Una dimensione sportiva assai discutibile, che vorrebbe innanzitutto la distruzione del mito, del mistero e della leggenda, attraverso una pretesa dissacrazione che inevitabilmente non fa che portare alla banalizzazione.
E ora mi rivolgo a te , caro amico "sportivo", che un giorno mi rimproverasti una salita un po' inconsueta compiuta nel gruppo del Bianco: forse per te l'evoluzione deve passare attraverso il filtro della regolamentazione? O invece la fantasia deve essere libera di spaziare anche verso gli orizzonti proibiti e cerare di conoscere l'ignoto?
O forse ancora ti dà fastidio il fatto che il senso misterioso dell'avventura resista ancora malgrado gli attacchi distruttivi dell'uomo "civile" e della sua tecnica? Ricordo quela tua frase conclusiva, a dire il vero un pò povera di spirito e deludente: "...tanto le Alpi sono piene di canali e cascate, c'è lavoro per mille anni".
Essa è veramente la dimostrazione di una volontà pianificatrice, che però mi fa sorridere, soprattutto quando mi trovo ad arrampicare con il mio nuovo gioco in un rifugio naturale che ancora conserva tutta la sua atmosfera ottocentesca.
G.C. Grassi 1982.
Nota di Payns:
una salita un po' inconsueta compiuta nel gruppo del Bianco
Gran couloir del Freney