Stamattina ci sono salito per un percorso forse non famosissimo, il ?Ru della Porta?, che partendo dai Piani di Pezzè sopra Alleghe (rinomato punto picnic e stazione di impianti di risalita) schiva il rif. Coldai con tutta la sua consueta folla di turisti dall?abbigliamento alpino curioso e raffazzonato, e raggiunge direttamente il laghetto Coldai, alle soglie della Val Civetta e in rapporto dunque più prossimo con ?La Parete? e col suo pulpito di adorazione: il rif. Tissi.
Quello per il Ru della Porta è un sentiero severo che merita in pieno la doppia E, non ama le folle chiassose e sale senza complimenti prima nel bosco poi tra i mughi, imboccando infine un ripido canalone roccioso sovrastato fino a 60 anni fa da un caratteristico ponte naturale, come ricorda un apposito cartello.

Il sentiero per il Ru della Porta

Il sentiero per il Ru della Porta

La targa che ricorda il crollo dell?arco di pietra chiamato ?porta?
Arrivo al laghetto Coldai che non c?è nessuno. Mi inoltro dunque in Val Civetta e sono solo. Sì, vabbè che è presto, va bene che la giornata non è proprio il massimo, cupa e nuvolosa, ma come è possibile, mi chiedo, che in un posto tanto famoso, in agosto, io non veda un cane passandoci tre le 7.30 e le 8.30? ma dove sono finiti gli escursionisti di una volta, quelli che partivano all?alba?
Arrivo al Tissi alle 8.30. Il gestore vedendomi in sala con lo zaino in spalla mi scambia probabilmente per uno che ha dormito lì, perché dopo qualche battuta sul tempo mi augura buon viaggio. Poveraccio lo capisco, come può immaginare che a quest?ora sia già arrivato un tizio nuovo, uno sballato, un insonne?
Mi distendo sul prato soprastante il rifugio a guardare gli alti vapori che sopra la vetta si muovono incessantemente. Velata ma non occultata da questi, drappeggiata dal grigio mantello di roccia, la Parete spalanca le sue materne braccia verso di me, come una madonna di pietra.

La Parete velata dai vapori mattutini

La Parete velata dai vapori mattutini; in basso il rifugio Tissi
Ma insomma, mi chiedo, sono dunque io solo al mondo quello che si sveglia alle 5 per andare in montagna?
Una volta pensavo che il tormentone di partire presto fosse una delle solite cazzate inventate dal masochismo dei vecchi escursionisti, analogo al ?non bere mai durante la salita? (così schiatti prima). No, adesso sono convinto che partire presto sia invece un sanissimo principio, disertato ormai però quasi da tutti. E i buoni motivi per partire presto sono innumerevoli. Tra questi voglio ricordare:
-non c?è nessuno in giro e si viaggia da dio
-i sentieri e le cime sono deserti, sembra di camminare in un mondo incontaminato
-si vede ogni specie di animali selvatici
-c?è un numero sterminato di ore davanti a noi, e si possono fare giri mostruosi tornando a casa a orari del tutto umani
-se non si ha voglia di fare giri mostruosi si può perdere tutto il tempo che si vuole dormendo o guardando le nuvole, e tornare comunque a casa a ore decenti
-il tempo di mattina è molto più limpido e sicuro che di pomeriggio
-se si arriva presto a un rifugio si può anche tacchinare con calma la cameriera senza troppa gente intorno (non per me eh, intendiamoci!)
-tornando a casa presto è come se si guadagnasse una seconda giornata buona per fare tutt?altro (questa però è anche un?arma a doppio taglio, perché se i famigliari contano troppo su un tuo ritorno anticipato ci pensano loro a organizzarti il pomeriggio?)
Insomma, solo verso le 11 la Val Civetta si anima, quando io sto già tornando a casa.
Che tempi! Che tristezza!


