Pete Livesey

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Pete Livesey

Messaggioda lamontagnadiluce » mar dic 29, 2009 0:15 am

di Paolo Crosa Lenz


Nell?aprile 1975 Tino Micotti partecipò ad una ?visita di studio? in Galles per conoscere le nuove tecniche di arrampicata elaborate nel mondo anglosassone. Del gruppo italiano di istruttori nazionali del CAI, guidato da Franco Alletto, facevano parte anche Renato Casarotto, Gianluigi Vaccari, Roberto Chiappa, Toni Gnoato, Sergio Martini, Carlo Zonta. La visita, su invito del British Mountaineering Council, durò una settimana ed ebbe come sede il Centro di alpinismo di Plasy Brenin nel Galles nord-occidentale dove gli alpinisti italiani arrampicarono nei luoghi storici dell?arrampicata inglese: il Llanberis Pass e il Clogwin d?ur Arddu, falesie alte poche decine di metri in mezzo alla campagna o a picco sul mare.

Ad accogliere i nostri c?erano alpinisti del calibro di Pete Livesey, Pete Boardman, Joe Tasker e la forte arrampicatrice Jill Lawrence che gli italiani soprannominarono subito ?cespuglio? per i folti capelli ricci. Fu non solo l?incontro tra il vertice dell?alpinismo italiano e il meglio di quello anglosassone, fu l?incontro-scontro tra le tecniche di scalate in alta quota e l?arrampicata di falesia. Insomma, scarponi e martello contro scarpette a suola liscia e nuts; il casco e i capelloni. All?inizio i nostri non riuscirono ad alzarsi su quelle pareti brevi e lisce; Renato Casarotto pronunciò la celebre frase ?I xè superiori? e andò a comprarsi un paio di EB. Poi i nostri ?rubarono il mestiere?. Al ritorno in Italia, Tino Micotti tenne una storica conferenza al CAI di Omegna dove presentò per la prima voltà le scarpette di arrampicata (le mitiche EB), dadi e nuts, ma soprattutto la nuova etica dell?arrampicata. Così arrivò fra i monti del Verbano Cusio Ossola la rivoluzione dell?arrampicata moderna.


[youtube]http://www.youtube.com/v/AAm10A3QFBo[/youtube]
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Messaggioda generazione tepa sport » mar dic 29, 2009 1:02 am

non solo EB supegratton ma anche imbragatura bassa "Troll Don Wihllans",
l'utilizzo dei "primi" rinvii preparati e i vari nuts

Ma queste nuove tendenze erano già state "anticipate" nei primi anni 70 da Cozzolino con le scarpe da ginnastica e il "pouff" polvere dei ginnasti (subito dopo segui' il magnesio).

Mescolate anche poi con le nuove "tecniche" californiane, durante le prime visite in Yosemite (Bertone e Cosson: Nose con scarponi non fecero testo)
di Gogna, Preti, Perlotto e Corte Colo ecc.

Indubbiamente il mettere in contatto alpinisti di luoghi cosi' diversi porto' a condividere le proprie esperienze "riportando a casa e rielaborando" tecniche altrui.....

E se una domenica, mentre salivi la Micheluzzi al Ciavazes con gli scarponi
incontravi qualcuno che ti seguiva in scarpe da ginnastica, era naturale il lunedi' successivo, andare al mercato e comprare le stesse scarpe....

e cosi' per qualche mese ti capitava di salire, che ne so', il Philipp in scarpe da ginnastica e la Desmaison con gli scarponi (con le staffe di alluminio le scarpe da ginnastica senza il tacco e con la suola morbida non è che rendessero al massimo.....) ma poi arrivarono anche le staffe in fettuccia e un certo tipo di artificiale scomparve....

e dopo Bardonecchia si decise di non toccare piu' i chiodi.....

:D :oops:
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Messaggioda batman » mer dic 30, 2009 18:44 pm

Scusate, scrivo quasi solo "di là" su FV, su PM giro poco, ma sono caduto su questo topic e non riesco a trattenermi. Aggiungo due notarelle.

Non c'erano solo gli INA, a Plas y Brenin quell'aprile 1975. C'eravamo anche, da Roma, io e Rys Zaremba, invitati dall'organizzatore dell'incontro, Alan Heppenstall, che allora lavorava per il BMC e che aveva trascorso alcuni anni a Roma, dove avevamo arrampicato insieme e eravamo diventati amici. E grazie ad Alan, Rys ed io arrivammo in Galles già "istruiti", nel senso che già conoscevamo, e usavamo, imbraghi Whillans ed EB, e i nuts più o meno artigianali che si producevano allora in Gran Bretagna (da Troll, Clog etc.)

La storia di quella entusiasmante, bizzarra ed istruttiva settimana la ho raccontata nel numero speciale della Rivista della Montagna dedicato a Casarotto. Se interessa, posso ripescarlo e provare a scannerizzarlo, nella speranza che venga fuori qualcosa di leggibile...

Comunque, per la precisione, anche Livesey, oltre che Jill Lawrence, aveva i capelli ricci... e il soprannome di "cespuglio" lo avevamo affibbiato proprio a lui.. :wink:
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Messaggioda giorgiolx » mer dic 30, 2009 18:49 pm

scannerizza,scannerizza....
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Messaggioda batman » mer dic 30, 2009 18:59 pm

giorgiolx ha scritto:scannerizza,scannerizza....


ok, ci provo domani, prima dell'abbuffata...
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Messaggioda marco* » mer dic 30, 2009 19:42 pm

Dai dai...questa storia un pò a aneddoti l'ho già sentita raccontata da un'altro partecipante,mi piacerebbe leggere anche il tuo racconto!
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Messaggioda batman » gio dic 31, 2009 12:50 pm

Mi dispiace costringere gli interessati a fare le altalene tra forum, ma mentre su FV posso inserire immagini direttamente dal mio computer, qui non posso farlo e dovrei ricorrere ad un giro di trasferimenti di files che mi porterebbe via troppo tempo. Dunque ho postato il tutto "di là"

http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic ... 7&start=60

Buona visione (spero sia leggibile) e buon anno a todos :D
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Messaggioda giorgiolx » gio dic 31, 2009 14:51 pm

batman ha scritto:Mi dispiace costringere gli interessati a fare le altalene tra forum, ma mentre su FV posso inserire immagini direttamente dal mio computer, qui non posso farlo e dovrei ricorrere ad un giro di trasferimenti di files che mi porterebbe via troppo tempo. Dunque ho postato il tutto "di là"

http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic ... 7&start=60

Buona visione (spero sia leggibile) e buon anno a todos :D

si legge benissimo.
grazie mille.
Bellissimo articolo

OT, ma insegni fisica? non lo sapevo...ti invidio 2 volte :smt003
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Messaggioda lamontagnadiluce » gio dic 31, 2009 15:50 pm

[youtube]http://www.youtube.com/v/UVtdV9by04U[/youtube]
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Messaggioda batman » gio dic 31, 2009 16:57 pm

lamontagnadiluce ha scritto:[youtube]http://www.youtube.com/v/UVtdV9by04U[/youtube]


Bellissimo, con i "grandi vecchi" oltre trenta anni dopo... non c'entra niente con Livesey, ma è molto in linea con lo "spirito dei tempi". Erano i due volti nuovi dell'arrampicata che cominciavano ad arrivare alla metà degli anni settanta, l'arrampicata libera e pulita dei britannici e il vento dell'ovest americano, che non era solo Yosemite ma anche le fessure dell'arenaria dei deserti dello Utah... Sono passati trentacinque anni... :wink: :wink:

@giorgiolx: eh sì, insegno fisica, dicono...
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Messaggioda lamontagnadiluce » ven gen 01, 2010 12:31 pm

batman ha scritto:...e buon anno a todos :D


Buon Anno anche a te... :wink:

...e grazie per il tuo (a differenza di altri..) apporto costruttivo.
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Messaggioda Gavin Taylor » mar gen 05, 2010 20:38 pm

[quote="batman"]Mi dispiace costringere gli interessati a fare le altalene tra forum, ma mentre su FV posso inserire immagini direttamente .... Dunque ho postato il tutto "di là"

Grazie ancora per gli scan.

Quando ho cominciato in 1979 Pete Livesey era ancora un mito. Penso che era proprio lui (almeno in GB) che ha portato l'idea di un allenamento sistematico al' arrampicare, sfruttando sua esperienza in altri sport. Peccato, perché ha portato tutto verso un atteggiamento sempre più sportivo e meno anarchico.
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Messaggioda batman » gio gen 07, 2010 10:53 am

Gavin Taylor ha scritto:
batman ha scritto:Mi dispiace costringere gli interessati a fare le altalene tra forum, ma mentre su FV posso inserire immagini direttamente .... Dunque ho postato il tutto "di là"

Grazie ancora per gli scan.

Quando ho cominciato in 1979 Pete Livesey era ancora un mito. Penso che era proprio lui (almeno in GB) che ha portato l'idea di un allenamento sistematico al' arrampicare, sfruttando sua esperienza in altri sport. Peccato, perché ha portato tutto verso un atteggiamento sempre più sportivo e meno anarchico.


Mah, dove e quando sia cominciata anche in GB la transizione dall'arrampicata più "trad" a quella più propriamente sportiva (allenamenti specifici inclusi) è una domanda cui non so rispondere, e dovrebbe pronunciarsi qualcuno ben più competente di me. Però ricordo che ancora nel 1975, quando lo abbiamo incontrato, Livesey era certamente il più forte in arrampicata (e riconosciuto come tale), ma non dava l'impressione di allenarsi in modo specifico. Intanto, beveva birra in quantità industriale, più o meno in linea con gli altri british della compagnia, da Boardman a Edwards, inclusa la sua compagna Jill Lawrence... e proprio davanti a un gran boccale di birra, alla nostra domanda su come si allenasse per fare quello che faceva, rispose semplicemente: "climbing".
Forse più in direzione dell'allenamento specifico per l'arrampicata è andato, negli anni immediatamente successivi, Ron Fawcett, e poi la generazione che è seguita.

Ah, e tanto per chiarire. Quando parliamo di arrampicata "sportiva" in GB alla fine degli anni settanta, dovrebbe essere chiaro che non c'entra niente l'arrampicata "sportiva" come la intendiamo adesso, qui da noi. Di "sportivo" c'era lo spirito, il livello delle difficoltà superate dai migliori, e una idea assai forte di cosa fosse da intendersi per "arrampicata libera" (gli inglesi sfottevano allegramente il concetto di "libera" che ancora si usava sul continente, e chiamavano con non celato disprezzo "french free" la pratica di tirarsi sui chiodi in voga nelle falesie francesi e altrove). Di spit, all'epoca, manco a parlarne, il gioco era comunque assolutamente "trad" e le protezioni.... eh eh 8) 8)
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Messaggioda Giorgio Travaglia » gio gen 07, 2010 21:21 pm

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Messaggioda lamontagnadiluce » gio gen 07, 2010 21:46 pm

Angeli strambi d?America.


Era il 1976, quando, senza il minimo preavviso, sulle Tre Cime di Lavaredo comparve un angelo. Aveva i capelli lunghi, biondi, gli occhi azzurri, sembrava appena uscito da una ceramica rinascimentale di Luca Della Robbia. S?era fermato al rifugio Lavaredo, quello piccolo sotto allo Spigolo Giallo. Diceva di arrampicare, ma nessuno degli alpinisti gli aveva creduto. Uno così non poteva scalare montagne. Non aveva né la barba, né le brache alla zuava.
Non era la prima volta che si sentiva dire che alle Tre Cime era comparso un angelo. Ma quando Emilio Comici era andato sulle Nord le sue sembianze umane erano palesi. Si mise ad arrampicare e tutti capirono la sua origine. In quell?estate fredda del ?76 invece gli alpinisti non capirono. Nemmeno si degnarono di uno sguardo. Quando poi si accorsero che quel ragazzo aveva un pettine sempre infilato tra i cappelli ed uno spazzolino da denti sempre in bocca, lo trascurarono del tutto. Era troppo strambo per loro.
Lavavo piatti al rifugio quell?anno e, come un destino che mi perseguita, continuo a farlo. Mi resi conto della bravura di Mike Graham soltanto dopo averlo visto arrampicare sul masso alla forcella Lavaredo. Sulle montagne ad oriente in quegli anni non accadeva nulla. Gli scalatori erano arroccati nella loro visione classica della conquista, sebbene da domare non fossero rimasti ormai che gli alpinisti. C?erano le Dolomiti con le loro celebri vie classiche e gli scalatori che le ripetevano. Il Nuovo Mattino che ad occidente aveva mosso un po? le acque, si vide transitare dalle pagine delle riviste patinate. Qualche articolo quasi del tutto trascurato da un mondo che lassù era rinchiuso in sé stesso e non aveva nemmeno l?intenzione di evolvere.
Mike Graham arrampicava sul Capitan nella Yosemite Valley. Per lui era l?anno di Eagles Way, una via nuova a destra di Zodiac, mentre la primavera seguente avrebbe ripetuto in solitaria la mitica Aquarian Wall di Jim Bridwell. Noi in Dolomiti arrampicavamo tutti con gli scarponi. Quelli rigidi con le lamine d?acciaio per reggerci meglio sugli appoggi più piccoli. Mi legai in cordata con Mike Graham in una giornata piovosa, nella quale al rifugio c?era poco da fare. ?Gli americani sono rimasti ai tempi di Emilio Comici?, pensai guardandogli le scarpette lisce. E gli dissi che la celebre tecnologia calzaturiera del trevigiano, aveva inventato lo scarpone con la suola rigida. Gli spiegai che le scarpe da lui calzate non potevano sostenerlo sugli appoggi piccoli delle Dolomiti. Lui annuì.
Attaccammo lo Spigolo Giallo che era metà mattina, anziché l?alba. Io ero un rivoluzionario alle Tre Cime di Lavaredo, e mi sentivo forte delle mie tante scalate sulle Nord. Per Mike Graham sembrava invece fosse normale attaccare le vie di montagna così tardi. Quel giorno vidi arrampicare un angelo. Non si appese nemmeno a un chiodo. Infilava le mani nelle fessure e le incastrava. Poi via dritto verso l?alto, su per gli strapiombi. Per noi alpinisti su quella via esistevano soltanto il quinto grado e l?artificiale zero. Lui non sfiorò nemmeno un chiodo.


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Messaggioda Danilo » sab ago 31, 2013 16:53 pm

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Messaggioda Danilo » lun set 09, 2013 23:23 pm

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