"..Laggiù in fondo si staglia la Pieralongia,
immane masso staccatosi dalle pareti
e piantatosi indenne sui prati, eretto come una sfida.
Vinatzer vi aprì una via di soli tre tiri, ma intensa come una frustata."
(O. Bonaldo, da "Vie e vicende in Dolomiti")
Esemplare ed accattivante è la resa di questa immagine scritta da Orietta,
alla quale, dopo una visita, nulla vien da aggiungere se non che... E' tutto vero!
Nonostante le dimensioni "bonsai" e l'ambiente bucolico tutt'intorno,
la sensazione, dopo essersi alzati dai prati solo pochi metri,
è quella di trovarsi su una vera VIA,
piccolo esempio tangibile di cosa in parete il signor Battista fosse capace di realizzare,
forte della consapevolezza che, in fondo, un pò la roccia gli voleva bene...
Su questa scheggia impazzita infatti si trova roccia friabilotta, ormai ripulita,
ed una chiodatura essenziale, per lo più datata, che ne esalta le caratteristiche di esposizione.
Qui è la sequenza di uscita dallo strapiombino di L2, un bel VI allègher
da "giù il cappello"...
Un piccolo capolavoro dunque, da RIcreare (per dirla alla Gogna di 100NM)
senza fretta (dura già così poco),
prestando attenzione ai particolari, anche quelli bruttarelli, - perchè no? -
nei che rendono unica una bellezza altrimenti comune.
Un suggerimento: noi ce la siamo servita in famiglia,
con pargoli e consorti a contorno nei prati circostanti,
in una di quelle giornate in cui si gode la magica illusione
di riuscire ad accontentare un pò tutti...
Oltretutto, davanti al pubblico di casa, anche quel pò di tensione derivante
dal muoversi su un itinerario comunque alpinistico risulta ridotta.
Gia', perchè la via, seppur piccina, in quanto a carattere non scherza affatto...
Provare per credere.