Settimana scorsa uso qualche giorno residuo di ferie per un giro in Dolomiti.
Un amico mi propone la via normale al Dente del Sassolungo.
Mercoledì siamo al Passo Sella. Vento forte, freddo (previsti) e neve (non prevista).
Appena smette, lo stesso ci muoviamo verso il rifugio Vicenza, attraverso scenari quasi invernali, con contrasti di luce notevoli.






Arriviamo, temperatura -4°C. Telefonata ad Arabba e scopriamo che le previsioni per il giorno dopo sono così così.
Infatti il giorno dopo il cielo è coperto e ci dedichiamo ad una camminata al rifugio sassopiatto e ritorno.
Venerdì le previsioni sono migliori, anche se rimane il vento forte e lo 0 termico, pure in risalita, non supererà di molto la quota della vetta.
Infatti la mattina dopo ancora nuvole aleggiano tra le torri
iniziamo a salire ugualmente alla forcella del sassopiatto
dopo un po' mettiamo i ramponi, che il sottile strato di neve cela a tratti ghiaccio vivo, a tratti ghiaccio impastato con ghiaia. ciononostante non sarò rilassatissimo in qualche passaggio, non avendo con me gli scarponi pesanti ma quelli da trekking.


siamo sotto la forcella occidentale, dato il vento molto forte e le rocce incrostate di galaverna, rinunciamo alla vetta. ci leghiamo per salire il salto per la forcella occidentale, il cui canale verso sud dovrebbe essere più semplice, poi visto il terreno infido coperto di neve inconsistente decidiamo di raggiungere la forcella orientale, di accesso più semplice dal nostro lato. Nel frattempo il vento spazza le ultime nubi.




scendiamo a sud, dove il sole rende la temperatura più dolce, anche se il terreno rimane aspro (ghiaie e saltini rocciosi ripidi e coperti di neve).
la neve in scioglimento provoca il distacco di qualche blocco, ma non ci coinvolge.


usciamo dal canalone (una doppia su un salto di alcuni metri, poi seguendo ometti si esce sulla sinistra) e prendiamo la traccia che rimanendo alta sotto le pareti conduce al passo sella.

I versanti sud si ripuliscono dal ghiaccio e dalla neve, mentre i versanti nord rimangono incrostati.
Peccato per il meteo sfavorevole, che forse avrebbe suggerito mete meno elevate, ma comunque è uscito un giro interessante in un gruppo dolomitico che, dopo il passaggio da adolescente escursionista anni fa, ho finalmente frequentato con ottica alpinistica.
Da segnalare addirittura qualche cascata quasi formata (ma magari ora si è già sciolto tutto) e una corda fissa sulla parete sud dell'avancorpo del Dente.