E non era passato molto tempo da quando, timido ed incerto, Don Arterio, scendendo la scalinata che dalla Cappella del Sacro Cuore riporta a Rancio, andava ripetendosi "Grigne e Medale... Carneade, chi era costui?"...
E mentre cercava di passare inosservato tra i tanti turisti intenti ad una passeggiata salutare, venne fermato da due Bravi, uno Crodaiolo ed uno Franco, i quali, incuranti del suo ripetere quasi come un disco rotto la frase "non sum dignus", lo portarono in una birreria...
Qui gli venne ricordata l'esistenza del Medale...
Gli venne detto forte e chiaro che "questa salita s'ha da fare".
Passò il tempo, mutarono le condizioni, mutò molto.
Alle parole dei due Bravi si aggiunsero quelle di un Don Rodrigo che, pur avendo perduto la folta chioma degli anni giovanili, era tornato ai vecchi fasti e splendori montani...
Eppure, al calar dell'autunno, la Peste colpì don Arterio in occasione di un incontro tra bravi, Innominati ed altri personaggi... Don Arterio dovette rinunciare alla base della salita che da fare s'avea...
Un bravo Renzo Tramaglino di Merate, da tempo amico di don Arterio, lo aveva riportato sulla giusta strada della consapevolezza, mentre i Bravi Griso Crodaiolo e Luigi Corsalenta continuavano la loro opera di preparazione del vecchio don...
E finalmente, ad un anno di distanza, il matrimonio tra il desiderio di poterla salire e la realizzazione del sogno poté aver luogo.
Il Bravo Riccioluto, con somma gioia di un don Arterio rinnovato e determinato, nonostante i tre mesi di "fermo" a causa salute e lavoro, riuscì nell'impresa di portare alla gioia il succitato Don...
Il quale, una volta giunto alla sommità del suo peregrinare sulle orme di San Riccardo e san Mario, scrisse la seguente poesia, della quale viene riportato solo un frammento:
"A presto monti sorgenti dalle acque ed elevati al cielo, cime ineguali note a chi vi ha salito ed amato e impresse nella sua mente?
?a presto.
Quanto è leggero il passo di chi rinato tra voi per poco se ne allontana"
Alla prossima e grazie a Daniele Griso Riccioluto per la via, a Luigi il Bravo Corsalenta, per il supporto morale, così come al Bravo Bacc', custode dell'anima della Grignetta, che prima della partenza si è materializzato per un caffè in compagnia e per rincuorare un Don Arterio determinato sì ma comunque timoroso...
Nel riquadro fotografico, un don Arterio ormai felice vicino al Bravo Griso Riccioluto...

...Se tuti i bechi gavesse un lampion... Gesummaria che iluminasiòn!
Canto popolare veneto