Salviamo il Terminillo, continua sul web la raccolta firme

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Salviamo il Terminillo, continua sul web la raccolta firme

Messaggioda lepronte » ven feb 26, 2010 12:32 pm

Per chi non l'avesse ancora fatto consiglio di visitare la pagina della petizione online per l'istituzione del Parco del Terminillo e dei Monti Reatini. L'istituzione del parco è oggi più che mai necessaria per scongiurare i folli progetti di "rilancio" degli stabilimenti sciistici.

La petizione si può vedere seguendo questo link: http://www.petizionionline.it/petizione/insieme-per-il-parco-del-monte-terminillo/128
Per sottoscrivere l'appello è necessario un indirizzo email valido.



Per chi non fosse a conoscenza della situazione al Terminillo posto alcuni articoli.

Il primo articolo si riferisce al progetto ISIC, che portava pista e impianti praticamente fin sotto il canalone centrale.

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Nell'immagine le linee nere sono impianti, quelle gialle piste e i cerchi blu sono bacini di raccolta dell'acqua per l'innevamento artificiale.

I soliti ambientalisti integralisti? Niente affatto!
A quelli che accusano chi non è d?accordo con i mega-progetti di presunto sviluppo, di essere i soliti che non fanno mai niente e vogliono solo conservare l?ambiente come in un museo, rispondiamo facendo semplici calcoli ed alcune osservazioni.
Secondo le dichiarazioni rese pubbliche, l?investimento previsto dalla cordata di imprenditori è di 55 milioni di euro.
Dividendo questa cifra per un costo medio ipotetico del giornaliero di 20 euro (costo attuale medio a Pian dè Valli), si ottiene la cifra di 2.750.000 presenze, che è il numero necessario per raggiungere la quota del capitale investito.
Dividendo poi quest?ultima cifra per una ipotetica apertura ininterrotta da dicembre a marzo (120 giorni), si ottiene la cifra di 22.916, che sarebbe la quantità di giornalieri necessari a raggiungere la cifra totale dell?investimento, in un solo anno di esercizio.
Dividendo 22.916 per 10, cioè spalmando le presenze giornaliere in 10 anni (che è un arco di tempo ragionevole per un grosso investimento), si ottiene la cifra di 2916 presenze giornaliere per raggiungere la cifra investita.
Badate bene! Il tutto facendo funzionare gli impianti con degli schiavi non pagati, facendo manutenzione senza pagare le ditte, senza pagare il gasolio dei gruppi elettrogeni dei motori e del riscaldamento, dei gatti delle nevi, bolletta del telefono, tasse, commercialista, impiegati, pubblicità ecc. ecc..
Riassumiamo.
55.000.000 (investimento): 20 (costo del giornaliero) = 2.750.000 (presenze giornaliere totali)
2.750.000 (pres. giornal. totali): 120 (giorni) = 22.916 (pres. giorn. in un solo anno)
22.916 (pres. giorn. in un solo anno): 10 = 2.916 (pres. giorn. all?anno per 10 anni)
Chiunque può farsi questi conti teorici, ma quelli reali?
Di sicuro, per ammortare realmente la spesa, saranno necessarie molte, ma molte migliaia di presenze giornaliere per 10 anni consecutivi con neve sempre presente dal 1 dicembre al 31 marzo e senza un solo giorno di bufera.
Ma quando mai!
E quando mai un imprenditore reatino (inteso come ?della provincia di Rieti?) ha speso un euro per vedere un utile dopo dieci anni?
E queste migliaia di macchine che salirebbero al Terminillo, dove passerebbero? E dove parcheggerebbero?
Perché poi gli sciatori domenicali romani, necessario obbiettivo di mercato per avere grossi numeri di presenze, dovrebbero incolonnarsi a bassa velocità sulla via Salaria, per poi ritrovarsi tutti insieme sulla sola strada per Pian dè Valli, o per Fontenova? Di sicuro, è meglio andare in Abruzzo, con l?autostrada! C?è una stazione sciistica ad ogni casello dopo Castel Madama.
A meno che questi imprenditori non vogliano trasformare Pian dè Valli o Fontenova in una nuova Cervinia del Lazio, dove gli sciatori vengono per una settimana intera in uno dei ?tanti? alberghi. Peccato però che altri imprenditori reatini abbiano a suo tempo trasformato gli alberghi in residence di seconde case.
Per quanto riguarda poi l?accoglienza attuale, basta sfogliare i giornali per trovare lettere di protesta di chi non riesce a trovare a Pian dè Valli neanche un panino al bar (vedi ad esempio ?Il Messaggero? in cronaca di Rieti del 31.1.2007), e se lo trova, deve avere anche gli spicci per pagarlo. Se poi va in giro solo con il Bancomat, rimane pure a stomaco vuoto.
Per non parlare dei pochi alberghi rimasti, che prima accettano prenotazioni e poi chiudono durante il periodo promesso al cliente, se non è in alta stagione.
Ci piacerebbe sapere su quali studi di mercato si è basato il progetto.
Un bravo imprenditore che apre una attività, la fa sempre precedere da uno studio sui possibili clienti. Di certo questi imprenditori, per prevedere un tale enorme investimento, avranno fatto indagini ?approfondite?!
Per quale motivo dovremmo credere ai mega-progetti, se gli imprenditori reatini non sono mai stati in grado non di migliorare, ma solo di gestire l?esistente?
Ed è possibile poi che tutto questo venga fatto con i capitali dei privati? E? ben strano che qualcuno sia disposto a rischiarli così!
E? ben strano anche il fatto che non si sa chi siano questi privati, reatini o addirittura francesi. Chissà perché c?è tutta questa segretezza su chi metterà i capitali. Forse non ci sono ancora, e si aspetta la benedizione delle amministrazioni pubbliche per far rientrare in gioco chi si era ritirato dopo lo stop che si è avuto in seguito al cambio dell?amministrazione regionale.
Tutto questo poi, varrebbe solamente nel caso che la neve ci sia sempre!
Ma sembra che la sonnacchiosa Rieti non si sia ancora accorta di quello che succede nel resto del mondo.
Ovunque, e non solo nel ristretto ambito dei ricercatori climatologi, ci si è accorti delle allarmanti tendenze del clima: riscaldamento e tropicalizzazione.
Presto metteremo in rete i dati climatici della zona, in modo che chiunque potrà constatare di persona il trend in atto.
Per chi non sa cosa voglia dire ?tropicalizzazione?, spieghiamo che con questo termine non si indica un generico clima caldo. La persona poco informata direbbe subito: ?nevica!, allora non è vero niente?.
Nulla di più sbagliato.
Tropicalizzazione vuol dire aumento dell?intensità dei fenomeni meteo. Vuol dire quindi che in un clima generalmente sempre più caldo, si verificano singoli eventi molto intensi seguiti da eventi di opposta intensità (pensiamo ad esempio ai nubifragi inframezzati da periodi di siccità, sempre più frequenti).
In pratica in alta montagna vuol dire che in inverno sono molto più probabili forti tempeste di neve seguite da bruschi rialzi di temperatura.
Questo significa che, nei pochi giorni in cui gli impianti rimarranno teoricamente aperti, cioè dopo una bufera di neve, le condizioni del manto nevoso saranno a rischio. Ci piacerebbe sapere, a questo punto, se nei progetti è contemplata la messa in sicurezza dei versanti notoriamente pericolosi, dove dovranno passare le nuove piste (vedi la cartina con il progetto). Quanto costerà mettere paravalanghe sotto tutto il versante dei Sassetelli e sotto Iaccio Crudele? Proprio lì sotto, le valanghe hanno addirittura piegato tralicci dell?alta tensione!
E questi costi sono stati calcolati nei famosi 55 milioni di euro?
Oppure pagherà Pantalone?

Comunque siamo sicuri che i nostri bravi imprenditori avranno calcolato ogni rischio, sia economico per mancanza di neve o per bufere, sia per la sicurezza. Sicuramente si saranno rivolti ad un esperto nivologo e ad un climatologo, ed a un geologo per la stabilità dei versanti, prima di progettare i nuovi impianti. Peccato che proprio nella Carta dei Movimenti Franosi della Provincia di Rieti siano indicate frane proprio sotto Iaccio Crudele che interessano la viabilità.
Ci piacerebbe proprio vedere le loro relazioni!
Ma sembra che tutto sia coperto da una sorta di segreto di stato. Circolano solo disegni sugli impianti e sulle piste.
Ma forse c?è una possibile spiegazione a questo anacronistico progetto. Agli imprenditori non importa niente di tener aperte le piste, tanto poi c?è lo Stato (cioè tutti noi con le tasse), che paga gli imprenditori nei momenti di ?crisi?. Nessun rischio di impresa e doppio guadagno, con le speculazioni immobiliari (che spiegheremo appresso), e con i contributi dello stato. Il tutto mettendo le mani nelle tasche dei cittadini (quelli che pagano le tasse), e in quelle dei ?polli? che compreranno le seconde case. Tanto per usare un linguaggio ultimamente di moda.

A questo punto qualcuno potrebbe obbiettare: ?ma almeno si creano posti di lavoro!?.
Ma quanti posti di lavoro si creano per costruire gli impianti e l?indotto? Quante ditte reatine sono in grado di realizzare gli impianti? Quali saranno queste ditte? E gli operai, saranno giovani reatini oppure i soliti schiavi dell?est europeo sottopagati?
E dopo la realizzazione del progetto, quanti posti di lavoro stagionali verranno creati? Nella migliore delle ipotesi, forse una trentina di nuovi addetti agli impianti, e qualche decina nei posti di ristoro (sicuramente tutti giovani del posto, e non cameriere dell?est, cuochi egiziani, baristi sudamericani, addetti alle pulizie dell?oceania ecc). E lo diciamo non certo per introdurre argomentazioni conflittuali etniche, del tutto estranee alla nostra cultura, ma per mettere in evidenza come vanno a finire le promesse di posti di lavoro che spingono qualche speranzoso giovane ad innalzare la bandiera degli interessi degli speculatori, dopo essere stati portati in pulman sotto gli uffici della Regione a spese altrui.
Ma poi per quanti giorni all?anno si lavorerà?
Noi temiamo solo per Natale, quando arriveranno i proprietari delle seconde case, e forse nella settimana di ferragosto per qualche bar o ristorante.
Chi verrebbe più al Terminillo, dopo la devastazione fatta dagli speculatori? Giusto i proprietari delle seconde case.

Anche al più ottuso osservatore, è evidente che qualcosa non quadra!
Capiamo (non giustifichiamo!) le logiche degli imprenditori, o meglio degli speculatori. A loro non interessa nulla del futuro del Terminillo, della popolazione reatina, dei giovani in cerca di occupazione. A loro interessa solo avviare il progetto, realizzare il loro vero obbiettivo, cioè costruire nuove seconde case, magari farne altre ancora frazionando i pochi alberghi rimasti e trasformandoli in mini appartamenti, ed usare come pubblicità per vendere le seconde case, il miraggio del ?Terminillo superski?. Il tutto prima che passi la bolla speculativa immobiliare, come ormai previsti dagli analisti del settore.
E a chi si illude che una economia basata sulle seconde case porti posti di lavoro diciamo: la storia non vi ha insegnato nulla? L?esperienza passata di Pian dè Valli quali benefici ha portato? Quanti posti di lavoro portano le seconde case, dopo che sono state finite? E anche durante la loro costruzione chi ci guadagna? Pochi imprenditori con dipendenti in nero extracomunitari, oppure tutta la popolazione reatina?
E invece quanti posti di lavoro porta una economia basata su una presenza turistica continua, sugli alberghi, sugli affittacamere, sulle attrattive del paesaggio? Ma questo lo vedremo meglio dopo.

Prima abbiamo parlato delle logiche degli speculatori. Ora parliamo di quelle dei politici. Se le prime sono comprensibili (chi vuole speculare se ne fotte di tutto quello che non gli porta il massimo ed immediato guadagno), le seconde sono incomprensibili. Nella migliore delle ipotesi!
Risulta molto strano sentire le dichiarazioni dei politici preoccupati per il riscaldamento globale, che poi danno la loro benedizione ad una progetto devastante che compromette il territorio in nome della cultura dello sci di pista, costoso ed energivoro!
Ma i politici non leggono i giornali? I loro tecnici, i loro consiglieri, non gli hanno spiegato che in altri paesi ci sono impianti a bassa quota che stanno chiudendo? Che in Svizzera per legge non si possono più costruire impianti sotto 1900 m di quota?
Ma a chi si sono rivolti per avere un giudizio tecnico del progetto?
A meno che del giudizio tecnico non gli importi nulla. Forse la logica è quella di ?fare qualcosa, non importa cosa ma fare?. Oppure le scelte fatte non hanno niente a che vedere col Terminillo, ma rientrano in logiche di ?scambio? tra partiti o correnti di partito.

Complimenti! Si decide di devastare in modo irreversibile un ambiente di grande pregio paesaggistico ed ambientale, precludendolo a qualunque altra scelta di tipo diverso, senza neanche aver studiato possibili alternative.
Forse non interessava alcuna alternativa!
Ma forse alcuni amministratori fanno parte della categoria degli speculatori, vista la malafede con cui portano avanti la loro propaganda.
Basta vedere il sito internet del Comune di Leonessa. Si è annunciata per il 27 gennaio l?apertura della stagione, mettendo in rete fotografie con 20 cm di neve a Sella di Leonessa, con il versante pieno di sassi scoperti, con scritte del tono ?avete visto?, se c?erano i nuovi impianti si poteva sciare?. Ma a quanto pare il 31 gennaio gli impianti erano chiusi. La perturbazione capricciosa aveva favorito solamente Pian dè Valli, ed aveva lasciato poca neve sui versanti leonessani del Terminillo, e a quanto pare, anche a Campo Stella e in tutta la Valle Organo. Il Monte Elefante era di bel colore verde.

Questo logiche assurde forse potrebbero essere comprensibili (non giustificabili) per la maggior parte dei politici, sempre legati a chi ha il potere economico, ma certo non per quelli che dell?ambiente hanno fatto la loro bandiera!

Ci aspettiamo ben altre logiche dall?Assessore all?Ambiente della Regione Lazio!

Ed ora veniamo a proposte alternative.
La proposta di istituire un parco, non nasce dalla semplice esigenza di porre un vincolo definitivo sulle aree di grande valore ambientale minacciate dal progetto di ?Terminillo superski?, né dalle logiche ?integraliste? che vengono affibbiate indiscriminatamente a chi si permette di dissentire dai progetti che devastano il territorio.
Questa proposta nasce dalla semplice constatazione di come altre realtà montane siano uscite dalla depressione economica ed anche demografica, proprio grazie ad una politica di salvaguardia del territorio, del paesaggio e dell?ambiente.
Facciamoci ancora due semplici conti.
Basta andare in internet per trovare tutte le informazioni necessarie su quanti alberghi, affittacamere, campeggi ecc. ecc. esistono. Facciamo un confronto fra due diverse realtà. Da una parte il Parco Nazionale d?Abruzzo e dall?altra il Terminillo. Prendiamo due realtà locali di riferimento, Pescasseroli e Leonessa, e Pian dè Valli ed Opi, e mettiamole a confronto.


LEONESSA:
Alberghi Garni Agriturismi: 10
Affittacamere e case vacanza: 1
Ristoranti: 13
Campeggi e sosta camper: 1

PIAN DE VALLI:
Alberghi Garni Agriturismi: 6
Campeggi e sosta camper: 1

PESCASSEROLI:
Alberghi Garni Agriturismi: 38
Affittacamere e case vacanza: 11
Ristoranti: 12
Campeggi e sosta camper: 5

OPI:
Alberghi Garni Agriturismi: 3
Affittacamere e case vacanza: 7
Ristoranti: 3
Campeggi e sosta camper: 2

Questi dati possono essere parziali, ma rispecchiano di fatto la realtà economica che emerge dalle pagine web. Ormai tutti gli imprenditori sono in rete, e le realtà che non sono sul web sono insignificanti dal punto di vista economico, rispetto a chi invece è ormai presente su internet.
Quanti posti di lavoro ci sono dietro questi numeri? Tanti!
Bisogna riflettere sul fatto che l?offerta turistica di un paesino sperduto come Opi, è forse superiore a quella di Pian dè Valli. Parliamo di offerta che genera occupazione! Non delle seconde case.
Ma la cosa più importante é che a Opi e a Pescassoroli la presenza turistica è anche internazionale, e distribuita in tutto l?anno. Anche nei fine settimana autunnali spesso non si trova posto, se non nelle strutture più lussuose. E al Terminillo? Lasciamo ai lettori la sconsolante risposta.
C?e poi da osservare che nel Parco Nazionale d?Abruzzo l?offerta ?ambientale? è integrata da varie altre offerte turistiche, che però sono compatibili con la protezione del territorio: maneggi, piccoli impianti sportivi, vari locali ricreativi, piccoli musei ecc.. Tutto questo si traduce in posti di lavoro stabili.
Senza poi contare i posti di lavori direttamente creati da un parco, oppure indirettamente con i lavori in appalto, o con l?aumento di attività amministrativa degli enti promotori comunali o di categoria. Solamente i dipendenti del Parco Nazionale d?Abruzzo sono attualmente 123. Senza contare quindi tutto l?indotto.

In definitiva, un parco apporta grandi benefici economici, se ben gestito e pubblicizzato.

A questo punto preveniamo le solite ?osservazioni? dei sostenitori ad oltranza del ?Terminillo superski?. Abbiamo letto dichiarazioni del tipo ?anche a Pescasseroli ci sono le piste da sci, quindi lo sci è compatibile con un parco?.
A parte il fatto che a Pescasseroli gli impianti sono situati nella zona più antropizzata del parco, nessuno si sognerebbe mai di tagliare strisce di bosco per fare nuove piste, o farne magari una in cima alla Val di Rose che scende fino a Civitella Alfedena!
Sul Terminillo l?esistente può e deve essere migliorato (e ne ha davvero bisogno!), e questo nessuno lo nega. Così come nessuno nega il possibile utilizzo di spazi non boscati nei versanti già interessati dagli impianti esistenti, per fare nuove piste.
Ma sacrificare la parte paesaggisticamente più bella ad una attività destinata ad una consumo stagionale, ed oltretutto anche a rischio, visti i cambiamenti climatici, è assolutamente folle!

Se tutti i monti reatini fossero un parco, se le risorse fossero destinate al risanamento ambientale, al restauro paesaggistico della viabilità di penetrazione forestale, alla reintroduzione degli ungulati e di altri mammiferi di grossa taglia, i turisti verrebbero a frotte.
Se fossero reintrodotti i camosci sulle creste del Monte Elefante, o dei Sassetelli, come è stato già fatto altrove, ad un certo punto si dovrebbe regolamentare l?accesso stradale alla Sella di Leonessa per quanti turisti affluirebbero per vederli. Leonessa poi, quello stesso paese che spinge per la devastazione del suo territorio, potrebbe diventare la Pescasseroli del Reatino. Ed anche tutti i opaesi limitrofi potrebbero uscire dall?anonimato turistico, come è successo per Opi, Civitella Alfedena, e tutti quei paesi dell?Abruzzo un tempo oggetto di emigrazione.
E quanti soldi comincerebbero a girare, non nelle mani di pochi e grossi speculatori, ma di tanti piccoli imprenditori ed anche di famiglie del posto con un minimo di spirito di iniziativa, che potrebbero riconvertire gli immobili in affittacamere, aprire piccoli negozi ecc. ecc.. Gli allevatori e gli agricoltori potrebbero consorziarsi e chiedere un marchio DOP, il che significa anche aiuti e contributi pubblici.
Ma se invece di una montagna selvaggia e di un bosco secolare, ci ritroveremo con una ragnatela di seggiovie e strisce bianche di strade di servizio e piste da sci (ci credete voi che spenderanno milioni di euro per rimettere l?erba?), i turisti sgomiteranno per venire a vedere il Terminillo? Oppure verranno solo i proprietari delle seconde case ed i reatini in fuga dall?afa di agosto?

CHI CI GUADAGNERA' CON IL "TERMINILLO SUPERSKI"?

CHI CI GUADAGNERA' CON UN PARCO BEN GESTITO?


Il secondo contributo riguarda invece il progetto Superski, che prevede tre impianti di risalita nella Vallonina, dove adesso c'è il bosco di faggi.

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Una truffa che uccide la montagna e il futuro della sua gente
I tentativi di ampliare e intensificare lo sfruttamento sciistico del Terminillo non sono nuovi. È una storia vecchia, che ha sempre goduto del sostegno delle popolazioni locali, in particolare degli abitanti di Leonessa, come risposta all?abbandono e al declino economico della zona. Nel corso degli anni sono state proposte numerose ipotesi progettuali, quasi tutte basate su due punti principali:
1) la costruzione di nuove piste sui versanti esposti a nord, più innevati e paesaggisticamente molto belli (Vallonina e altre zone in territorio leonessano);
2) il collegamento dei vari comprensori esistenti attraverso un impianto di scavalco della cresta sommitale (in diversi punti a seconda dei progetti).

Fino a un paio di anni fa a tenere banco era il cd. ?progetto ISIC?, cavalcato dall?amministrazione comunale di Leonessa, basato sulla costruzione di piste e impianti nella Vallonina e da una funivia di scavalco sulla cresta Sassetelli. Il progetto ISIC è stato contrastato subito dalle associazioni e dalle forze politiche ecologiste come palesemente insostenibile dal punto di vista ambientale. Ciononostante, tale progetto continua a godere della considerazione di molti amministratori locali e di precise parti politiche.

Il progetto di cui, invece, si discute adesso è stato presentato dalla nuova Amministrazione provinciale di Rieti, eletta nel 2004 e rieletta in questi giorni (22 giugno 2009), proprio in risposta al progetto ISIC. Il progetto in questione è stato predisposto, in forma preliminare, da un professionista veneto (tale Ing. Costantini), vincitore di un bando pubblico della Provincia di Rieti. Questo nuovo progetto, battezzato ?Terminillo Superski?, viene pubblicizzato come un tentativo di conciliare lo sfruttamento sciistico e la tutela ambientale della montagna.

I numeri del ?superski? sono i seguenti:
si costruiscono 36 km di nuove piste, che sommati ai 6 km attuali portano il bacino a un complesso di 42 km di piste da discesa;
si costruiscono 12 nuovi impianti + la grande funivia di scavalco della cresta sommitale, portando da 4 a 17 gli impianti esistenti;
tutti i km di piste saranno serviti da impianti di innevamento artificiale, interamente da costruire ex-novo;
si dovranno anche costruire (ma non si hanno numeri certi a proposito) strade di servizio ai cantieri e per la posa dei piloni, nuove strutture di trasporto (strade e parcheggi), nuove strutture ricettive (alberghi, esercizi di ristorazione, negozi e servizi vari).

I correttivi principali rispetto al ?Progetto ISIC? sono i seguenti:
non si interviene tracciando nuove piste e/o impianti direttamente nell?area SIC della Vallonina;
l?impianto di scavalco viene spostato leggermente più in basso, dai Sassetelli alla Selletta di Cantalice (quota 1.833);
viene istituito il Parco del Terminillo.

Questo progetto è stato presentato ufficialmente dalla Provincia di Rieti (vd. volantino allegato e vedi il sito  HYPERLINK "http://www.superskiterminillo.eu/" www.superskiterminillo.eu). Fino a qualche settimana fa era disponibile anche un video ufficiale con il Presidente della Provincia e l?Assessore competente, ma adesso è stato eliminato.

La Regione Lazio ha stanziato 20 milioni nella Legge finanziaria regionale come primo finanziamento del progetto (2 milioni per il 2009, 9 per il 2010 e altri 9 per il 2011). Non si sa quanto possa costare il progetto a regime, ma nessuna delle cifre di cui si discute negli ambienti istituzionali è inferiore ai 60-80 milioni di euro.

Purtroppo il ?superski? finora è stato sempre presentato nella forma di ?avvincenti? simulazioni in 3D, senza nessun documento di analisi: non abbiamo nessun calcolo ingegneristico, nessuna analisi di fattibilità (finanziaria, economica, giuridica), nessuna valutazione di impatto ambientale. Nemmeno in forma preliminare. Non sappiamo se l?Ing. Costantini ha fornito alla Provincia di Rieti qualcosa in merito, ma è certo che nulla è stato divulgato. La nostra critica al superski, quindi, si basa sui soli aspetti tecnici palesi anche in base ai pochi elementi disponibili.

Qui di seguito i nostri punti critici.
In primo luogo, lamentiamo proprio l?assenza di un progetto serio, corredato da analisi di fattibilità. Riteniamo che sia un preciso dovere della Provincia di Rieti (ente promotore) e della Regione Lazio (ente principale finanziatore) presentare tutte le analisi necessarie per un confronto serio e circostanziato con la società civile.
In assenza (e in attesa) di tali documenti, resta a noi ?tecnici? il forte dubbio che la costruzione di 36 km di nuove piste e di 13 impianti di risalita in un comprensorio come quello del Terminillo (6 km di piste e 4 impianti attualmente esistenti già in crisi gestionale) non si sostenga né dal punto di vista finanziario, né da quello economico. In particolare, i flussi di domanda che sarebbe necessario attivare per ottenere un pareggio gestionale sono ingentissimi, volendo contenere il prezzo unitario medio (dello skipass e dei servizi connessi, per intenderci) a livelli competitivi rispetto agli altri comprensori degli Appennini e delle Alpi (chiaramente c?è una relazione inversa tra prezzi unitari praticati e flussi di domanda attivati).
Rispetto al punto precedente, occorre sottolineare che è vero solo in parte che la costruzione dei nuovi impianti, di per sé, genera nuovi flussi di domanda. Occorre comunque dimostrare che si tratta di flussi sufficienti ad attivare reddito e occupazione (direttamente e indirettamente) con ricadute positive sul tessuto produttivo, economico e sociale locale.
Il presupposto principale per l?intensificazione dello sci di pista sul Terminillo è ? secondo i sostenitori dei vari progetti ? che sui versanti nord della montagna (quello leonessano, per intenderci) l?innevamento è decisamente migliore che sui versanti a sud-sudovest (quello di Rieti-Campoforogna). Questo è vero, ma si tratta di un pleonasmo: tutti i versanti nord sono più innevati dei versanti sud... Resta da dimostrare che l?innevamento sia sufficiente per lo sci di pista e, in particolare, alle nuove piste progettate. Quando si dice ?sufficiente? non si parla solo di quantità della neve, ma anche di qualità del manto nevoso con riferimento alla sua consistenza, alla valangosità dei pendii, alle condizioni nivo-metereologiche generali delle aree interessate. Da questi punti di vista l?Appennino è diverso dalle alpi: neve può essercene tanta, ma spesso è poco sciabile (per lo sciatore ?pistaiolo?) e poco sicura, con condizioni di contesto che peggiorano il quadro (nebbia e visibilità zero, tormente, vento forte, pioggia anche in quota, ecc.). Le condizioni di alta pressione invernale tipiche dei bacini dolomitici, per intenderci, sull?Appennino centrale sono decisamente più rare.
La neve, comunque, è spesso insufficiente. Le ultime due annate sono state eccezionali rispetto al trend, ma solo nel 2007 il Comune di Leonessa e gli altri centri del comprensorio chiedevano alla Regione Lazio lo stato di calamità naturale per mancanza di neve, in modo da ottenere sussidi per le attività turistiche locali.

In mancanza di analisi precise sulla fattibilità del progetto e sulla sciabilità reale dei nuovi percorsi, restano fermi alcuni problemi ambientali. Anche di questi, in assenza di studi preliminari, è possibile solo fare un elenco nei punti che seguono. Ma prima occorre sottolineare un elemento preliminare: se si riuscisse a dimostrare che il progetto è in grado di attivare i flussi di domanda necessari a garantirne la fattibilità economico-finanziaria, allora i problemi ambientali ?a regime? (quelli legati all?uso delle strutture, non alla loro costruzione) aumenterebbero conseguentemente nella loro struttura a termine (ossia nel lungo periodo).

- La costruzione dei nuovi impianti di risalita e della funivia di scavalco ha un impatto enorme sul paesaggio montano, in particolare sui profili di alta quota;
per realizzare tali opere sarà necessario abbattere migliaia di alberi e sbancare migliaia di metri cubi di terra e roccia, il regime delle acque nel sottosuolo e nel soprassuolo sarà compromesso, e quindi l?equilibrio idrogeologico;

- La tracciatura delle nuove piste, la posa dei piloni (con la creazione di una strada di cantiere per camion e ruspe), la costruzione di infrastrutture turistiche e di trasporto, ecc., colpiscono i biotopi della montagna (i boschi, le praterie aride d?alta quota, i ghiaioni e gli ambienti rocciosi, ecc.) con la conseguente perdita di biodiversità (essenze vegetali e specie animali) e di forme del paesaggio, anche di quello modellato da forme tradizionali e culturalmente radicate di antropizzazione;

- Gli impianti di innevamento artificiale rappresentano uno dei costi ambientali maggiori di questo progetto: basti pensare che per l?innevamento base di un solo ettaro di pista servono 1 milione di litri d?acqua (circa 5000 ? di costo solo dell'acqua, senza considerare il problema di dove viene reperita) e per l'innevamento definitivo con strati successivi una quantità almeno quadrupla di acqua (4 milioni di litri per circa 20000 ?) e non si contabilizzano i costi energetici. L?innevamento artificiale non può essere la risposta generalizzata alla insufficienza quali-quantitativa del manto nevoso, perché non è sostenibile né dal punto di vista ambientale, né da quello economico-finanziario. E anche perché anche la neve artificiale richiede particolari condizioni ambientali, in particolare temperature inferiori allo zero.

- Nel progetto non si menziona alcun piano di accantonamento finanziario per lo smantellamento e/o il rinnovamento dei nuovi impianti alla fine della loro vita tecnico-economica (solitamente 30 anni). Tali piani di accantonamento sono assolutamente necessari, altrimenti è implicitamente stabilito che gli impianti ? prima o poi ? restino ad arrugginire sui fianchi della montagna, come già accade. Ovviamente la necessità di accantonare risorse per fare fronte al ?fine vita? degli impianti assottiglia ulteriormente i margini gestionali, con ricadute negative che devono essere contabilizzate negli studi di fattibilità economico-finanziaria.

- A questo si aggiunga che, sebbene non si prevedano nuove piste e impianti direttamente nell?area SIC, il nuovo progetto ha comunque un forte impatto sulla faggeta originaria della Vallonina, perché sono previsti interventi molto invasivi su aree immediatamente limitrofe al SIC strettamente inteso.

- Ultimo, ma non per importanza, il problema del Parco. Le associazioni ambientaliste e della montagna propongono da tempo l?istituzione di forme di protezione dell?ambiente sul Terminillo. Ma il Parco deve essere la chiave di volta di una strategia alternativa di sviluppo del territorio, che punti alla valorizzazione ambientale, all?imprenditoria turistica sostenibile, alla diversificazione dell?offerta turistica e all?integrazione della filiera, all?allungamento della permanenza media dei turisti e alla destagionalizzazione dei flussi. Il Parco non può ridursi a un piccolo intervento risarcitorio a fronte del ?superski?, con il quale avrebbe necessariamente conflitti sia sugli obiettivi, sia sugli strumenti.

Rispetto a questi punti critici, l?iniziativa ufficiale del CAI (Gruppo Regionale del Lazio) ha promosso la stesura di un appello alle amministrazioni competenti, per ottenere audizione e riscontri sul progetto ?superski?. L?appello ha, per ora, ottenuto l?appoggio di altre importanti associazioni (WWF, Mountain Wilderness, Uisp Lega montagna, Italia Nostra, Associazione docenti di Storia dell?arte, Federazione Italiana Escursionismo).
L?appello è stato firmato e presentato con un?iniziativa pubblica, domenica 26 luglio 2009 presso il Rifugio CAI Angelo Sebastiani al Terminillo (Sez. di Rieti). In occasione della firma, la sez. CAI di Rieti ha giudato tutti i partecipanti in una breve escursione di verifica sul campo dei danni ambientali che il ?superski? produrebbe.

Contemporaneamente, il CAI si fa promotore anche di un lavoro di valore propositivo, che metta al centro l?obiettivo dello sviluppo sostenibile del Terminillo, basato su programmi di tutela e valorizzazione ambientale, di incentivazione delle forme eco-compatibili di impresa turistica, di integrazione delle risorse culturali, ambientali, eno-gastronomiche e turistiche del territorio. Per dimostrare che non solo e non tanto lo sci di pista, quanto il pregio ambientale e culturale complessivo del Terminillo, se adeguatamente conservato e valorizzato, può garantire un futuro alla gente delle "terre alte" reatine
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Messaggioda Roberto » ven feb 26, 2010 12:43 pm

La osa era stata già discussa, in verità non con molta veemenza, ma spero che ugualmente molti abbiano firmato:

http://www.forum.planetmountain.com/php ... terminillo
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Messaggioda lepronte » ven feb 26, 2010 13:01 pm

Avevo letto il post, questa petizione online mi pare sia stata attivata più atardi. Gli articoli li ho messi per chi era rimasto indietro
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Messaggioda Roberto » ven feb 26, 2010 13:04 pm

lepronte ha scritto:Avevo letto il post, questa petizione online mi pare sia stata attivata più atardi. Gli articoli li ho messi per chi era rimasto indietro
Hai fatto bene, meglio risvegliare l' interesse su questo fatto, sarebbe assurdo rovinare il Terminillo per la solita spequlazione di pochi ai danni della collettività e dll' ambiente.
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Messaggioda lepronte » ven feb 26, 2010 13:31 pm

Ho controllato. Prima c'è stata la mail di protesta, più o meno in contemporanea con la manifestazione a luglio su al sebastiani. La petizione online invece è più recente, è stata fatta a settembre e non se ne era ancora parlato su PM.
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Messaggioda lepronte » ven feb 26, 2010 13:50 pm

Segnalo anche questo:

Il Club Alpino Italiano - Regione Lazio, in collaborazione con la Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano (CRTAM), bandisce n° 1 posto di tirocinio di laurea triennale, sul tema «Lo sviluppo sostenibile dell?area del Terminillo e dei Monti Reatini: politiche di valorizzazione integrata della filiera ambiente-cultura-turismo», rivolto a laureandi/e (laurea triennale) in discipline economiche, politico-economiche, ambientali e agrarie.

IL BANDO VIENE PROROGATO FINO AL 15 APRILE

La domanda di ammissione deve pervenire entro le 24,00 del 15 aprile 2010

Contatti:

Alessio Liquori alessio.liquori@gmail.com - 3498772275
Daniele Boninsegni daniele.boninsegni@tiscali.it


Il bando: http://www.cailazio.it/Doc/Nuovo-bando-tirocinio-1504.pdf

La domanda http://www.cailazio.it/Doc/ALLEGATO%20A%20-%20modello%20domanda.doc

Il tutto viene fatto nell'ottica di presentare un progetto organico per la creazione del parco (il che lo differenzierebbe dai vari progetti per l'ampliamento delle piste da sci, che non hanno ne' capo ne' coda)
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Messaggioda PALLINOT » dom mar 28, 2010 19:50 pm

Io ho appena firmato!! :D
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Messaggioda skeno » mar mag 04, 2010 14:19 pm

Firmato!
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Messaggioda AlessandroGangemi » gio ago 12, 2010 23:22 pm

Firmato !!!!!!!!
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