scordato di applicare quella felice disposizione che gli conosciamo innata e che nello scolpire il legno ampiamente manifesta, ovvero quell? ?arte del togliere? che può trasformare un pezzo di mediocre artigianato in opera immortale. Non si può dunque eludere il sospetto che i tempi editoriali siano risultati tiranni e non abbiano permesso alcun tipo di affinamento.

Quaderni di prima stesura, dunque, presi così com?erano e dati alle stampe troppo presto come un compitino da terminare in fretta. Un lavoro un po' deludente per un autore che può definirsi affermato. Un?occasione mancata, un vero peccato.



(riguardo agli elementi positivi, che pure in questo libro non mancano anche se non bilanciano del tutto gli aspetti negativi, rinvio al mio post precedente)
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Messaggioda pasasò » ven dic 04, 2009 11:06 am

Sarà che io non mi aspetto gran che da Corona, sarà che quando voglio leggere accurate descrizioni leggo Melville, sarà che quando mi interessa perdermi in frasi dove il cuore soggetto-verbo predicato è affogato in innumerevoli subordinazioni leggo Saramago, sarà che quando cerco l'analisi introspettiva dei personaggi mi leggo Dostoevsky, sarà che da Storia di Neve non mi aspettavo di più che una fiaba gotica per bambini cresciuti, mi sembra un po' troppo severa per quello che è il narratore Corona la tua bella analisi, Falco
:wink:
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Messaggioda ales » ven dic 04, 2009 11:11 am

pasasò ha scritto:leggo Saramago...


potremmo aprire un topic sui libri che abbiamo amato di più. Finito di leggere Cecità ho pianto, e mi sono chiesto per giorni cosa ne fosse stato dei personaggi.
Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso
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Messaggioda M@zzo » ven dic 04, 2009 11:36 am

Falco5x ha scritto:Sarà forse perché stamattina piove e dunque sono di cattivo umore, ma mi viene adesso bene parlare dei (molti) difetti di questo libro (a mio giudizio, ovviamente).


'Azzo Falco, quando ti svegli di cattivo umore è meglio girarti al largo, altrimenti la pelle di dosso la sai togliere a striscioline sottili sottili!

:wink:
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Messaggioda Falco5x » ven dic 04, 2009 13:23 pm

pasasò ha scritto:Sarà che io non mi aspetto gran che da Corona, sarà che quando voglio leggere accurate descrizioni leggo Melville, sarà che quando mi interessa perdermi in frasi dove il cuore soggetto-verbo predicato è affogato in innumerevoli subordinazioni leggo Saramago, sarà che quando cerco l'analisi introspettiva dei personaggi mi leggo Dostoevsky, sarà che da Storia di Neve non mi aspettavo di più che una fiaba gotica per bambini cresciuti, mi sembra un po' troppo severa per quello che è il narratore Corona la tua bella analisi, Falco
:wink:

Forse hai ragione tu, però... :roll:

Quando uno vende come Corona, e guadagna come Corona, non può credere di passarla del tutto liscia; il minimo che può aspettarsi è che qualcuno gli faccia il contropelo. :twisted:

Ci sono scrittori che per scrivere 800 pagine (di qualità) ci hanno messo una vita e non hanno guadagnato un fico secco. Saranno stati solo dei perdenti, degli illusi, dei polli? è invece quello di Corona il modello giusto da seguire per fare successo?

Guarda: io amavo il Corona della prima ora perché era uno che pareva vero, perché mi dava molto anche se da lui non mi aspettavo nulla. Adesso invece è l'esatto contrario, quindi puoi ben comprendere che se sono stato duro con questo romanzo è anche perché la mia delusione reclama un obolo.
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Messaggioda Gale79 » ven dic 04, 2009 15:48 pm

Falco5x ha scritto:
pasasò ha scritto:Sarà che io non mi aspetto gran che da Corona, sarà che quando voglio leggere accurate descrizioni leggo Melville, sarà che quando mi interessa perdermi in frasi dove il cuore soggetto-verbo predicato è affogato in innumerevoli subordinazioni leggo Saramago, sarà che quando cerco l'analisi introspettiva dei personaggi mi leggo Dostoevsky, sarà che da Storia di Neve non mi aspettavo di più che una fiaba gotica per bambini cresciuti, mi sembra un po' troppo severa per quello che è il narratore Corona la tua bella analisi, Falco
:wink:

Forse hai ragione tu, però... :roll:

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Messaggioda Falco5x » ven dic 04, 2009 17:23 pm

Gale79 ha scritto:
Falco5x ha scritto:
pasasò ha scritto:Sarà che io non mi aspetto gran che da Corona, sarà che quando voglio leggere accurate descrizioni leggo Melville, sarà che quando mi interessa perdermi in frasi dove il cuore soggetto-verbo predicato è affogato in innumerevoli subordinazioni leggo Saramago, sarà che quando cerco l'analisi introspettiva dei personaggi mi leggo Dostoevsky, sarà che da Storia di Neve non mi aspettavo di più che una fiaba gotica per bambini cresciuti, mi sembra un po' troppo severa per quello che è il narratore Corona la tua bella analisi, Falco
:wink:

Forse hai ragione tu, però... :roll:

Quando uno vende come Corona, e guadagna come Corona, non può credere di passarla del tutto liscia; il minimo che può aspettarsi è che qualcuno gli faccia il contropelo. :twisted:

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Guarda: io amavo il Corona della prima ora perché era uno che pareva vero, perché mi dava molto anche se da lui non mi aspettavo nulla. Adesso invece è l'esatto contrario, quindi puoi ben comprendere che se sono stato duro con questo romanzo è anche perché la mia delusione reclama un obolo.


Sarai mica un pò invidioso :wink:

8O
Questa è una malignità gratuita :lol:

No non sono invidioso altrimenti dovrei anche invidiare, ad esempio, il nuovo dio dell'amore, quel marpione romano incantatore di adolescenti che sforna libri melensi a tonnellate; oppure meglio ancora l'altro Corona, quello che si tromba la Belèn.

Il mondo è pieno di nullità di successo.

Ma Mauro Corona non è affatto come loro e io per molti versi lo ammiro, per questo mi fa così arrabbiare.
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Messaggioda Gale79 » ven dic 04, 2009 18:16 pm

Bhè certo, un amante dei monti e della scrittura non va certo a prendere a riferimento lo scrittore teen o il Corona sbagliato .

Nel romanzo di Neve ho trovato lo stile del Corona che conoscevo sia "nella storia base" sia in quelle storie che alla principale fanno da corollario.
Attraverso queste che ci si immedesime meglio nel racconto, lo si vive e lo si comprende meglio.

Naturalmente la velocità con cui è stato scritto il romanzo (come anche l'ultimo uscito, Il canto delle manere) è evidente!!! ma è secondo il mio parere, la caratteristica trainante dello stile Corona.
Caratteristica che lo rende leggibile da chiunque ma soprattutto che mette a nudo il pensiero immediato e verdo della persona...senza inutili e prolissi ritocchi. :wink:
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Messaggioda Falco5x » ven dic 04, 2009 18:53 pm

Gale79 ha scritto:Caratteristica che lo rende leggibile da chiunque ma soprattutto che mette a nudo il pensiero immediato e verdo della persona...senza inutili e prolissi ritocchi. :wink:

Secondo me le revisioni non devono aggiungere lungaggini, anzi al contrario devono togliere ridondanze e perfezionare lo stile (l'arte del togliere di cui parlavo).
Certo che così le pagine magari si dimezzano, e alla mondadori forse non andava bene. L'immediatezza non è sempre un valore, lo era forse nei primi libri, ma adesso se vuole maturare deve lavorare duro, non vivere sempre di rendita rimestando le solite tematiche ormai stantie, che secondo me più vengono riprese e più si impoveriscono.
Secondo me, eh; mica pretendo che sei d'accordo. :wink:
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Messaggioda VYGER » ven dic 04, 2009 19:14 pm

Falco5x ha scritto:Secondo me le revisioni non devono aggiungere lungaggini, anzi al contrario devono togliere ridondanze e perfezionare lo stile (l'arte del togliere di cui parlavo).
Certo che così le pagine magari si dimezzano, e alla mondadori forse non andava bene. L'immediatezza non è sempre un valore, lo era forse nei primi libri, ma adesso se vuole maturare deve lavorare duro, non vivere sempre di rendita rimestando le solite tematiche ormai stantie, che secondo me più vengono riprese e più si impoveriscono.


:smt023

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Messaggioda grizzly » ven dic 04, 2009 19:39 pm

A ragà... ma una storia è una storia. Cioè ha un argomento e una narratore. Se volete la storia di Neve scritta da Tolstoj non è più la storia di Neve di Corona. Che il dio della Letteratura mi possa perdonare per questo accostamento... :roll: ... :lol:
Dite che è prolisso, che rimesta sempre nelle stesse cose. Che deve togliere. Che di tre storie ne dovrebbe fare solo una perchè le altre due sono superflue... mah... mica deve dare l'esame di scrittura creativa... Se lui scrive così e c'è qualcuno che pubblica e gli da pure dei soldini che deve fà? Poi si può certo criticare... però appunto dicendo che non è un Musil, che comunque ha scritto tanto quanto basta per skassare le palle a chiunque... :lol: (escluso qualcuno... ) e sempre rimestando le stesse cose per migliaia di pagine.
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Messaggioda VYGER » ven dic 04, 2009 19:49 pm

grizzly ha scritto:A ragà... ma una storia è una storia. Cioè ha un argomento e una narratore. Se volete la storia di Neve scritta da Tolstoj non è più la storia di Neve di Corona. Che il dio della Letteratura mi possa perdonare per questo accostamento... :roll: ... :lol:
Dite che è prolisso, che rimesta sempre nelle stesse cose. Che deve togliere. Che di tre storie ne dovrebbe fare solo una perchè le altre due sono superflue... mah... mica deve dare l'esame di scrittura creativa... Se lui scrive così e c'è qualcuno che pubblica e gli da pure dei soldini che deve fà? Poi si può certo criticare... però appunto dicendo che non è un Musil, che comunque ha scritto tanto quanto basta per skassare le palle a chiunque... :lol: (escluso qualcuno... ) e sempre rimestando le stesse cose per migliaia di pagine.


A Griz...
E' una questione di disciplina.
Il ragazzo può fare di più.
Come il boulder: mai mollare!!!
E comunque, in passato, le sue belle pagine scritte bene, le ha messe giù.
Quindi...

:lol:
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Messaggioda grizzly » ven dic 04, 2009 21:33 pm

Vabbè... è rimandato... :lol: Intanto ne ha già scritto un altro. Che leggerò se e quando uscirà in edizione economica. Lui i suoi rumans non li farà decantare ma io si... faccio calare il prezzo... :lol:
Comunque a parere mio la sua misura sono i racconti. Magari anche più lunghi delle poche paginette. E in effetti il racconto obbliga ad una disciplina diversa che non il romanzo. Che non è un lungo racconto. E quindi sono anche d'accordo con le vostre critiche. Togliere, togliere... lo diceva già Michelangelo. Un tipo che comunque non scherzava con le cubature marmoree... :lol:
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Messaggioda Falco5x » sab dic 05, 2009 9:45 am

L'arte del togliere

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Messaggioda grizzly » lun dic 07, 2009 17:35 pm

Comunque non mi ha mai convinto molto il paragone tra l'arte che crea per "via di levare" e la letteratura...
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Messaggioda VYGER » lun dic 07, 2009 18:08 pm

grizzly ha scritto:Comunque non mi ha mai convinto molto il paragone tra l'arte che crea per "via di levare" e la letteratura...


Ma allora provochi...

:smt014

Se è così, dillo, 'ché mi regolo.

:evil:

Quando fai un boulder, non stai mica lì a fare 200 movimenti per farne 4, no?
Anche a scrivere, secondo me, prima si mette su carta quello che viene e poi si ripulisce il testo.

Uno può scrivere secco, o barocco, o rococò, o lirico, o in qualsiasi altro modo preferisca.
Alcuni scrivono usando molte parole, altri usandone poche.
Dipende dallo stile.
E alcuni scrivono bene usandone molte, altri usandone poche.
A me ne piacciono di entrambi i tipi. Di scrittori, dico.

Però, prima o poi, il testo va ripulito.
E "La storia di Neve" secondo me è stato ripulito poco.
Augh, ho parlato.
Passo e chiudo.

:lol:
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Messaggioda grizzly » lun dic 07, 2009 18:18 pm

VYGER ha scritto:
grizzly ha scritto:Comunque non mi ha mai convinto molto il paragone tra l'arte che crea per "via di levare" e la letteratura...


Ma allora provochi...

:smt014

Se è così, dillo, 'ché mi regolo.

:evil:

Quando fai un boulder, non stai mica lì a fare 200 movimenti per farne 4, no?
Anche a scrivere, secondo me, prima si mette su carta quello che viene e poi si ripulisce il testo.

Uno può scrivere secco, o barocco, o rococò, o lirico, o in qualsiasi altro modo preferisca.
Alcuni scrivono usando molte parole, altri usandone poche.
Dipende dallo stile.
E alcuni scrivono bene usandone molte, altri usandone poche. A me ne piacciono di entrambi i tipi. Di scrittori.

Però, prima o poi, il testo va ripulito.
E "La storia di Neve" secondo me è stato ripulito poco.
Augh, ho parlato.
Passo e chiudo.

:lol:


T'incazzasti... uhh... :lol:
Vabbè ma non mi sono spiegato io. Sono d'accordo con lo "sciacquare i panni in Arno"... ripulire, togliere il superfluo, ecc., come dici.
Però questo lavoro è su un materiale prodotto. E' già opera.
L'arte del levare invece è sul grezzo.
E' vedere l'opera all'interno di un blocco cubico indistinto.
Potrei apprezzare il paragone se si dicesse di vedere l'opera all'interno del cubo delle combinazioni possibili di lettere dell'alfabeto. Grezze ed indistinte. Con tutte le combinazioni inutili, di soli suoni, senza significato. In questo senso non mi convince vedere la letteratura come paragonabile all'arte del levare. Perchè il lavoro che tu dici, ed è anche per me giusto, parte già da un significato, poi si lima, si aggiusta, si mette il mestiere, l'arte... ma il semilavorato è già qualcosa di prodotto, si è creato da zero. Non si è tolto il superfluo che gli stava attorno.
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