Marco Anghileri ha scritto:bravo per averla fatta superando così anche le "bastonate"...
vedrai che servono, servono anche quelle,
molto di più degli avambracci allenati 
Mi permetto di dissentire da Marco.
Io sul Pazzo mi sono calato alla fine del quinto tiro, perchè non è mia abitudine e costume fare delle vie tirando chiodi, ma amo scalare per passare pulito.
Mi spiace scrivere ciò che leggerai sotto, detestando io la dichiarazione di grado così sfacciata, ma lo faccio per pararmi il culo, in un ambiente dove vige la nota legge del pisello lungo.
Due anni fa ho ripetuto Ibis. Tutta in libera ad eccezione del tiro di settebi/A0.
Tre anni fa ho ripetuto Dieci piani, in libera tranne i due tiri difficili, uno ottoa, l'altro settebipiù (un fix tirato sul settebipiù).
Nell'arco alpino ho ripetuto e ripeto vie dalle caratteristiche simili, molto simili, per grado, a quelle di Ibis. Scalandole.
Io odio dare i gradi. Io detesto partire con l'idea che il riassunto di una via sia nella odiosa tabella alfanumerica.
Ma una indicazione ritengo sia necessaria, per evitare di non tornare più da una via. E ritengo valida metodica il
confronto, anche su stili e rocce differenti, come diceva quel salame di Piter... Il seici di Dieci, e non ce ne sta solo uno, non può essere molto differente dal seici del Pazzo, dal seici di Finale, dal seici dell'Ancesieu, dal seici della Dolomia suprema. Uno può trovarsi più o meno bene, può soffrire una pietra piuttosto che un'altra, può trovarsi più a suo agio sugli svasi che sulle tacche. Ma alla fine, qualcosa che si avvicina al seici, grado più, grado meno, è scalabile per chi quel grado lo scala, in abitudine.
Sul Pazzo ho trovato già difficile l'ingresso del quarto tiro, valutato "solo" seibipiù, ma con un chiodo piantato a sx della sosta, mezzo metro sopra, stranamente piegato all'ingiù, forse troppo usato per l'appoggio del piede sinistro...
Sul quinto tiro ho ceduto a trequarti per grassa fatica. E, credimi, non ho trovato affatto lungo. Nè ero spaventato da quei chiodi allungati con cordoni esplicativi, chiodi di cui due sono stati sfilati e rimessi in loco dalle mie manine... Avendo fatto vie del prof. Rabanser, dove i chiodini sono spessorati con sapido compensato, i chiodi di Marino non mi spaventano affatto. Nè frequento la plastica, anzi: il quinto tiro è il classico tiro da plasticaro del c***o, visto che si sono buconi e manettoni a nastro, ad eccezione di un brevissimo tratto su tacche... Un tiro assolutamente semplice nella logica alpina, assolutamente semplice dal punto di vista motorio, ma complicato dal punto di vista della "biella". E ne serviva, parecchia parecchia, da plasticaro del c***o...
Non avevo ciulato la sera prima, ne sono certo.
Non avevo mangiato un bue, non mi ero ubriacato, non avevo corso alcun tipo di maratona, il giorno prima.
E non mancavo un tiro di seici da tempo immemore.
Perplesso, il giorno dopo avevo scalato una vietta in valle d'Aosta, nota regione di froci dal punto di vista dei gradi, passando a vista su un tiro gradato settea nella scala dei finocchi, e senza grossi affanni.
Quindi, credo di poter dire,
a quel che mi riguarda, sulla mia pelle, che il quarto e quinto tiro di Cavallo Pazzo non sono gradati correttamente per i gradi che conosco io dati al tiro e non al singolo passaggio e, in particolare, per il quinto tiro l'errore in scala francese non è piccolo...
A meno che mi dici che in bastionata del lago, Ambarabà sia seibi e Sudomagodo cinqueci...e la combinazione che mi pare tu conosca bene Eternium e Mexico non passi il seia+...se così fosse, siamo in accordo.
Concludendo, e questo sì a mio sentimento: a me dei gradi del Pazzo meno mi fotte. Sono andato, ho scalato, ed ho trovato fisicamente difficile, attualmente, per me, la scalata, per come la intendo io.
Non l'ho mancato, il quinto tiro, per un soffio. E mi sono calato. A passare azzerando avrei solamente imparato che azzerando passi più o meno dappertutto dove si possa azzerare, indipendentemente dai gradi.
Purtroppo io sono uno di quelli che la via è la meta.
Sino a quel punto il Pazzo l'ho trovato bello, del tutto paragonabile come bellezza, a Dieci ed Ibis, anche se, qualitativamente, la roccia di Dieci ha, nella mia personale opinione, un bel pò di punti in più...
Ci ritornerò più preparato, dal punto di vista della fisicità.
Ovvero con mezzokilo di avambracci in più...
Con immutata stima nei tuoi confronti.
