Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda cvigna » mer lug 26, 2006 14:28 pm

Avvertenza: da evitare accuratamente da chi non sopporta i racconti prolissi e cerca giustamente solo informazioni stringate e precise sulle vie.
A tutti gli altri, spero, buona lettura :!: :wink:

Era da qualche tempo che Ivo mi aveva proposto questo bellissimo 'progetto' , ma, per una ragione o per l´altra, avevamo sempre dovuto rimandare, fino a questo fine settimana. Venerdì pomeriggio una chiamata al rifugio per prenotare le nanne per il sabato notte e, sabato sera, verso le sei, dopo una giornata di vera `festa´ :P , ci incamminiamo, zaino in spalla, su per l´imbocco della Val Ciamin, una valle solitaria, selvaggia, ma serena e poetica, senza strade, case, impianti o alberghi, idillio alpino all'ennesima potenza, che sfiora i fianchi del Rosengarten, il giardino delle rose, culla di affascinanti leggende in cui tanta fantasia e un pizzico di saggezza popolare si sono fuse, regalandoci una suggestiva spiegazione dell´Enrosadira, lo spettacolare fenomeno per cui all´imbrunire le vette di queste crode si tingono di un ineffabile rosa, regalando agli sguardi dei romantici tramonti che suonano come dei veri inni alla tenerezza e al languore. La `leggenda delle rose´ narra infatti che, tanto tempo fa, il Rosengarten era abitato da un popolo di Nani che viveva fra le rose, guidato dal piccolo Re Laurino, i confini del cui regno risultavano tracciati soltanto da un sottile ed invisibile filo di seta. Un giorno l´amato sovrano si innamoro´ della principessa Similda, ma, dopo esserne stato rifiutato, decise di rapirla e di portarla nel suo regno. Fu cosí che Teodorico da Verona insieme a Vitege ed Ildebrando decisero di liberare la principessa sfidando la forza di Laurino che nelle battaglie poteva contare su prodigiosi poteri magici.Arrivati al giardino delle rose, regno di Re Laurino, Vitege strappó il filo di seta, calpestó le rose e, dopo lunghe battaglie, riuscì a liberare Similda e a imprigionare Laurino. Riuscitosi a liberare e dopo un lungo cammino, Laurino raggiunse di nuovo la sua valle e il suo giardino di rose. A questo punto fu però pervaso dall´opprimente ricordo che fu proprio a causa della bellezza e dell´appariscenza delle sue rose che il suo regno venne scoperto dai nemici, e cosí, preso da un momento di furia, fece un incantesimo di modo che le rose non potessero più vedersi, né di giorno né di notte. Egli dimenticó però il tramonto e cosí si dice che ancora oggi al crepuscolo le rose rosse del giardino incantato tornano a sbocciare in tutto il loro splendore.
Dopo tre ore di buon passo, un po´ infreddoliti dall´arietta serale, assetati ed affamati, arriviamo al rifugio Bergamo ormai alle ultime luci della sera e veniamo accolti dal calore di casa e dalla cortesia che i gestori di questo piccolo e raro gioiello sanno infondere; sono ormai le nove passate, ma sul tavolo compaiono presto due piatti fumanti di minestra e due succulente fette di strudel accompagnate da due boccali di ottima birra e così mi trovo a riflettere con Ivo sulla bellezza, sempre più rara, di certi momenti, quei momenti in cui puoi provare il piacere intenso, nudo e genuino di soddisfare quei bisogni essenziali che oggigiorno sempre più raramente arriviamo veramente ad avvertire: avevamo freddo e ci siamo scaldati, avevamo sete e ci siamo dissetati, avevamo fame e ci siamo sfamati. E´ qualche cosa che avverto come tutt´altro che banale e scontato, con un?intima, intensa gioia.
La mattina seguente ce la prendiamo con calma, forse troppa, anzi, sicuramente troppa! Complice la consapevolezza che l´attacco della via è a soli pochi minuti di sentiero dal rifugio, unita alla nostra proverbiale 'flemma' mattutina, ci affacciamo alla base dello zoccolo dove attacca la via non prima della dieci :oops: 8O , perdendo quell'ora buona che più tardi, nelle peggiori delle ipotesi poi non avveratesi, avrebbe potuto rivelarsi provvidenziale.
Lungo il sentiero di avvicinamento lo spigolo ci sembra sempre più bello e imponente, e mi ritrovo a sentirmi concretamente sempre più vicina ad una nuova ed entusiasmante esperienza. Ivo, oltre che come sempre sorridente e rassicurante, mi appare felicemente impaziente. Alpinisticamente parlando non è necessario chiarire che tra me è lui corre più di un abisso ( :!: :!: ), ma per entrambi questa salita rappresenta una scoperta affrontata, al di là delle capacità e dell'esperienza ben diverse, con la stessa riverente curiosità. Per Ivo rappresentata la possibilità di toccare con mano e fare la prima conoscenza di una via mai salita prima d'ora, una salita da lui ambita non solo per il tracciato, la linea interessante, o la qualità della roccia, ma anche per quel prezioso bagaglio di portato storico che questa via - piccolo gioiello appartato, lontano dal mondo e dai giri delle grandi classiche - aperta nel 1912 da Hans Dulfer (5.8.1912 con Werner Schaarschmidt e Franz Schroffenegger, informazioni rigorosamente fornite da quell'impeccabile 'data base' umano che è la memoria di Ivo!!!) racchiude in sé. Per me, oltre a tutto questo, salire questa via rappresenta anche un piccolo passo avanti e insieme un banco di prova per misurarmi con quello che, avrò conferma poi salendola, è ancora un livello di difficoltà al di sopra delle mie reali capacità....motivo in più per insistere e perseverare e....migliorare :D :!: Come è solito ripetermi Ivo....'non c'è fretta':wink: .
Ecco...sì....a questo punto vi starete giustamente dicendo, 'ma allora, bando alle ciance, ?sta via, ci parli di questa via o no???!!!!'
Eeeemmammmamia, come siete venali, adesso ci arrivo......in fondo vi avevo avvertito fin dall'inizio, non aspettatevi la coincisa, precisa e razionale relazione da provetta alpinista.
La via, a mio umile parere, confermato poi da quello senza dubbio più autorevole, oltre che affidabile, di Ivo, è davvero molto bella e percorrerla regala certo ottime soddisfazioni e anche qualche piccolo grattacapo per chi viaggia sui miei 'livelli'( :oops: ). La linea di salita, circa 400m, si sviluppa a ridosso dello spigolo nord ovest della cima Valbona e unisce i 'punti deboli' della parete con un percorso decisamente verticale che la 'risolve' evitando accuratamente i gialli più strapiombanti. Dopo il primo facile tratto sullo zoccolo (placche appoggiate con buchi), arriviamo ad una selletta sul limite dello spigolo che affaccia su un orrido canalone con tracce di neve da cui spira un aria piuttosto gelida; da qui inizia la parte più bella e interessante della via che, con un percorso impegnativo di otto tiri e con un susseguirsi di ripide placche e di strapiombi sempre ben ammanigliati (e anche qualche traverso rognosetto, uno anche 'inventato' come fuori programma dalla sottoscritta) conduce alla base della cresta che, percorsa in conserva, in circa mezz'ora/tre quarti d'ora conduce alla base della cima bifida; qui, sulla desta (sud) si troverà la prima delle due soste di calata, e con due doppie (nella seconda non utilizzare la sosta che si trova lungo la linea, ma abbassarsi di qualche metro per il canalino di discesa e poi traversare in costa verso est - lasciato ometto - fino ad individuare in una nicchia la successiva sosta di calata) si scenderà poi direttamente sul canale di sfasciumi che, disceso sempre verso est, confluisce poi verso la forcella del Principe.
La bellezza della via , che si sviluppa sempre su buona roccia (Ivo mi insegna che si tratta di Dolomia dello Scilliar, piuttosto compatta e dai caratteristici buchi), sta anche nella sua continuità, che non omette comunque di riservare alcune golose sorprese (o piccoli grattacapi, a seconda dei punti di vista!!!); parlo per esempio dello 'strapiombo atletico' (V-) poco dopo l'inizio del sesto tiro, bello esposto e ben ammanigliato, ma comunque duro per la sottoscritta.
Oppure l'impegnativo traverso che intorno alla metà dell'ottavo tiro conduce sulla sinistra fino ad una nicchia con chiodo ad anello da cui, abbassandosi leggermente, si procede ancora per qualche metro verso sinistra in decisa 'esposizione' con buoni appigli e scarsi appoggi (V) fino poi puntare verso l'alto sulla ripida placca sovrastante.
Anche l'attacco dell'ultimo tiro riserva una bella sorpresa: una volta traversato a sinistra ed essere giunti sotto lo strapiombo 'a cappuccio' (io declino ogni responsabilità per le definizioni, vero Ivo !!!??)con una breve serie di bei passaggi atletici anche in questo caso favoriti dalla presenza in loco di ottime prese, altrimenti dette 'zanche', ci si alza dritto su per lo strapiombo e poi leggermente a sinistra per poi volare verso le più facili roccette sovrastanti.
Nelle relazioni a nostro seguito quest'ultimo è dato come il passaggio chiave valutato di V, ma appena Ivo (io non so come fai, spiegamelo, a fare sicura, fotografare, realizzare un preciso schizzo della via e poi accogliermi anche con dolce sorriso, tutto in una volta sola!!!?) mi confida che secondo lui il passaggio più duro, da quotare perciò di V e non di V-, è l'esposto traverso in corrispondenza della nicchia con chiodo ad anello, ecco.....mi trova completamente d'accordo visto il sudore che ci ho lasciato 8O :!:
Ed in ogni caso, al di la di un '-' in più o in meno (scusate il gioco di parole) è sorprendente pensare alla visione, all'intuito e all'ardore che, quasi la bellezza di cento anni fa, consentirono ad un giovanissimo Dulfer e ai suoi compagni di realizzare questa bellissima corsa verso il cielo e di lasciarla per sempre a chi la potrà e saprà apprezzare e godere.
Arrivati al termine dell'ultimo tiro le gocce d'acqua che da un po' hanno preso a cadere intermittenti, si fanno sempre più fitte e noi, nel timore di un imminente temporale e sconfortati dalle cascate di acqua che vediamo letteralmente formarsi sulla parete di fronte, cominciamo a rimproverarci l'eccessiva flemma mattutina da 'vacanziere milanese' (ogni riferimento è puramente casuale!!). Non c'è tempo da perdere, rimangono ancora 200 metri di cresta da percorrere, e lo facciamo alla massima velocità di crociera consentita, e nel mentre ci sorprendiamo a pensare a quanto se la starà ridendo il gestore del rifugio pensando a quei due simpatici flemmaticoni partiti con tutta calma alla volta dello spigolo Dulfer, insomma se esiste la pena del contrappasso....ecco noi la stiamo sperimentando :evil: :!:
Poi la pioggia cala, arriviamo alle doppie e una volta scesi verso la forcella del Principe il cielo si apre di nuovo offrendoci l'allegria dei suoi raggi per una dolce sosta immersi nel panorama di queste crode. Arrivati al rifugio Ivo sa bene già da questa mattina con cosa viziarmi, e presto siamo quindi seduti al tavolo a rifocillarci con due fette di torta e un buon té :P . Alle nostre spalle, in questo angolo di casa, tutto legno, stufe calde e boisières trasportato in questo luogo disperso tra le crode, una finestrella, la stessa da cui probabilmente tantissimi anni fa, un giovane Dulfer (il rifugio Bergamo risale alla fine dell'ottocento!) osservava attento e desideroso la linea immaginaria lungo lo spigolo che poi avrebbe preso il suo nome e che oggi noi abbiamo 'ripercorso' con gioia e soddisfazione. Rimarremo qui a lungo fino a quando, verso sera, smetterà di piovere. A questo punto è ora di rimetterci in cammino verso il fondovalle e la felicità per i momenti appena vissuti, si mischia solo un po' alla tristezza di dover lasciare questi luoghi di incanto e leggenda in cui io e il mio Principe stiamo tanto, tanto bene. Ma le nostre 'eplorazioni' continuano e sono sempre più belle :!: :!:

Ecco anche due immagini:

Risalendo la splendida Val ciamin alla luce del tramonto

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La cima Valbona e lo spigolo NO lungo il quale si snoda la via Dulfer

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In sosta prima del primo 'strapiombo atletico'.....infatti sorrido ancora :oops: :!:

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Ivo all'attacco del primo tiro impegnativo.....inizia il bello :!:

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Ivo sullo 'strapiombo atletico' del 6° tiro, avedere lui sembra tutto così facile :cry:

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La via procede sempre bella verticale ed è un gran piacere.....Ivo all'inizio del 7° tiro.

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Ancora esposizione sul 9° tiro.

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Al termine della cresta sommitale.......sta smettendo di piovere e non si è scatenato il temporale....siamo più tranquilli

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La 'famosa' finestrella da cui, nella tranquillita e nel tepore dell'attesa dello spiovere, rimiro (non dite nulla sull'espressione eh!!!) la via appena salita.

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Ciao, ciao rifugio Bergamo e ValCiamin......a presto :wink:

Immagine
Ultima modifica di cvigna il mer lug 26, 2006 14:48 pm, modificato 2 volte in totale.
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Messaggioda quchibu » mer lug 26, 2006 14:35 pm

bello :-)
veramente bello.
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Messaggioda Danielino » mer lug 26, 2006 14:48 pm

:D :D :) :o :o

:o :) :o :) :oops:

:oops: :oops: :) :wink:

......... incantevoli come sempre i tuoi racconti .......

...... è bellissimo sentire quanta "umanità" e quanto "carisma" vi son dentro ..... :wink:

brava brava Chiara :wink:

:wink: Danielino
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Messaggioda xee » mer lug 26, 2006 15:03 pm

Mi sei mancata :wink:
Perché voglio dormire il sonno delle mele
per apprendere un pianto che mi purifichi dalla terra;
perché voglio vivere con quel bimbo oscuro
che voleva tagliarsi il cuore in alto mare.
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Messaggioda Silvio » mer lug 26, 2006 15:26 pm

Ciao Chiaretta, bellissimo racconto !!!


:wink: :wink: :wink:
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Messaggioda .:eZy:. » mer lug 26, 2006 15:46 pm

sarà che sono venale :roll: ma una fetta di torta alla 'famosa' finestrella già mi basterebbe ... :wink:

bel racconto e gran bei posti, Chiara :P
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Messaggioda Runnet » mer lug 26, 2006 16:17 pm

Sempre belli (e prolissi) i tuoi racconti!

Bentornata! :wink:
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Messaggioda scaltro » mer lug 26, 2006 16:26 pm

un abbraccio
...
:wink:
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Messaggioda Herman » mer lug 26, 2006 16:30 pm

Ciao Chiara, bel racconto :D

Due note:
1. Complimenti per il bicipite dx;
2. E la sosta su due punti al primo strapiombo atletico? :wink:
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Messaggioda Ivo Rabanser » mer lug 26, 2006 19:26 pm

Nel caso qualcuno volesse conoscere e salire questo bell'itinerario,
'immerso' in un ambiente di grande suggestione,
posto lo schizzo della via e foto con il relativo tracciato.
Buona salita.

I.

Immagine

Cima Orientale di Valbona con il tracciato dello spigolo Dülfer.

Immagine

Immagine

Chiara sullo spigolo Dülfer, che sovrasta il Rifugio Bergamo.

Immagine
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Re: Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda Topocane » mer lug 26, 2006 19:38 pm

cvigna ha scritto:...
La 'famosa' finestrella da cui, nella tranquillita e nel tepore dell'attesa dello spiovere, rimiro (non dite nulla sull'espressione eh!!!) la via appena salita.

Immagine


ciao Chiara,
bel racconto... come sempre.
leggendo il passaggio qui sopra m'è venuto in mente un libro,
l'ho riletto, ne ho riportato il pezzettino e te lo dedico! ;)
a te e ad Ivo, per le belle giornate che avete passato lissù
---
Infilo la camicia di lana a scacchi bianchi e blu. L'ho comprata dopo aver letto un racconto in cui era importante. In montagna porto sempre quella. L'ho presa da un libro, è calda e letteraria. Mi fa rigovernato e a posto per la cena.
Alle sette di sera viene l'ora muta per i monti, si va a mensa.
Fuori c'è il vento che perde nuvole, alla finestra ne guardo una che non ce la fa a scavalcare il monte e ci finisce addosso, sfasciandosi, fasciandolo. Dovrebbero fare come le bolle di sapone che scoppiano al contatto. Invece fanno ovatta.
Sto a un tavolo vicino al vetro, così ho da guardare fuori anziché in sala.
Sono solo, in montagna va bene, al cinema pure. Così non mi accorgo che è entrata e sta parlando con il gestore. Ha preso un letto nella camerata e mangerà con me se non disturba. Me lo dice dopo essersi seduta. I vetri quano pigliano le prime gocce fanno chiasso perché sbattono al loro asciutto, poi si bagnano e fanno meno rumore e resistenza. Glielo vorrei dire, all'improvviso sono allegro come un vetro appena bagnato. Non è il caso, l'ho vista sputare singhiozzi a un metro da uno sconosciuto, ci manca pure che la festeggi.
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ciao,
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Messaggioda federicopiazzon » mer lug 26, 2006 19:38 pm

Avevo ri aperto questo post per chiedere se qualcuno metteva o mi postava uno schizzo :mrgreen:!!!!!!



.....qualche mio amico si è fatto il mio "bernard"!!
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Re: Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda Ivo Rabanser » mer lug 26, 2006 19:49 pm

Topocane ha scritto:ciao Chiara,
bel racconto... come sempre.
leggendo il passaggio qui sopra m'è venuto in mente un libro,
l'ho riletto, ne ho riportato il pezzettino e te lo dedico! ;)
a te e ad Ivo, per le belle giornate che avete passato lissù
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Infilo la camicia di lana a scacchi bianchi e blu. L'ho comprata dopo aver letto un racconto in cui era importante. In montagna porto sempre quella. L'ho presa da un libro, è calda e letteraria. Mi fa rigovernato e a posto per la cena.
Alle sette di sera viene l'ora muta per i monti, si va a mensa.
Fuori c'è il vento che perde nuvole, alla finestra ne guardo una che non ce la fa a scavalcare il monte e ci finisce addosso, sfasciandosi, fasciandolo. Dovrebbero fare come le bolle di sapone che scoppiano al contatto. Invece fanno ovatta.
Sto a un tavolo vicino al vetro, così ho da guardare fuori anziché in sala.
Sono solo, in montagna va bene, al cinema pure. Così non mi accorgo che è entrata e sta parlando con il gestore. Ha preso un letto nella camerata e mangerà con me se non disturba. Me lo dice dopo essersi seduta. I vetri quano pigliano le prime gocce fanno chiasso perché sbattono al loro asciutto, poi si bagnano e fanno meno rumore e resistenza. Glielo vorrei dire, all'improvviso sono allegro come un vetro appena bagnato. Non è il caso, l'ho vista sputare singhiozzi a un metro da uno sconosciuto, ci manca pure che la festeggi.
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Ciao Topo e grazie per il pensiero!
E belle salite anche a voi, che non starete certo con le mani in mano...

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Re: Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda MarcoS » mer lug 26, 2006 19:50 pm

Topocane ha scritto:....---
Infilo la camicia di lana a scacchi bianchi e blu. L'ho comprata dopo aver letto un racconto in cui era importante. In montagna porto sempre quella. L'ho presa da un libro, è calda e letteraria. Mi fa rigovernato e a posto per la cena.
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Sto a un tavolo vicino al vetro, così ho da guardare fuori anziché in sala.
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TOPOCANE NOOOOO! de luca ha scritto un sacco di robetta carina ma queste della camicia a quadri sono tra le pagine più insopportabili e melense uscite dalla sua penna. eccheccazzo!!
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Messaggioda Ivo Rabanser » mer lug 26, 2006 19:53 pm

federicopiazzon ha scritto:.....qualche mio amico si è fatto il mio "bernard"!!


Oh Maria!
Fatto il tuo "bernard" :?: 8O
Così... senza ritegno :roll:
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Re: Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda federicopiazzon » mer lug 26, 2006 19:53 pm

Ivo Rabanser ha scritto:
Topocane ha scritto:ciao Chiara,
bel racconto... come sempre.
leggendo il passaggio qui sopra m'è venuto in mente un libro,
l'ho riletto, ne ho riportato il pezzettino e te lo dedico! ;)
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Ciao Topo e grazie per il pensiero!
E belle salite anche a voi, che non starete certo con le mani in mano...

I.


:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
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Re: Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda Topocane » mer lug 26, 2006 19:54 pm

MarcoS ha scritto:TOPOCANE NOOOOO! de luca ha scritto un sacco di robetta carina ma queste della camicia a quadri sono tra le pagine più insopportabili e melense uscite dalla sua penna. eccheccazzo!!


uff...
non stressare, tu... trevisano! :twisted:
non ho mica detto che è il capolavoro, di erri..

ho solo detto che vedendo la foto di chiaretta, li
m'è venuto in mente 'sto passo!

eccheddiamine! :-PPPPP

ehehehe
;)
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Re: Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda MarcoS » mer lug 26, 2006 20:05 pm

Topocane ha scritto:.....uff...
non stressare, tu... trevisano! :twisted:
....


trevisano te gheo dìsi a tó sorèa, "milanese"....

(uh! come sarà felice il drugo... :lol:
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Re: Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda federicopiazzon » mer lug 26, 2006 20:07 pm

MarcoS ha scritto:
Topocane ha scritto:.....uff...
non stressare, tu... trevisano! :twisted:
....


trevisano te gheo dìsi a tó sorèa, "milanese"....

(uh! come sarà felice il drugo... :lol:



ma non eri trevisano d'origine e leghista pure?
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Re: Cima Valbona per lo spigolo Dulfer: un racconto

Messaggioda MarcoS » mer lug 26, 2006 20:10 pm

federicopiazzon ha scritto:
MarcoS ha scritto:
Topocane ha scritto:.....uff...
non stressare, tu... trevisano! :twisted:
....


trevisano te gheo dìsi a tó sorèa, "milanese"....

(uh! come sarà felice il drugo... :lol:



ma non eri trevisano d'origine e leghista pure?


toh, è arrivato il fine e sapido umorista...
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