Cima dei Preti - Via dei Triestini

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Cima dei Preti - Via dei Triestini

Messaggioda maivory » lun ott 05, 2009 21:38 pm

Per caso, un po' di settimane fa, tornando a casa dal Campanile di Val Montanaia, lungo la Val Cimoliana, noto dal finestrino della macchina, in alto alla mia destra un'imponente montagna argentata che ci guarda, e sembra farmi l'occhiolino da un minuscolo foro che la trafigge proprio all'inizio della sua cresta orientale.
Incuriosito da questa montagna chiedo indicazioni al mio espertissimo compagno di corda, il quale mi mette subito in guardia dicendomi che l'affilatissima cresta che disegna il profilo di questa montagna è percorsa da una via. Facile, quanto basta per essere alla portata delle mie modeste capacità "alpinistiche".
L'avventura ha già inizio nella mia mente. E lo scorso weekend si è realizzata. Che dire, una salita entusiasmante. In quella linea di confine che giace tra l'escursionismo estremo e l'alpinismo semplice. Una cresta spettacolare che vi consiglio vivamente.
Per la salita abbiamo seguito principalemente la guida del Beltrame, inaffidabile solamente per quanto riguarda la valutazione delle difficoltà (molto spesso al ribasso).
Ecco un po' di immagini

Prime luci dell'alba
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Lungo il sentiero, solo i camosci ci fanno compagnia
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L'elegante profilo di Cima Preti
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L'antro dove l'avventura ha inizio
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Il gelido versante Nord, che guarda la Val Montina
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Il Duranno ci fa compagnia fin da subito
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L'impressionante tratto di cresta dopo Cima Spellanzon
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L'esposizione sul filo di cresta è costante
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Pier nel traverso sotto il tetto triangolare, passaggio delicato
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La qualità della roccia nel traverso rende il passagio alquanto "delicato"
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La placca finale forma una perfetta piramide bianca, arrampicata entusiasmante
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Finalmente in vetta, con il Pelmo sullo sfondo
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il sentiero che passa sotto Punta Compol si snoda sopra queste placche ripide, meglio non scivolare...
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bolli rossi di vernice metallizzata freschi di giornata...
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Ultimo saluto ai Preti, prima che si addormentino anche per oggi.
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Messaggioda il.bruno » lun ott 05, 2009 21:56 pm

bella salita, prima o poi sulla cima dei preti ci voglio andare.
ma di che grado è la cresta che avete fatto?
la guida a quello lì per principio non gliela compro.

comunque è un peccato che il vandalo si accanisca su questa montagna affascinante.
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Messaggioda saverix » lun ott 05, 2009 22:11 pm

Proprio sabato ero sul Duranno e ho osservato affascinato la Cima dei Preti...gran bella salita!A giudicare dalle foto sembra un bel po' oltre "l'escursionismo estremo"...il traverso fa un po'raddrivire sulle quelle pile instabili, considerando che la proteggibilità non sarà certo formidabile... :roll:
Qualche info su i tempi?quanto ci avete messo?
Cmq anche il Duranno merita, forse meno spettacolare ed esposta(la normale si svolge in un ampio canalone), ma ambiente molto affascinante e interessante.
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Messaggioda maivory » lun ott 05, 2009 22:13 pm

il.bruno ha scritto:bella salita, prima o poi sulla cima dei preti ci voglio andare.
ma di che grado è la cresta che avete fatto?
la guida a quello lì per principio non gliela compro.

comunque è un peccato che il vandalo si accanisca su questa montagna affascinante.


Grazie. Allora Beltrame nella sua guida la dà EE+, dove il segno "+" non si sa bene cosa rappresenti.
Secondo me, è molto azzardato consigliarla ad un escursionista, anche esperto, dato che ha dei fattori che la rendono comunque alpinistica, a prescindere dalle difficoltà tecniche proprie dell'arrampicata (che non superano mai il III grado) a cominciare dall'esposizione quasi assoluta lungo tutto il percorso, dalla assenza di vie di fuga, dalla distanza da punti d'appoggio, dai dislivelli notevoli (noi l'abbiamo spezzata in 2 gg, dormendo alla Casera Laghet de Sora) ma cmq al ritorno ci siam fatti 1800 mt di dislivello, dalle discese molto infide, dalla totale assenza di protezioni lungo la via. Noi abbiamo sentito la necessità di legarci da dopo Cima Spellanzon, perché c'è un trattino iniziale di III, ma soprattutto è l'esposizione che gioca un ruolo abbastanza importante.
Il tratto più delicato cmq, è il traverso sotto al tetto, che è sempre un III, ma su roccia che come puoi vedere è meglio...se la sfiori.
Detto questo, è una via da fare solamente per l'ambiente circostante e per la maestosità di una cresta così perfetta. In molti tratti, arrampichi a cavalcioni tra la val montina e la del drap!
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Messaggioda il.bruno » lun ott 05, 2009 22:16 pm

grazie delle info
magari la prima volta ci salirò da una delle normali... comunque molto interessante la cresta che avete fatto. una caratteristica della cima dei preti vedendola da lontano è la geometria di alcune superfici, in particolare con quelle grandi placconate che scendono verso nord est.
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Messaggioda maivory » lun ott 05, 2009 22:22 pm

saverix ha scritto:Proprio sabato ero sul Duranno e ho osservato affascinato la Cima dei Preti...gran bella salita!A giudicare dalle foto sembra un bel po' oltre "l'escursionismo estremo"...il traverso fa un po'raddrivire sulle quelle pile instabili, considerando che la proteggibilità non sarà certo formidabile... :roll:
Qualche info su i tempi?quanto ci avete messo?
Cmq anche il Duranno merita, forse meno spettacolare ed esposta(la normale si svolge in un ampio canalone), ma ambiente molto affascinante e interessante.


Allora parcheggiando l'auto a Pian fontana, ci metti attorno alle due ore per comodo sentiero fino a Casera Laghet de Sora. Noi siamo partiti vs le 16.30 di sabato, dormito lì alla Casera. Poi la domenica, dalla casera al foro dove inizia la via conta più o meno un'ora e mezza. Per la via, dipende dai tratti che fai con la corda. Noi ci siam legati dalla forcella tra Cima Spellanzon e l'anticima dei preti, con alcuni tratti in conserva. Ci abbiamo messo attorno alle quattro ore e mezza. Per la discesa, da non sottovalutare, metti altre quattro ore, se vai giù per Forcella Compol.
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Messaggioda kala » lun ott 05, 2009 22:54 pm

maivory ha scritto:Grazie. Allora Beltrame nella sua guida la dà EE+, dove il segno "+" non si sa bene cosa rappresenti.
Secondo me, è molto azzardato consigliarla ad un escursionista, anche esperto, dato che ha dei fattori che la rendono comunque alpinistica, a prescindere dalle difficoltà tecniche proprie dell'arrampicata (che non superano mai il III grado) a cominciare dall'esposizione quasi assoluta lungo tutto il percorso, dalla assenza di vie di fuga, dalla distanza da punti d'appoggio, dai dislivelli notevoli [...]


Beltrame, nella sua personalissima gradazione dei percorsi che tende a generare confusione dati i nomi simili a quelli della classificazione più diffusa, con EE+ intende una via fino al II anche continuo e sostenuto. Per questo pecorso evidenzia in particolar modo l'arditezza, la solitudine, il dislivello e la continua, forte esposizione. Niente a che vedere con l'escursionismo in senso stretto, dunque, tanto più che notoriamente sottostima regolarmente le difficoltà.

Splendido percorso, comunque, mi piacerebbe poterlo fare prima o poi.

Se stringi il pugno la tua mano è vuota: solo con la mano aperta puoi possedere tutto.
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » mer ott 07, 2009 12:55 pm

chiunque abbia fatto quel bollo è deficiente... :?

anzi di più, la stupidità fatta persona... :!:
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Messaggioda Vertical » mer ott 07, 2009 13:10 pm

saverix ha scritto:Noi siamo partiti vs le 16.30 di sabato, dormito lì alla Casera.


.....allora quasi certamente ci siamo incrociati al parcheggio, :roll: noi eravamo i due piuttosto alti con la stilo e le facce un po' sconvolte che erano appena scesi dalla Cima dei Cantoni.

Piacerebbe mettere anche a me delle foto così spettacolari della cresta del Checco fatta sabato...peccato che a differenza di quanto previsto dall'osmer, il tempo era una m...a.....nuvole basse tutta la giornata...tant'è che nelle nebbie abbiamo cappellato alla grande il percorso e siamo andati a incrodarci in posti decisamente pericolosi....sui cantoni alla fine ci siamo arrivati da Forc. Compol :?

Bella però la salita dei Triestini...è in programma anche per noi, mi sa per il prossimo anno ormai....anche perchè l'idea sarebbe di farla in giornata....secondo te è fattibile?
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Messaggioda maivory » mer ott 07, 2009 13:36 pm

Vertical ha scritto:
saverix ha scritto:Noi siamo partiti vs le 16.30 di sabato, dormito lì alla Casera.


.....allora quasi certamente ci siamo incrociati al parcheggio, :roll: noi eravamo i due piuttosto alti con la stilo e le facce un po' sconvolte che erano appena scesi dalla Cima dei Cantoni.

Piacerebbe mettere anche a me delle foto così spettacolari della cresta del Checco fatta sabato...peccato che a differenza di quanto previsto dall'osmer, il tempo era una m...a.....nuvole basse tutta la giornata...tant'è che nelle nebbie abbiamo cappellato alla grande il percorso e siamo andati a incrodarci in posti decisamente pericolosi....sui cantoni alla fine ci siamo arrivati da Forc. Compol :?

Bella però la salita dei Triestini...è in programma anche per noi, mi sa per il prossimo anno ormai....anche perchè l'idea sarebbe di farla in giornata....secondo te è fattibile?


Forse ho capito chi sei, può essere che abbiamo parcheggiato la macchina vicino alla vostra?
Mi dispiace per il tempo che avete trovato, anche noi sabato salendo su a Casera Laghet abbiamo trovato una nebbia pazzesca, svanita fortunatamente l'indomani.
Com'è la Cresta del Checco?? voglio sapere tutto! sarebbe nei miei piani pure quella. :D
Per i Triestini in giornata...tecnicamente è possibile, però perché togliersi il piacere di dormire alla Casera e partire un po' più riposati? Conta che sono 900 mt di dislivello in meno partendo dalla Casera...e la discesa dai Preti fino a Pian Fontana è bella lunga.
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Messaggioda Vertical » mer ott 07, 2009 15:48 pm

maivory ha scritto:Forse ho capito chi sei, può essere che abbiamo parcheggiato la macchina vicino alla vostra?
Mi dispiace per il tempo che avete trovato, anche noi sabato salendo su a Casera Laghet abbiamo trovato una nebbia pazzesca, svanita fortunatamente l'indomani.
Com'è la Cresta del Checco?? voglio sapere tutto! sarebbe nei miei piani pure quella. :D
Per i Triestini in giornata...tecnicamente è possibile, però perché togliersi il piacere di dormire alla Casera e partire un po' più riposati? Conta che sono 900 mt di dislivello in meno partendo dalla Casera...e la discesa dai Preti fino a Pian Fontana è bella lunga.



Esatto, avete parcheggiato proprio affianco alla nostra macchina....infatti vi ho invidiato parecchio, perchè era chiaro che il giorno dopo sarebbe stato bellissimo!

Comunque la cresta del Checco per quel poco che abbiamo visto tra le nebbie era spettacolare....per arrivare in forcella di Tarsia abbiamo seguito un percorso leggermente diverso da quello del Beltrame perchè il mio compare già l'anno passato aveva provato ad arrivarci ma alla fine si era incrodato tra i mughi, così noi per salire non abbiam preso la prima colata di sassi che si incontra, ma abbiamo proseguito appena dopo il bivio tra Val Dei Frassin e Val dei Cantoni, lì sulla sx si trova il greto di un torrente che si risale dritti fin sotto le rocce, si costeggiano le rocce verso sx e quindi ancora su dritti tra prati e mughi radi fino ad arrivare appena a dx della forcella...la direzione in cui poi prosegue la cresta.

Forse è un po' più faticoso del giro del Belrame, ma così è impossibile sbagliare.

Da lì si parte con la cresta ma il percorso, pur con la descrizione dettagliata, boh...noi non siamo riusciti a seguirlo alla perfezione. Le tracce sono praticamente nulle, in tutto il pezzo che abbiamo fatto, solo UN ometto all'inizio e poi il nulla.....forse con meteo ottimo era elementare seguire la cresta, ma con visibilità 100 metri semplicemente non capivamo mai a che punto eravamo.

Fino a sotto la Cima del Checco ( dove abbiamo sbagliato), ricordo solo 2 passaggi delicati, un traverso molto esposto di II su roccia ottima non molto dopo la forcella e l'aggiramento di uno spuntone proprio prima della forcelletta successiva alla cima quotata 2170, pochi metri ma su roba poco solida e in discesa.
Fino a lì la corda non è necessaria a mio parere e probabilmente neppure più avanti ....però a posteriori vista la possibilità di sbagliare percorso, io la prossima volta la porterei comunque.

Da lì si vede una bella placconata e il Beltrame diceva di portarsi quasi sotto la prima punta e di passarla appena sotto la cima in direzione val dei cantoni.....noi eravamo convinti di essere vicini alla cresta e invece causa nuvole ci trovavamo appena a metà, così ci siamo buttati nella cengia evidente che si vede nella foto, che però era clamorosamente errata. Risalendo una rampa espostissima ( III?) avremmo anche potuto rientrare da lì nella forcella alta che si vede tra le due punte, ma vista la difficoltà di orientamento e l'assenza di corda :roll: abbiamo desistito e disarrampicato fino al ghiaione, non senza difficoltà e attimi diciamo di tensione ( si muoveva tutto...) .
Ripiegando sulla normale.....abbiamo fatto un bel traverso sulle placconate sotto cima cantoni ( bellissima roccia) fino a ritrovare la AV6 poco sotto la forcella Compol e da lì facilmente in cima: panorama eccezionale....nel senso che di solito da lì si vedono Duranno, Preti Frati le dolomiti il mare...invece eccezionalmente solo per noi.....non si vedeva un casso ( e neppure Erto).

Solo per pochi minuti si era aperto un pelo e quindi dall'alto il percorso era più chiaro, anche se ancora alcuni passaggi di discesa dalla cima del Checco (almeno da lontano) non sembrano affatto banali.

Nella foto si vede uno schizzo del nostro itinerario...ovviamente la foto non è di sabato.

Rientro per forcella cacciatori e val de drap....spaccagambe.

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Messaggioda maivory » mer ott 07, 2009 18:55 pm

grazie per le preziose info. Sicuramente per l'estate prossima la metto in agenda tra le prime uscite dopo il disgelo!
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Precisazioni ed opinioni

Messaggioda Paolo46 » lun ott 19, 2009 17:13 pm

Giunga un caloroso saluto a tutti voi di questo forum ed un ringraziamento a chi consulta i miei libri.

Ho letto con molta attenzione tutte le vostre opinioni e cercherò di rispondere nel miglior modo a quelle inerenti la mia valutazione delle difficoltà e la segnalazione dei sentieri.

Devo innanzi tutto fare una premessa: tutte le vie descritte sono state da me svolte sia in salita che in discesa da solo ed in libera assoluta senza neanche un metro di cordino nello zaino (anche la via alpinistica comune al Duranno), tutte in giornata e dal fondovalle (tenete presente che io sono un sessantaquattrenne e non ho più l?agilità ed il fisico della maggioranza degli scriventi in questo forum). In seguito, queste vie sono state ripetute in compagnia di altri escursionisti, non certo alpinisti, per avere conferma delle mie valutazioni. Tengo a precisare un fattore: svolgere gli itinerari in libera e da soli è forse il miglior modo per capire le vere difficoltà; quando infatti si è soli e senza cellulare, non si hanno sostegni morali o psicologici che farebbero altrimenti vincere ostacoli ben più difficili. Tutti gli amici che mi hanno accompagnato per la verifica di queste vie erano tranquilli e sereni, magari anche per merito della mia esperienza che li rasserenava vedendomi svolgere agevolmente i vari passaggi con tanto di sorriso e nessun allarmismo, tuttavia chiacchieravano anch'essi del più e del meno con me anche mentre salivamo i tratti impegnativi.

Veniamo alle valutazioni, prendendo come esempio la splendida via dei Triestini, quasi sconosciuta prima della mia pubblicazione ed oggi, lo si rileva dal libro di vetta, molto frequentata. Detta via presenta un solo passaggio di secondo grado ?pieno?, tutto il resto è tra il primo ed un secondo inferiore su roccia eccellente ma con esposizione altissima. Solo le discese dalle tre punte che si incontrano sono alquanto franose e sì delicate, ma non certo difficili; se questa via continuerà a venir ripetuta al ritmo odierno, anche queste discese si ripuliranno dei detriti, come è successo ad esempio alle vie comuni della Ovest e Grande di Lavaredo. Queste ultime vie, quando le salii per la prima volta una quarantina di anni fa, non si presentavano belle pulite e con appigli solidi come oggi, ma erano piene di detriti ed appigli instabili, ora ripuliti dai numerosi passaggi. Ad avvalorare la mia correttezza sulla valutazione di questa via copio ed incollo ciò che è stato stampato nel libro:

"Difficoltà - EE+. La prima parte del percorso d?avvicinamento al foro della cresta Nord fino a quota di circa 2370 m è di carattere escursionistico. La seconda parte è da considerarsi per soli escursionisti esperti con confidenza alpinistica poiché, pur presentando in prevalenza difficoltà di 1° e brevi passaggi di 2°, l?esposizione è altissima. Consiglio di portarsi appresso almeno 20 m di cordino, qualche anello di fettuccia ed un paio di moschettoni." Sul passaggio Chiave: "Questo è il punto più difficile e delicato dell'intero percorso. Dopo essersi alzati di un paio di metri da destra a sinistra, un passaggio di c. 5 m d?attraversamento a sinistra, tecnicamente facile e su roccia solo apparentemente malferma, incute una certa emozione dovuta alle centinaia di metri di vuoto sotto i tacchi (alla fine del traverso una sicura lama di roccia che si stacca dalla parete permette un comodo punto di recupero infilandoci un anello di cordino)."


Tengo a precisare che non esiste una scala ufficiale che specifici le difficoltà escursionistiche. Dai molti libri che ho consultato mi sono avvalso di quella che mi è sembrata più idonea ma, indipendentemente da ciò, mi sono avvalso anche della scala Welzenbach che non lascia dubbi. Cosa significa EE+? L?ho scritto sulle avvertenze ma qui cerco di esprimermi meglio. Significa che se quel tratto di roccia si trovasse sul giardino di casa e non librato sopra abissi impressionanti, lo salireste e scendereste fischiettando magari anche con le mani in tasca. Nella valutazione tecnica di una difficoltà, per principio, non va tenuto conto né dell?esposizione né della precarietà della roccia, caratteristiche che vanno sì evidenziate ma che non devono influire sul grado della scala Welzenbach. Mi sono forse dimenticato di esporre ciò sulle mie relazioni? Mai! Indipendentemente dalla valutazione escursionistica, chi mi legge dovrebbe tener presente anche della valutazione in gradi da me sempre espressa nelle relazioni e completata dalla descrizione della qualità della roccia oltre al fattore esposizione. Altri fattori che possono influire sulla mancanza di oggettività delle valutazioni sono le condizioni meteo e la stanchezza fisica. Deve essere chiaro, quando uno affronta una via di 1500/2000 m di dislivello non può e non deve intraprenderla senza il dovuto allenamento e senza la certezza di condizioni meteo stabili.

Aggiungo una nota sulla segnaletica delle vie. Prendo esempio da quella diretta di discesa (o salita, cito discesa perché in salita è molto più intuitiva) dalla forcella Compol alla val Cimoliona che evita la forcella del Cacciatore, ideale per chi proviene dalla via dei Triestini o da altre vie di salita ai Preti. Questo più facile percorso permette di evitare la complicata e scarsamente segnalata discesa dalla forcella del Cacciatore (oltretutto lungo roccia di primo e secondo grado abbastanza labirintica) che conduce all?attraversamento del sottostante nevaio alquanto pericoloso in stagione avanzata per gli invisibili vuoti sottostanti, ed ancora più pericoloso se ghiacciato. Detta via diretta era stata segnalata da pochi e piccoli bollini rossi che permettevano un rientro anche in caso di nebbia da parte di chi non l?avesse mai percorsa, evento abbastanza comune.

Il progressivo aumento del filisteismo nell?odierna società ha fatto sì che un gruppo di integralisti si fosse armato di scalpello e martello per cancellare questi bollini. Vorrei ricordare che è di qualche anno fa l?evento di un escursionista che ha dovuto passare la notte tra le rocce scendendo dalla forcella Compol verso il Greselin perché sorpreso dalla nebbia, a causa della scarsissima segnalazione oggi fortunatamente ripristinata non certo da parte dei filistei di cui sopra; ovviamente questo fatto ha messo in allarme la famiglia dell?escursionista che, non vedendolo rincasare, ha dovuto mettere in moto la macchina del soccorso la quale ha potuto intervenire solamente con la luce del giorno seguente (avrebbe potuto non sopravvivere alla notte). Cito anche una tragedia recente (di quest?anno) accaduta sulla Cima grande di Lavaredo a causa della totale cancellazione dei bollini rossi sempre per opera dei filistei: in fase di discesa moglie e marito, sorpresi dalla nebbia, si sono persi e sono finiti nei precipizi; lei è caduta e morta, il soccorso alpino è potuto intervenire solo a tragedia ormai avvenuta. Certamente in questo periodo di profonda crisi di lavoro chi cancella i bollini incrementa di molto il lavoro del soccorso alpino, ed evidentemente ciò va visto come un fatto positivo che giustifica anche la perdita di vite umane. Tornando allo specifico caso della discesa dalla forcella Compol, a quanto pare qualcuno si è veramente arrabbiato e, a ragion veduta (dopo quello che ho detto), ha ripristinato la segnaletica in modo non più ?scalpellabile?: questa volta devono portar via i sassi dipinti.

E con ciò vi saluto con l?augurio di buone salite,
Paolo Beltrame
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Re: Precisazioni ed opinioni

Messaggioda kala » lun ott 19, 2009 17:41 pm

Paolo46 ha scritto:...


Ciao Paolo.
Tutto quello che dici riguardo le difficoltà della Via dei Triestini è perfettamente ragionevole ed anche condivisibile; mi permetto solo le seguenti osservazioni:

- molti che l'hanno percorsa sostengono che le difficoltà tecniche siano maggiori: pur condividendo la tua opinione (sulla difficoltà tecnica "assoluta", a prescindere da fattori esterni) mi rimane il dubbio sull'effettiva valutazione; data la mia scarsa esperienza, in genere e sulla via in questione, sospendo il giudizio;

- il tuo sistema di valutazione è visto un po' come fumo negli occhi da molti - ritengo - perché mal si sposa con il significato che a quelle sigle si tende a dare abitualmente: a me - da persona logica - basta la tua premessa nel libro, peraltro piuttosto chiara anche se un po' sui generis.

Sul discorso dei bolli invece non mi trovi per niente d'accordo. Io sono uno di quelli che andrebbe a toglierli - giusto per parlar chiaro - e le tue motivazioni proprio non mi convincono. Tornerò più tardi su questo, se vorrai parlarne, sperando di approdare ad un dialogo ragionevole.

Ciao
Kala

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Messaggioda Paolo46 » lun ott 19, 2009 18:41 pm

Caro Kala,

premetto che io non ho bisogno di bollini rossi.
Ho percorso migliaia di vie senza bollini (la mia attività di montagna mi porta ad un dislivello annuo di salite che supera i 100 mila metri, quando ho percorso tutto il gruppo dei Preti-Duranno ho passato i 190 mila metri in un anno), mi sono perso un sacco di volte ma ne sono sempre saltato fuori anche affrontando passaggi scabrosissimi, ancor oggi riesco a superare tratti purché brevi di sesto grado in libera assoluta. A me non servono certo i bollini rossi! Ma quando si tratta di sentieri in cui l?escursionista, magari colto dalla nebbia, rischia di non rientrare a casa allora tutta la filosofia della segnaletica deve avere uno scopo ben preciso: quello di salvare vite umane. Io ho fatto parte del soccorso alpino per diversi anni e so benissimo cosa significa venir chiamati nel cuore della notte, strappati alla famiglia o agli impegni di lavoro. Però lo facevo volentieri perché la mia era una passione vera. Certamente vorrei anch?io una montagna primordiale e magari senza trovare alcuna persona quando si arriva in vetta. Godersela tutta da soli, ma questo è egoismo perché la montagna, come l?aria, è un bene di tutti. Rispetto le idee di tutti e vorrei che anche le mie venissero rispettate tenendo presente che viviamo in un mondo civile che ha progredito e che ha fatto della montagna un modo per guadagnarsi da vivere per molti valligiani che altrimenti avrebbero dovuto evacuare nelle città. Se tutti vogliamo tornare alle origini (ma tutti) allora così sia fatto. Ma cerchiamo di non essere invasi dall?ipocrisia: niente telefonino, niente auto, niente riscaldamento, niente ospedali e niente di tutto il resto che il progresso ci offre. Non credere che io sia contrario a questo, probabilmente allora avevano una vita più breve ma più serena senza lo stress della caotica vita odierna.

Ciao
Paolo
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segnavia selvaggio-basta con l'imbrattamento

Messaggioda emanuele » lun ott 19, 2009 19:08 pm

la montagna va rispettata e l'imbrattamento dei percorsi escursionistici con bolloni rossi denota una scarsa sensibilità ambientale ed un pressapochismo "alpinistico"; in questo caso poi si invoca con isteria la "sicurezza" in modo alquanto inappropriato e superficiale; chi sale una via come la dibona alla grande di lavaredo deve prima informarsi bene sulla discesa e non contare sull'ovvietà del percorso, visto che è iperfrequentato!!
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Re: Precisazioni ed opinioni

Messaggioda AndreaVe » lun ott 19, 2009 19:19 pm

Paolo46 ha scritto:Giunga un caloroso saluto a tutti voi di questo forum ed un ringraziamento a chi consulta i miei libri.

....

Aggiungo una nota sulla segnaletica delle vie. Prendo esempio da quella diretta di discesa (o salita, cito discesa perché in salita è molto più intuitiva) dalla forcella Compol alla val Cimoliona che evita la forcella del Cacciatore, ideale per chi proviene dalla via dei Triestini o da altre vie di salita ai Preti. Questo più facile percorso permette di evitare la complicata e scarsamente segnalata discesa dalla forcella del Cacciatore (oltretutto lungo roccia di primo e secondo grado abbastanza labirintica) che conduce all?attraversamento del sottostante nevaio alquanto pericoloso in stagione avanzata per gli invisibili vuoti sottostanti, ed ancora più pericoloso se ghiacciato. Detta via diretta era stata segnalata da pochi e piccoli bollini rossi che permettevano un rientro anche in caso di nebbia da parte di chi non l?avesse mai percorsa, evento abbastanza comune.

Il progressivo aumento del filisteismo nell?odierna società ha fatto sì che un gruppo di integralisti si fosse armato di scalpello e martello per cancellare questi bollini. Vorrei ricordare che è di qualche anno fa l?evento di un escursionista che ha dovuto passare la notte tra le rocce scendendo dalla forcella Compol verso il Greselin perché sorpreso dalla nebbia, a causa della scarsissima segnalazione oggi fortunatamente ripristinata non certo da parte dei filistei di cui sopra; ovviamente questo fatto ha messo in allarme la famiglia dell?escursionista che, non vedendolo rincasare, ha dovuto mettere in moto la macchina del soccorso la quale ha potuto intervenire solamente con la luce del giorno seguente (avrebbe potuto non sopravvivere alla notte). Cito anche una tragedia recente (di quest?anno) accaduta sulla Cima grande di Lavaredo a causa della totale cancellazione dei bollini rossi sempre per opera dei filistei: in fase di discesa moglie e marito, sorpresi dalla nebbia, si sono persi e sono finiti nei precipizi; lei è caduta e morta, il soccorso alpino è potuto intervenire solo a tragedia ormai avvenuta. Certamente in questo periodo di profonda crisi di lavoro chi cancella i bollini incrementa di molto il lavoro del soccorso alpino, ed evidentemente ciò va visto come un fatto positivo che giustifica anche la perdita di vite umane. Tornando allo specifico caso della discesa dalla forcella Compol, a quanto pare qualcuno si è veramente arrabbiato e, a ragion veduta (dopo quello che ho detto), ha ripristinato la segnaletica in modo non più ?scalpellabile?: questa volta devono portar via i sassi dipinti.

E con ciò vi saluto con l?augurio di buone salite,
Paolo Beltrame


Giunga anche a te un saluto ... un po' freddino, in sintonia con queste giornate.
Non oso pensare che diavolo hai combinato, te o chi per te, nella discesa dalla Forcella Compol. Ma verrà fuori presto qualche immagine a documentare lo scempio. E la successiva ripulitura, puoi ben starne certo. A costo di riportarci a valle i sassi dipinti. Ma in questo caso la prima tappa sarebbe la caserma dei Carabinieri o della Forestale per una bella denuncia. Che dici, una perizia calligrfica ci potrebbe anche stare?
E quel giorno che è stata "ripassata" a tuo modo la segnaletica sei stato visto sui preti con le mani sporche di vernice.

Tolto questo sassolino dalla scarpa, ma che vai dicendo?
Chi sei per arrogarti il diritto di andare in giro per i monti con pennello e secchiello in mano? Perchè a tuo insindacabile giudizio la Val dei Cantoni deve essere un percorso segnalato con grossi bolli rossi ogni dieci metri?
Sei fuori da qualsiasi logica di civile convicenza, dalle regole che normano la segnaletica dei sentieri. E sei lontano anni luce dal rispetto per i luoghi che frequenti e che vorresti promuovere.
Togli il diritto di molti di vivere quei luoghi così come erano prima del tuo passaggio. La tua opera di verniciatore non aumenta il valore degli itinerari che descrivi, itinerari che erano selvaggi, non è da stimolo per l'escursionista ad accrescere la propria esperienza su terreni non addomesticati.
La realtà è che vuoi promuovere solo il tuo prodotto; più rendi gli itinerari che descrivi fruibili, più allarghi il tuo possibile bacino di clienti.
E, per piacere, non venire a raccontare che grazie alla tua preziosa opera l'escursionista finalmente è sicuro di girare per i monti meno noti....
Di esempi di gente che si perde su sentieri ufficiali super segnalati e recuperati dal Soccorso ce nè a bizzeffe. Non serve che tu porti questi incapaci anche su terreni più difficili facendo finta di renderli alla portata di tutti.
Vieni a confrontarti apertamente sulla questione, magari col CAI ed il Soccorso Alpino: vieni a sentire cosa pensano per davvero loro delle porcherie che stanno creando scempio sulle nostre montagne.
Metti la faccia e la firma alle tue azioni.
Noi la nostra ce la mettiamo, ci esponiamo in prima persona andando i ripulire la Cima dei Preti.
E lascia libera quella parte di montagna che non ha ancora subito l'offesa dei nuovi valorizzatori. Tra i tuoi bolli rossi in Val dei Cantoni o su al Compol e la nuova via ferrata al Faloria non c'è nessuna differenza: entrambe le opere sono state realizzate sotto lo stesso ideale: rendere la montagna fruibile sempre e comunque da chiunque, in nome e per conto (e per uso e consumo) dell'interesse personale di pochi. Senza minimante pensare agli "effetti collaterali" che tali opere comportano sul terreno dove vengono messe in essere.
Mi sembra un'ottima filosofia, complimenti.
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Messaggioda AlbertAgort » lun ott 19, 2009 19:21 pm

paolo:

abbiamo capito dai tuoi messaggi che sei uno che in montagna va via forte, che in montagna ci sei andato e ci sai andare, in libera e da solo.
Fattosta che per questo dovresti sapere meglio di me che il miglior modo per evitare un pericolo, è quello di evitare la situazione potenzialmente pericolosa. Da qui parte l'idea che la tua tesi di segnare le vie normali, pubblicate sui tuoi libri, con bolli rossi, per far si che la gente non si perda, non regga.
Difatti se sulla cima x salivano 5 persone all'anno, appassionate, preparate, ora grazie alle tue relazioni, ai tuoi segnali rossi, ne saliranno 20, che altrimenti e probabilmente non saprebbero nemmeno dell'esistenza di codesta cima.

In questo forum non troverai molte persone che concordano con te. anzi probabilemente il 90% dei forumisti la penserà in maniera diametralmente opposta a te. io sono uno di questi, perchè se uno si porta appresso gps, computer palmare con intenet, cellulare, son cazzi suoi. Son cazzi suoi se al bivio guarda su google maps le immagini da satellite per capire dove andare. Ma un bollo rosso grande come un cerchio da 18" è li per tutti, anche per chi non lo vorrebbe usare, e si vede costretto ad usarlo (come quando fai le parole crociate e qualcuno ti suggerisce la parola, che fai non la scrivi?). E sopratutto è indelebile, è un pugno nell'occhio, come un herpes su delle belle labbra.
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Messaggioda Paolo46 » lun ott 19, 2009 19:26 pm

Caro Emanuele,

prova andare ad informarti sulla discesa dalla Grande al rifugio Auronzo e poi mi saprai dire.
Ma a parte ciò, afferro che, secondo te, quella coppia di Tedeschi che hanno sùbito la disgrazia della morte della moglie se la sono pienamente meritata. Non erano completamente dei sprovveduti avevano portato con se corde ed attrezzatura, ma son finiti male egualmente. In ogni caso, quando si viene colti dalla nebbia, non ci sono informazioni che tengano. Io mi son trovato una volta su delle tracce di passaggio sotto la cuspide di una vetta nella nebbia più fitta, ho girato intorno alla cuspide per ben due volte, poi mi sono reso conto di certe configurazioni rocciose che avevo già notato. In quel caso ne sono uscito con l'aiuto della bussola, ma non tutti ce l'hanno sempre appresso. Tu, sì?

Ciao,
Paolo
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Messaggioda kala » lun ott 19, 2009 19:32 pm

Paolo, capisco quello che intendi dire.

Che tu non abbia bisogno di bolli rossi e tutto il resto ti credo sulla parola, ti conosco un po' di fama e penso nessuno ti neghi le capacità che indubbiamente hai di muoverti in montagna su difficoltà tecniche e di orientamento elevate.

Ciononostante non penso che questo c'entri con la discussione. Immagino bene che tu, prima di segnalare certi itinerari, li abbia percorsi così come erano prima, con tracce sicuramente meno marcate di passaggio.

La differenza che separa le nostre azioni sta evidentemete nel dopo: tu, sicuramente non senza le adeguate riflessioni (che in parte sopra esponi), hai deciso di segnalare meglio (o per la prima volta) quei percorsi, io forse avrei scelto di lasciarli così come li avevo trovati.

E non c'entrano certo le morti in montagna, che tiri in ballo - permettimi di dirlo - un po' a sproposito. Non ci sia polemica tra noi, rispettiamo le persone tragicamente morte in montagna per quanto io stesso per primo - soprattutto comparando la loro (s)ventura col mio modo di intendere l'andar per monti - sia spesso giunto a giudizi magari non condivisibili da tutti.

Anch'io non ho bisogno di segni rossi. Non perché sia particolarmente bravo, od esperto: arrampico solo su difficoltà modeste e in caso di rischio vero (per esposizione, isolamento, difficoltà) non esito certo a tornar sui miei passi; e neanche sono un perfetto cercatore di tracce, ché le volte che mi son perso non son certo poche.

Non ritengo neanche - giusto per esser chiari - che il rischio ed il pericolo vadano perseguiti ad ogni costo: se fosse per salvare una vita - dicevo l'altro giorno ad un amico - dipingerei l'intera montagna di rosso, personalmente.

Ritengo però che l'andar per monti non possa, non debba andar disgiunto con la concezione del rischio, con la valutazione del rischio per la propria persona di fronte alle proprie capacità.

La montagna - quella vera, quella che piace anche a te - ti mette di fronte a scelte forti, a difficoltà oggettive che non vanno sottovalutate nè banalizzate.

Segnare i sentieri, lasciare traccia del proprio passaggio, fa parte del patrimonio culturale dell'uomo da sempre, lo si fa per mille giustficati motivi. Ma segnalare certi percorsi in certi modi va ben oltre lo scrupolo - umanissimo e giusto - che ti fai di prevenire gravi tragedie.

E questo - di lasciare certa montagna, non tutta - in qualche modo intatta non ha neanche a che vedere con certo integralismo o snobismo che si cita tanto spesso; che uno sia bravissimo ad andare in montagna o che per un altro questa sia una perfetta sconosciuta è assolutamente lo stesso: entrambi avranno davanti a sè delle difficoltà soggettive, dei limiti imprescindibili. Quello che è uguale per tutti è invece il modo di affrontare la montagna: con umiltà, con spirito di scoperta, con gioia, con voglia di divertisrsi. Così come faccio io, così come fai te. Voler tracciare a tutti i costi un percorso precostruito per gli altri, anche pensando di esser nel giusto, può risultare pernicioso non solo nello spirito.

Così penso che ci sia già terreno di gioco per tutti, dai più scarsi ai più bravi - se proprio vogliamo (ma dobbiamo?) fare questa differenza: ognuno deve essere in grado (è questa la cosa più importante) di affrontare quei percorsi che più sono consoni al suo modo di andar per monti, con la scelta del rischio che più gli aggrada. A nulla vale - a mio parere - addomesticare certi percorsi per il beneficio di chissachì: quando uno penserà di esserne in grado volgerà da solo il suo sguardo verso quei percorsi, e ne trarrà tanto maggior gioia (come è capitato sicuramente a te) dovendo affrontarli con l'insicurezza delle difficoltà e del tracciato da scoprire.

O parlato a lungo e senza fermarmi molto a correggere, spero si capisca quello che intendo.

Se stringi il pugno la tua mano è vuota: solo con la mano aperta puoi possedere tutto.
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