Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda Sbob » gio ott 29, 2015 17:54 pm

Ho provato a cercare tra i link ma ho trovato solo commenti - qualcuno ha i riferimenti ai fatti (testi di legge in discussione, etc.)?

Ad oggi avviene gia' una piccola forma di discriminazione tra i contenuti, necessaria per la sopravvivenza della rete: per quanto so viene limitato il traffico UDP che altrimenti strozzerebbe quello TCP. Infatti l'UDP era nato per il traffico di segnalazione, poi e' stato impropriamente usato per il peer to peer. Non avendo un controllo di banda, tende ad uccidere il traffico TCP che invece controlla la banda (UDP prende banda -> TCP vede che manca banda e si autolimita -> UDP si prende anche quella banda -> etc.).
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda coniglio » mar dic 15, 2015 13:48 pm

Diego Fusaro

Un tempo le banche servivano a fare investimenti e a creare lavoro. Oggi producono soldi su soldi e gettano nell’abisso lavoratori e imprenditori. Un tempo aiutavano i territori a crescere e a prosperare. Oggi li lasciano come dopo il passaggio di un ciclone.

Il sistema bancario per imporre la schiavitù usa il debito in forme e sempre più prossime all’usura: imprigiona colui che chiede il prestito in un debito che non potrà più rimborsare. E gli porta via tutto. Costringendolo – è storia di questi giorni – a togliersi la vita per via della disperazione e della miseria.

È a tutti gli effetti una delle molte facce del terrorismo: è terrorismo economico, coerente con la violenza immanente in cui si condensa l’essenza del sistema capitalistico. Sorge davvero il dubbio che avesse ragione Brecht quando diceva che rapinare una banca è poca cosa rispetto al fondarne una.


Parole di Matteo Renzi: “Chi strumentalizza la morte del pensionato suicidatosi per la questione delle banche mi fa schifo”. Vero. Tuttavia, personalmente, mi fa ancora più schifo cosa ha causato quella morte.

Le banche dovrebbero essere sottomesse alla politica e alle sue regole, in modo da favorire il benessere della comunità e dei cittadini: invece, oggi, fissano loro stesse le regole della politica, che diventa semplice continuazione della finanza con altri mezzi.

Diciamolo pure: il potere finanziario ha scalzato quello politico, rioccupandone il posto vacante; come emerge dalla lettera che la Banca Centrale Europea (Bce) ci ha mandato nel 2011 per imporci la sua linea politica. Quella lettera era firmata da Mario Draghi, già vicepresidente di Goldman Sachs, la banca d’affari più potente al mondo: è lui a volere che si “ceda sovranità all’Europa” e che si privatizzi ciò che è statale.


È lui che lamenta il fatto che “in Italia vi è un’alta concentrazione di microimprese a produttività inferiore alla media” e che “vi è una legislazione che le incentiva a rimanere piccole”.

Draghi è l’emblema della politica bancaria. Il 2 giugno 1992, all’incontro segreto a bordo del Britannia, il panfilo della regina d’Inghilterra, c’era anche lui. A bordo vi erano i massimi esponenti del mondo bancario e finanziario (tra cui George Soros, il generoso finanziatore delle rivoluzioni colorate che destabilizzano i governi non allineati in giro per il mondo).

In quell’occasione i re delle banche avevano a lungo discusso della necessità di una completa privatizzazione delle partecipazioni statali e dell’industria di Stato a prezzi stracciati. Avevano già all’epoca scritto la linea politica per gli anni a venire. Una politica di lacrime e sangue, tutta dalla parte del capitale e contro il lavoro, tutta dalla parte delle banche contro la gente comune.

E in questa cornice desolante non si capisce perché si faccia fronte comune contro la destra di Marine Le Pen e non lo si faccia, poi, contro la Bce e contro il sistema bancario, contro il “sistema euro” e contro il progetto neoliberista, che superano a destra perfino Attila re degli Unni.

“Un mondo stregato e capovolto”: così nel terzo libro del Capitale Marx apostrofa il sistema capitalistico. Definizione quanto mai puntuale, se si considerano scene di ordinaria normalità nella vita capitalistica, come il fatto che una banca possa portarti via la casa o, dall’oggi al domani, prosciugarti il conto, portandoti al suicidio.

Ma quel che più stupisce, dopo tutto, è la figura del “servo volontario”, ossia di colui che, a fronte dell’irrazionalità dilagante, dello sfruttamento e dei crimini legalizzati di cui vive il capitale, continua a credere di essere abitatore del migliore dei mondi possibili, istericamente condannando tutta la storia passata che capitalismo non fu.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda PIEDENERO » dom gen 03, 2016 23:25 pm

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda coniglio » lun gen 04, 2016 9:29 am

noi della Leopolda siamo fatti così (cit.)



a corollario



interessante la seconda metà dell'intervento.
#BenarrivatoSavià :D
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda @Colapesce » lun gen 04, 2016 12:13 pm

PIEDENERO ha scritto:Immagine


140 mila candidati?? :roll:
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda @Colapesce » lun gen 04, 2016 12:46 pm

Che poi ci sarebbe anche la figlia del Ministro delle Finanze...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... o/1935926/
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda PIEDENERO » mer gen 20, 2016 14:48 pm

=D> =D> =D> =D>

uno dei più grandi di sempre.

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda El Rojo » gio mar 03, 2016 20:22 pm

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda coniglio » mer mar 09, 2016 17:38 pm

In the 14th century, the Medici family of Florence began its rise to prominence, investing profits from a thriving textile trade to fund what would become the largest banking institution in Europe. The success of the legendary banking family helped to usher in the Italian Renaissance and thus change the world. Now, Italian banks seem poised to alter the world yet again.

Shares of Italy’s largest financial institutions have plummeted in the opening months of 2016 as piles of bad debt on their balance sheets become too high to ignore. Amid all of the risks facing EU members in 2016, the risk of contagion from Italy’s troubled banks poses the greatest threat to the world’s already burdened financial system.

At the core of the issue is the concerning level of Non-Performing Loans (NPL’s) on banks’ books, with estimates ranging from 17% to 21% of total lending. This amounts to approximately €200 billion of NPL’s, or 12% of Italy’s GDP. Moreover, in some cases, bad loans make up an alarming 30% of individual banks’ balance sheets.

downloadThe red flags initially attracted the attention of the European Central Bank (ECB), prompting an official inquiry that investors viewed as a flashing ‘sell signal.’ Shares of Italian banking companies lost more than 25% in the first several weeks of the year.

Though markets have pared losses in the last few weeks, March has brought renewed concern for the health of Italy’s financial sector. Adding more worries to fuel the fire, on Friday the ECB demanded that one such troubled Italian bank, Banca Carige SpA, provide new strategic plans and additional funding in order to bolster its balance sheet and meet supervisory requirements by the end of the month.

The news sent bank shares on yet another swoon, prompting trading halts on several as the volatility triggered maximum loss ‘circuit breakers.’
Italy’s banks between a rock and a hard place

Initially, Italy proposed setting up a ‘bad bank’ solution, in which troubled institutions could off-load their NPL’s into a separate state backed entity that would manage the assets while insulating the sector at large from the damaging effects of non-performance. However, in an effort to protect taxpayers from socialized losses, new European Union rules now ban the use of state aid to bail out banks.

Instead of an overt ‘bail-out’, the most recent agreement Italy has reached with the EU constitutes a ‘bail-in’. In this agreement, banks will be allowed to cleanse their balance sheets by packaging the NPL’s and selling them to investors, along with enticing government guarantees for the least risky portions of the debt. The catch? The securities must be priced at market rates.

Mark-to-market rates for Italy’s NPL’s could be anywhere from 20%-50% below current listed value, representing steep losses for bondholders and uncomfortable write downs for the banks. This solution already resulted in such losses for bondholders in a 2015 ‘bail-in’ of four small Italian banks.

Those losses are not limited to financial institutions either. Rather, retail investors, or individual Italians, own significant portions of these debts as retirement savings. Citizens depending on these investments don’t have the luxury of financial engineering to make ends meet. Even the best ‘solution’ risks widespread financial suffering.
Italy is no Greece – it’s worse

Some have compared the risk of an escalating financial crisis in Italy to the seemingly perennial debt crisis in Greece that has ravaged European markets and tested European unity several times since 2008 as investors and EU members alike feared uncontrollable contagion. This has resulted in the multiple EU bail outs granted since then.

However, judging by the numbers it is clear that the financial risks posed by Italy are not comparable to Greece – they are far worse.

While Greece holds the top spot in the EU for the worst debt-to-GDP ratio, Italy comes in second place with a debt-to-GDP ratio greater than 132% according to Eurostat.

So what makes Italy so much worse? While Greece has more than once brought the global financial markets to the brink, it is only the 44th largest economy in the world. Italy represents the 8th largest economy in the world.

A deteriorating financial crisis in Italy could risk repercussions across the EU exponentially greater than those spurred by Greece. The ripple effects of market turmoil and the potential for dangerous precedents being set by EU authorities in panicked response to that turmoil, could ignite yet more latent financial vulnerabilities in fragile EU members such as Spain and Portugal.

Such contagion should concern investors regardless of political assurances. In 2008, then Federal Reserve Chairman Ben Bernanke infamously comforted inquiring congressmen when he stated that the crumbling subprime mortgage securities would be contained and posed no threat of contagion to markets overall. The 2008 Financial Crisis, 50% market corrections, and the Great Recession ensued.

Could Italy represent the ‘subprime spark’ of 2016? Currently, authorities assure the public that the banks are well capitalized and, though it may take some time, solutions will be realized. Italian Prime Minister Renzi attempted to allay concerns after the recently struck deal with the EU, telling reporters that, “The situation is much less serious than the market thinks.”

If recent history is any indication, observers and investors should greet such statements by politicians with considerable caution. In remarks during heightened concern over the Greek crisis in 2011, current European Commission President and then Prime Minister of Luxembourg, Jean-Claude Junker, stated “When it becomes serious, you have to lie
.”


http://globalriskinsights.com/2016/03/w ... al-crisis/
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda MarcoS » gio mar 10, 2016 14:51 pm

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda coniglio » gio mar 10, 2016 17:01 pm


Una destra estrema ed estremista controlla il Partito Democratico. Prendete l’on. Gianpaolo Galli (ex Bankitalia, ex Confindustria). Sul Sole 24Ore contesta “vari autorevoli economisti” che “propongono che in Italia il disavanzo di bilancio venga aumentato ben oltre il limite del 3%”, in particolare “Giorgio La Malfa” e la nostra comune proposta “di andare al 5% almeno per un paio d’anni”. Auspica invece da par suo, per il futuro, una politica economica di “austerità” e “riforme strutturali” (déjà vu).

debito_pubblico

La tesi di Galli è che il deficit pubblico sia completamente inutile, salvo nel brevissimo termine; dopo un paio d’anni (o forse tre) lascerebbe l’economia allo stesso punto in cui era prima, con l’aggravio di un maggiore debito pubblico. Non mi sembra questa la sede giusta per entrare nel merito: il Fatto Quotidiano non è un giornale economico. (La sede naturale sarebbe il Sole 24 Ore: una risposta di merito è stata scritta, ma non è ancora chiaro se l’accetteranno).
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Vorrei solo mettere in contesto la posizione di Galli che, com’egli ricorda, è anche quella del Pd. Due anni fa hanno chiesto a 38 economisti fra i più noti, in tutte le Università americane – comprese quelle tendenzialmente di destra (come Chicago) -, se ritenevano che il grande deficit pubblico di Obama (nel 2009 e 2010) avesse aiutato in maniera rilevante o meno gli Usa ad uscire dalla crisi: 37 economisti su 38 risposero “sì”; l’unico “no” venne da Alesina, che nel frattempo ha cambiato idea! L’on. Galli perciò, nel panorama internazionale degli economisti, sta a destra della destra. Just saying.

Galli offre però anche un argomento politico: di questo voglio parlare. Scrive: “La terza ragione [per cui il deficit spending è dannoso] è che i mercati sanno che un piano di rientro dal disavanzo posto tutto a carico della prossima legislatura avrebbe credibilità zero. Non esiste nessun modo, né un vincolo costituzionale, né altro, per imporre la disciplina di bilancio a chi governerà dopo il 2018″. Si tratta dello stesso argomento usato nel 2009 dai repubblicani per cercare di impedire ad Obama di salvare l’America dalla crisi. Che si è dimostrato falso: difatti Obama è rientrato dal deficit. Tra l’altro lo ha fatto in modo lineare, senza il ‘go and stop’ o le pesanti manovre di austerità immaginate dall’on. Galli (la crescita ha fatto quasi tutto, alzando gli introiti fiscali). Ma non è solo l’America: in tutto il mondo si fa politica anticiclica in tempi di crisi, poi si rientra dal deficit, senza imposizioni esterne o vincoli. In tutto il mondo salvo che in Europa: perché i tedeschi non ci stimano, ci considerano sotto uomini, infidi, e ce lo vietano. Va bene i tedeschi, ma che sia un italiano ad alimentare questa sfiducia è triste!

La politica economica si sviluppa nel tempo, sempre. Se ogni politica buona per vincere la crisi viene preclusa perché si ipotizza che poi non saremo coerenti, perché siamo sotto uomini, allora restano solo le politiche sicuramente amare e però anche dannose (in tempi di disoccupazione le due tipologie coincidono). E così, saremo coerenti … nell’errore! Ma, oltre a prolungare una depressione inutile, in tal modo perdiamo anche la libertà: perché, se non siamo capaci di governarci da soli, dobbiamo affidarci a qualcuno di esterno (Ue: = i tedeschi) che però fa i suoi e non i nostri interessi.

È questo un modo di pensare coerente con il progetto istituzionale autoritario dell’attuale Pd, e dell’uomo solo al comando che impone il suo volere al popolo stupido e cattivo, ma plaudente (o bastonato). Un modo di pensare che da Putin a Trump, da Orban a Kaczynski, a Erdogan, va diffondendosi anche in Europa. Noi rigettiamo con sdegno questo modo di pensare. Un paese che non ha una sinistra che fa la sinistra, e una destra che fa la destra, è un paese sbilanciato destinato a finire male. Non sarà dunque la Turchia entrare in Europa, sarà l’Italia a entrare… in Turchia.
di PierGiorgio Gawronski | 10 marzo 2016


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... a/2533132/
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda coniglio » gio mar 10, 2016 18:07 pm

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda Sbob » ven mar 11, 2016 5:35 am

Beh, e' un buon programma politico: indebitiamoci, poi quando ci prenderanno per le palle per i nostri debiti ce la prenderemo con i cattivoni tedeschi che rivogliono i soldi indietro!

P.s. comparare la situazione USA e quella italiana per sostenere che anche da noi il deficit sarebbe d'aiuto, e' un tantino tirato per i capelli.
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Messaggioda MarcoS » ven mar 11, 2016 9:52 am

fresca fresca.
A tutti i moderati del forum :mrgreen:

http://ilpedante.org/post/i-moderati-sive-de-grege
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Messaggioda PIEDENERO » ven mar 11, 2016 10:09 am

MarcoS ha scritto:fresca fresca.
A tutti i moderati del forum :mrgreen:

http://ilpedante.org/post/i-moderati-sive-de-grege


cristallino! da divulgare.

bravo Marcos
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda coniglio » ven mar 11, 2016 11:17 am

ahahah :lol: :lol: :lol:
GRANDE.
Gramsci col c***o pieno che incontra Gaber con le palle girate che incontrano Balasso di buon umore.
:lol:
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Messaggioda PIEDENERO » ven mar 11, 2016 14:24 pm

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Messaggioda Sbob » sab mar 12, 2016 21:51 pm

MarcoS ha scritto:fresca fresca.
A tutti i moderati del forum :mrgreen:

http://ilpedante.org/post/i-moderati-sive-de-grege

Tecnicamente si chiama "argomento fantoccio".
Si crea una realtà estremizzata e inesistente ( il "moderato" ) per poterla attaccare più facilmente.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda MarcoS » dom mar 13, 2016 18:09 pm

Ti senti preso in causa o è giusto per metterci la consueta pezza?
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda Sbob » dom mar 13, 2016 18:17 pm

Considerato che marchiate come democristo moderato chi si ferma a riflettere, posso ritenermi tale.

Certo, è buffo un'articolo che mette sotto la voce moderato i sostenitori del fascismo, che probabilmente avrebbero sottoscritto lo stesso articolo contro i moderati del tempo.

Ma cosa ci vuoi fare, voi grillini microcippati sciechimicosi urlanti dietro a qualunque farsa siete fatti tutti così. Bisognerebbe scriverci un'articolo.
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