
Sveglia alle 3.15, ritrovo a Varese alle 4.20, ritrovo alla frontiera alle 5. Arrivati alle 6.30, iniziamo a camminare alle 7 e alle 8.20 siamo al rifugio, dopo circa 1000mt di dislivello. Altri 300-400 (vado un po0 spannometrico) in una mezzora e siamo all'attacco. 350mt di via entusiasmante e divertente. Tutto bene, compresa la balta sfiorata sul tiro di VI (mi è scivolato un piede e mi son salvato con un menage ravvicinato e intimo con una lama, che ho braccato con tutto l'affetto di cui posso disporre

Qualche fotina, chissà mai di ingolosire e schiodare quel vecchio orso grizzly dalla roccia di finale


Il paretun (sud-est)!

Il caratteristico passaggio del terzo tiro, sotto a questo masso enorme che par prossimo a cadere...

Il "diedro doppio" al nono tiro, affrontabile sia da sx che da dx. Mi rendo conto che sta foto ha tutto, tranne che sembrare un diedro...


Cordate vicine all'incirca al decimo tiro.

La lama, il cosiddetto "passaggio dell'orecchia", di V. Onestamente non mi ha entusiasmato, sebbene sia qualcosa di originale. Prese e appoggi si prestano per esser tirate verso l'esterno, facendoti così venire da spingerti in fuori. Peccato per la lama (e lo zaino) che ti blocca il movimento naturale obbligandoti così a ravanare. Almeno per le seghe come me. Si vede poco, ma c'era un gran sole e non riuscivo a regolare l'esposizione.

Come detto sopra, passaggio stretto (e foto bruciata).

Lame lame lame lame!


Sa anche esser verticale come via, non certo dolomitica, ma l'esposizione a volte si faceva vedere


Stesso passo di cui sopra (V+).


Uscita del penultimo tiro.

La magnifica cresta ovest, ci torneremo! (era anche sporchetta -voci- per le piogge della settimana prima...)

Si scende a valle, sono le 22 ormai. La Luna ci accompagna. Era una poesia, peccato essere solo due zozzoni senza fanciulle.
