-volo da 25 metri su una cascata di ghiaccio allo Screen: 3 costole rotte+3 incrinate+acciaccature varie;
-travolto in discesa da una valanga sulle Courtes: 800 metri di caduta. Leggera commozione cerebrale, ma praticamente illeso;
-bivacco d?emerenza sul Col de la Fourche: al mattino dopo si accorge di aver dormito su una cornice di neve spessa 40cm a picco su 1000 mt di vuoto?!;
-salvato insieme al suo compagno sul Pilier Bonatti al Dru, dopo che una frana gli aveva tranciato le corde e portato via gli zaini col materiale, scarpe comprese, e dopo una notte appesi in due su un unico chiodo piegato e che entrava in una fessura per solo un paio di centimetri;
-finisce in un crepaccio sulla Siula Grande, il suo compagno taglia la corda, lui riesce ad uscirne in qualche modo e arrivare al campo base carponi e con un ginocchio maciullato (raccontato anche ne ?La morte sospesa?);
-vola, trascinato dalla caduta del compagno, sul Pachermo, scivola su un pendio ghiacciato per centinaia di metri fracassandosi un ginocchio e il naso. Riesce, aiutato dal compagno a calarsi fino al campo base.
Accanto a queste sue ?avventure? in montagna, ci sono innumerevoli racconti di fratture varie per ?giochi pericolosi? nell?adolescenza o nella prima gioventù (fra tutti il racconto di un salto di sfrodo dal trampolino di Chamonix con uno slittino?!).
Tanti anche i ricordi di incidenti mortali in montagna che hanno coinvolto suoi amici, di cui 4 solo nel periodo in cui scriveva il libro.
Il libro è piacevole, indubbiamente l?autore sa scrivere e usare l?ironia con intelligenza, però mi ha fatto pensare non poco?
Che atteggiamento ha verso la vita uno che l?ha scampata per puro culo più di una volta e che spesso sembra proprio andarsele a cercare?
Fino a che punto è lecito spingersi in là?
E se fosse un insopprimibile bisogno di sfidare se stessi e la sorte? Vi sembra normale un comportamento simile?
E se fosse solo sfiga?
Ho letto tanti libri di alpinisti che si sono trovati in brutte situazioni, però tra le righe sono quasi sempre riusciti a convincermi che il rischio era calcolato e che solo l?imponderabile aveva fatto precipitare gli eventi.
Ma stavolta?


