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Prendiamo la tovaglia e le stoviglie per apparecchiare, usciamo dalla cucina e andiamo in sala da pranzo. Passiamo accanto alla bacheca dove sta il libro del rifugio, le cartine geografiche con i sentieri e qualche guida di montagna, piglio l’ unica di arrampicata, quella di Antonioli e Ardito. Ci sediamo e inizio a girare le pagine in modo automatico, ho letto, studiato e sognato su questa guida ancora prima di iniziare ad arrampicare al Gran Sasso. A pagina quattordici c’ è la foto della gestrice del rifugio Garibaldi negli anni venti. In quell’ epoca il Duca già esisteva da circa quindici anni, ma si vede che in estate i frequentatori della montagna ancora preferivano il Garibaldi. “Un volto noto agli alpinisti anni ’20”, così dice la didascalia e subito penso ad Alessandra, che è il volto noto degli alpinisti di oggi, quelli degli anni ‘80. Mi alzo come illuminato dalla lampadina di Archimede Pitagorico e torno in cucina.
“Alessà’, ti va di fare una foto davanti al rifugio?”
“Come una foto?”
“Guarda questa, mi pare sacrosanto farne una uguale co’ te. Ti metti davanti alla porta, con la parannanza, il fazzoletto ‘n testa e il mestolo. Ci manca la neve e la piccozza, ma ‘n fa gnente.”
“No, dai! Mi vergogno.”
“E non fa’ la solita, è per divertisse. Tra l’ altro hai tutti i diritti di considerarti il volto noto agli alpinisti di oggi, chi scala da questa parte passa da te, non ce so storie.”
“Si, va beh! Però non la facciamo vedere in giro.”
“Occhei! Però ti devi mette una gonna, se no non vale.”
“Tu sei scemo, la gonna non me la metto.”
“Che c’ è di male a mettese ‘na gonna, le ragazze lo fanno.”
“Ma io no! Non mi metto gonne per scelta.”
“Mai messa una gonna in vita tua? Non ci credo.”
“Mai da adulta, soltanto da bambina e non ero d’ accordo.”
“E va beh! ‘n fa gnente, facciamola in pantaloni, tanto c’ hai la parannanza sopra.”
“OK! Ma facciamo in fretta che devo spiccià’!”
L’ ho convinta. Corro a prendere la mia Olimpus Ovetto, la macchinetta fotografica degli alpinisti.
“Metti bene il mestolo …. Il braccio sinistro piegato, non dritto …. E sorridi un po’, che è ‘sto muso? …. Aspetta ...” Controllo la foto della guida. “Ferma così …. “
“Click”
“Fatta. Facciamone un‘ altra per sicurezza.”
“Insisto: tu sei matto!”
“E già, perché invece sei sana ... Non metto la gonna per scelta … “