Attesa

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

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Messaggioda Pié » ven apr 08, 2011 10:06 am

?Cosa dici, andiamo anche noi?? Il mio amico mi passa in mano due relazioni : una di una guida e l?altra di Alp. Lo guardo allibito? ?ma stai scherzando?!?
Faccio un passo indietro. Tutto comincia una decina d?anni fa, quando due amici ci raggiungono in vacanza in Val di Fassa. Loro sono fortissimi, e sono venuti con l?intenzione di provare a ripetere una via della quale né il nome né gli apritori mi dicono niente. Questo almeno fino a quando non mi vengono date in mano le relazioni. Fanno paura. Anche guardando quella delle due più ottimistica, le difficoltà sono elevatissime. Al di là delle difficoltà tecniche e di quell? insufficiente scritto da parte alle voci soste e materiale in loco, quello che mi preoccupa veramente è la frase con cui il compilatore della guida descrive la via in questione: ?ottimo banco di prova per la più lunga, ma non più difficile, via Attraverso il Pesce in Marmolada?. La via del Pesce la conoscevo, invece, eccome. E questa frase mi spaventa parecchio. Il mio amico però mi rassicura: dice di non preoccuparmi perché lui si sente di tirarla, di non preoccuparmi dei gradi più alti perché c?è scritto che è possibile anche in artificiale e quindi sarà un ?tiraciodi?, poi che in caso di necessità ci saranno gli altri amici ecc.. ecc?
Va beh, piuttosto titubante accetto: ?ok, però tiri tu!?
La mattina seguente partiamo di buon ora, e ci avviamo lungo il sentiero che ci dovrà portare prima ad un bivacco e poi alla parete.

Sbucati fuori dal bosco ci troviamo in un bellissimo anfiteatro, al cui centro è posto il bivacco. Meraviglioso. Sulla sinistra la nostra parete, mamma che muro. Il freddo è pungente, saremo qualche grado sopra lo zero, così approfittiamo del ricovero per coprici e per individuare il punto d?attacco. La zona dell?attacco è evidente, quello che mi preoccupa è la compattezza della parete. Più ci avviciniamo, più la placconata si rivela ricca di buchi di ogni dimensione, ma di fessure, linee di debolezza e chiodi neanche l?ombra. Solo delle cenge interrompono la continuità delle placche. Un cordone in una clessidra, una quindicina di metri sopra noi indica la strada. Mi inizio a render conto che le difficoltà tecniche cominciano a non esser l?unico problema, e che quello vero della giornata sarà l?impossibilità di proteggersi. Intanto che rimugino i miei pensieri, parte il primo dei due amici: scala guardingo, ma elegante e deciso su questa lavagna verticale. Che bravo! Passa il primo cordone ed una sequenza di buchi lo porta ad una microclessidra, dentro la quale riesce a passare un cordino aperto che riannoda con una mano, sempre in libera. Fantastico! Il freddo si fa sentire, eccome, solo che ho finito le cose da mettermi su. Lo osservo cambiare mano sull?appiglio, mentre alternativamente si scalda la punta delle dita e cerca di intuire dove si debba salire. Sempre in libera. Il punto di arrivo è evidente, un diedro appena accennato, ma la placca compatta offre diverse possibilità. Alla fine parte e senza ulteriori protezioni arriva in sosta. Cavoli? un tiro, due protezioni?
Tocca ora al mio compagno a salire, in modo da arrampicare con la sicurezza di aver la loro corda vicino in caso di necessità. È bravo, molto bravo e lentamente arriva in sosta senza riuscire nemmeno lui ad aumentare il numero di protezioni.
Parte il secondo dei due amici e poi finalmente io. Non appena tocco la roccia le dita diventano insensibili per il freddo.. ma come cavolo hanno fatto a scalare?! Le difficoltà sono molto sostenute. Ai miei amici tutta la mia ammirazione, ma soprattutto tutta la mia ammirazione agli apritori, quei Maffei e Leoni, in questa occasione senza il terzo componente del trio, Frizzera, che allora neanche sapevo chi fossero. Non conoscevo neppure la storia di quegli alpinisti, di quelle salite, della loro filosofia, non immaginavo neanche che dietro quei nomi ci fossero gli autori di alcune delle più difficili vie delle Dolomiti. Buttarsi su una placca del genere, senza spit, solo con la propria determinazione, il proprio intuito e le proprie capacità è veramente qualcosa al di fuori dell?ordinario, da fuoriclasse. Arrivo al kevlar annodato dal mio amico nella clessidra.. ma come diavolo avrà fatto in libera?! Se non l?avessi visto coi miei occhi non ci avrei creduto!

Cercando di individuare le sequenze di movimento più facili arrivo in sosta. La placconata sopra noi prosegue verticale e compatta. Il mio sguardo si incrocia con quello del mio compagno, senza parlare ci siamo già detti tutto. Faccio un cenno per dire che si va giù, lui è d?accordo. Gli amici generosamente ci dicono che se vogliamo continuare ci possono aspettare, ma non avrebbe senso: questa è la loro via, per noi è troppo. Il mio compagno è molto più forte di me, ma qui esser forti non basta, bisogna esser fortissimi. Piantiamo un bong artigianale per rinforzare la sosta, salutiamo gli amici e ci caliamo. Arrivati al bivacco, li guardiamo passare il tiro chiave, li salutiamo a gran voce e ci avviamo verso il fondo valle dove ci attendono le nostre amiche. Al pomeriggio andiamo con loro ad arrampicare alla Città dei Sassi tanto per mantenerci un po? in allenamento.

Tra un tiro e l?altro, ogni tanto lo sguardo si ferma a guardare il cellulare, per vedere se compare il concordato squillo, ma niente. Il tempo passa, le occhiate al cellulare si fanno sempre più frequenti ma lo squillo non arriva. Torniamo a casa ed il silenzio del telefono si fa sempre più rumoroso, ma d?altra parte ci diciamo, mica è scritto da nessuna parte che debba esserci per forza campo. Il giorno inizia a far spazio all?imbrunire, il telefono continua a tacere e noi ora siamo preoccupati, è inutile nascondercelo. Alla fine ci guardiamo col mio amico, ok gli andiamo incontro, può esser che abbiano avuto problemi. Mentre parcheggiamo e ci avviamo lungo la forestale l?imbrunire cede il passo al buio. Dopo dieci minuti, un quarto d?ora che camminiamo vediamo due lumicini nel bosco, iniziamo a correre e ci troviamo con gran sollievo davanti ai nostri amici.
Ci raccontano dei problemi che hanno avuto in discesa con una doppia incastrata che gli ha fatto perdere un sacco di tempo, della salita che è stata bella, impegnativa e continua ma che è andata alla grande.. e del telefono si era scaricato col freddo? Mentre gli facciamo i complimenti, chiamiamo le nostre amiche per dirle di aspettarci in pizzeria perché ci sarà da festeggiare!

Era la prima volta che mi capitava di vivere l?altra faccia della medaglia della nostra passione, quella che vive chi aspetta a casa, e mi sono reso conto in quel momento che non è sempre facile.
Questo racconto vuole esser un piccolo omaggio a chi ci aspetta ed a quei meravigliosi Alpinisti che di nome fanno Graziano Maffei, Paolo Leoni e Mariano Frizzera.

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Messaggioda marco* » ven apr 08, 2011 10:33 am

bel racconto e ottimo lo spunto sul "punto di vista" insolito per noi alpinisti!
E sempre grandissimi Maffei Leoni e Frizzera, penso che il tempo gli renderà la fama e il rispetto che si meritano!
Ciao

p.s.la via immagino sia il canto del cigno vero?E'un grandissimo sogno per me,credo rimarrà tale ma fa piacere sentirne raccontare
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Messaggioda Pié » ven apr 08, 2011 10:36 am

marco* ha scritto:bel racconto e ottimo lo spunto sul "punto di vista" insolito per noi alpinisti!
E sempre grandissimi Maffei Leoni e Frizzera, penso che il tempo gli renderà la fama e il rispetto che si meritano!
Ciao

p.s.la via immagino sia il canto del cigno vero?E'un grandissimo sogno per me,credo rimarrà tale ma fa piacere sentirne raccontare


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Messaggioda rocciaforever » ven apr 08, 2011 11:22 am

:smt038
grande! bellissimo racconto..
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Messaggioda Pié » ven apr 08, 2011 11:44 am

Grazie per i complimenti di entrambi :oops: ... è stato un momento di ispirazione :D
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Messaggioda Roberto » ven apr 08, 2011 11:52 am

Bello e vero.
Un racconto del genere autentico, dove non si parla di quanto si è bravi e fichi, ma di quello che si sente, senza nascondersi dietro all' immagine dell' alpinista indomito.
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Messaggioda LM81 » ven apr 08, 2011 13:05 pm

Pié ha scritto:
marco* ha scritto:bel racconto e ottimo lo spunto sul "punto di vista" insolito per noi alpinisti!
E sempre grandissimi Maffei Leoni e Frizzera, penso che il tempo gli renderà la fama e il rispetto che si meritano!
Ciao

p.s.la via immagino sia il canto del cigno vero?E'un grandissimo sogno per me,credo rimarrà tale ma fa piacere sentirne raccontare


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Messaggioda alberto60 » ven apr 08, 2011 14:51 pm

LM81 ha scritto:
Pié ha scritto:
marco* ha scritto:bel racconto e ottimo lo spunto sul "punto di vista" insolito per noi alpinisti!
E sempre grandissimi Maffei Leoni e Frizzera, penso che il tempo gli renderà la fama e il rispetto che si meritano!
Ciao

p.s.la via immagino sia il canto del cigno vero?E'un grandissimo sogno per me,credo rimarrà tale ma fa piacere sentirne raccontare


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Messaggioda marco* » ven apr 08, 2011 15:36 pm

alberto60 ha scritto:
LM81 ha scritto:
Pié ha scritto:
marco* ha scritto:bel racconto e ottimo lo spunto sul "punto di vista" insolito per noi alpinisti!
E sempre grandissimi Maffei Leoni e Frizzera, penso che il tempo gli renderà la fama e il rispetto che si meritano!
Ciao

p.s.la via immagino sia il canto del cigno vero?E'un grandissimo sogno per me,credo rimarrà tale ma fa piacere sentirne raccontare


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mmm ha detto un filo più a dx :roll:
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Messaggioda Pié » ven apr 08, 2011 16:12 pm

Grazie Roberto, il mio intento era proprio quello...

Esulando...
STOP AL TELEVOTO!!! :lol:

vince LM81, che per premio dovrà offrire da bere a tutti noi! 8O :mrgreen:

Comunque gli amici erano veramente forti: mai come quella volta ho capito la differenza tra esser un "ballanudo" come si dice da noi ed esser "forte".

L'anno dopo lo stesso giorno in cui io ed il mio compagno portavamo a termine una bella salita per noi, loro uscivano dalla tempi moderni, e a causa dell'imperversare del mal tempo non hanno potuto metter le mani sul vecchio e il bambino, sempre in Vallaccia.
Di quella vacanza ricordo anche l'onore di aver potuto chiacchierare con Pederiva di Tempi Moderni, dopo la loro salita a casa della nostra amica.

E l'anno dopo? l'amica non ci ha più ospitati! :smt003

La Vallaccia è un posto meraviglioso con una roccia stratosferica di una compattezza "spietata" dove sono state aperte veramente delle opere d'arte. Volendo (e potendo) è bello potersi confrontare con queste salite per poterne capire il valore.

E il canto del cigno? c'è qualcuno qui che se ha voglia ce la potrebbe raccontare... :wink:
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Messaggioda LM81 » ven apr 08, 2011 16:34 pm

Una a te :smt030
Una a te :smt030
Una a te :smt030
Una a te :smt030
Una a te :smt030
...
12 x il Drugo :smt030 :smt030 :smt030 :smt030 :smt030 :smt030 :smt030
...
e ... l'ultima a te :smt030

Marco*... abitiamo ad 1km scarso di distanza... ci troviamo al bar :D
LM81
 
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Messaggioda marco* » ven apr 08, 2011 17:16 pm

LM81 ha scritto:Una a te :smt030
Una a te :smt030
Una a te :smt030
Una a te :smt030
Una a te :smt030
...
12 x il Drugo :smt030 :smt030 :smt030 :smt030 :smt030 :smt030 :smt030
...
e ... l'ultima a te :smt030

Marco*... abitiamo ad 1km scarso di distanza... ci troviamo al bar :D


Questa me la segno...anche perchè potrei essere l'unico a bere realmente e no virtualmente :wink:
A presto
marco*
 
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Messaggioda basi » mer apr 13, 2011 15:19 pm

bel racconto Pie'
e di quei tre che si definivano "alpinisti classici"
non si parla mai abbastanza
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