Pierluigi Vesica ha scritto:(...) Credo che nel nostro piccolo ambiente siamo sicuramente più attratti dall'ennesimo 9c+ rispetto alle gare. (...)
Nel mio piccolo aborrisco assolutamente l'ennesimo novecipiù, come del resto perplesso di fronte a tutte quelle mediocri prestazioni falesio-alpinistiche spacciate per sport.
E, ribaltando la tua (precisa) analisi, mi vien da dire che è proprio perchè snobbiamo e sminuiamo questi atleti che siamo portati ad esaltare "sportivi" che proprio tali non si possono definire.
Solo recuperando, a mio avviso, il significato profondo e, di conseguenza, il rispetto serio verso questi "atleti veri", potremo riguardare con occhio più critico alcune prestazioni che pretendono a gran voce di essere ritenute tali in un contesto che nè richiede nè consente prestazione sportive.
Ed, ovviamente, evviva Crespi. Bravissimo. Il primo italiano campione del mondo. Il primo. Come detto da Spider, viene paura a pensare che nessuno dica nulla.
In un post dell'anno scorso avevo scritto, assolutamente senza falsa modestia mia e nè in cerca di gloria sensazionalistica, che Crespi e Moroni sarebbero stati i grandi protagonisti dell'arrampicata italiana.
Qualcuno aveva dubitato di Flavio, facendomi notare enormi differenze "tecniche" tra i due, mischiando as usual piano "sportivo" e piano "falesistico". Tant'è. Nonostante le enormi differenze tecniche, Crespi si è ficcato in saccoccia il più ambito trofeo sportivo...
Alè Flavio.
Tanto che ci sono, ricordatevi di Droetto. Ne risentiremo parlare.
Quanto al Berna, mi spiace, ma credo tu confonda un poco i piani, appunto, tra sportivi veri e sportivi "da falesia".
Per arrivare al suo livello si deve essere degli atleti veri, professionisti. Punto. E non dei turisti della falesia. Le torte, credimi, le mangia pure lui.
