Tagli alla sanità...tanto per cambiare

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer ago 02, 2017 13:01 pm

VECCHIO ha scritto: la razza (imbastardita) si degrada.


#-o :x :cry:

Perplessi saluti
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda VECCHIO » mer ago 02, 2017 13:29 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
VECCHIO ha scritto: la razza (imbastardita) si degrada.


#-o :x :cry:

Perplessi saluti
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Ho scritto: La popolazione invecchia e la razza (imbastardita) si degrada, quindi hanno dato iniziato alla selezione dei più forti un po' dappertutto

Non fraintendermi, invecchiando è impossibile generare nuova gente PIU' sana, salvo rare eccezioni, e quindi la popolazione si imbastardisce, le possibilità di accoppiamento diminuiscono e aumenta lo scambismo, per ora non quello parentale.
Su questo si interviene (Danimarca) diminuendo i servizi sanitari dopo una certa età, o facendo arrivare immigrati (USA sempre, ma Giappone mai e rischia grosso, più di tutti).
Penso sia il problema di noi che ci chiamiamo popoli sviluppati.
Spero non intervenga Mamma Natura che di solito usa sistemi molto drastici (vedi clima) per esempio con epidemie violente.
Magari l'AIDS era una prova generale, insieme a certe epidemie che sono state circoscritte.
Se non c'è quel PIU' c'è poco adattamento.
Però i topi si moltiplicano e evolvono vertiginosamente, ma ad un certo punto muoiono in massa: di Mamma ce ne è una sola e come ci ha fatto ci elimina, se poi non ci finisce bene........ facciamo noi di tutto per eliminarci :lol: (vedi alpinisti)
Difficile sapere, si può solo tentare di conoscere e ragionare.
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda Kinobi » mer ago 02, 2017 14:58 pm

La terra per stare bene, o ritornare a stare bene, avrebbe bisogno di un 5 miliardi in meno di persone.

Cosa vuoi che siano i tagli alla sanità per i vecchi... Gli è già andata bene a loro che i prossimi la prendono n'gulo ma loro sono già in bara.

La prossima epidemia seria arriverà tra un 10 anni, quando avremmo dato il fianco ai batteri ed avremo antibiotici inefficaci (visto che nessuno ci investe sopra).
Amen
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » gio ago 31, 2017 18:05 pm

«Ancora una volta la Regione Veneto mostra di non dare la necessaria importanza alla salute mentale e di considerare le persone con disturbi mentali cittadini di serie B». Ѐ questa l’obiezione che psichiatri, associazioni e sindacati rivolgono alla Giunta regionale veneta che ha approvato le linee guida per la riorganizzazione delle aziende Ulss: il documento infatti contiene solo pochi accenni al tema della salute mentale e conferma quindi i tagli ai servizi: l’investimento della Regione destinato alla salute mentale è inferiore alla media nazionale, che attestandosi sotto il 5% del Fondo Sanitario risulta già bassa a confronto con altre nazioni europee. Rispetto alla complessiva spesa sanitaria regionale, all’assistenza psichiatrica veneta è assegnato solo il 2,9% delle risorse, per un costo pro capite per cittadino inferiore del 16,5% rispetto al corrispondente dato nazionale. Il risultato è un dimezzamento delle Unità operative complesse di Psichiatria, passate da 40 (nel 2012) a 20.

Ecco quindi che modifiche al testo erano state richieste a un’unica voce dalle associazioni di psichiatri e di familiari di persone con disturbi mentali: «Avevamo evidenziato, portando a sostegno dati e documenti, come la salute mentale abbia bisogno di ulteriori risorse, economiche e umane, e necessiti di politiche organiche e adeguate» spiega Lodovico Cappellari, coordinatore di Psi.Ve., la sezione veneta della Società italiana di Psichiatria (SIP) che assieme al Collegio dei clinici e professori universitari di psichiatria del Veneto si è fatta prima promotrice dell’appello seguita da: Aitsam (Associazione italiana Tutela salute mentale) Siep (Società italiana epidemiologia psichiatrica), Sinpia Veneto (Società italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) Sirp Triveneto (Società italiana di Riabilitazione psicosociale), Il sole di notte (associazione utenti salute mentale) e ad oggi, tra i sindacati, Cgil Medici.

«A parte i confermati tagli, nel documento non è rintracciabile un solo parere articolato della Regione in merito alla salute mentale – sottolinea sempre Cappellari –. Un silenzio che dimentica l‘importanza di organizzare in modo adeguato le attuali Unità operative complesse di Psichiatria, chiamate oggi a gestire reparti ospedalieri con 15-16 posti letto, comunità terapeutiche, centri di salute mentale e centri diurni, spesso dotati di personale limitato se non addirittura carente. Tutto ciò è molto preoccupante, perché rappresenta un chiaro segnale di disinteresse della politica rispetto al tema e ai problemi del disagio mentale – aggiunge ancora. «Una Regione che finge di ascoltarci e di accogliere il nostro contributo in termini di competenze, conoscenza dei bisogni delle persone e delle famiglie, contezza sulla situazione dei servizi, è una Regione che non valorizza il ruolo di tecnici e associazioni. Così verrà meno ogni nostra forma di collaborazione con la Regione Veneto, almeno fino a quando non sarà possibile cogliere un’autentica volontà di confronto e di condivisione delle priorità e non si riaprirà uno spazio di dialogo davvero costruttivo, per il bene di queste persone, delle loro famiglie, degli operatori, delle comunità», conclude Cappellari.

Nella regione le persone assistite per problemi di salute mentale sono oggi oltre 70mila: «Per tutti loro i tagli comporteranno tempi di attesa lunghi, prese in carico difficili, solitudine» ricorda Tali Corona, presidente di Aitsam.

Risicati saluti
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda PIEDENERO » gio ago 31, 2017 18:16 pm

Però tagli alla Santità mai!!
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » dom set 03, 2017 10:46 am

Adesso dopo la "grande riforma delle scuole di specializzazione in medicina", ideata dalla ministra Carozza, grazie alla sagacia dei volponi che ci governano, per non farci mancare niente abbiamo anche il blocco del bando per l'accesso alle scuole di specialità.

Questo vuol dire che migliaia di studenti, che magari si sono fatti un mazzo tanto, a spese dei genitori, per laurearsi in tempo decente, rischiano di perdere un anno per l'insipienza dei suddetti volponi. Ulteriormente, quando ci sarà l'ondata di pensionamenti dei medici ospedalieri (hai un bell'allungare l'età pensionabile, ma prima o poi la gente deve pur andare in pensione), ci diranno che "purtroppo" i concorsi andranno deserti perché mancano gli specialisti. E i servizi, che già sono in carenza di personale, saranno definitivamente al collasso.

Adesso magari (sperabilmente, ma non si sa mai) ci metteranno una pezza e raffazzoneranno un qualche modo per far iniziare l'anno accademico a questi disgraziati di futuri specializzandi. Certo il tutto ci dà un'idea di come vengono gestite le cose.

Poi dice che sei un gufo rosicone e passatista che non crede nell'innovazione.

Desolati saluti
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer set 20, 2017 9:53 am

APPELLO AFFINCHE' LA REGIONE VENETO GARANTISCA UNA ADEGUATA ASSISITENZA AI PAZIENTI SEGUITI DAI SERVIZI DI SALUTE MENTALE , DELLE DIPENDENZE E DI NEUROPSICHIATRIA DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA

La Fp Cgil e Cgil Medici esprimono grande preoccupazione per la adeguatezza delle cure in Veneto.

I disturbi mentali, intesi sia come patologie psichiatriche quali ansia, depressione o disturbi bipolari, che neurologici, come Alzheimer e demenze, sono già nei Paesi ad alto reddito la principale causa di perdita di anni di vita per morte prematura e disabilità (17,4%), seguiti dal cancro (15,9%), dalle malattie cardiovascolari (14,8%), dagli infortuni (12.9%) e dalla malattie muscolo-scheletriche (9,2%).� �Secondo i dati forniti dall’OCSE, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, nel suo focus “Fare i conti con la salute mentale”, la depressione grave, il disturbo bipolare, la schizofrenia e le altre malattie mentali gravi riducono la speranza di vita in media di 20 anni rispetto alla popolazione generale. Il 5% della popolazione mondiale in età lavorativa ha una severa malattia mentale. Una persona su due, nel corso della vita, avrà esperienza di un problema di salute mentale e ciò ridurrà le prospettive di occupazione, la produttività e i salari. I costi diretti e indiretti della malattia mentale, secondo le statistiche OCSE, possono superare il 4% del Prodotto Interno Lordo (PIL). I costi indiretti includono le spese mediche, dovute a una maggiore necessità di assistenza sanitaria, e i costi per servizi sociosanitari come l'assistenza a lungo termine. La salute mentale inoltre può far lievitare il costo dei trattamenti per altre patologie, ad esempio la terapia del diabete è più costosa quando il paziente soffre anche di depressione e le persone con una salute mentale non buona hanno maggiori probabilità di soffrire anche di cancro e di malattie cardiovascolari. " Quotidiano sanità Fonte: articolo pubblicato su agenziafarmaco.gov.it 25 luglio 2015. Calcolando che un punto del PIL corrisponde in Italia a circa 16 miliardi il costo per la salute mentale è di circa 64 miliardi, se ne spendono circa 4 miliardi di euro. " Nel rapporto dell’Harvard School ripreso dall’Economista tra il 2011 e il 2030 il costo delle malattie mentali in tutto il mondo sarà di oltre 16 trilioni di dollari in termini di mancata produzione (in dollari 2010), più di patologie oncologiche, cardiovascolari, respiratorie croniche e del diabete.
Con una contrazione delle risorse per la salute mentale oltre a mettere a rischio l'adeguatezza delle cure si avrebbe un inevitabile aumento dei costi .
La domanda di salute mentale in Veneto è in continua crescita sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo ( nel 2015 nella regione veneto sono stati assistiti 70822 utenti ) a tale grave situazione non si può rispondere con un diminuzione del personale deputato: medici psicologi assistenti sociali infermieri educatori ed una contrazione delle risorse.

Ci preme ricordare purtroppo che i cittadini veneti per quanto riguarda l'erogazione delle risorse per la tutela salute mentale sono agli ultimi posti in Italia con il 2,91 % delle risorse, questi dati sono stati calcolati prima dei tagli accennati dianzi, sottraendo queste risorse la Regione Veneto rischia di essere la Regione che spende meno in Italia per la salute mentale dei suoi cittadini.
Senza delle adeguate risorse per la salute mentale dell'infanzia e dell'età adulta ed una adeguata prevenzione , ricordiamo che il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 18 anni , anche le migliori progettualità sono destinate a fallire, comportando una sofferenza ai pazienti ed alle loro famiglie ed anche un aumento dei costi.

Riteniamo indispensabile lavorare su 5 punti:

1) Dipartimenti di Salute Mentale

E' indispensabile tutelare e mantenere un'assetto organizzativo rispettoso della complessità dei Dipartimenti di Salute Mentale che sono dipartimenti trans-murali che si occupano sia della parte ospedaliera che di quella territoriale del disagio mentale secondo il principio della competenza.
Viene in questo modo rispettato il modello scientificamente più evoluto della psichiatria che si è consolidato negli ultimi 40 anni a partire dalla legge 180 e che prevede la gestione della salute mentale da parte dei servizi sulla base dei tre assi fondamentali:
1°) Il rapporto con i pazienti e i loro familiari attraverso una Relazione di Cura declinata nei diversi modelli scientifici(psichiatrico, psicologico e socioriabilitativo) ad opera delle diverse figure coinvolte che operano in Equipe Multiprofessionali;
2°) La diversificazione e il radicamento delle strutture nel territorio di competenza, secondo moduli (servizi) superiori ai 100.000 mila e inferiori a 150.000 per coniugare la terapia e la riabilitazione all'individuo nel suo ambiente di appartenenza;
3°) La adeguatezza della proporzione tra curanti e pazienti che nei DRG nazionali e Regionali fissa dei limiti sui posti letto dei Reparti (1 ogni 10.000 abitanti) e sull'entità del numero di ospiti nelle CTRP e nelle altre strutture. Gli stessi DRG danno indicazione anche sul numero complessivo degli operatori della salute mentale in proporzione al numero di abitanti dei Dipartimenti di Salute Mentale.

Le recenti disposizioni (accorpamenti dei servizi in Dipartimenti di un milione di abitanti unitamente ai tagli delle diverse figure professionali) stravolgono completamente il criterio della proporzione e della territorialità e interrompono così il cuore della terapia psichica: nella sproporzione tra curanti e pazienti, nell'allontanamento dei curanti da un territorio aumentato a dismisura e nella riduzione della collegialità della presa in carico per la grave riduzione del personale in tutte le diverse figure professionali.
Un tale assetto organizzativo non può essere in grado di svolgere efficacemente un lavoro territoriale , in tale modo si aumenterà il carico ospedaliero e residenziale con un aumento dei costi e una diminuzione dell'inclusione sociale.
Riteniamo indispensabile un forte investimento sulla prevenzione e nel lavoro di rete e di collaborazione con i medici di medicina generale.

2) Personale

E' necessario un adeguamento quantitativo e qualitativo del personale operante nei Dipartimenti di salute mentale : Medici Infermieri, Psicologi, Assistenti sociale, Educatori professionali, Addetti all'assistenza , Tecnici della Riabilitazione. Va garantito un turnover rapido di tutte le figure professionali e sono necessari degli investimenti sulla formazione continua del personale, elemento indispensabile per incrementare la qualità dei servizi.

3) Strutture residenziali e semiresidenziali

Condividiamo la necessità di un lavoro di ridefinizione della residenziali e semiresidenzialità
E' importante articolare una risposta di tipo sia residenziale che semi-residenziale che sia in grado di garantire da un lato l'appropriatezza clinica e dall'altro sappia rispondere ai più variegati bisogni dell'utenza psichiatrica .
La residenziali psichiatrica spazia da situazioni di residenziali cosiddetta leggera , con alti livelli di autonomia dei pazienti e bassa attività assistenziale da parte dei servizi a Comunità che si occupano di pazienti con elevati bisogni assistenziali a cui le famiglie non possono rispondere.
Per tali pazienti se la quota sociale non può essere sostenibile per gli utenti e i Comuni , condividiamo la proposta del Sindaco dott Robertino Capozzo. Presidente del Comitato dei Sindaci dell'Alto Vicentino di chiedere un Livello di Assistenza Regionale Aggiuntivo ( LAR) dedicato alla residenziali della salute mentale , presente fra l'altro nella disabilità e nell'area anziani ed anche in altre Regioni.
Inoltre pensare ad una forma di contributo economico regionale per i pazienti ospitati dalle strutture riabilitative che afferiscono alla cosiddetta residenziali leggera incrementerebbe il turn ove delle strutture residenziali e comporterebbe una diminuzione dei costi.

4) Risorse

Data la grave situazione in cui si trovano i Dipartimenti di salute mentale dell'adulto e dell'infanzia, pensiamo fra l'altro al notevole incremento dei ricoveri di minori presso i SPDC, siano indispensabili ed urgenti l'erogazione di risorse adeguate ( almeno il 6% ) in modo da poter garantire i necessari interventi sia di tipo preventivo che di cura.

5) REMS

Infine per quanto riguarda le REMS rileviamo come la la legge 81/2014 non sia stata ancora “mentallizzata” da settori della magistratura (crescono misure provvisorie, scarsa propensione alle misure alternative, in alcune realtà vi è un eccesso di controllo sulle REMS), dagli stessi DSM, dalla politica ed è preoccupata della “lista d’attesa” per l’ingresso in REMS e delle proposte di modifica giacenti in Parlamento.
E’ necessario un progetto di formazione continua per gli operatori, per diffondere le buone pratiche e i diversi modelli adatti ai diversi contesti sviluppando scambi di esperienze e formazione congiunta con i DSM e la magistratura.
Ribadiamo che le REMS non sono l’alternativa all’OPG. L’alternativa al manicomio giudiziario è il progetto di cura e riabilitazione individuale (meglio se fondato sul budget di salute) nella rete dei servizi del welfare locale, con al centro il DSM. La REMS sta in questa rete, come risposta possibile ma non certo l’unica. Lo dimostra il sempre maggior numero di persone che vengono dimesse dalle REMS e che potrebbero non accedervi se seguite dai servizi nel territorio.
Ribadiamo che non possono essere assunti dal personale sanitario compiti di tipo custodiate e tanto meno di reclusione in quanto in contrasto con il mandato di cura e riabilitazione. Occorre superare la qualifica di “internato” e la pratica che ne discende come affermato dal Commissario Corleone nella sua relazione conclusiva.

Chiediamo alle associazioni scientifiche , alle associazioni dei famigliari , ai sindacati, agli Ordini Professionali , alle Conferenze dei Sindaci che condividono le nostre preoccupazioni di costituire assieme a noi un Gruppo di lavoro per la tutela della salute mentale delle Dipendenze e della Neuropsichiatria dell'infanzia e di organizzare nel più breve tempo possibile un incontro pubblico con l'assessore alla Sanità e il Direttore Generale alla Sanità della Regione Veneto nel quale presentare le proposte atte a garantire una adeguata assistenza sanitaria ai cittadini veneti.
Convochiamo pertanto una prima riunione il 15.9 alle ore 18 presso la sede della CGIL di Mestre Via Peschiera 4
Per ogni informazione scrivere a categorie@veneto.cgil.it

SEGRETERIA REGIONALE FP CGIL E FP CGIL MEDICI

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer dic 13, 2017 8:42 am

Dal sole24 ore:

Medici, dirigenti sanitari e veterinari della sanità pubblica oggi incrociano le braccia. Una scelta sofferta, sostenuta dalla maggior parte delle sigle sindacali, per attirare l’attenzione su un settore ad alta intensità di lavoro, manuale e intellettuale, che negli ultimi anni si è sentito del tutto abbandonato alla deriva. Uno sciopero nazionale di 24 ore proclamato per protestare contro l’insufficienza del finanziamento previsto per il Fondo sanitario nazionale 2018, per l’esiguità delle risorse assegnate ai contratti di lavoro e per i ritardi nei processi di stabilizzazione del precariato, compreso quello addetto alla ricerca. E l’hashtag della manifestazione #primadivotarepensallasalute contiene già una chiara promessa.

IN COMMISSIONE ALLA CAMERA 11 dicembre 2017
Manovra, dai vitalizi alla riforma Inps: stop a 2mila emendamenti
Intersindacale: adesione alta, fino all'80%
«Lo sciopero nazionale di oggi è il risultato del disinteresse della politica verso il servizio sanitario nazionale, il più importante strumento di tutela della salute e delle fragilità di tutti i cittadini, che ha spinto i medici ed i dirigenti sanitari dipendenti del SSN prima a manifestare, oggi a scioperare uniti e compatti, anche a nome dei tanti italiani senza voce, lavoratori e contribuenti onesti che finanziano un welfare che altri stanno saccheggiando da troppo tempo. La sanità pubblica ha chiuso oggi per non chiudere per sempre». È questa la dichiarazione dell’Intersindacale dei medici e dirigenti sanitari nella giornata di sciopero di oggi. «La partecipata adesione che, al netto dei contingenti minimi obbligati a rimanere in servizio per garantire le urgenze - si legge nella nota - ha toccato punte di adesione dell'80%, il sit in a Roma davanti al Mef, le altre 50 iniziative simili organizzate per l'Italia, testimoniano coscienza dell'importanza della posta in gioco».

Adesione superiore al passato
I medici hanno mamanifesteranno a Roma dalle ore 11 davanti al Ministero dell’Economia in Via XX Settembre. E il “Sanità day” ha coinvolto dottori e dirigenti d’Italia che daranno vita contemporaneamente a manifestazioni in ogni capoluogo di Regione. Sono infatti oltre 50 le iniziative collaterali organizzate a livello locale, tra sit-in negli ospedali maggiori e davanti ai palazzi delle istituzioni. Perché la partecipazione è più forte. Così come lo sdegno e la stanchezza. Qualcosa in realtà nella legge di bilancio c'è. La tassa di scopo sulle sigarette è rientrata dalla finestra in commissione Bilancio alla Camera e vale circa 600 milioni. E se la misura va in porto, ne mancherebbero almeno altri 300 per finanziare la nuova stagione contrattuale.

Eppure i camici bianchi (115 mila medici più circa 20mila dirigenti sanitari) non protestano solo per il mancato rinnovo del Ccnl, fermo da otto anni, ma anche e soprattutto per le condizioni di disagio in cui sono costretti a lavorare. «Elemento essenziale – spiega Carlo Palermo, segretario nazionale vicario di Anaao Assomed – sono le difficoltà organizzative del lavoro quotidiano, con dotazioni organiche ridotte all’osso dal blocco del turnover, che non consentono di applicare l’orario di lavoro europeo. La conseguenza è che i medici sono costretti a cumulare milioni di ore di straordinario, a lavorare in turni notturni anche in età avanzata, spesso senza la possibilità di andare in ferie e di riposare adeguatamente».
Un sistema spinto oltre il limite
Il sistema insomma è spinto al massimo, e non dovrebbe essere così. «Dal 2009 a oggi abbiamo perso 9mila medici e dirigenti, che non sono mai stati sostituiti», continua Palermo. E l’inadeguatezza del sistema formativo post lauream non promette niente di buono neanche per il futuro: «Con la gobba pensionistica, dal 2018 in poi perderemo due medici ogni giorno. Serve una politica di assunzioni diversa. Per esempio si potrebbero impiegare 2mila giovani senza specializzazione con contratto di formazione a tempo determinato. Che in questo modo integrerebbero, con un canale formativo parallelo nei teaching hospital, i 6.500 specialisti che escono ogni anno dalle università. Non servirebbe molto. Basterebbero 4-5 milioni di euro per ogni regione. In questo modo, tra l'altro, i giovani avrebbero un recupero previdenziale anticipato di cinque anni».


SANITÀ 11 dicembre 2017
Martedì sale operatorie al minimo: «Turni massacranti degli anestesisti»
Stop ai bonus, ragioniamo di welfare
Ma su queste possibilità il dibattito è fermo da tempo – denunciano i sindacati – e la politica, anche in occasione della legge di bilancio, ha dimostrato di preferire la distribuzione di bonus, invece di ragionare sul futuro della sanità pubblica. Percepita sempre più sotto attacco. «Sono 20 anni che si elargiscono gratifiche propagandistiche qua e là a scopo elettorale – sottolinea Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil medici – a scapito di una vera ristrutturazione del welfare. I bonus sono pagati con una riduzione dei servizi a pazienti e cittadini. Un disinvestimento dal welfare pubblico che ha facilitato la sanità privata, ormai sempre più sostituiva e sempre meno integrativa. Se non si realizza il combinato disposto tra rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale e rinnovo contrattuale, questa giornata di sciopero sarà solo l'inizio».

Lo sciopero quindi è politico nel senso forse più alto del termine. «Siamo all’epilogo di un processo di de-potenziamento del servizio sanitario pubblico – sottolinea Guido Quici, presidente di Cimo Cida - che parte da un evidente sottofinanziamento del sistema, si sviluppa attraverso modelli organizzativi tendenti ad una sanità a costi sempre più bassi e mira ad impoverire il lavoro dei sanitari, in particolare il lavoro del medico le cui condizioni di disagio lavorativo sono sempre più evidenti. Questa è l'evidenza dei fatti e questo è il motivo dello sciopero».
Insomma «la sanità chiude un giorno per non chiudere per sempre», ha dichiarato ieri Costantino Troise, segretario nazionale di Anaao Assomed. «Il Ssn finora si è sostenuto sul sacrificio di medici e dirigenti sanitari. E le Regioni hanno garantito i Lea, almeno quelle che lo hanno fatto, a spese dei professionisti, delle loro ferie, delle loro risorse accessorie, dell’abuso del loro orario di lavoro». Evidentemente è ora di cambiare rotta.

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » ven apr 06, 2018 7:50 am

Da Quotidiano sanità:

5 aprile - Negli ultimi mesi i medici che hanno dato le dimissioni dalle Ulss venete sono almeno una quarantina. È la spia di un malessere fatte di politiche che hanno privilegiato il taglio dei finanziamenti alle strutture, delle assunzioni di medici ed infermieri nonché l’assorbimento di almeno 10 strutture ospedaliere

Forse a noi cittadini sta sfuggendo qualche cosa. Vero è che nella sanità veneta si sta assistendo ad un fuggi fuggi generale da parte di stimati medici che, o se ne vanno nel privato dove l’ambiente offre forme più flessibili di lavoro e quindi un medico riesce a costruire intorno a sé orari in una struttura ad hoc, oppure direttamente in pensione grazie al cumulo pensionistico dei cui vantaggi ne stanno beneficiando in molti.

Ma, se vogliamo, l’aspetto più rilevante e principale della questione è il malcontento generale dovuto, spiegano gli addetti ai lavori, al costante aumento di lavoro contrapposto alla crescente diminuzione di organico.
A pagarne le spese è il servizio offerto.

Per non dire, aspetto altrettanto grave e che sta crescendo negli ultimi mesi, delle aggressioni agli operatori di corsia (infermieri oe/o OSS) vittime della rabbia e della esasperazione di utenti-pazienti.

Un recente episodio di aggressione si è avuto pochi giorni fa in un ospedale veneto dove un’infermiera è stata accusata da parte di alcuni familiari di un paziente di non prestare le dovute cure al malato e poi minacciata di morte.


Questi incresciosi episodi accadono perché in molte strutture ospedaliere vi sono troppi ammalati e pochi operatori. Infermieri e dottori confermano che alla notte, in reparti con 15/20 posti letto occupati, il turno notturno viene affidato ad un solo infermiere e dottore, i quali devono anche gestire i pazienti che vengono dai pronti soccorso.

Una domanda sorge spontanea: come è possibile che vi siano queste criticità se la sanità veneta, in termini di gestione, primeggia così come certificato dall’ultima relazione della Corte dei Conti?

Il problema sta nelle scelte politiche tra cui il taglio dei finanziamenti alle strutture, delle assunzioni di medici ed infermieri nonché l’assorbimento di almeno 10 strutture ospedaliere, risultate oltre agli standard specifici.

Se per i manager delle Ulss si tratta di una riorganizzazione complessiva, per gli addetti ai lavori si tratta di un momento molto duro e faticoso, dove si è chiamati a “lavorare” in emergenza continua con il rischio di errori in potenziale aumento.

Se da una parte i politici tagliano, dall’altra – ed è il rovescio della medaglia - ci sono pazienti che vedono allungarsi le liste d’attesa con un abbassamento della qualità della vita.

Questa realtà non può e non deve trovare lo spazio in una società definita moderna ed attenta al welfare; il malato, già penalizzato per la propria condizione di salute, non deve essere chiamato a “farsi carico” anche di presidi ospedalieri svuotati delle proprie funzioni principali, con dottori stanchi e demotivati.

Ad appesantire questa situazione non ci ha pensato due volte la Direzione Medica, sempre in un ospedale veneto, proponendo allo stesso Direttore Generale una revisione organizzativa dei turni, tra cui l’abolizione della reperibilità notturna e festiva causa l’assenza di medici.

A parte questo fatto del tutto contingente, la fuga di medici dagli ospedali veneti è evidente ed inarrestabile e sono ancora una volta i numeri a darci l’esatto quadro della situazione; negli ultimi mesi i medici che hanno dato le dimissioni dalle Ulss venete sono oltre una quarantina tra cui: 5 anestesisti da Verona; due radiologi da Mestre; due ortopedici (Castelfranco), una diabetologa (Castelfranco), un pediatra (Montebelluna), un anestesista, un pediatra (Conegliano); nella Polesana una reumatologa, una gastroenterologa, un internista, un urologo, un ginecologo, due ortopedici, un otorino, due oculisti, due neurologhi, un anestesista e un medico del territorio; nell’Euganea tre pediatre e due ortopedici (Camposampiero), tre radiologhe (Cittadella), uno psichiatra (Sant’ Antonio Padova); due ortopedici nella Berica. Ed i numeri sono destinati a crescere.

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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun giu 25, 2018 8:43 am

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » dom mar 17, 2019 20:02 pm

Il ministro Grillo è tornato alla carica con la brillante teoria, che l'allungamento delle liste d'attesa sia legato alla libera professione intramoenia (già se n'era parlato quando questa geniale idea l'aveva sostenuta Ernesto Rossi da presidente della Toscana). Ha poi pensato bene di sostenere che la carenza di personale medico non esiste.

Siccome mi sono da tempo ripromesso di mantenere un certo aplomb nei miei post, eviterò di commentare la notizia (che peraltro si commenta da sola).

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda scairanner » ven mar 13, 2020 13:50 pm

https://pagellapolitica.it/blog/show/62 ... -oppure-no

E quindi?
Avesse ragione Marattin, ci spiegasse il motivo per cui ci troviamo con l'acqua alla gola.
-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


-meno internet, più cabernet
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » sab giu 18, 2022 16:00 pm

Def 2022. Per la sanità spesa in diminuzione dal 2023 con lieve rialzo nel 2025. Il rapporto con il Pil passa dal 7% del 2022 al 6,2% del 2025
(Fonte: Quotidiano sanità)

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » sab giu 18, 2022 16:10 pm

La decisione dell’Italia di incrementare le spese militari fino a portarle al 2% del PIL (passando da 25 a 38 miliardi annui) non è un destino o un vincolo imposto da trattati internazionali. È una scelta. (MicroMega.net)

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda Sbob » lun giu 20, 2022 11:28 am

Sì, non esiste un vincolo formale, ed è una scelta. Dobbiamo tuttavia guardare al modo in cui concepiamo la difesa del paese in un mondo in cui l'invasione ucraina ha risvegliato la coscienza che anche le democrazie europee possono essere vittima di aggressioni.

Possiamo optare per due scelte: quella, fatta fin ora, di avere spese militari molto limitate, contando sul fratellone americano per la nostra difesa (e a questo punto, guai a chi si lamenta della NATO), oppure quella di avere un esercito sufficientemente potente per scoraggiare aggressioni, quanto meno in alleanza con gli altri paesi europei.

P.s. non vedo antitesi tra spese militari e scuola o sanità, dato che queste insieme sono più di dieci volte superiori. Piuttosto vedo un'antitesi patrimoniale o altre forme di tassazione dei ricchi-sanità.
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun giu 20, 2022 12:26 pm

Beh sbob, io l'antitesi un po' la vedo, dal momento che si riducono le spese per sanità e istruzione perché "non ci sono i soldi", e poi invece si trovano per il budget militare.

Evidentemente, è una questione di priorità, e la politica per quel che ne so è proprio questo, fare delle scelte in base alle priorità. E devo dire che le scelte di questo governo proprio non mi stanno piacendo.

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun giu 20, 2022 12:26 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Beh sbob, io l'antitesi un po' la vedo, dal momento che si riducono le spese per sanità e istruzione perché "non ci sono i soldi", e poi invece i suddetti si trovano per il budget militare.

Evidentemente, è una questione di priorità, e la politica per quel che ne so è proprio questo, fare delle scelte in base alle priorità. E devo dire che le scelte di questo governo proprio non mi stanno piacendo.

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun giu 20, 2022 12:27 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Beh sbob, io l'antitesi un po' la vedo, dal momento che si riducono le spese per sanità e istruzione perché "non ci sono i soldi", e poi invece i suddetti si trovano per il budget militare.

Evidentemente, è una questione di priorità, e la politica per quel che ne so è proprio questo, fare delle scelte in base alle priorità. E devo dire che le scelte di questo governo proprio non mi stanno piacendo.

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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda Kinobi » lun giu 20, 2022 20:11 pm

Sbob, non è vero abbiamo avuto spese militari limitate. Ci sputtaniamo i soldi all'italiana, che è diverso. Abbiamo più generali di soldati.
Detto questo, io preferirei vivere sotto Vlad ma con ospedali che vanno, piuttosto che con Biden, ma con ospedali che non vanno.
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Re: Tagli alla sanità...tanto per cambiare

Messaggioda Sbob » mar giu 21, 2022 11:32 am

Kinobi ha scritto:Sbob, non è vero abbiamo avuto spese militari limitate. Ci sputtaniamo i soldi all'italiana, che è diverso. Abbiamo più generali di soldati.
Detto questo, io preferirei vivere sotto Vlad ma con ospedali che vanno, piuttosto che con Biden, ma con ospedali che non vanno.

Le nostre spese militari sono meno del 2% del PIL, il che è una cifra abbastanza limitata se la confrontiamo con superpotenze come USA e Russia, che oscillano tra il 3% e il 5%. Se poi i soldi li spendiamo anche male è un'altra faccenda.

Detto questo, puoi stare certo che sotto Vlad tutto quello che puoi trovare è solo fame (hanno un PIL pro capite che è un terzo del nostro) e censura. Già solo il commento negativo che hai fatto sulle forze armate ti potrebbe costare il carcere.
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