da pisolo » sab set 02, 2017 15:42 pm
Tanto per "riportare su" il discorso...
L'analisi che ne fa Gogna su "Sentieri Verticali" (inquadrandola come tra le prime vie in aperta parete) è secondo me molto calzante, e consiglio di leggersela prima di andare sulla via per apprezzare meglio il valore storico della salita. Confermo anche che la migliore relazione in circolazione è quella già citata di Leardi/Bressan. La mia ripetizione risale ormai ad una decina di anni fa, ma ricordo che erano presenti tutte le soste; difficoltà e chiodi (vecchiotti) di via coincidevano. Le difficoltà non superano il V+ con passo di VI, ma sono sostenute. La grandiosità ambientale è - secondo me - un curioso miscuglio di Civetta e Lavaredo. La prima ripetizione della via fu opera, tre settimane dopo l'apertura, dei fratelli Dimai, gli stessi che accompagnarono Comici sulla Grande di Lavaredo, mentre la prima solitaria è attribuita a Toni Marchesini (ma si sa, molte sue imprese sono oggetto di discussioni). Una via da fare.