Chouinard e Patagonia: un esperimento ambizioso

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Messaggioda Vigorone » lun feb 22, 2010 14:30 pm

Kinobi ha scritto:cavalcare il verde (che ci credi o no) è un gran bel affare.
Ciao,
E


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Messaggioda andrea4 » mar feb 23, 2010 15:17 pm

Ho letto con grande interesse il post, soprattutto i messaggi di Kinobi che, da ex dipendente, rappresenti un punto di vista imprescindibile.
Devo ammettere che sono molto affascinato dall'immagine e dall'aura che Patagonia ha intorno a sè. Apprezzo molto i suoi prodotti, credo siano fra il meglio di quanto disponibile sul mercato, e, per quanto sia marketing/immagine, la sensibilità verso problematiche etico/ambientali. La sensazione che tutto questo possa essere solo una facciata (non credo, anche se molto enfatizzata) non avrebbe altro effetto per me di raddoppiare l'eventuale incazzatura nello scoprirlo.

Ho sempre avuto la curiosità di saperne di più sulla sua storia e su come effettivamente ci si vive dentro, da dipendenti. Mi piacerebbe se Kinobi o altri che hanno avuto esperienze dirette dessero altre dettaglie e altre esperienze.
Grazie e ciao
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Messaggioda gug » mar feb 23, 2010 22:58 pm

andrea4 ha scritto:Ho sempre avuto la curiosità di saperne di più sulla sua storia e su come effettivamente ci si vive dentro, da dipendenti. Mi piacerebbe se Kinobi o altri che hanno avuto esperienze dirette dessero altre dettaglie e altre esperienze.


Nei topic di cui ha messo i link, kinobi parlava diffusamente della sua esperienza.
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Messaggioda gug » mar feb 23, 2010 23:00 pm

Ho riflettuto in questi giorni sui concetti espressi in questo libro, e penso che il progetto di Chouinard sia irrealizzabile nei modi in cui lo immagina: credo infatti che l'esempio di Patagonia non potrà mai essere recepito da altre aziende, se non come operazione di Marketing e senza andare a impattare sulle riflessioni etiche e sociali. Infatti per far ciò occorre che ci sia un imprenditore altrettanto illuminato e questo è sicuramente un'eccezione, anche perchè molte aziende hanno proprietà diffusa in Borsa, oppure mediante fondi di investimento e queste sono forme che limitano una tale transizione.

L'unica maniera per guidare una simile conversione è quello dell'intervento delle autorità con leggi o incentivazioni in tal senso e per questo scopo potrebbe essere utile un simile esperimento che però andrebbe rivolto ai giusti destinatari.
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Messaggioda Giorgio Travaglia » mar feb 23, 2010 23:26 pm

eccolo qua agli albori del suo successo..
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Messaggioda ste_car » lun mar 01, 2010 19:12 pm

kinobi...

io ti stimo. sei uno in gamba sul serio. l'ho sempre pensato.
ma perchè per forza parlarne al negativo di Patagonia?

A volte mi fai un pochino arrabbiare. Ok che non è tutto oro quel che luccica, ma parlarne così male non mi sembra il caso.

NON voglio pensare che ne parli male perchè ERA e non E' più la tua azienda di lavoro.

ok non fare pubblicità ora che sei in un'altra famiglia, ma no comprendo sul serio il volerne parlare così male.

Ho avuto modo di parlare co persone veramente vicine ad Yvon (in particolare una persona che io reputo il manager più in gamba che io conosca!!!!!) e per quello che mi dicono la sua idea è esattamente quella del libro. Che poi per ovvi motivi commerciali QUALCOSA non sia proprio come Lui vorrebbe ok! ho sentito di cosa che Lui vorrebbe che sono irrealizzabili anche per uno che ci crede sul serio.

Mah... a volte non ti capisco.

ste.
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Messaggioda Sbob » lun mar 01, 2010 21:05 pm

Il fatto che cavalcare il verde sia un affare mi pare solo positivo. Salvo qualche raro caso di imprenditore illuminato (ma di Olivetti ne nascono pochi) le aziende si convertono al verde solo se conviene, o se sono obbligate per legge.
Il verde conviene perche' oggi il consumatore e', per fortuna, piu' attento - i boicottaggi ai peggiori o la preferenza ai migliori e' il modo che abbiamo per costringere le aziende a migliorare l'impatto del loro agire.

Quindi, ben venga che un uomo punti sul verde per fare soldi, e ben venga che lo sbandieri e faccia pubblicita'.
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Messaggioda gug » lun mar 01, 2010 23:44 pm

Tutto sommato mi è sembrato che kinobi non parlasse proprio male di Patagonia e soprattutto di Yvon nei topic riportati sopra.
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Messaggioda ste_car » mar mar 02, 2010 11:03 am

Sbob ha scritto:Il fatto che cavalcare il verde sia un affare mi pare solo positivo. Salvo qualche raro caso di imprenditore illuminato (ma di Olivetti ne nascono pochi) le aziende si convertono al verde solo se conviene, o se sono obbligate per legge.
Il verde conviene perche' oggi il consumatore e', per fortuna, piu' attento - i boicottaggi ai peggiori o la preferenza ai migliori e' il modo che abbiamo per costringere le aziende a migliorare l'impatto del loro agire.

Quindi, ben venga che un uomo punti sul verde per fare soldi, e ben venga che lo sbandieri e faccia pubblicita'.


non proprio il caso di Patagonia.
se solo usasse il cotone "normale" e non il cotone biologico da 12 anni a questa parte i guadagni in quel settore sarebbero BEN maggiori.

La cosa che la gente non capisce è che Yvon non vuole fare i soldi col verde, ma essere d'esempio sul fatto che con l'attenzione al nostro pianeta si può comunque essere imprenditore. e guadagnare... ovviamente. E' diverso.
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Messaggioda gatto alpestro » ven apr 16, 2010 2:29 am

Io ho cominciato a comperare Patagonia soprattutto perchè la roba dura ed è fatta bene e senza fronzoli. Alla fine si risparmia e questo è già molto con i tempi che corrono. La faccenda che Chouinard aveva anche una posizione etica e aveva scritto un libro l'ho saputa dopo e sinceramente non mi è dispiaciuto. Può darsi, ed è verosimile, che non tutto quello che Yvon scrive sia poi tradotto in pratica, e penso che Kinobi non racconti balle su quello che ha visto. Ma qualcosa certamente c'e: il riciclo del poliestere, il cotone organico, alcune garanzie sulla manodopera non sfruttata, la qualità alta (un capo che dura molto è di per se già ecologico perchè non se ne deve fabbricare un'altro). Penso che anche solo il fatto che si propagandi un certo modo di fare impresa, a cui corrisponde un certo modo di fare il consumatore, a cui è meglio per tutti che la gente si educhi, è già molto. Dare una certa immagine è già un lavoro importante. Che cosa c'è in giro di simile, soprattutto in Italia, dove ad ogni scorreggia degli stilisti la gente butta i vestiti e li cambia?
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