Proprio qualche giorno fa, sul topic di saluto a Bonatti su supertopo ho trovato questa:
Dopo aver letto il topic sono andato a cercarla, perchè rappresenta, per me, quello che sono le croci di vetta. Non segni religiosi, non portate su su ordine di vescovi e prevosti con elicotteri e inaugurazioni formali (e peggio che peggio approvazione di giunte comunali et similia...), ma liberi segni che hanno molteplici significati, devozione, conquista, ricordo... e che si portano dietro fatica e sudore, forse lacrime.
Per questo non mi sognerei mai di proporre la rimozione dei vecchi segni dell'orgoglio/umiltà alpinistica, anzi, andrebbero mantenuti e sostituiti come segni del passato.
Altro discorso per le croci nuove. Oggi le sensibilità sono altre e non avvallerei mai la proposta di fare gettate e tirare su croci giganti che sembrano tralicci.
Non siamo costretti ad essere talebani, credo che si possa discernere tra quel che ha un valore che va oltre quello religioso e quel che invece è una prepotenza contro il bene di tutti.
Vorrei anche aggiungere che per quanto sia un forte sostenitore della protezione di quel poco di natura vera che ci resta, non possiamo fingere che le Alpi non siano un luogo fortemente antropizzato. I paesini, le edicole votive, le croci di vetta (salvo quelle moderne...
) fanno parte della tradizione della montagna tutta, e non serve essere credenti per capirlo, mi pare anzi che molti di coloro che sono qui intervenuti abbiano specificato ateismo o comunque di non essere ciellini.
Nel vecchio "travels through the alps" di Forbes e Coolidge, già nell'ottocento si descrivono i memoriali per i morti lungo strade e sentieri come una tradizione locale, suppongo che visto che la montagna è natura, i puristi vorrebbero togliere anche quelle...
Comunque, a parte tutto, il vandalo ha sempre torto.