Questa che vi riporto è la lunga traccia che ho usato per il mio intervento all'inizio del dibattito all'ultimo convegno nazionale della sezione accademica del cai, svoltosi sabato scorso a Breno.
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Vi saluto tutti.
Ho scalato negli anni settanta e dopo venti anni senza scalare ho ripreso circa otto anni fa, ormai sono vecchio per fare certe salite, ma mi piace comunque molto.
Parlerò di alpinismo saltando qua e là e farò alcune provocazioni forti e forse con un po' di verità.
Devo anche dire che io accetto e rispetto sempre chi si impegna, ma devo aggiungere che salire le montagne per le normali, magari con le corde fisse messe da altri, o salire le pareti chiodate con le canne da pesca, o predisporre tutto d'estate per l'inverno, non penso si debbano osannare come grandissime imprese.
Da quando ho ripreso ho visto che tante cose sono cambiate.
Ora ci sono le falesie, le pareti si stanno riempiendo di fix e si sale e scende anche dalle grandi pareti, esempi, per me spaventosi, di discese in doppia attrezzate sono la Marmolada, il Badile ed ora la Civetta.
Questo mi fa dire che ora la sicurezza serve per raccogliere adepti e quindi tessere.
Il cai ha deciso così agli inizi degli anni 80, è diventato lo sponsor principale del falso mito della sicurezza in montagna, col risultato che ora il termine alpinismo dà molto fastidio anche nel primo articolo del nostro statuto, si preferirebbe cambiarlo in turismo alpino, ed il soccorso alpino è in mano alla politica (ho visto ben tre squadre su una vetta che non sapevano dove dovessero fare il soccorso).
Un bell'esempio secondo me è stata la festa dei 50 anni del K2 finanziata dallo stato che è stata come una grande scampagnata sulle vie normali, quindi al livello più basso possibile dell'alpinismo himalaiano e c'era di tutto.
Noi salivamo l'abruzzi e gli spagnoli lo sperone dell'angelus, noi le normali all'Everest ed i russi la parete nord.
E noi in questo caso avevamo finanziamenti per quasi tre milioni !
Desio, invece di fare come Mazeaud, ha intrallazzato e provincializzato tutto e ora si continua spendendo alla grande in nome della ricerca, che altri hanno fatto e documentato decenni fa, noi però piazziamo ?motel? in alta quota.
Da noi ci sono tanti scalatori fortissimi che non riescono ad uscire dal loro piccolo, ma fortissimo guscio, perchè il nostro sistema non lo permette.
Vedo tanti che salgono delle bellissime pareti in giro per il mondo, ma di italiani ne vedo pochissimi.
Mi ricordo Rosso e alcuni che ora sono morti come Casarotto, Unterkirchner, per fare tre nomi, ma forse riesco a farne il nome di 9 italiani, mentre ho una lista lunghissima di stranieri.
Gli italiani erano sempre un po' dappertutto a scalare e curiosare e tanti segni li hanno lasciati.
Quando si discuteva sul tema da dare al convegno io ho proposto: Perchè gli italiani non vincono il piolet d'or' ?
Poi mi han detto che, tranne due, di italiani non ne vengono nemmeno selezionati da venti anni !
Ma come è possibile? Mi domando. Con la storia che abbiamo !
Al piolet c'è persino il premio Bonatti !
Abbiamo fortissimi rocciatori, fortissimi ghiacciatori, ma alpinisti globali non ne abbiamo proprio?
Uno di noi che va anche da solo mi ha detto che devo smetterla di pensarci e di rompere le balle, il tempo è una ruota e bisogna aspettare che ruoti.
Un giovane di 23 anni dice di essere molto più vecchio dei suoi amici francesi e spagnoli perché loro, più giovani, hanno già fatto esperienze extraeuropee; dice che non trova soci coetanei per le vie ingaggiose nelle Alpi; dice che deve andare con stranieri in spedizione per imparare perché qui da noi nessuno tramanda l'esperienza; dice che le Alpi sono quasi tutte addomesticate e dice che ora gli alpinisti stranieri vanno sui settemila come Cassin andava nelle Alpi.
Quando penso che House ha salito ormai tanti anni fa (6) il Nanga in stile alpino, ed il suo mito è Bonatti, i giapponesi ne combianano di cotte e di crude, i russi vanno sullo Jannu o sulla nord dell'Everest per dirne due, i francesi sono sempre dappertutto, gli sloveni son giovanissimi sempre, gli inglesi non la smettono mai di stupirci..... e noi cosa facciamo?
Per il misto, che è fondamentale per le grandi pareti, noi italiani abbiamo ripetuto la Bonatti al Cervino l'anno passato, dopo 47 anni, ma erano due bravi di noi, ?non vale?, mentre due elvetici l'hanno salita in poco più di 7 ore.
Noi però al campo base del Denali abbiamo dei friulani che vogliono andare in discesa a tentare la Cassin e stan lì a correggere tutti perchè dicono Càssin.
Ma vi ricordate che Bonatti e Mauri hanno salito il G4 nel 58 ?
Per fare un esempio, ancora la Cassin al Denali (mi dicono che Cassin nel 61 non era ancora un ragno il perché non lo so, però mi dicono che i ragni stan tornando alle loro origini) è stata ripetuta da 3 italiani nel 93 (32 anni) con 7 bivacchi e due anni fa da due altri (49 anni) con 6 bivacchi, ma senza ?omologazione? perché credo abbiano lanciato loro un fornelletto.
Ho detto noi nel 93, ma gli americani l'hanno fatta nel 92 in giornata e noi ancora nel 2010 in 6 giorni e gli inglesi quest'anno hanno fatto in meno di 90 ore la via a destra che è ritenuta la più difficile da quelle parti. Per fortuna che Fabio fa del grande alpinismo, ma lui ne parla poco.
Forse ha ragione il solitario, ma non capisco dove noi siamo finiti, dove è finito il nostro entusiasmo e la nostra voglia di avventure.
Ormai noi viviamo forse solo di immagine e spettacolo come Moro, però lui ha scalato tre normali in Himalaya d'inverno con i grandi sovietici, ma non ha mai scalato nulla nelle Alpi.
Come mai non esiste più una rivista italiana di alpinismo ?
Ho scritto per la nostra ?a 380 gradi? questo che vi riporto e che come ovvio non è stato pubblicato.
---Un po' dappertutto nel mondo una persona è definita un ?buon alpinista? se con regolarità abituale scala o scalava su tutti i terreni su vie attorno al TD ed è o era capace di affrontare senza problemi difficoltà tecniche attorno al 6a. Io non ho dati precisi a livello nazionale, ma se leggo sia a livello centrale che sezionale nel cai le composizioni dei consigli, delle commissioni, delle scuole, ma anche delle delegazioni del soccorso alpino, insomma se leggo i nomi dei capi, dei componenti delle strutture dirigenziali e di servizio del nostro sodalizio e direi un po' anche delle guide, vedo che la percentuale di ?buoni alpinisti? che ne fanno parte è molto bassa quasi ovunque, spesso inferiore all'un per cento. Mi sembra di poter dire che si sia persa in questi ultimi 30 anni molta competenza alpinistica.---
Chissà dove sono finite tante nostre scuole.
...... e Mick Fowler è presidente in GB e scala e gli americani fanno i piani alpinistici annuali disponibili a tutti...........
Siamo così, devo farmene una ragione.
Tutto questo discorso mi serve per continuare a stimolare i giovani che incontro.
Purtroppo loro sempre più spesso non sono interessati al nostro sodalizio, fanno gli affari loro e non ne parlano e l'alpinismo se ne va.... spero si riuniscano, spero vengano presentati qui, ma non hanno supporto, devono andare all'estero, anche solo per trovare informazioni.
Mi hanno detto: ?Se sono del caai posso accedere ai meeting internazionali !!!?
Loro vivono sempre più spesso una realtà comunitaria esterna.
Noi non abbiamo nemmeno un blog decente, aperto, attivo.
Ed allora mi domando: non è che anche noi del caai siamo ormai fuori dalla realtà alpinistica?
Mi domando se anche noi non sappiamo più cosa sia l'alpinismo: all?inizio credevo di saperlo, ora ho le idee molto confuse.
Cosa è capitato in Italia negli ultimi venti anni che ci ha portato a questo che io chiamo declino?
Per finire mi ripeto, comunque checché ne diciate, il piolet d'or un italiano non lo vince, ma nemmeno va in finale, non può vincerlo perché non viene nemmeno selezionato anche se è ben raccomandato, come in tutti nostri premi da est a ovest !
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E' forse iniziato un dibattito, partecipate, il futuro è dei giovani e bisogna fare qualcosa per loro.
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Guardate due ragazzini inglesi cosa hanno fatto in due giorni !
http://www.ukclimbing.com/articles/page.php?id=4790
E alla fine dell'articolo:
Tom Livingstone e Tom Ripley sono in debito con le seguenti organizzazioni, senza il cui supporto la spedizione non avrebbe avuto luogo.
Supporto finanziario: BMC, Mount Everest Foundation and Welsh Sports Association.
Per chi non lo sapesse BMC è il club dell'alpinismo inglese
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace