Milarepa

[Steff]

insisto: ma voi il buddhismo ve lo imparate in rete?
la tua firma dice molto di più di tutto quello che avete citato,
dico davvero e senza ironia

[tacchinosfavillantdgloria]

insisto: ma voi il buddhismo ve lo imparate in rete?
la tua firma dice molto di più di tutto quello che avete citato,
dico davvero e senza ironia

Quando si "conoscono" le persone per due post in un forum, si rischia di dire cose un po' a vanvera.
Dico davvero e senza polemica.

imparati saluti
TSdG

[Steff]

Quando si "conoscono" le persone per due post in un forum, si rischia di dire cose un po' a vanvera.

sono d'accordo

[funkazzista]

"Lei non sa chi sono io!" [cit.]

[EvaK]

"Lei non sa chi sono io!" [cit.]

... o magari si?

[Steff]

"Lei non sa chi sono io!" [cit.]

Lei chi? Io no Lui sì
llallà

[funkazzista]

"Lei non sa chi sono io!" [cit.]

Lei chi? Io no Lui sì
llallà

No, no... stavo solo facendo il cretino con le vostre ultime due risposte
Tacchino a Steff: "Lei non sa chi sono io!"
Steff a Tacchino: "Lei nemmeno!"
Tutto lì.

[Steff]

Tutto lì.

ricordati cosa ti ha raccomandato l'ispettore...
non darci corda!

[tacchinosfavillantdgloria]

"Lei non sa chi sono io!" [cit.]

Per il Dharma parlare di “ego” significa parlare necessariamente di “fraintendimento dell’ego“.

L’ego in sé è ciò che fraintende se stesso, è il fraintendimento dell’esistenza intrinseca, autonoma e indipendente. E’ il fraintendimento della vera esistenza, sostanziale e reale, ed è anche – fondamentalmente – l’illusione dell’individualità separata.

Ciò che si definisce come atman è proprio questa visione – che è anche un sentimento primario, una ovvietà – di un qualcosa di individualmente definito e identificato in se stesso e dunque in tal senso immutabile, non più in alcun modo trascendibile.

Si noti che tale senso dell’ego – il sé o atman – se da un lato viene concepito come qualcosa di individualmente intatto e intangibile, dall’altro conferisce solidità e carattere a tutta la nostra esperienza concreta, in cui gli oggetti vengono anch’essi concepiti e sentiti come forme individue, intrinsecamente esistenti.

Dunque il senso del sé non riguarda solo il nostro ego individuale, ma è piuttosto il modo con cui noi sperimentiamo la realtà: è la nostra modalità cognitiva, la modalità cognitiva caratteristica del nostro tipo di mente.

Se tuttavia osserviamo bene il carattere di tale esperienza, se l’analizziamo come è stato fatto dai filosofi del Dharma, non solo scopriamo che nella nostra realtà non esiste, né può esistere nulla che assomigli ad un atman, ma anche che la natura dell’ego smentisce clamorosamente ciò che l’ego normalmente predica e sente di se stesso.

L’ego infatti non è altro che un pensiero e una proiezione, allo stesso modo degli oggetti di cui si circonda. Ora, questa creatura del concetto, in sé non può aver nulla di sostanziale, né può davvero stabilirsi come “individuato” o “personale”. Non c’è nulla al mondo di più universale di un concetto e conseguentemente nulla di meno individuato-in-sé.

Il concetto è uguale allo stesso concetto: è una tautologia. L’ego, come forma dell’esperienza, è assolutamente identico ad ogni altro ego. Quando io dico di me stesso: “io”, compio la stessa, identica operazione ontologica di qualsiasi altro io che dica la stessa cosa di se stesso.

Da questo punto di vista, l’ego è un processo interamente fungibile e interscambiabile: una funzione invariante. Non c’è modo di distinguere – a livello essenziale – un ego da un altro. Saranno solo le coordinate spazio-temporali che permetteranno di cogliere due ego come due fenomeni e non uno solo. E saranno le differenti identificazioni esperienziali, unite a differenti bagagli emotivi e reattivi (cioè in termini buddhisti: karmici) che differenzieranno processi che altrimenti sarebbero assolutamente identici.

In ciò, ogni ego è completamente destituito di sostanza individua propria, è il fenomeno a cui più si applica la pertinenza della vacuità.

Non solo: i processi concettuali che conducono alla formazione dell’ego non sono autosufficienti, dipendendo da cause e condizioni empirico/materiali che ne costituiscono la base esistenziale.

Alla luce di tutto ciò, il fraintendimento di sé che l’ego compie in se stesso appare in tutta la sua clamorosa portata.

Ciò detto , come potrebbe la povera Steff sapere chi sono io? E come potrei io rimproverarla per non saperlo?

Buddhisti (ma anche pirandelliani) saluti
TSdG

[VYGER]

A Steff mi limito a rispondere:

1. Non sono buddhista;
2. È cmq interessante approfondire come i popoli hanno cercato di dare risposta al paradosso per il quale "la vita vive della morte di altra vita";
3. Sotto questo riguardo Milarepa era uno con le contropalle; anche Drukpa Kunley, con prospettiva simile - buddhismo tibetano - anche se apparentemente opposta, lo era; così come Gesù di Nazareth e Francesco d'Assisi, che hanno sperimentato soluzioni degne di nota (sulla cui efficacia c'è comunque da meditare);
4. In questo caso il succo del discorso è che "espiazione" non è "sadismo" o masochismo" (anzi, forse questi ultimi non sono altro che tentativi di espiazione);
5. Siccome non mi pagano per scrivere su Planetmountain, se trovo scritto sul web qualcosa che esprime in sintesi quello che vorrei comunicare io, io linko; e buonanotte; tu sei liberissima di scrivere come e quanto desideri; e, se scrivi qualcosa di IMHO interessante, io lo linko; così nel mio poco tempo libero me ne vado ad arrampicare e non me ne sto a casa a scrivere su un forum.



Vabbe'
Mandimandi

[VECCHIO]

Il gusto della negatività senza mai proporre, ma solo per distruggere ciò che talvolta qualcuno ha "trovato".
Se non si è omologati e pecoroni si deve essere esclusi.
Ostracismo totale di ciò che va appena oltre la banalità culturale.
La collaborazione secondo le proprie capacità è condannata, tutti devono partecipare allo stesso livello.
Se non si è del gruppo ristretto si è esclusi, non si valuta nemmeno se il gruppo può conoscere qualcosa di nuovo.
Se il gruppo si accorge di sbagliare o di un esterno che "ne sa di più", si chiude a riccio e si allontana.
Si potrebbe dire anche trionfo o dominio dell'invidia?

Queste sono forme di oscurantismo fondamentalista?
Mi sembra che questo sia ben diffuso un po' dovunque e vi sia molta convinzione.
Il bello è che chi ha cominciato da noi è stato fatto santo

[tacchinosfavillantdgloria]

Dice, sempre, il maestro:

I need nothing. I seek nothing. I desire nothing.

Irraggiungibili saluti
TSdG

[Sbob]

Se non hai bisogno di nulla, non cerchi nulla, non desideri nulla, perche' parli?

[tacchinosfavillantdgloria]

Se non hai bisogno di nulla, non cerchi nulla, non desideri nulla, perche' parli?

Grazie dell'intervento, mirabile per profondità e originalità.

Per sperare di essere all'altezza, risponderò con le parole di Po Chu-i:

"Quelli che parlano non sanno niente.
Quelli che sanno sono silenziosi.
Queste parole, così mi dicono,
Furono scritte da Lao Tzu.
Se dobbiamo credere che Lao Tzu
Fosse egli stesso 'uno che sa'
Come sarà che scrisse un libro
Che conta 5000 parole?"

Apofatici saluti
TSdG

[Drugo Lebowsky]

mavvaffanculo, va...

[wolf jak]

mavvaffanculo, va...

Bentornato sommo vate, ci sei mancato

[tacchinosfavillantdgloria]

mavvaffanculo, va...

Ineccepibili saluti
TSdG