Piz Roseg: parete NE, via Diemberger, 750m,60°(80°),IV,D+/TD-Foto da Wikipedia1890--->2014Nell’anno 1890 Ludwig Normann-Neruda e la guida Christian Klucker effettuarono quella che per quei tempi fu una stagione notevole di alpinismo. In quell’estate Klucker e Normann-Neruda salirono le pareti settentrionali del Roseg e del Lyskamm orientale e la parete Nord-est del Bernina. Il Roseg fu salito senza ramponi, cosa che, a quanto pare, fu criticata dal Neruda e candidamente liquidata dal Klucker con disarmante pragmatismo: "L'altra considerazione, ovvero che i ramponi in questo tratto ci avrebbero risparmiato molto tempo e lavoro, la trovo davvero strana, dato che con tali pendenze su ghiaccio liscio anche il più esperto e abile specialista dei ramponi deve por mano alla piccozza".
(da: http://www.rifugi-bivacchi.com/mountain ... ie.html#gd)Io e Mara abbiam cercato così per gioco di ripercorrere le loro tracce quest’estate 2014. Ecco qui le salite con le date corrispondenti:
16 giugno 1890 - 14 settembre 2014: parete NE del Roseg
18 luglio 1890 - 8 giugno 2014: via della Gorgia al Bernina
9 agosto 1890 - 19 luglio 2014: parete N del Lyskamm OrientaleIl weekend passato abbiam concluso la triade con una salita veramente eccezionale: la nord del Roseg. Una parete che abbiamo molto amato perché varia e non monotona, lunga e impegnativa. Una parete da anni guardata, una parete che si mostra in tutta la sua possenza dal Piz Morteratsch e che in questa anomala (ma fantastica!) estate si presentava in condizioni strepitose. La voglia di andarci a mettere il naso viene con questa foto di Giacomo Meneghello e Ivan Rastelli di qualche settimana fa. Bisognava solo aspettare (come sempre) la…congiunzione astrale (meteo, nuove nevicate, soci, impegni famigliari) giuste…
Gli astri decidono come sempre per noi, ma ci vuole un po’ di fortuna o c. f.…
… In questa ultima avventura riusciamo a coinvolgere ancora Albe e Luisa e pure due loro amici di Bassano (Paolo&Paolo). Il viaggio dal Veneto è piuttosto lunghetto, arriviamo però bene a Pontresina sabato mattina, pronti per la lunga strada che porta in Val Roseg. La giornata si rivela migliore del previsto. Ad un certo punto spunta maestosa la nostra parete: magnifica. Rifugio, cena e nanna presto. Quando usciamo dal rifugio a notte fonda manca la luna che ci aspettavamo, mancano le stelle e per poco manca anche l’entusiasmo necessario per queste levatacce e partenza antelucane. Speranzosi nelle previsioni ci incamminiamo lo stessa di buona lena. L’avvicinamento non è velocissimo e anche articolato. Quando siamo ormai sul ghiacciaio alla base della parete, il cielo d’incanto si apre lasciandoci ammirare la nostra parete argentata dalla luce della luna. La crepaccia terminale opporrà la prima resistenza della parete: quando siamo alla prima sosta ci guardiamo in faccia ed esclamiamo: “Se questo è solo l’inizio, siamo a posto!”. In effetti sarà un bel viaggio… Superiamo agevolmente la prima fascia rocciosa. La neve è ottima per le punte dei piedi e le piccozze: si procede sicuri, ma non si riescono a piazzare protezioni: sono infatti propizie un po’ di rocce ai lati cui appoggiarsi. Con la prima luce siamo alla base della seconda fascia rocciosa. Qui sembra più interessante e infatti seguiranno due bei tiri da “leccarsi i baffi”: un caminetto ghiacciato e dopo un traverso un muretto di neve pressata che ci consegnano ai pendii centrali. Qui seguendo la via più intuitiva e logica puntiamo dritti alla vetta, non piegando a sinistra sulla via che classicamente viene percorsa oggi. Incontriamo due tratti ripidi (80°) su delle fasce rocciose: godimento puro! Bei canaletti sempre ben proteggibili sulla roccia ai lati. Per poi concludere con lo scivolo finale che ci consegna direttamente alla panoramicissima vetta. Devo dire che la parete è grande, ampia e complessa. E ad un certo punto, fuori dalla seconda fascia rocciosa ho avuto un leggero sconforto avendo perso un po’ l’orientamento. Non mi ritrovavo nella foto che avevo memorizzato: tutte le rocce (incrostate da ghiaccio e goulotte invitanti) erano più vicine del previsto e non c’era lo scivolo uniforme (col quale piegare a sinistra) che mi aspettavo. Poco male, abbiamo puntato dritti verso l’alto intuendo un percorso logico e anche più interessante della “variante” a sinistra abitualmente percorsa ultimamente. Anche perché una volta individuata l’avevamo superata e ci stavamo troppo divertendo
Abbiamo quindi seguito nella seconda parte la celebre via diretta di Diemberger (quella vera, non quella che erroneamente viene indicata in alcune relazioni che invece poi deviano sulla Neruda!). Bella soddisfazione in cima. Come spesso capita su questi montagnoni, la discesa, la Eselgrat, seppur nota dal 2009, non è né banale, né rapida, ma è ben tracciata e questo ci agevola. La lunga strada sterrata di 8km a fondovalle è la penultima fatica di questa intensa due giorni (l’ultima è il viaggio con la stanchezza accumulata, ovviamente). ,
E con questa stupenda salita concludiamo la trilogia di Ludwig e Christian a distanza di 124 anni (ne avremmo altre loro in realtà da percorrere, ma alcune improponibili per il cambiamento climatico): soddisfatti per questa piccola ricerca alpinistica dato che non bisognerebbe mai perdere memoria storica dell’alpinismo, per interpretare e capire le vie anche per quello che hanno avuto alle loro spalle e rivalutarle ai nostri giorni. E’ stata l’ultima avventura, ma sono talmente tante le possibilità di creare concatenamenti, fili logici, leitmotivs,…che margine per divertirsi senza essere monotoni ce ne è per un’altra vita!!! Basta ovviamente anche avere una socia come Mara che mi segue con passione ed entusiasmo nelle mie elucubrazioni e se vogliamo pazzie… Grazie!
Reportage completo al:
http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=17704Relazione:
http://www.on-ice.it/onice/onice_view_r ... =4&id=4930Ecco le foto:
Il percorso per superare le prime due fasce rocciose
Good!
Momenti della salita…delicatessen
Pendii ottimi e continui
Passaggio estetico
Aperol che pendenze!
La vera vetta del Roseg dai pendii sommitali della Nord: WOW
Magnifiche foto di Fabiomaz a noi dal Piz Argient
Quanto monotona sarebbe la faccia della Terra senza le montagne (Emanuel Kant).
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