Himalayan Ski Village

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Himalayan Ski Village

Messaggioda ales » mar giu 16, 2009 10:54 am

Più che una città, Manali è un sogno: 6200 abitanti che vivono fuori dal tempo a 2624 metri, circondati dall'intreccio dei fiumi che scavano le valli dell'Himalaya. Attraversare in barca le acque dello Stato dell'Himachal Pradesh, nell'India settentrionale, è un piacere che solo chi ama la natura e il silenzio si concede. Strano immaginare che tra un paio d'anni, se tutto andrà come previsto, proprio qui verrà costruito uno dei più esclusivi impianti sciistici del mondo.

I cittadini del distretto di Kullu, dove dovrebbe sorgere l'Himalayan Ski Village, non hanno però nessuna intenzione di convivere con ristoranti, seggiovie, negozi che vendono tute fosforescenti e turisti sullo snowboard. Questo progetto da 300 milioni di dollari a loro non interessa, e la prospettiva di dover rinunciare alle proprie abitudini e veder limitato il proprio rapporto con le risorse naturali li terrorizza. Senza contare l'impatto ambientale: secondo gli abitanti di Manali la costruzione del complesso turistico del miliardario americano Alfred Ford deturperebbe quello che per loro non è solo un bel paesaggio, ma un paradiso in cui natura e spiritualità si compenetrano in modo armonico.

Per tutte queste ragioni gli abitanti di questa piccola regione sono da mesi sul piede di guerra e protestano nella speranza che qualcuno li ascolti. Le critiche più dure sono rivolte al governo locale, che secondo loro avrebbe ceduto alle lusinghe economiche degli americani, mettendo in secondo piano le esigenze della popolazione. Il centro disterà appena 45 minuti di volo da Nuova Delhi, e sarà dunque facile meta per il turismo di massa.

"Siamo contro questo progetto - spiega il rappresentante del gruppo cittadino di protesta, Maheshwar Singh - perché sappiamo che ci priverà di tanti diritti, limiterà il nostro accesso alle risorse naturali e danneggerà l'ambiente. La costruzione di questo impianto è qualcosa che va contro la nostra cultura e ferisce i nostri sentimenti. Siamo persone semplici, che vivono di quello che offrono terra, acqua e cielo".

La paura più grande è quella di essere costretti, entro poco tempo dalla realizzazione, ad emigrare verso altre regioni. "Abbiamo chiesto al governo - racconta il legale Chandersen Thakur - di fornirci tutta la documentazione riguardo al progetto, e in particolare al rapporto tra l'amministrazione e la compagnia che si occuperà dei lavori, ma non ci è stato ancora consegnato nulla. Stanno cercando di ingannare questa gente, approfittando della loro ingenuità".

L'accordo tra la Ford Motor Company e i vertici locali esiste dal 2005. Il consiglio di amministrazione che si occupa del progetto, coordinato dalla segretaria al Turismo Manisha Nanda, ha dichiarato che tutto si sta svolgendo sotto la supervisione dell'alta corte dello Stato di Himachal: "Abbiamo ascoltato le proteste e ne abbiamo preso atto. Presenteremo tutta la documentazione necessaria entro pochi giorni".

L'impianto, che occuperà più di 2.400 ettari di superficie montagnosa, sarà circondato da hotel di lusso, chalet, strutture per meeting e conferenze, un centro divertimenti, ristoranti e negozi. E ovviamente impianti di risalita d'avanguardia. Senza dubbio creerà nuove opportunità di lavoro (sono previste oltre 3500 assunzioni, quasi tutte di personale proveniente dai villaggi attorno a Manali), rivitalizzando l'economia di una regione poco abitata e incontaminata. Le sostanze chimiche contenute nella neve che verrà sparata dappertutto potranno forse danneggiare l'ambiente himalayano, ma l'esperto finlandese di neve artificiale che sta collaborando al progetto, Mikko Martikainen, ha rassicurato sul fatto che verranno usati solo metodi naturali e nessun additivo chimico. "Vogliamo promuovere turismo sostenibile ed eco-compatibile - ha dichiarato il direttore generale dell'Himalayan Ski Village, John Sims - e abbiamo predisposto programmi per mitigare l'impatto ambientale sia della fase costruttiva che operativa". La battaglia di Davide contro Golia dunque va avanti, ma è difficile che stavolta il microbo batta il gigante.

da repubblica.it
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