Inserisco questo post perché, nonostante le quasi 3 ore e i 1000 metri (di bellissimo sentiero peraltro) per arrivare al rifugio Brentari, mi pare proprio che posto e arrampicate valgano la pena... e anche perché la documentazione relativa alle salite su roccia è pressoché inesistente in rete, quella stampata è scarsetta o comunque difficilmente reperibile (ho sentito ieri di un articolo apparso su un numero recente di Pareti: qualcuno ne sa qualcosa?).
Magari qualcuno di voi c'è già stato e quindi che aggiunga pure le sue impressioni. Ad ogni modo, per chi non ne sapesse nulla di nulla, Cima d'Asta si trova nel gruppo dei Lagorai ed è facilmente raggiungibile da Pieve Tesino (per logistica ed escursionismo cercate in rete, su questo c'è materiale). La particolarità del posto è che si arrampica su granito, non porfido come in Tognazza ma proprio granito, per quello che ho potuto vedere nemmeno male come qualità, anche se non sono le placche della val di mello.
E questo praticamente a due passi dalla pianura veneta.
Altre cose interessanti per l'arrampicatore? attacchi delle vie praticamente sopra al rifugio (ottima accoglienza allo stesso)...e sopra un bel laghetto, esposizione Sud, panorama strepitoso, pochissima fauna arrampicante (lunedì e martedì eravamo gli unici di tutta la parete, su due vie carucce che se fossero in Sella ci sarebbe la fila, una ventina di vie esistenti al momento, dal III/IV al 6b, principalmente di stampo classico, in via di richiodatura (anche a spit) e sistemazione da parte del gestore del Brentari che, negli scarsi momenti di tempo libero sta anche attrezzando nuove linee, e ci sono parecchie possibilità, in particolare su una fascia alta un 80/100 metri lungo il sentiero prima di arrivare al rifugio.
Altro...si, come dicevo,al momento la gran parte delle vie sono di stampo classico, sia come difficoltà che attrezzatura, quindi indispensabili dadi e friend, eventualmente qualche chiodo per gli itinerari meno ripetuti, lunghezza delle vie dai 100 ai 400 metri circa. Ad ogni modo il gestore del Brentari, una Guida di Fiera, è assai gentile e disponibile per indicazioni e consigli
Noi, come primo approccio, abbiamo salito due degli itinerari più ripetuti (tipo una decina di ripetizioni all'anno, a giudicare dal libro del rifugio): lunedì pomeriggio la Lino-Egidio, 300 m. circa, di III e IV, qualche chiodo, soste spittate, utile qualche dado e friend, sorpresa panoramica all'uscita in cresta. Martedì invece, dopo avere aspettato invano per un pezzo che si alzasse un orrido nebbione, siamo andati a salire la via "del diedro alto" alla punta Cavinato, 250 m circa, IV, V e un tiro sul VI (un passo forse VI+) lungo un bel diedro, anche questa con soste riattrezzate a spit, più qualcuno aggiunto lungo i tiri ad opera del gestore. Come sottolineato da ripetitori nel libro del rifugio, l'impegno è sicuramente diminuito rispetto a prima ma resta comunque una via interessante e non così "sportiva" nonostante gli spit, c'è comunque da integrare con dadi, alcuni chiodi normali non sono un granché, alcuni blocchi apparentemente instabili alla fine del quarto tiro e all'uscita in vetta richiedono un po' d'attenzione.
Al termine del canale di discesa si arriva alla base di una bella torre: la Punta di lancia, con due belle vie di un centinaio di metri (non fatte come sarebbe stata nostra intenzione, s'era attaccato la via del diedro piuttosto tardi per via della nebbia).
qua sotto vi aggiungo qualche foto:
panoramica della parete con laghetto:
due immagini lungo la via lino-egidio
lungo la via del diedro alto e il tracciato della stessa