Riccardo Bee

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Riccardo Bee

Messaggioda alison » mer gen 28, 2004 13:48 pm

Salve, finalmente oggi ho letto su Intraisass un bellissimo racconto omaggio sul Grande Riccardo Bee, vi consiglio di leggerlo, si è parlato varie volte di Grandi Alpinisti, ma il nome di Bee è hai piu ingiustamente sconosciuto, Toni ne cercava alcuni giorni notizie sul topic dell'Agner, si era parlato alcuni mesi fa del Burel...su quelle Montagne Riccardo Bee ha lasciato una traccia indelebile.

Cordiali Saluti e scusate se mi sono permesso di darvi un consiglio.
Alison
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Re: Riccardo Bee

Messaggioda simo il 4 CG » mer gen 28, 2004 14:10 pm

alison ha scritto:Salve, finalmente oggi ho letto su Intraisass un bellissimo racconto omaggio sul Grande Riccardo Bee, vi consiglio di leggerlo, si è parlato varie volte di Grandi Alpinisti, ma il nome di Bee è hai piu ingiustamente sconosciuto, Toni ne cercava alcuni giorni notizie sul topic dell'Agner, si era parlato alcuni mesi fa del Burel...su quelle Montagne Riccardo Bee ha lasciato una traccia indelebile.

Cordiali Saluti e scusate se mi sono permesso di darvi un consiglio.
Alison

8O permesso!!??
hai fatto bene!! con tutte le cazzate che girano sul forum in qs periodo per fortuna che ogni tanto esce qualcosa di serio
corro a leggerlo
grazie
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Messaggioda Paolo Marchiori » mer gen 28, 2004 16:18 pm

OTTIMO CONSIGLIO! E' un personaggio di cui ho sempre sentito parlare ma non conosco nulla di lui, tranne alcune vie da lui aperte...tipo quelle lungo i camini marcissimi (immagino ) in Serauta, Marmolada.
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Messaggioda simo il 4 CG » mer gen 28, 2004 16:24 pm

ho letto il pezzo
era un alpinista che non conoscevo ma la sua storia mi ha incuriosito molto, veramente un alpinista romantico di quelli che è difficile trovare ai giorni nostri

grazie alison bella segnalazione
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Messaggioda Paolo Marchiori » mer gen 28, 2004 16:29 pm

l'ho appena finito di leggere pure io...peccato ci abbia lasciato presto, chissa quante cosa avrebbe potuto ancora fare e quante storie raccontare.
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Messaggioda rosy » mer gen 28, 2004 17:25 pm

Per chi non lo conoscesse ecco il link:
http://www.intraisass.it/ritratto_extra01.htm

Buona lettura
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Messaggioda cuorpiccino » mer gen 28, 2004 18:01 pm

Ho intraletto, e come ricordavo, è quello dei camini di melafiro al Serauta. Io ci son passato sotto a quella via 8O
Il più grande alpinista è quello che si diverte di più
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Messaggioda sergio63 » mer gen 28, 2004 19:46 pm

LEGGETE ANCHE DEL SUO SOCIO MIOTTO (HANNO SCRITTO DA POCO UN BEL LIBRO SU QUEST'ULTIMO DOVE SI PARLA UN PO' ANCHE DI BEE), ERANO UNA COPPIA INTERESSANTE...
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Messaggioda Davide62 » mer gen 28, 2004 23:02 pm

sergio63 ha scritto:LEGGETE ANCHE DEL SUO SOCIO MIOTTO (HANNO SCRITTO DA POCO UN BEL LIBRO SU QUEST'ULTIMO DOVE SI PARLA UN PO' ANCHE DI BEE), ERANO UNA COPPIA INTERESSANTE...

Ho letto il libro, è come fare un tuffo in un'atmosfera che sicuramente non c'è più.
Definirei questi personaggi essenziali.
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Messaggioda Buzz » gio gen 29, 2004 8:59 am

Il libro a me è piaciuto moltissimo.
Sarà che sono mezzo di quelle parti e riconosco i "tipi" ma è uno dei più bei libri di montagna che ho letto.
E la figura di Miotto è eccezionale.
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Messaggioda Paolo Marchiori » gio gen 29, 2004 17:44 pm

cuorpiccino ha scritto:Ho intraletto, e come ricordavo, è quello dei camini di melafiro al Serauta. Io ci son passato sotto a quella via 8O


io li ho guardati e riguardati da lontano...pazzeschi.
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Messaggioda Toni » sab gen 31, 2004 14:27 pm

Ogni volta che guardo l'Agner mi dico: che palle aveva sto Bee per buttarsi su di la.
E la sola idea, la Messner in solitaria invernale, con la parete in pessime condizioni...
Nel curricolum la qualità delle salite è impressionante, anche se non compaiono molte pareti famose.


P.S. non ha fatto qualcosa anche sul Sasso Caleda nel S. Sebastiano?

Ciao
Toni
 
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Messaggioda alison » lun feb 02, 2004 13:56 pm

Ieri, sono stato in Marmolada con gli sci, una bellissima e non fredda giornata passata ad osservare la Regina, le vie di Bee sono davvero inpressionanti!! estremamente logiche ma! estremamente pericolose, penso che rimarranno lì irripetute per un bel po' di anni ancora.
Un certo tipo di alpinismo è decisamente fuori moda!!!
Comunque se vi capita di passare sotto il Serauta dategli una binocolata...e come è capitato a me, i peli delle braccia vi si drizzeranno di sicuro!!!!
Saluti alison
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Messaggioda Drugo Lebowsky » sab dic 04, 2010 9:26 am

mi pare opportuno aggiornare il topic.

( http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic ... 2&start=45 )

? PARETI DEL CIELO ? : le verità di Miotto e quelle dell?alpinismo .

Ho letto recentemente l?ultimo libro dell?alpinista Franco Miotto Pareti del cielo e mi ha molto colpito. Non mi è sembrata la biografia di una persona vissuta e saggia che, conoscendo le virtù e le debolezze degli uomini, riesamina i fatti cercando di capirli e capire i protagonisti, bensì una disanima astiosa ed aggressiva. Non ha dubbio alcuno Miotto , impegnato com?è ad enfatizzare il proprio valore e contemporaneamente a sminuire quello di quasi tutti gli altri alpinisti che cita.
Sono il fratello di Riccardo Bee e , nonostante abitassimo nella stessa casa , avevamo interessi diversi che ognuno seguiva senza sentire il bisogno di condividerli con l?altro. Gianni invece, l?altro nostro fratello , ha sempre seguito l?attività di Riccardo conoscendone a fondo il modo di pensare e di agire ed anche i fatti che si sono succeduti negli anni in cui arrampicava , conclusisi nel 1982 con la sua tragica morte sull?Agner .
Per onestà devo dire che di Miotto mi piacciono le capacità sportive , l? amore per la natura , la grinta , la tenacia, il coraggio di esporsi dicendo sempre quello che pensa .
Anch?io ritengo di avere quest?ultima qualità , però mi guardo bene dall?utilizzarla troppo perchè sono conscio che non ho sempre la verità in tasca.
Tornando al libro, mi pare che emerga spesso la presunzione dell?autore di non avere mai sbagliato, di non avere debolezze, di essere cioè ?un eroe senza macchia e senza paura?: forse per questo si sente in diritto di sentenziare , di fare il moralista..
Anche a Riccardo fa la morale e afferma: ? l?alpinismo solitario è una forma arrogante di presuntuosa ambizione ? denota immaturità e complessi ? , e ancora: ? mi riesce difficile credere che l?avventura solitaria sia intrapresa per il piacere della solitudine e la riservatezza quando ogni cosa finisce per essere pubblicata su giornali ..?
Riccardo ha cominciato ad arrampicare in solitaria semplicemente perché gli piaceva , era una persona curiosa , sempre in cerca di nuove emozioni. Aveva giocato a rugby e fatto motocross , faceva immersioni , nuoto , sci di fondo , scialpinismo , canoa , deltaplano ,ciclismo , corsa in montagna e forse mi sfugge ancora qualcos?altro .
E? anche vero che per l?uomo la ricerca del successo è sempre stata una delle spinte principali che lo ha mosso a migliorarsi e ad aprirsi a nuovi orizzonti.
Riccardo probabilmente era così , come lo è Miotto che giustamente si inorgoglisce data la risonanza mediatica suscitata dalle sue imprese e da ciò che da tempo viene scrivendo.
Suppongo che anche Riccardo fosse contento nel pubblicare le relazioni delle sue salite , tuttavia voglio riportare un fatto che credo aiuti a capire la sua personalità.
Un appassionato di montagna trevigiano , Fausto Durante, ingegnere ed insegnante come Riccardo, nonostante lo conoscesse solo indirettamente, pochi anni fa organizzò all? l?ITI ?Segato? una serata per ricordarlo. Avendo bisogno di ? materiale ? sulle sue salite lo chiese a parenti e amici . Dopo giorni di ricerche si meravigliò moltissimo perché tutto quello che Riccardo aveva lasciato si riassumeva in qualche rara relazione , poche foto con l?itinerario della via segnato a penna ed in alcuni casi non c?era traccia alcuna nonostante fosse noto che una determinata via l?aveva aperta .
Ritengo inoltre che queste considerazioni sull?arrampicata in solitaria , fatte da un accademico del CAI , siano inaccettabili e gravissime perché offendono tantissimi rocciatori ? solitari ? che hanno contribuito a fare la storia dell?alpinismo .
Miotto lascia intendere di aver scritto il diario della sua vita non per vanagloria , ma seguendo il consiglio del suo amico Piero Rossi, per lasciare una testimonianza di sè a figlie e nipoti .
Anche le persone che nel suo libro ha sminuito, e in qualche caso ridicolizzato, senza che possano replicare, hanno ? figli e nipoti .
L?etica del montanaro , almeno quella che ho imparato dai vari crodaioli bellunesi durante la mia breve esperienza in roccia nei primi anni 70 , era ben altro. Non so cosa sia successo in questi ultimi 40 anni nel mondo dell?arrampicata ( me ne sono allontanato praticamente dopo aver fatto fare a Riccardo la sua prima esperienza nella palestra di Val Gallina) ma almeno allora , nell?ambiente che ho conosciuto , si respirava amicizia , solidarietà ed il calore di una comune passione . .
Prima ancora che Riccardo e Miotto cominciassero, nonostante il mio mediocre livello tecnico, arrampicavo con Gianni Gianneselli , meno con Giorgio Garna e saltuariamente con? Pece ?, ?Poldo? , Carlo Andrich , ? Tecia? ed altri. Da loro non ho mai sentito parlar male dei ? colleghi ? e io, a mia volta, non mi sono mai sentito sminuito per non essere bravo come loro o per non avere fatto il capocordata.
Andando nel dettaglio, in merito alle dichiarazioni di Miotto sulla ? rottura ? con Riccardo dopo sette anni di salite insieme , posso rendermi portavoce di mio fratello Gianni , di Gino Viel ( cacciatore che conosceva entrambi )e di Stefano Gava ( quest?ultimo faceva parte con loro due della cordata che aprì la via nuova sullo Spiz di Lagunaz, ultima salita di Riccardo con Miotto ) che conoscono bene quell?episodio.
I fatti sono questi :Miotto afferma che terminata la salita Riccardo gli disse che non avrebbe più arrampicato con lui e qui è vago ed anche offensivo nello spiegare alcune ragioni di questa sua decisione . In realtà le motivazioni di Riccardo erano da un lato legate all?arroganza del suo compagno, che oltretutto a distanza di anni emerge ancora nelle sue pagine, ed in secondo piano alla constatazione del suo calo d?affidabilità psico ? fisica ( Miotto aveva 18 anni più di Riccardo ), mentre mio fratello era al momento tecnicamente e psicologicamente al massimo della forma.
Non avrei voluto entrare nel merito di ? chi era il più bravo? perché penso che la cordata dovrebbe essere un tutt?uno , senza classifica di valori al suo interno, ma desidero si sappia un?altra verità, considerando che Riccardo non può replicare a quanto di errato e strumentale è stato scritto .
Con amarezza concludo dicendo che Riccardo Bee e Franco Miotto erano una coppia formidabile. Anche se molto diversi tra di loro si completavano perfettamente e avrebbero potuto continuare insieme ancora per chissà quanti anni , bastava solo che le umane debolezze di Franco non avessero preso il sopravvento sull?amicizia ed il rispetto.
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bee

Messaggioda emanuele » sab dic 04, 2010 18:50 pm

mi fa molto piacere questo intervento perchè la "vera" storia dell'alpinismo di riccardo bee è giusto che sia conosciuta e non mistificata!
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Messaggioda generazione tepa sport » sab dic 04, 2010 22:37 pm

niente di nuovo: come sempre nella vita 2 galli nel pollaio non ci possono stare; in tutte le attività sociali e sportive dove si condivide la prestazione a favore di un unico obbiettivo deve sempre emergere la leadership

nell'alpinismo estremo molte volte si uniscono le forze per un'idea comune
ma alla fine, dopo lo stress, bisogna capitalizzare il risultato e ognuno va' per la sua strada

chi sale certe pareti ha una personalità è un carattere molto forti e per raggiungere certi risultati non si guarda in faccia nessuno.....

io ne conosco decine di amicizie sfumate e scoppiate per queste cose...

l'arrampicata estrema, se non c'e' solo un capocordata, è comunque un'attività che lascia poco spazio alla "vera amicizia" è piu' facile invece quando i ruoli sono ben definiti e accettati...io salgo da primo tu, da secondo, e allora ognuno accetta il suo ruolo e si assume oneri e onori...

e anche per questo che un'attività tutta da capocordata ha un suo grande valore ed e' molto piu' gratificante...

io questi li ho anche incontrati, e anche se con uno di Loro ho fatto una piccola vietta per occupare un pomeriggio di noia al rifugio, non posso proprio dire di averli conosciuti e di esserci stato amico...erano come tutti gli alpinisti che fanno queste vie....ad un certo punto l'amore per la montagna lascia il posto al desiderio di importi sugli altri..come nello sport..anche se qui rischi qualche volta le chiappe.... :wink:
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Messaggioda Hal9000 » dom dic 05, 2010 19:02 pm

Ho letto il nuovo libro di Franco Miotto e l'ho trovato molto molto bello, corredato di un'accurata documentazione fotografica sulle vie aperte nelle Dolomiti. Nel libro Miotto parla sempre molto bene di Riccardo Bee eccetto nel punto in questione in cui egli descrive la rottura della loro amicizia. Se Franco Miotto esprime dei giudizi negativi su Bee è vero, ma ritengo che sia anche umanamente comprensibile visto che sette anni su pareti estreme, di situazioni in cui si è sopravvissuti per miracolo non sono facili da cancellare. Bisogna leggere accuratamente il commento di Miotto al riguardo: "...Riccardo mi disse -questa è l'ultima arrampicata insieme- ed io gli risposi -tu lo dici ed io lo pensavo già da un pò-. Niente di più falso, avevo ribattuto così perchè ero in preda alla collera. (...)...lo avevo considerato più di un amico, addirittura come un fratello minore, preoccupandomi tutte le volte di riportarlo a casa sano e salvo...".
Ora, come veramente siano andate le cose e quali furono le reali motivazioni di Riccardo non lo sapremo mai. Il comportamento del fratello di Riccardo, comprensibile pure questo visto il tragico evento, è però ingiusto, visto che lui stesso intraprende una critica nei confronti di Franco e dell'alpinismo solitario (su cui si potrebbe parlare a lungo) pur dicendo all'inizio che lui stesso non aveva seguito da vicino le vicende di Riccardo e che non è mai stato un gran appassionato arrampicatore...!!!
Vorrei anche far notare come Riccardo sia divenuto accademico anche grazie a Franco Miotto che nella presentazione ha affermato che le vie erano state aperte a comando alterno e non dal solo Franco.
Mi sembra inutile e nocivo dunque riesumare queste questioni che appartengono al passato personale di alcuni per fare della polemica su di chi sia la colpa ed ora che Riccardo è morto, nel 2012 faran 30 anni, la cosa migliore che per lui possiamo fare è ricordarlo come un grande arrampicatore e contemplare e ripercorrere gli itinerari che ci ha lasciato che meglio di ogni parola ce lo descrivono e ce lo raccontano.
"...si è trattato solo di un errore umano."
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Messaggioda Giorgio Travaglia » dom dic 05, 2010 19:59 pm

generazione tepa sport ha scritto:
io questi li ho anche incontrati,

e quindi sono questi signori che ti hanno suggerito le Tepa? :wink:
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Messaggioda generazione tepa sport » dom dic 05, 2010 22:40 pm

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Messaggioda crodaiolo » dom dic 05, 2010 22:43 pm

WOW 8O
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