Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda PIEDENERO » mer ago 30, 2017 18:42 pm

Finite le vacanze? :mrgreen:

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda scairanner » gio ago 31, 2017 18:03 pm

Razzi mediatore con la Corea del Nord... 8O 8O


:lol: :lol: :lol:
-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda scairanner » mer set 06, 2017 11:04 am

Il calcio e Razzi salveranno il mondo

Da quando c'è lui mandano ogni anni a Coverciano dei giovani calciatori per imparare la tecnica del calcio e la lingua italiana. E meno male che ci sono coraggiosi presidenti di squadre di calcio che se ne fregano di chi parla di Corea del Nord e capiscono che lo sport contribuisce alla pace

https://www.repubblica.it/politica/2017/09/04/news/intervista_razzi_corea_del_nord-174610502/amp/
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda PIEDENERO » mer ott 04, 2017 21:16 pm

“Il Sistema produce il suo proprio popolo”

3 ottobre 2017
“Un popolo, si fabbrica attraverso le parole della storia, le parole dei dominanti insomma di quelli in alto.

“Il Sistema produce il suo proprio popolo, quello che gli conviene. Capire questo aiuta a capire perché i poli europei sono pecore, piccioni, vitelli velleitari.

“La “società civile” attuale è un prodotto del sistema delle mercanzie, del mercato – e perciò, la distruzione delle identità radicate nella classe media è un progetto di classe”.

Queste asserzioni di Bruno Bertez, un giornalista economico di successo, economista-filosofo, critico della mondializzazione, spiegano fin troppo bene le difficoltà che hanno i movimenti sovranisti – ossia democratici in senso forte – ad affermarsi attraverso il voto nelle loro istanze anti-Sistema. Contro di loro, il Sistema riesce a coalizzare minoranze differenti,dalla generazione Erasmus al “mondo dello spettacolo” al “circo mediatico”, , ai radical chic ai trans e LGBT, senza dimenticare gli immigrati islamici e i no global, i vegani e i parassiti pubblici, che tutte insieme formano la maggioranza: quella che “gli conviene”: quella del “No al fascismo”, “no al razzismo”, “no ai confini”, no alla “xenofobia”, ovviamente si all’Europa, sì all’euro, sì a tutto ciò che il Sistema, o Soros e Goldman Sachs, detta e vuole. Sono minoranze con le istanze più varie, magari assurde e demenziali, che di colpo si coagulano contro i loro stessi cittadini – la psico-polizia di massa orwelliana, la più ermeticamente catafratta.

https://brunobertez.com/

E’ così che le classi sfavorite che per esprimere istanze sociali di sinistra hanno votato Le Pen o “non” hanno votato Merkel, vengono pure bollate di nazismo (“Come sono nazi questi poveri”, ironizzava Bagnai sul voto tedesco all’AfD, raccolto nei Lander dell’Est e fra i sottopagati). La linearità della lotta di classe viene falsata e nascosta, e così sconfitta sul nascere.

la ex classe media è meno integrata delle minoranze etniche

“Il grande tema nascosto da 30 anni, è la scomparsa della classe media”, dice il geografo Christophe Guilly. “La classe media in senso largo, quella che ieri raggruppava l’operaio, impiegato, il quadro. La gente che era integrata economicamente, quindi anche socialmente, politicamente e culturalmente” – ed ora non lo è più.

“La classe media occidentale non è più integrata al modello economico, che è mondializzato. Questa gente si trova anche territorialmente, nei territori che contano poco”. Per questo si parla di Francia periferica, di inglesi periferici (pro-Brexit), di America periferica (che ha votato Trump)”. Nelle sue approfondite inchieste, Guilly ha scoperto infatti che non sono le banlieues, abitate dalla gente di colore e di nuova immigrazione, sovra-rappresentati dai media, i luoghi di vera esclusione: lì anzi “lì l’integrazione economica funziona meglio per il fatto stesso della prossimità alle metropoli mondializzate”.


Incredibile. Gli abbiamo soppresso le frontiere. gli abbiamo soppresso la moneta, abbiamo distrutto la loro cultura…e ancora non se ne vanno? Possiamo passare alla fase seguente!
Infatti, la “metropoli mondializzata popolata di radical chic [bobos, bourgeois-bohémiens] progressisti, che si crogiolano nel liberalismo economico, la società aperta, i comportamenti consumisti libertari” fa’ vivere le minoranze etnicizzate delle banlieues nella luce dei suoi consumi di lusso, del suo benessere, del suo superfluo, della sua “creatività senza pregiudizi” e senza tabù.

Le banlieues, dove si concentra il flusso migratorio internazionale, “permettono più facilmente l’ascesa sociale per il fatto della prossimità alle metropoli”. I nuovi immigrati vi si concentrano perché godono degli affitti “sociali” delle grandi metropoli, mentre “le classi popolari sono intrappolate lontano dalle zone che creano posti di lavoro”. Nelle cittadine sotto i 10 mila abitanti vivono il 56 per cento degli operai francesi di nascita, e solo il 14 % dei nuovi immigrati etnici. Né possono stabilirsi vicini alle metropoli perché, per loro che non godono di “affitti sociali”, le pigioni sono proibitive. Andare ogni giorno al lavoro a 20 chilometri costa 250 euro al mese, un quarto del salario minimo garantito.

Si arriva al punto che, “ mentre i bisogni di prestazioni ed affitti sociali non sono mai stati così forti, i francesi, specie i più modesti, vogliono restringere il campo dello stato provvidenza, sospettato di aiutare prioritariamente gli immigrati. Lo Stao provvidenza viene criticato da quelli che ne avrebbero più bisogno”.

I francesi bianchi, o quelli di antica immigrazione dall’Europa, sono confinati in piccoli centri dove le industrie sono morte. E sono “invisibili” a quelli “di sopra”, ossia i radicalchic delle metropoli globalizzate, i gaudenti del Sistema e i loro gestori.

Tanto più che “il controllo della produzione dell’immagine” da parte dei metropolitani chic “permette di imporre la rappresentazione di una società placata, integrata, anche agiata, rendendo invisibile la maggioranza delle classi popolari…Le classi superiori ne hanno persino dimenticato l’esistenza, di questa classe popolare e maggioritaria” . Anche perché “questa società dell’apertura al mondo” e cosmopolita “è in realtà un piccolo mondo chiuso”.

Ciò significa che “il mondo di sopra non si fa più carico delle aspirazioni del mondo in basso: è una rottura storica. Le ineguaglianze non fanno che aggravarsi”, ma “il mondo politico e intellettuale non è più in collegamento con le classi popolari”, benché potenzialmente maggioritarie.

E poiché “la classe dominante ha fatto aderire al suo modello economico e territoriale l’insieme della classe mediatica e intellettuale – il mondo d’in basso non riconosce più alcuna legittimità ai mediatori politici, sindacali, o usciti dal mondo intellettuale”.

I due mondi sono separati come non mai. E in questa frattura storica, “il mondo di sopra è sempre più in una posizione di dominio di classe, in rottura con quello in basso”. E’ la nuova borghesia che si nasconde sotto la maschera della virtù moralistica: “accoglienza” degli immigrati (tanto mica li ospitano nei loro attici), “apertura”, “larghezza di vedute” (non vi ricorda la Boldrini?) contro quella Francia periferica che ha votato a Nord il FN perché disoccupata, e al Sud perché invasa dai musulmani minacciosi e non integrati, con cui condividono i falansteri e litigano sui pianerottoli.

Ho sottolineato che il rapporto dei ricchi coi poveri è “dominio di classe”.

“L’antifascismo? Un’arma della classe dominante”.

Spiega Guilly: “Per questo dico che l’antifascismo è divenuto un’arma di classe. Conferisce una superiorità morale a delle elites delegittimate, riducendo ogni critica agli effetti della mondializzazione ad una deriva fascista o razzista ”: la grottesca legge Fiano, e lo sdegno della Boldrini sulle scritte “DVX”, sono lì a confermarci quanto sia vero. La neoclasse privilegiata,quando è alle strette, si sente in pericolo, rispolvera dall’armadio la “lotta al fascismo”. E il popolo che il Sistema si è fabbricato, dagli Erasmus agli LGBT, fa quadrato attorno ai privilegiati e difende lo status quo con quel conformismo pietroso, granitico e imperforabile al ragionamento, che ben conosciamo.

“Nelle metropoli mondializzate – scrive Guilly – una borghesia contemporanea, new school, ha preso il potere attraverso la messa in scena di una opposizione fittizia tra i partigiani della ‘società aperta’ e quelli del ‘ripiegamento su se stessi’, in una postura di superiorità morale, per chiudere il dibattito, promuovendo una “politica unica, in attesa del partito unico”. Che di fatto già è instaurato.

Questo è il blocco contro cui lottano le forze consapevolmente antisistema, “populiste” e sovraniste, davanti al quale rischiano di essere sempre perdenti e dilettantesche. Un Sistema ben oliato che, mentre si è fabbricato il suo popolo di convenienza, ha distrutto quello vero, disarticolandone le capacità di reazione, rendendolo passivo e misero. Riprendiamo Bruno Bertez:



Oggi, “la dottrina del Potere [nuovo] si articola non attorno al rispetto delle volontà e sovranità popolari, ma attorno metodi e le tecniche per violarla”.

Gli esempi sono sotto i nostri occhi. “Merkel ha preso una batosta elettorale. All’indomani di tale batosta, ha affermato: “Non è successo niente, nessun cambiamento importante”. Rajoy, sulla Catalogna: “Non c’è stato alcun referendum”. Macron, sul suo cambiamento del codice del Lavoro: “Andrò fino in fondo, i francesi non amano le riforme”. Non parliamo dei governi nostri, i vaccini obbligatori, la ostinata volontà di imporre lo jus soli…

Il fatto è che, dice Bertez, “le elites hanno adottato una dottrina nuova, fondata sulla denegazione. “Circolate, non c’è niente da vedere”. I modi sono tanti, ma si torna all’essenziale: la volontà popolare è nulla e non avvenuta e basta negarla per continuare ad agire contro la sua volontà”.

“E’ la dottrina della Costruzione Europea perfettamente esposta al livello più alto: “Non si dibatte più, si agisce, di nascosto e senza grancassa; e se passa di va più lontano nella Costruzione, se no si aspetta e si rifà la stessa cosa sotto un’altra forma”.

Il tutto, s’intende, non senza concertazione e dialogo: “Le consultazioni sono un valore di clima, il dialogo è un rituale che non è inteso a produrre affetto sulla realtà , delle concessioni”. No, è solo ciò con cui il Potere può dire di essere democratico: “La Tirannia è: chiudi il becco, la [nostra] democrazia è: parlare continuamente” tanto non serve. “Questa dottrina del potere è mondiale, globale”. In realtà è violenza e conduce alla violenza. “L’avvenire delle nostre società è il terrorismo, con la sua conseguenza: la militarizzazione della polizia, come si è visto in Catalogna”. Qui non so quanto Bertez abbia ragione: abbiamo visto la polizia mandata contro un gruppo sociale benestante, ideologicamente coeso, una borghesia politicamente decisa, non i diseredati e gli “Invisibili”. Ma sospendo il giudizio. Gli eventi si succedono rapidissimi.

L’articolo “Il Sistema produce il suo proprio popolo” è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda Sbob » sab ott 07, 2017 17:10 pm

PIEDENERO ha scritto:Queste asserzioni di Bruno Bertez, un giornalista economico di successo, economista-filosofo, critico della mondializzazione, spiegano fin troppo bene le difficoltà che hanno i movimenti sovranisti – ossia democratici in senso forte – ad affermarsi attraverso il voto nelle loro istanze anti-Sistema. Contro di loro, il Sistema riesce a coalizzare minoranze differenti,dalla generazione Erasmus al “mondo dello spettacolo” al “circo mediatico”, , ai radical chic ai trans e LGBT, senza dimenticare gli immigrati islamici e i no global, i vegani e i parassiti pubblici, che tutte insieme formano la maggioranza

:lol: :lol: :lol: :smt044 :smt044 :smt044 :smt044 :smt043 :smt043 :smt043 :smt043 :smt043

Adesso "il sistema" sono i gruppi LGBT....

Che belli questi piccoli fascistelli che si fingono anti-sistema.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda PIEDENERO » gio ott 26, 2017 13:53 pm

facciamo un brindisi col rosatellum alla fu democrazia :smt023 :smt030
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda PIEDENERO » gio nov 09, 2017 8:50 am

La crisi oppiacea americana e le ansie moderne dimostrano i limiti del capitalismo


DI SLAVOJ ZIZEK

rt.com

La crisi degli oppioidi in America e lo spaventoso ritmo dei suicidi in Sud Corea hanno entrambi la stessa causa. Il difetto del capitalismo è che ha gradualmente rimosso gran parte del significato e dell’ideologia dalla vita.

Il mese scorso, in risposta a tale crescente epidemia, Donald Trump ha dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica. Descrivendo la crisi come una “vergogna nazionale e tragedia umana”, il presidente si è scagliato contro la devastazione causata dalla prescrizione di massa di antidolorifici oppioidi.

“Gli Stati Uniti sono di gran lunga il maggior consumatore di tali farmaci, usando più pillole oppioidi per persona di qualsiasi altro paese. Nessuna fascia della nostra società – giovane o vecchia, ricca o povera, urbana o rurale – è stata risparmiata dalla piaga della tossicodipendenza“, ha affermato.

Anche se Trump è ben lungi dall’essere un marxista, la sua dichiarazione non può non evocare la ben nota descrizione di Marx della religione, come “oppio dei popoli” (dal suo contributo a ‘Per la critica della filosofia del diritto di Hegel’).

Vale la pena citarla: “la religione è il sospiro della creatura oppressa, il cuore di un mondo senza cuore e l’anima di condizioni senza anima. È l’oppio dei popoli. L’abolizione della religione come illusoria felicità della gente è la richiesta per la loro vera felicità. Invitandoli a rinunciare alle illusioni sulla propria condizione si chiede loro di rinunciare ad una condizione che richiede illusioni. La critica della religione è dunque in embrione, la critica di quella valle di lacrime di cui la religione è l’alone”.

Si può subito notare che Trump (che vuole iniziare la sua guerra contro gli oppiacei proibendo i farmaci più pericolosi) è un marxista molto volgare, simile a quei rigidi comunisti (come Enver Hoxha o i Khmer rossi) che hanno tentato di sconfiggere la religione semplicemente rendendola fuorilegge. L’approccio di Marx è più sottile: invece di contrastare direttamente la religione, l’obiettivo dei comunisti è cambiare la situazione sociale (di sfruttamento e dominio) che genera la necessità della religione. Marx resta comunque troppo ingenuo, non solo per quel che riguarda la sua idea di religione, ma anche nella sua reazione alle diverse versioni dell’oppio dei popoli.

È vero ad esempio che l’Islam radicale sia un caso esemplare di religione come oppio del popolo: un falso confronto con la modernità capitalista che consente ad alcuni musulmani di abitare nel proprio sogno ideologico, mentre i loro paesi vengono devastati dagli effetti del capitalismo globale – e lo stesso vale per il fondamentalismo cristiano. Nel nostro mondo occidentale, tuttavia, ci sono oggi altre due versioni dell’oppio dei popoli: l’oppio ed i popoli.

Come dimostra l’ascesa del populismo, l’oppio del popolo è anche “il popolo” stesso, il vago sogno populista destinato ad offuscare i nostri contrasti. E, ultimo ma non ultimo, per molti di noi l’oppio del popolo è proprio l’oppio, la fuga nei farmaci, che è proprio il fenomeno di cui Trump sta parlando.

Così, per parafrasare Marx, da dove viene questo desiderio di rifuggire nell’oppio? Come Freud, dobbiamo dare un’occhiata alla psicopatologia della vita quotidiana global-capitalista. Un’altra forma di moderno oppio del popolo è la fuga negli universi digitali pseudo-sociali di Facebook, Twitter ed altre piattaforme di social media.

In un discorso ai laureati di Harvard nel maggio 2017, proprio Mark Zuckerberg ha infatti detto al suo pubblico: “Il nostro compito è quello di creare un senso di scopo” – e questo da un uomo che, con Facebook, ha creato il più vasto strumento al mondo di inutile perdita di tempo!

Il paese la cui vita quotidiana è più impregnata dalla virtualizzazione digitale è la Corea del Sud. Ecco la relazione di Franco Berardi sul suo viaggio a Seul: “La Corea è il laboratorio del mondo, un progetto per il futuro del pianeta… dopo la colonizzazione e le guerre, dopo la dittatura e la fame, la mente sudcoreana, liberata dal fardello del corpo naturale, è entrata senza problemi nella sfera digitale, con una minore resistenza culturale rispetto a praticamente qualsiasi altra popolazione del mondo. Nello svuotato spazio culturale, l’esperienza coreana è caratterizzata da un estremo grado di individualizzazione, ed allo stesso tempo si dirige verso il cablaggio ultimo della mente collettiva. Queste menti solitarie camminano nello spazio urbano in un’interazione continua con immagini, tweet, giochi che escono dai loro piccoli schermi, perfettamente isolati e perfettamente cablati nella dolce interfaccia del flusso… La Corea del Sud ha il tasso di suicidi più alto al mondo. Lì, il suicidio è la causa di morte più comune per i minori di 40 anni. È interessante notare che il tasso di suicidi in Sud Corea è raddoppiato nell’ultimo decennio… nello spazio di due generazioni, la condizione dei cittadini è sicuramente migliorata dal punto di vista del reddito, della nutrizione, della libertà e della possibilità di viaggiare all’estero. Il prezzo di questo miglioramento è stato però la desertificazione della vita quotidiana, l’iper-accelerazione dei ritmi, l’estrema individualizzazione delle esistenze e la precarietà del lavoro, che significa anche concorrenza sfrenata… l’intensificazione del ritmo di lavoro, la desertificazione del paesaggio e la virtualizzazione della vita emotiva stanno convergendo per creare un livello di solitudine e disperazione a cui è difficile opporsi consapevolmente”.

Futuro senz’anima

Le impressioni di Berardi forniscono di Seul l’immagine di un luogo privato della propria storia, un luogo astratto. Badiou ha detto che viviamo in uno spazio sociale che viene progressivamente sperimentato come astratto. Anche l’antisemitismo nazista, per quanto terribile, aveva aperto un mondo: descriveva i suoi problemi e proponeva un nemico, cioè la “cospirazione ebraica”; definiva un obiettivo ed i mezzi per realizzarlo. Il nazismo ha rotto la realtà in un modo che ha permesso ai suoi argomenti di acquisire una mappatura cognitiva globale.

Forse è qui che si dovrebbe individuare uno dei principali pericoli del capitalismo: sebbene globale, sostiene una costellazione ideologica senza tempo, che priva la stragrande maggioranza delle persone di qualsiasi mappatura cognitiva significativa.

Il capitalismo è il primo ordine socio-economico che de-totalizza il significato: non è globale a livello di significato. In fin dei conti, non c’è una visione del mondo capitalistico e nessuna civiltà capitalista: la lezione fondamentale della globalizzazione infatti è proprio che il capitalismo può adattarsi a tutte le civiltà, da quella cristiana a quella induista e buddista, da ovest ad est. La dimensione globale del capitalismo può essere formulata solo a livello di verità senza significato, come la realtà del meccanismo del mercato globale.

Questo dunque è ciò che fa cercare rifugio nell’oppio a milioni di persone. Non solo la nuova povertà e la mancanza di prospettive, ma anche l’insopportabile pressione del Super-io nei suoi due aspetti: la pressione del successo professionale e la pressione di godere la vita al massimo. Questo secondo aspetto forse è ancor più inquietante: cosa resta della nostra vita quando il nostro rifugio nel piacere privato diventa quasi un obbligo?

Slavoj Žižek

Fonte: http://www.rt.com

Link: https://www.rt.com/op-edge/409089-opioi ... -us-korea/

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda El Rojo » mer nov 22, 2017 19:58 pm

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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda MarcoS » sab nov 25, 2017 15:01 pm

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Messaggioda Sbob » lun nov 27, 2017 16:17 pm

Quando rimarrà uno spezzatino di staterelli che non contano un c***o, tutti fieri della loro sovranità su un fazzoletto di terra, verrà la prima potenza seria - che sia USA, Russia o Cina - e ci governerà come tante marionette.

Buona balcanizzazione a tutti.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda MarcoS » lun nov 27, 2017 17:27 pm

Sbob ha scritto:Quando rimarrà uno spezzatino di staterelli che non contano un c***o, tutti fieri della loro sovranità su un fazzoletto di terra, verrà la prima potenza seria - che sia USA, Russia o Cina - e ci governerà come tante marionette.

Buona balcanizzazione a tutti.


Ci sta già pensando l'EU. a vantaggio della Germania, soprattutto. Il gran desiderio di frammentazione (che, sono d'accordo, non è una soluzione particolarmente sensata) è soprattutto una reazione alla gestione folle di questi anni di EU (e questo riguarda tutti gli attori coinvolti).
Considerando la situazione geopolitica e finanziaria globale non se ne uscirà, né bene, né presto. anzi.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda Sbob » lun nov 27, 2017 18:51 pm

Non so quanto sia cattiva gestione e quanto facile scusa per tutti i politici nostrani.

Devo aumentare le tasse e fare tagli per far fronte al debito pubblico? "Ce lo chiede l'Europa!"
Il paese è in crisi? "Tutta colpa dell'Euro"

Che poi mi chiedo, siamo 28 stati nell'UE, com'è che la Germania comanda?
Non è che è rimasto l'unico stato contemporaneamente europeista e con un'economia sufficientemente solida da non dover chiedere l'elemosina?
Oppure l'unico capace di fare vera politica, per portare le decisioni verso le sue convenienze?
Oppure ancora l'unico rimasto ad avere una certa credibilità?


Per il resto, la gestione dell'UE non mi pare così folle, almeno, non più della politica nostrana o di tanti altri stati, anzi ci sono state diverse volte in cui è stata l'UE a porre freno a follie di casa nostra.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda MarcoS » mar nov 28, 2017 9:35 am

Sbob ha scritto:Non so quanto sia cattiva gestione e quanto facile scusa per tutti i politici nostrani......


C'entra pure quello, certamente, ma non solo. Tutta la faccenda è un po' più complicata che non il semplice rapporto pizzamandolino inaffidabili vs affidabile rigore nordico (nei fatti piuttosto distorto, come minimo).

Non è che è rimasto l'unico stato contemporaneamente europeista e con un'economia sufficientemente solida da non dover chiedere l'elemosina?
Oppure l'unico capace di fare vera politica, per portare le decisioni verso le sue convenienze?


Lo è, certo. Sostanzialmente a spese dei partner più deboli. Decisamente un buon fondamento per questa Unione.
La germania è europeista soprattutto perché le conviene, non fosse altro perché l'euro vale meno di quanto varrebbe il marco; esattamente l'opposto di quanto sarebbe per noi - ed altri - con monete nazionali più deboli. Pare quasi che il piano Funk, o qualcosa di simile, sia ancora nella mente di qualcuno, a berlino (questo ti risparmio di cercarlo :mrgreen: http://formiche.net/2014/01/18/euro-rinaldi-piano-funk/).
Questa è una constatazione e non un auspicio di un fantomatico ritorno alla lira e alla piena sovranità, cose che, se pure personalmente a questo punto approverei incondizionatamente, ritengo ormai impraticabili soprattutto per la pessima qualità della stragrande maggioranza della nostra classe politica e dirigente in genere. Pessimi al punto tale che alcune scelte apparentemente poco comprensibili dal punto di vista dell'interesse nazionale lasciano addirittura il dubbio se siano conseguenza di semplice incompetenza, atteggiamento da peracottari, ricatto, corruzione o un mix di queste. E non saprei quale di queste è peggio.....

Ad ogni modo, se ne hai voglia, c'è una pletora di materiale in rete, da varie fonti, indipendenti e solitamente ben documentate e sostanzialmente piuttosto attendibili (ovvero suffragate da dati ufficiali) attraverso cui si riesce a farsi un'idea abbastanza coerente del quadro generale. Sia dell'operato dei big europei (D e F in particolare) quanto dei minus (in più sensi) nostrani.

Addendum (ieri poi per errore non spedii più questo post): giusto ieri sera su report hanno parlato di alcuni di questi temi (eurofollie e squilibri a favore della germania), tutta roba che sul famigerato web indipendente si trova, ben dettagliata, da qualche anno. A fronte di nulle o minimali informazioni da parte dei media regolari.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mar nov 28, 2017 11:56 am

Hai capito il Funk! 8O

Viene qui sul forum a fare il simpatico e poi guarda cosa mi combina :?

Meno male che non sono andato al miniraduno nel veronese, avrei rischiato di fare incontri pericolosi... :mrgreen:

Scampati saluti
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda funkazzista » mar nov 28, 2017 12:10 pm

Ahem... :roll: è pur vero che chi di perculatio ferisce, di perculatio perisce... ma preferirei non essere accostato ad un nazista con il quale il mio nickname non ha niente a che fare, grazie.
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mar nov 28, 2017 12:28 pm

funkazzista ha scritto:Ahem... :roll: è pur vero che chi di perculatio ferisce, di perculatio perisce... ma preferirei non essere accostato ad un nazista con il quale il mio nickname non ha niente a che fare, grazie.


Peccavi sine malitia, noli indignari :wink:

Innocentemente satirici saluti
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda coniglio » mar nov 28, 2017 16:25 pm

Bugiardi senza gloria
di Marco Travaglio | 28 novembre 2017

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Che il politico più bugiardo della storia recente, detto non a caso il Bomba fin dalla più tenera età, dichiari guerra alle fake news, è già molto comico. Che annunci una legge (tanto la legislatura è finita) per multare chi le diffonde (esclusi i presenti) e “un report quindicinale del Pd” per smascherarle (come se spettasse ai partiti accertare la verità), è irresistibile. Che le spacci per una grave turbativa delle prossime elezioni, come se non avesse in mano tutta la Rai e gran parte della stampa, è da scompisciarsi. Tipo il bue che dà del cornuto all’asino. O tipo il suo compare B. che passeggia sulla lingua di Fabio Fazio deplorando la piaga dell’evasione fiscale (dall’alto della condanna per frode fiscale), tuonando contro i parlamentari che cambiano casacca (lui che ne ha comprati a carrettate), accusando la sinistra di non aver evitato i danni dell’euro (partito nel 2002, nel pieno del suo secondo governo 2001-06), citando le “nostre esperienze conoscitive su minori immigrati” (tipo Ruby) senza un pigolio del sedicente intervistatore. Ma il meglio lo danno giornaloni e tv, maggiori produttori mondiali di fake news, che prendono sul serio i due ballisti supremi. E, per darsi importanza, si fanno scudo del New York Times, del Dipartimento di Stato Usa e del celeberrimo Atlantic Council di Washington.

Poi si scopre sul NYT l’articolo sulla Spectre Putin- Salvini-Grillo l’ha scritto un ex hacker di Anonymous, Andrea Stroppa, consulente prima di Carrai e ora di Renzi. Il quale, forse per la giovane età, ignora che i migliori amici di Putin in Italia sono B. (che, dopo vari soggiorni nella famosa dacia, gli ha regalato un piumone votivo) e Renzi (che si oppose a nuove sanzioni alla Russia proposte da vari Paesi Ue, Merkel compresa). Così Renzi sventola il NYT, per darsi un tono internazionale e nascondere la manina del suo hackerino tascabile nei falsi allarmi sulle fake news grillorusse. E il report dell’Atlantic Council The Kremlin’s Troyan Horses (i Cavalli di Troia del Cremlino) sapete di chi è? Uno degli autori è Jacopo Iacoboni della Stampa, con un saggio molto pensoso sull’Italia putinista che cita in quattro note a pie’ di pagina gli articoli di Iacoboni. Del resto trattasi dello scopritore della centrale di fake news russo-casaleggiane capitanata da Beatrice Di Maio, la moglie di Brunetta. Perciò La Stampa lo considera un esperto di fake news: ieri il fake journalist anti-fake ha intervistato (si fa per dire: più che un’intervista, una respirazione bocca a bocca) il “brillante informatico” Stroppa, facendogli sputare un po’ di bile sul Fatto e sul sottoscritto.

Insomma, se la canta e se la suona. Ora, dopo aver sentito Stroppa per confermare le tesi di Stroppa, Iacoboni intervisterà Iacoboni per convalidare le teorie di Iacoboni. Il bello di questa batracomiomachia su un tema che non frega niente a nessuno, è che non si è ancora capito quali sarebbero le formidabili fake news in grado di ribaltare gli esiti delle elezioni. A parte, si capisce, quelle di giornali e tg contro gli oppositori sprovvisti di giornali e tv. Chissà se Renzi ricorda le prodezze della sua Unità (buonanima). Nel 2016, in piena campagna elettorale a Roma, sbatté sul sito il filmato di una ragazza bruna che cantava in piazza “Meno male che Silvio c’è” spacciandola per Virginia Raggi; poi si scoprì che non era lei, ma il direttore Erasmo D’Angelis rifiutò di rettificare e scusarsi perché “questo è giornalismo 2.0”. Nel 2013 invece l’Unità sparò un titolone cubitale su un inesistente “Patto Grillo-Berlusconi” (poi arrivarono i veri patti Napolitano-B., Letta-B. e Renzi-B.). Da allora si ricordano solo fake news anti-M5S (l’ultima è quella del Tg1, rilanciata da tutti i siti, su Di Maio che colloca la Russia nel Mediterraneo, mentre ha detto il contrario). Contro Renzi&C., manco mezza. Infatti si continua a citare il fotomontaggio su Boldrini e Boschi ai funerali (mai avvenuti) di Riina: un po’ meno credibile delle scie chimiche e dei rettiliani. Ieri però Repubblica ne ha scovata una terrificante del 2016: Agnese Renzi che dice “Mi spiace ma anch’io voto No al referendum”.

Ecco finalmente spiegato perché, il 4 dicembre, 20 milioni di italiani bocciarono la schiforma costituzionale: non perché aboliva l’elettività (ma non l’immunità) dei senatori, riempiva il Senato di sindaci e consiglieri inquisiti, non perché incasinava l’iter legislativo con una decina di sistemi diversi, non per l’astuta minaccia (anzi, l’allettante promessa) di Renzi di lasciare la politica in caso di sconfitta. No: perché un buontempone del web s’era inventato che Matteo aveva i gufi pure in famiglia. Ora, per carità, chi si è bevuto la fake news degli americani che votano Trump e degli inglesi che votano la Brexit perché subornati dalle fake news made in Russia, e non per la rivolta mondiale degli esclusi contro gli establishment, può credere di tutto: pure che Renzi abbia perso tutte le elezioni dell’ultimo biennio non per i fallimenti del suo governo, ma perché gli italiani credono alle fesserie di qualche webete. Se, anziché ai soliti camerieri e ai nuovi complottisti, si affidasse a qualche essere raziocinante, scoprirebbe i veri motivi della débâcle: la crisi che non passa, le tasse che non calano, il lavoro che non c’è, la casta che impone sacrifici agli altri, gli scandali Etruria, Consip, Expo, Mose, Mafia Capitale ecc., la gestione sciagurata dei crac bancari, le aspettative create con promesse così mirabolanti che non avrebbero soddisfatto nessuno neanche se lui le avesse mantenute. E, a gettare altro sale sulle ferite, il mantra del “tutto va ben madama la marchesa” che, lungi dal rincuorare chi sta peggio, lo fa incazzare vieppiù. Altro che fake news: il vero guaio di Renzi non sono le notizie false, ma quelle vere.



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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda MarcoS » mar nov 28, 2017 17:10 pm

coniglio ha scritto:....
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ottimo pezzo, senza dubbio.
anche se, volendo proprio cercare il pelo nell'uovo, si potrebbe ricordare come sul Fatto sia comparso pure un certo numero di articoli - falsissimi - sulla guerra di Siria che sembravano arrivati sul tavolo della redazione direttamente da Villa Taverna... :mrgreen:
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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda PIEDENERO » mar nov 28, 2017 19:27 pm

MarcoS ha scritto:
coniglio ha scritto:....
che dire.
lo amo.


ottimo pezzo, senza dubbio.
anche se, volendo proprio cercare il pelo nell'uovo, si potrebbe ricordare come sul Fatto sia comparso pure un certo numero di articoli - falsissimi - sulla guerra di Siria che sembravano arrivati sul tavolo della redazione direttamente da Villa Taverna... :mrgreen:


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Re: Politica,Europa,etc:ciò che sarebbe i fatti nostri

Messaggioda Sbob » mer nov 29, 2017 11:54 am

MarcoS ha scritto:Lo è, certo. Sostanzialmente a spese dei partner più deboli. Decisamente un buon fondamento per questa Unione.
La germania è europeista soprattutto perché le conviene, non fosse altro perché l'euro vale meno di quanto varrebbe il marco; esattamente l'opposto di quanto sarebbe per noi - ed altri - con monete nazionali più deboli. Pare quasi che il piano Funk, o qualcosa di simile, sia ancora nella mente di qualcuno, a berlino (questo ti risparmio di cercarlo :mrgreen: http://formiche.net/2014/01/18/euro-rinaldi-piano-funk/).

Scomodare il nazismo mi pare fuori luogo. In questo momento la Germania è il paese più forte e esercita la sua egemonia, nel male ma anche nel bene. Gli altri paesi non fanno da contrappeso solo perché sono altrettanto egoisti, altrimenti farebbero fronte comune.
Qualcuno si è lamentato in Italia quando abbiamo firmato la convenzione di Dublino? No, perché gli immigrati arrivavano dall'est e se li beccava l'Ungheria. Oggi invece ci incazziamo contro la cattiva europa che non è solidale :roll:

(riguardo alla moneta debole o forte: è sempre un'arma a doppio taglio. Tutti pronti a lamentarsi per le scarse esportazioni, prima ci lamentavamo per l'inflazione)
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