Parole profetiche... che pesano come pietre

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Parole profetiche... che pesano come pietre

Messaggioda Payns » mar ott 03, 2006 0:47 am

Vi è un un numero crescente di persone che considera le uscite in montagna come mezzo per sperimentare tecniche, vivere confronti competitivi, fissare dogmi ed etiche un po' strampalate, creare un purismo manicheo che puzza tanto di proibizionismo elitario, realizzando in sostanza un quadro che riflette il mondo della dimensione sportiva, dove regnano piattezza e povertà di idee.
Una dimensione sportiva assai discutibile, che vorrebbe innanzitutto la distruzione del mito, del mistero e della leggenda, attraverso una pretesa dissacrazione che inevitabilmente non fa che portare alla banalizzazione.
E ora mi rivolgo a te , caro amico "sportivo", che un giorno mi rimproverasti una salita un po' inconsueta compiuta nel gruppo del Bianco: forse per te l'evoluzione deve passare attraverso il filtro della regolamentazione? O invece la fantasia deve essere libera di spaziare anche verso gli orizzonti proibiti e cerare di conoscere l'ignoto?
O forse ancora ti dà fastidio il fatto che il senso misterioso dell'avventura resista ancora malgrado gli attacchi distruttivi dell'uomo "civile" e della sua tecnica? Ricordo quela tua frase conclusiva, a dire il vero un pò povera di spirito e deludente: "...tanto le Alpi sono piene di canali e cascate, c'è lavoro per mille anni".
Essa è veramente la dimostrazione di una volontà pianificatrice, che però mi fa sorridere, soprattutto quando mi trovo ad arrampicare con il mio nuovo gioco in un rifugio naturale che ancora conserva tutta la sua atmosfera ottocentesca.

G.C. Grassi 1982.

Nota di Payns:
una salita un po' inconsueta compiuta nel gruppo del Bianco


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Messaggioda lucasignorelli » mar ott 03, 2006 1:08 am

Strana coincidenza, perchè stavo leggendo quella frase di Grassi (su "100 scalate su cascate di ghiaccio") pochi minuti fa.... e ieri ero ad arrampicare con Paolo Lenzi e abbiamo proprio parlato di quell'episodio.

Sempre sull'argomento - sono sempre stato convinto che "I Falliti" (lo scritto di Motti sulla "Rivista Mensile" del 1972 che diede il via al Nuovo Mattino) sia poco interessante come specchio del mondo alpinistico di allora, ma per contro sia una singolare e accurata profezia di quello che doveva venire.
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Messaggioda vito » mar ott 03, 2006 9:17 am

Gian Carlo Grassi!!!

Sul comodino ho sempre il suo libro "G. Paradiso, le 100 piu' belle ascensioni". Non mi stanco mai di leggere le sue relazioni. Ti fanno venire la voglia di fare lo zaino e partire.
E' semplicemente stato un grande.
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Re: Parole profetiche... che pesano come pietre

Messaggioda cialtrone » mar ott 03, 2006 11:09 am

Payns ha scritto:Vi è un un numero crescente di persone che considera le uscite in montagna come mezzo per sperimentare tecniche, vivere confronti competitivi, fissare dogmi ed etiche un po' strampalate, creare un purismo manicheo che puzza tanto di proibizionismo elitario,

Lucasignorelli ha scritto:Sempre sull'argomento - sono sempre stato convinto che "I Falliti" (lo scritto di Motti sulla "Rivista Mensile" del 1972 che diede il via al Nuovo Mattino) sia poco interessante come specchio del mondo alpinistico di allora, ma per contro sia una singolare e accurata profezia di quello che doveva venire.


Sarei stato in completo accordo con quanto scritto dal grandissimo, per me, Grassi, se non avesse iniziato la sua frase (ma magari si, io non lo so, così decontenstualizzata parrebbe di no) con quel "numero crescente", che significa una crescita rispetto a prima. Cosa su cui NON sono affatto in accordo. Ma proprio per nulla. In quanto è sufficiente rileggere un *qualsiasi* episodio dell'alpinismo (maledetti ismi), per rendersi conto di come la *sperimentazione*, la *competizione*, *dogmi e manicheismi* ed infine *elitarismo* siano sempre stati alla base delle Alpi, a fissa dimora.
SEMPRE. Indipendentemente dallo sport.
Anzi. Mi trovo qui a rivendicare ed urlare il significato vero di sport, come già evidenziato da qualcuno in questo forum, *deport*, disimpegno, divertimento. Che forse, è l'ingrediente sempre mancato nell'ismo che ci sta tanto a cuore. E che ha reso possibile questa curiosa deformazione spirituale dei suoi adepti.

E, ovviamente, non sono in accordo neppure con il precisissimo e simpatico Lucasignorelli. Non una profezia su quel che doveva venire. Ma un accurato resoconto di quel che già era accaduto da ormai quasi un secolo. Io ritengo infatti che i Falliti siano stati, e siano tuttora, non lo specchio, ma l'essenza di una disciplina totalizzante che fagocita, e che conduce, dopo il transito obbligato per tutto quello di cui sopra, ovvero elitarismo e dogmi, ad un vuoto desolante, privo di qualsiasi collegamento con qualsiasi cosa.

Continuo a ripetere come il grandissimo Motti sia stato "folgorato" letteralmente non tanto dalle parole, ma dagli occhi di quel sindacalista genovese che gli sussurrava parole tanto distanti dal suo modo andare per monti... Parole assolutamente banali, nell'apparenza, ma, ripeto, dette con occhi di chi da quel cammino è uscito per intraprenderne un altro.


Bella citazione comunque, Paino, bella.
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Messaggioda Payns » mar ott 03, 2006 12:18 pm

Si, il racconto l'ho preso da "100 cascate di ghiaccio" casualmente ripreso in mano per altri motivi.

Non me lo ricordavo e mi ha colpito, più oggi che allora e mi ha fatto venire in mente quel periodo. Fui uno dei primi a vedere le bozze del libro, ma la giovane età non mi permetteva di capire in pieno quel che vi era scritto.

L'ho trovato calzante al periodo, anche se giustamente Cialtrone avverte che "dogmi, assolutismi ed elitarismo" sono sempre esistiti nel nostro mondo. Vero.
Ma anche solo a leggere post incandescenti in questo forum mi rendo conto che oggi più di ieri quelle sono parole profetiche.

Altro discorso "I falliti" di Motti. Quando lo lessi, pur con la giovin età ricevetti un vero e proprio schiaffo letterario che mi fece ragionare non poco sul significato di quel che facevo.

Ed è significativo che a questo Topic abbiano risposto due persone, Cialtrone e Signorelli, non di "primo pelo"....
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Messaggioda Maurizio » mar ott 03, 2006 12:40 pm

mah...tra gli amici del "terzo pelo" :lol: :lol: mi ci metto anche io e dico quattro cose a vanvera... l'altro giorno stavo giusto cercando una lettera che mi aveva mandato Grassi, perchè volevo scannerizzare la sua firma, moooolto particolare :lol: :lol: , per spedirla al Signorelli a cui magari poteva far piacere...quando me ne è capitata un'altra tra le mani in cui Giancarlo si confidava con amarezza su alcuni "tradimenti" nel campo delle amicizie. La lettera data pochi mesi dopo il suicidio di Motti, tanto per situarla nel tempo.
Ebbene, ho avuto modo di venire a conoscenza, qualche anno fa, non per una volontà precisa, ma quasi per caso, di alcuni retroscena sui rapporti tra i due alpinisti...dopo di che ho ri-visto e ri-letto alcuni scritti di allora con luce diversa, al di là del loro messaggio universale e della loro importanza storica. Quindi sostanzialmente credo che sia un errore stralciare frasi e considerazioni sulla realtà di allora e volerle adattare a quel che succede oggi...manca il contesto storico, che la maggiorparte non conosce e non vuole conoscere. E' un operazione secondo me un po' forzata.
Pur con tutta la simpatia che avevo per Giancarlo, ho sempre trovato il suo modo di scrivere eccessivamente barocco, artificioso, poco spontaneo. Lui era un uomo che aveva veramente dei grandi sentimenti ed una grande passione, ma era nato per esprimerli con il gesto, con la sua voglia irrefrenabile di andare e vivere in montagna...piuttosto che per fare giochi con la penna. Per cui conservo un sostanziale atteggiamento di difesa, se volete scetticismo, verso i suoi scritti...

ciao

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Messaggioda Topocane » mar ott 03, 2006 13:01 pm

è impressionante,
mi stupisce e vedrò di fare in modo di raccogliere certi passaggi,

dicevo... è impressionante come in mezzo alla marea di cazzate che girano qui,
poi ogni tanto compaiono queste perle,
questi rari esempi di *storia* delle vicende di montagna...
questi scritti personali, resi pubblici per pura grazia! ;)
e che vanno *spersi* nella miriade di caxxate che ogni giorno intasa il forum... :roll: :roll: :roll:

grazie, :)
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Messaggioda Payns » mar ott 03, 2006 13:51 pm

maurizio ha scritto:tra gli amici del "terzo pelo" mi ci metto anche io


Vabbè cambio il titolo del topic con "ricordi e geriatria..." :roll:

Maurizio, che Giancarlo se la cavasse meglio con le picche e i nut che con la penna son d'accordo anch'io, come posso concordare con te su alcuni aspetti del carattere di Giancarlo.

Non penso, nel caso specifico, sia un errore stralciare un pensiero di 25 anni fa ed adattarlo ad oggi. Il modo di scrivere un pò barocco ed arzigogolato di Grassi rifletteva la sua personalità.

L'ho (ri)trovato molto attuale, molto calzante ai tempi di oggi, dove l'unico parametro di successo è la serialità nelle aperture delle vie, nella ricerca della prestazione sportiva pura, nel grado. Si è perso l'aspetto ludico come citava Cialtrone.

Grassi l'ho conosciuto nel 1978. Uscivo da una esperienza devastante, dal punto di vista psicologico ed umano , con una nota scuola di alpinismo di Torino.

Mio padre mi spedì da lui. Arrampicai come cliente con lui dal 1978 al 1980.

Poi come spesso capitava con Giancarlo, negli anni successivi, divenni uno dei suoi "improbabili compagni" (definizione di Camanni.. :evil: :roll: ). Ed io ero contento perchè per me camminare due ore solo per vedere seuna cascata era formata, senza nessuna garanzia di fare "prestazione" era divertentissimo, era avventura, non nel senso del rischio, ma della scoperta.


Posso dire che Gian Carlo aveva certamente un carattere complesso e che il rapporto con altri protagonisti del tempo non era facile ma non possiamo essere scetticci sulle sue motivazioni che si riflettono sui suoi scritti, per quanto barocchi possano essere.

Di retroscena potrei raccontarne tanti e per quel che riguarda i reperti... 8) grazie a Zio Vare sono riuscito a stampare delle vecchissime foto in formato 110...appena finite le scansioni proporrò un bel mix di "come erano"...
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Messaggioda Enzolino » mar ott 03, 2006 13:53 pm

Io mi trovo d'accordo con Cialtrone, ma non sono d'accordo con Cialtrone. :D

Di Grassi so poco (anche se del poco che avevo letto ne avevo avuto un'impressione un po' cosi') e forse non capisco cosa voglia dire, ma la sua "profezia" e' nata con l'alpinismo, con la voglia di definire delle regole che lo rendessero piu' creativo. Il rischio e' quello di volerle omologare. Secondo me.

Sport, io non lo vedo necessariamente come disimpegno e divertimento, ma eventualmente come impegno. C'e' una parola inglese secondo me difficile da tradurre. Commitment. Ovvero un misto tra impegno, dedizione e mettersi in gioco.
Se c'e' chi sceglie di vivere lo sport con commitment bisogna rispettare questa scelta e non pretendere che altri vivano un'attivita' con la stessa leggerezza con cui la viviamo noi.

Sinceramente non mi ritrovo molto nella "profezia" del Grassi.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda Payns » mar ott 03, 2006 14:00 pm

cialtrone ha scritto:di quel sindacalista genovese che gli sussurrava parole


E a proposito esiste un bellissimo libro scritto dalla figlia che ripercorre non solo gli anni dell'impegno sindacale e la tragica conseguenza, ma anche le vicende "alpine".

Da leggere assolutamente.
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Messaggioda Maurizio » mar ott 03, 2006 14:38 pm

Topocane ha scritto:è impressionante,
mi stupisce e vedrò di fare in modo di raccogliere certi passaggi,

dicevo... è impressionante come in mezzo alla marea di cazzate che girano qui,
poi ogni tanto compaiono queste perle,
questi rari esempi di *storia* delle vicende di montagna...
questi scritti personali, resi pubblici per pura grazia! ;)
e che vanno *spersi* nella miriade di caxxate che ogni giorno intasa il forum... :roll: :roll: :roll:

grazie, :)
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guarda topo, me lo sono chiesto anche io, tante volte, se ci sia senso a scrivere qui certe cose. Io sono contento, contento che poi vadano perse. Da quanto ho capito qui nel forum solo qualche maniaco conserva tutti i topic...ma per chè? Per poterli un giorno pubblicare? O per cosa? Credo che la filosofia giusta per poter scrivere qui sia proprio quella di pensare che poi domani o dopodomani, o quando PM chiuderà (spero tardi per loro) tutto scomparirà per incanto, come una bolla di sapone. Del resto la filosofia di internet non è proprio quella di amalgamare tutto, cazzate con discorsi presunti "seri"? Stessa dignità, stesso valore? E allora che sia...

A Payns dico che non ho mai messo in dubbio ciò che spingeva Grassi a scrivere quelle cose, la sua era una passione genuina. Certamente soffriva di un complesso di inferiorità rispetto ad altri che erano molto più bravi a trasmettere sulla carta, queste motivazioni. E a quei tempi questo era importante, oggi molti se ne fregano...basta leggere le nostre riviste.
Anche nella mia lettera Grassi se la prendeva con gli sportivi...ma a quei tempi si era appena verificato "lo scisma" di Foresto, Motti si era ammazzato, lui si sentiva tradito da quello che lui stesso aveva generato.

Una delle cose più interessanti di Giancarlo mi è sempre parsa questa ricerca dell'evanescente, le cascate, che lui chiamava spesso "ponte di cristallo"...che potrebbe essere stata una sorta di "fuga" dal mondo "sportivo" che si stava affermando. Poi, io ho cominciato a fare bouldering con i suoi libri e la sua filosofia, ed allora non era come farlo adesso. Prendevo la bici, mi facevo 30 km ad andare e 30 a tornare e stavo tutto solo su quei massi, senza mai vedere anima viva. Era veramente un contatto primordiale, tanto per usare un'altro aggettivo grassiano :D , con la roccia!

ciao

maurizio
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Messaggioda cialtrone » mar ott 03, 2006 15:18 pm

Maurizio ha scritto: Del resto la filosofia di internet non è proprio quella di amalgamare tutto, cazzate con discorsi presunti "seri"? Stessa dignità, stesso valore? E allora che sia...maurizio
A me, che sono in assoluto accordo con il Topo, piace totalmente leggere la frase che ho riportato, che riassume ciò che penso da anni.
L'amalgama è la storia non scritta, quella mai esistita, e che ha reso per pezzi vari, alcuni dei quali ampiamente scomparsi, il suo riassunto visibile ai nostri occhi.

Mi piace di penzare che a Pietro Micca, vostro (Paino e Maurisssio) concittadino, fosse caduto un fiammifero intanto che si stava accendendo un toscano, imboscato in una galleria sotto a Torino, incurante dei francesi che arrivavano... e non so se sbaglio. :mrgreen:
C'è un tratto di un film che ho amato molto in cui il regista si sofferma a mostrare i volteggi di un sacchetto di plastica in aria, per un paio di minuti.
Volteggi stupendi ed assolutamente inutili, effimeri, e corti, nel tempo.
Ma questa è vera *beltà*.

Sta a noi saperla cogliere.
Bravo Mauri che ci riporti chiacchere, bravo Paino che ci riporti esperienze.
COme dice mia nonna, avèghen!
:-D
cialtrone
 

Messaggioda marinoroma » mar ott 03, 2006 18:46 pm

cialtrone ha scritto:
Maurizio ha scritto: Del resto la filosofia di internet non è proprio quella di amalgamare tutto, cazzate con discorsi presunti "seri"? Stessa dignità, stesso valore? E allora che sia...maurizio

L'amalgama è la storia non scritta, quella mai esistita, e che ha reso per pezzi vari, alcuni dei quali ampiamente scomparsi, il suo riassunto visibile ai nostri occhi.



piove da tre giorni e sto fisso al computer, questo topic é una boa arancione nel colore grigio del mar baltico....

queste due frasi mi hanno fatto venire un mente una scena bellissima di un libro che sto leggendo adesso dove una persona si affaccia da un balcone di un hotel a Benares con vista sulle rive del Gange, e guardando la multiforme umanità affaccendata a celebrare funerali, mangiare, pulirsi, dormire, mendicare, fare affari, rubare etc etc si immmagina che dio debba vedere il mondo nella stessa maniera e conclude dicendo che si capisca che poi non abbia il tempo di occuparsi di tutti....

me l'immagino anch'io cosi :wink:
....no, non ora, non qui, questa pingue immane frana....
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Messaggioda Maurizio » mar ott 03, 2006 19:32 pm

...ed ora ho ripescato un raccontino autobiografico, che fa capire cosa era il rapporto con il compagno di cordata in quegli anni. Almeno per quanto mi riguarda. Molti, credo, si riconosceranno, altri no... E' comunque uno spaccato dell'alpinismo di quegli anni, primi anni ottanta

"Insieme andammo in una fredda domenica di gennaio, sotto la neve, a confrontarci con quanto di più duro c?era allora in circolazione nel nostro mondo: la Fessura della Disperazione al Sergent. Non poteva esserci momento meno adatto, faceva freddo e cadevano soffici fiocchi di nevischio. Eravamo due cordate, ed io e Daniele eravamo unici e possibili capitani, incaricati di traghettare in salvo i nostri equipaggi.
Il secondo e il terzo tiro prevedevano tratti di sesto e sesto superiore improteggibili sino a venti metri, cadere equivaleva a suicidarsi. Ma cadere, da una fessura come quella, era impossibile. Dovevi lasciarti andare per disperazione, appunto, o perchè il panico si era impossessato totalmente del tuo corpo e della tua mente. I compagni guardavano titubanti appesi agli scricchiolanti cunei di legno della sosta, lontano ricordo sostituito dai luccicanti spit di oggi...
Superammo quella prova indenni e fu come esserci uniti nel sangue ma non in amicizia. Senza conoscerci veramente ci univa soprattutto la corda, dato che non parlavamo molto, neanche dei nostri progetti, nè di altro. Vivevamo solo le nostre grandi avventure. Ho sempre pensato che in realtà ognuno di noi due vivesse ed arrampicasse in un mondo tutto suo. Non mi interessavo molto di quello che cercasse il mio compagno scalando queste difficili vie, se fosse più o meno forte ed ambizioso di me. Di certo lo era, sul ghiaccio come in fessura, per cui sembrava naturale che andasse avanti lui su quel terreno. Ma non c?era da parte sua un manifesto comportamento da leader.
Non avevamo molti riferimenti esterni, sebbene sapessimo a grandi linee quel che avevano fatto e facevano gli altri. Eravamo semplicemente lì, su quella precisa scena, la più prestigiosa che ci potesse essere nell?ambiente torinese, per dire la nostra."
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Messaggioda GinoFlex » mar ott 03, 2006 19:38 pm

dicevo... è impressionante come in mezzo alla marea di cazzate che girano qui,
poi ogni tanto compaiono queste perle,
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...Non conserverò questa discussione avvenuta nel forum, questo è certo, ma dopo molte ore a leggere, cose che piacevolmente mi hanno divertito, e cose meno, sono questi post che mi fanno provare soddisfazione, voi che avete conosciuto un grande dell'alpinismo, che io ammiro moltissimo, vi ritengo dei fortunati e un pò lo sono anche io che, grazie ad internet, riesco a leggere delle cose che altrimenti non potrei conoscere.

Grazie Gino
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Messaggioda cialtrone » mar ott 03, 2006 19:48 pm

Maurizio ha scritto:e fu come esserci uniti nel sangue ma non in amicizia.

Bello questo passo, bello bello.
L'ineluttabilità degli eventi mi fa sempre un effetto strano, che fa parte dell'amalgama. Come quando ti ritrovi in bocca un pezzo di mela mangiando lo stracotto, e scopri che ha un sapore che, mai codificato prima, riesce a rubare l'attenzione della lingua.


Immagino che Daniele fosse "Canepazzo", no?
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Messaggioda Payns » mar ott 03, 2006 19:54 pm

cialtrone ha scritto:Immagino che Daniele fosse "Canepazzo", no


:mrgreen:

E qui è da stabilire chi per primo coniò tale soprannome... :mrgreen:
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Messaggioda cialtrone » mar ott 03, 2006 19:59 pm

Payns ha scritto:
cialtrone ha scritto:Immagino che Daniele fosse "Canepazzo", no


:mrgreen:

E qui è da stabilire chi per primo coniò tale soprannome... :mrgreen:

Se lo sai, parla, per Dio.
Altrimenti mi rimetto ad insultarti, eccosì puoi aggiornare la tua firma, savoiardo d'egitto. :mrgreen: :lol:
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Messaggioda Payns » mar ott 03, 2006 20:06 pm

cialtrone ha scritto:Se lo sai, parla, per Dio.


Veramente non lo so per certo, mai vorrei millantare soprannomi creati da altri.. :roll:

Noi iniziammo a chiamarlo "Canepazzo" dopo un tentativo di invernale al Lourosa, recuperato dall'elicottero e con un congelamento serio alle dita dei piedi, la settimana dopo era al Palazzo a Vela ad arrampicare con il piedone fasciato e imbottito.

1980 o giù di lì.

Ma visto il facile sillogismo con il cognome non posso sapere se siamo stati i primi... :lol:
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Messaggioda biemme » mar ott 03, 2006 20:23 pm

marinoroma ha scritto: .......una scena bellissima di un libro che sto leggendo adesso dove una persona si affaccia da un balcone di un hotel a Benares con vista sulle rive del Gange, e guardando la multiforme umanità affaccendata a celebrare funerali, mangiare, pulirsi, dormire, mendicare, fare affari, rubare etc etc si immmagina che dio debba vedere il mondo nella stessa maniera e conclude dicendo che si capisca che poi non abbia il tempo di occuparsi di tutti....


... pierpaolo pasolini (l'odore dell'india) o tiziano terzani (un altro giro di giostra) ? non ricordo ...
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